DOMENICA DI STRESS - DOMANI CIRCA 25 BANCHE SARANNO BOCCIATE DALLA BCE, MA SOLO 10 DOVRANNO INTERVENIRE SUL PATRIMONIO - TRA LE ITALIANE, MPS E CARIGE, CHE GIÀ HANNO CONVOCATO I CDA PER DECIDERE BOND IBRIDI E CESSIONI DI RAMI AZIENDALI

  1. 25 BANCHE BOCCIATE AI TEST BCE

(Reuters) - Un gruppo di 25 banche non ha passato gli stress test europei secondo la fotografia a fine 2013 e fino a 10 di loro continuano ad avere una carenza patrimoniale. Lo riferiscono due fonti vicine alla situazione aggiungendo che sono risultate al di sotto del benckmark minimo patrimoniale a fine 2013 banche di paesi tra cui Grecia, Cipro, Slovenia e Portogallo.

 

Mario Draghi a NapoliMario Draghi a Napoli

Le banche spagnole e francesi, in linea di massima, si sono comportate meglio delle attese. Le banche con una carenza patrimoniale hanno due settimane di tempo per presentare alla Bce un piano per aumentare il capitale. La Bce poi deciderà se dare o meno il via libera.

 

Un portavoce della Bce ha dichiarato che i risultati del test non sono stati ancora conclusi.

"I risultati non saranno definitivi finché non verranno valutati dal consiglio direttivo della Bce domenica 26 ottobre, dopodichè verranno pubblicati", ha spiegato. "Fino a quel momento qualsiasi notizia stampa sui risultati del test è per sua natura altamente speculativa".

 

  1. BLOOMBERG: 25 BANCHE NON PASSANO GLI STRESS TEST, A 10 SERVIRA’ UN’INIEZIONE DI CAPITALE

banche europa stress test banche europa stress test

(Finanza.com) I risultati degli stress test si avvicinano e nuove indiscrezioni circolano sui mercati. Secondo quanto riportato da Bloomberg, la Banca centrale europea avrebbe deciso di bocciare 25 banche che hanno affrontato gli stress test, ma tra queste solamente 10 avrebbero necessità di colmare gap di capitale. Bloomberg riporta però che si tratta di indicazioni preliminari e che i numeri potrebbero cambiare fino all'ultimo minuto prima della pubblicazione, prevista per domenica 26 ottobre.

 

 

  1. GLI STRESS TEST PUNISCONO CARIGE E MPS

Luca Fornovo per “La Stampa”

 

FABRIZIO VIOLAFABRIZIO VIOLA

Carige e Montepaschi sono le due banche italiane che la Bce si prepara a bocciare domani, insieme ad altri otto istituti europei che non supereranno gli stress test. Per la verità sarebbero 25 le banche del Vecchio Continente (su un totale di 130) ad avere serie difficoltà con gli esami sui bilanci. Ma tra questi almeno 15 istituti sarebbero solo «rimandati», avendo già rafforzato il proprio patrimonio quest’anno o quantomeno avendo previsto operazioni in tal senso.

 

Pertanto la situazione più critica e da sanare riguarderà una decina di banche. Secondo fonti finanziarie, la genovese Carige sarebbe a corto di capitale per 500-600 milioni di euro e anche l’istituto senese Mps avrebbe un deficit di capitale da colmare. Mentre tra i «rimandati» ci sarebbe invece la Popolare di Milano (Bpm). In tutto saranno 15 le banche italiane che domani affronteranno gli stress test.

 

ALESSANDRO PROFUMO E FABRIZIO VIOLAALESSANDRO PROFUMO E FABRIZIO VIOLA

Carige ha già convocato un Consiglio d’amministrazione domani per esaminare l’esito degli esami della Bce. La banca, guidata dall’amministratore delegato Piero Montani, punta a colmare il gap di 500-600 milioni attraverso due operazioni. Carige avrebbe allo studio, secondo fonti finanziarie, un nuovo aumento di capitale da 200-300 milioni di euro, dopo che quest’estate aveva già portato a termine una ricapitalizzazione da 800 milioni. L’altro intervento per rafforzare il patrimonio - già previsto da tempo - verrebbe realizzato con la vendita delle due compagnie di assicurazioni Carige Vita Nuova e Carige Assicurazioni al fondo americano Apollo. Un’operazione che vale 250-300 milioni di euro e che dovrebbe essere firmata proprio domani.

 

Anche Montepaschi avrebbe in programma nel pomeriggio di domani un Cda per esaminare i risultati degli stress test. L’istituto senese ha intenzione di prendersi qualche giorno di tempo per indicare le «remediation», cioè gli interventi per colmare la carenza di capitale. Difficilmente domenica usciranno dettagli precisi sul piano di rientro di Mps.

 

BANCA CARIGE BANCA CARIGE

Più probabilmente verrà tracciato un percorso di risanamento che potrebbe contemplare l’emissione di un bond ibrido, convertibile in capitale Tier 1, per soddisfare i criteri della Bce, accompagnato poi dalla cessione di alcune attività considerate non strategiche.

 

Sembrerebbe invece da escludersi per Mps un nuovo aumento di capitale dopo la maxi-ricapitalizzazione da 5 miliardi di euro già varata quest’estate. Intanto in Borsa i timori che avevano portato a una pioggia di vendite nei giorni scorsi sono rientrati: ieri il titolo Mps ha chiuso con un +10%, riguadagnando la soglia di un euro per azione e una capitalizzazione di cinque miliardi che pochi giorni fa era precipitata a quattro. Molto elevato il volume degli scambi: è passato di mano il 5,2% del capitale.

Cesare Castelbarco Albani presidente di Carige Cesare Castelbarco Albani presidente di Carige

 

Tra i «rimandati» ci sarà invece Bpm che paga la mancata considerazione da parte della Bce degli effetti della rimozione degli add on, i cuscinetti patrimoniali che pesano circa 8 miliardi sul capitale e che le erano stati imposti dalla Banca d’Italia e che le sono stati rimossi solo lo scorso giugno. Veneto Banca e Banco Popolare scontano i bilanci non proprio brillanti del 2013, ma non dovrebbero avere grossi problemi, avendo già fatto quest’anno operazioni di rafforzamento patrimoniale.

 

alessandro profumoalessandro profumo

Esiti del tutto positivi sono invece attesi per i grandi istituti come Intesa Sanpaolo, Unicredit e Mediobanca. Domani oltre alle comunicazioni che arriveranno dalla Bce sull’asset quality review e gli stress test, anche la Banca d’Italia farà una nota per spiegare quali interventi le banche hanno già effettuato per rafforzare il capitale. Mentre gli istituti di credito comunicheranno singolarmente le operazioni fatte ed eventualmente gli interventi correttivi da portare ancora a termine.

 

 

  1. A SIENA E GENOVA GIÀ CONVOCATI I CDA SI PENSA A BOND, AUMENTI E CESSIONI

Andrea Greco per “la Repubblica”

 

C’è chi ride e chi mugugna, aspettando i risultati dei test Bce. Due consigli di amministrazione bancari sono già convocati, domani, a Siena e a Genova. E questa è una spia del fatto che i risultati del doppio esame verso la vigilanza unica non sono positivi, e si rendono necessarie le remedial actions, ovvero i rafforzamenti di patrimonio per risalire sopra i livelli di indice Cet1 stabiliti dalla vigilanza.

LA SEDE DELLA BPM - BANCA POPOLARE DI MILANO - A PIAZZA MEDA A MILANOLA SEDE DELLA BPM - BANCA POPOLARE DI MILANO - A PIAZZA MEDA A MILANO

 

Monte dei Paschi e Carige, in effetti, dovrebbero rappresentare il grosso dei (pochi) miliardi di euro che le banche italiane dovranno aggiungere ai 10 che ne hanno già versati nel 2014 in aumenti; ma si arriva a una quindicina con le altre azioni di rafforzamento. Faranno di tutto, i banchieri di Siena e Genova e anche gli altri, per evitare un bis delle ricapitalizzazioni dei mesi scorsi, che avrebbero ripercussioni pesanti sulle quotazioni e diluirebbero i soci che non possono seguirli (in primis, le due Fondazioni Mps e Carige, che hanno decimato il patrimonio per non aver separato i destini dalla banca locale).

 

CARIGE CARIGE

Le alternative immediate, per tutti, sono bond convertibili in capitale del tipo “At1”, cessioni di rami aziendali e di parti della rete e dell’attivo. Poi c’è la strada delle fusioni, per tagliare sempre più costi e accrescere il potere di mercato. Ma è una strada più tortuosa: bisognerà capire per bene il contesto competitivo, mettere d’accordo le dirigenze, ed evitare i cosiddetti “matrimoni di riparazione”, malvisti dalla vigilanza nazionale.

 

Monte dei Paschi fa di tutto per scansare il terzo aumento in tre anni. Il management guidato da Fabrizio Viola, inavvicinabile in questi giorni, starebbe studiando l’emissione di un bond convertibile in capitale quando le perdite lo richiedano, e la cessione di Consum.it, ramo del credito al consumo per cui è imminente l’esclusiva al duo Deutsche Bank e fondo High Bridge. L’ammontare dei rimedi dipenderà dal deficit che emerge dai test, specie quelli di stress dell’Eba.

carigecarige

 

La banca, essendo sotto aiuto di Stato - c’è un altro miliardo di Monti bond in tesoreria - ha una deroga: non si “stressa” il bilancio 2013 già cupo di suo, ma i dati contabili dei successivi tre anni, come forniti nel piano di ristrutturazione e ritorno all’utile. Tuttavia sembra che su questi dati non ci sia stata condivisione tra Francoforte e l’Italia, e che le istituzioni italiane abbiano negoziato in extremis una soluzione di compromesso. Comunque peggiore dell’iniziale. In ogni caso i vertici senesi puntano a non ricapitalizzare, e questo spiega il vigoroso rimbalzo dell’azione: +10,68% ieri, a rivedere quota 1 euro, ovvero i 5 miliardi di capitale chiesti a luglio ai soci.

 

Ieri in Borsa si sono ricoperti i fondi comuni italiani, e qualche speculatore dopo le scorribande recenti. «Non ho visto pacchetti forti in formazione », spiega un operatore. A Siena l’autonomia conta, e sarà difesa con le unghie: anche cedendo quote sostanziose di sportelli e/o di attivi. Un’offerta che potrebbe anche incontrare il gradimento di compratori francesi, come Bnp Paribas (nel primo caso) e del socio assicuratore Axa (nel secondo). Proprio un miliardo di deficit è la stima media degli operatori per Mps.

banca centrale europea banca centrale europea

 

Diversa la situazione per Carige, dove il fabbisogno potrebbe avvicinarsi al mezzo miliardo, e dove sarà più difficile evitare la ricapitalizzazione. In quel caso, sarà difficile evitare di fare spazio a un nuovo socio, più probabilmente bancario. Ma per una somma stimata nella metà delle misure richieste, l’ad Piero Montani punta sulle dismissioni.

 

Nel consiglio di domani, oltre ai dati, si discuterà della vendita delle assicurazioni Carige Vita Nuova e Carige Assicurazioni al fondo Usa Apollo, già sfumata due volte per ragioni di prezzo. Si parla di circa 300 milioni, ma il prezzo potrebbe cambiare in base alle esigenze del venditore. E se non basta, l’istituto di Genova sembra pronto a cedere il controllo di Banca Cesare Ponti, banca di gestione grandi patrimoni con una sede gioiello in Piazza Duomo.

Ultimi Dagoreport

friedrich merz donald trump starmer macron meloni von der leyen jd vance

DAGOREPORT - L’INCONTRO DI GIORGIA MELONI CON VANCE E VON DER LEYEN È STATO SOLO ''ACCIDENTALE'': È STATO POSSIBILE IN VIRTU' DELL’INSEDIAMENTO DI PAPA LEONE XIV (NON È STATA LA DUCETTA A CONVOCARE I LEADER, BENSI' SANTA ROMANA CHIESA) – LA "COMPASSIONE" DI TRUMP, CHE HA COINVOLTO LAST MINUTE "COSETTA" MELONI NELLA CHIAMATA CON MACRON, STARMER E MERZ – LE FAKE NEWS DI PALAZZO CHIGI PROPALATE DALLA STAMPA E MEDIA DI DESTRA COL SUPPORTO DEL “CORRIERE DELLA SERA”:  ALL’ORIZZONTE NON C’È MAI STATO ALCUN INVIO DI TRUPPE EUROPEE AL FIANCO DI KIEV CONTRO MOSCA. SOLO DOPO LA FIRMA DI UNA TREGUA, GRAN BRETAGNA E FRANCIA SONO A FAVORE DI UN INVIO DI TRUPPE, MA UNICAMENTE AL FINE DELLA SALVAGUARDIA DEI CONFINI UCRAINI, E COL FONDAMENTALE SUPPORTO INTELLIGENCE DELLA CIA - ALTRA MINCHIATA DELLA PROPAGANDA ALLA FIAMMA: NON E' MAI ESISTITA LA VOLONTÀ DI ESCLUDERE L’ITALIA DAL GRUPPO DEI ''VOLENTEROSI''. È LA "GIORGIA DEI DUE MONDI" STESSA A ESSERSI CHIAMATA FUORI, IN PREDA ALL'AMBIZIONE SBAGLIATA DI DIVENTARE LA "PONTIERA'' TRA STATI UNITI ED EUROPA, E PER EVITARE GUAI IN CASA CON IL SUO NEMICO PIU' INTIMO, MATTEO SALVINI...

ernesto galli della loggia giorgia meloni

DAGOREPORT - FAZZOLARI E' PER CASO IL NUOVO DIRETTORE DEL "CORRIERE"? - IN UNA PRIMA PAGINA CHE NASCONDE LE MENZOGNE DI GIORGIA MELONI, SPUTTANATA DA MACRON, BRILLA UN EDITORIALE VERGOGNOSO DI GALLI DELLA LOGGIA CHE SI DOMANDA: "SE LA GERMANIA (DI AFD) HA DAVVERO FATTO I CONTI CON IL SUO PASSATO NAZISTA. IN ITALIA, INVECE, UN PARTITO CHE PURE HA LE SUE LONTANE ORIGINI NEL FASCISMO GOVERNA DA TRE ANNI IN UN MODO CHE SOLO I COMICI (DUNQUE PER FAR RIDERE…) GIUDICANO UNA MINACCIA PER LA DEMOCRAZIA" - L’EX MAOISTA, POI TERZISTA, QUINDI BERLUSCONIANO, 5STELLE, INFINE MELONIANO  DEVE STUDIARE UN PO’, INVECE DI CAMBIARE PARTITO A OGNI CAMBIO DI GOVERNO. NEL DOPOGUERRA IN GERMANIA, GLI EX NAZISTI RIENTRARONO NEL CONTESTO SOCIALE E OTTENNERO POSTI DI POTERE NELLE INDUSTRIE PIÙ AVANZATE FINO ALLA CONTESTAZIONE DEL '68, SIMBOLEGGIATA DALLO SCHIAFFONE RIFILATO DALLA STUDENTESSA BEATE KLARSFELD AL CANCELLIERE (EX NAZISTA) KURT KIESINGER – IN ITALIA LA DESTRA ALLA FIAMMA DI FINI FU SDOGANATA DAL GOVERNO BERLUSCONI, DOVE IL MINISTRO DELLA GIOVENTU' ERA GIORGIA MELONI. COSA CHE IL GALLI OMETTE ESSENDO ORA COLLABORATORE DEL GOVERNO DUCIONI PER IL SETTORE SCUOLA...

andrea orcel unicredit

DAGOREPORT - IL RISIKO DELLE AMBIZIONI SBAGLIATE - COME PER IL GOVERNO MELONI, ANCHE ANDREA ORCEL NON IMMAGINAVA CHE LA STRADA PER LA GLORIA FOSSE TUTTA IN SALITA - IL RAFFORZAMENTO IMMAGINATO DI UNICREDIT, PER ORA, È TUTTO IN ARIA: IL MURO DI GOLDEN POWER DELLA LEGA HA RESO MOLTO IMPROBABILE LA CONQUISTA DI BANCO BPM; BERLINO RITIENE “INACCETTABILE” LA SCALATA ‘’NON AMICHEVOLE” DI UNICREDIT ALLA SECONDA BANCA TEDESCA COMMERZBANK; LE MOSSE DI NAGEL E DONNET GLI DANNO FILO DA TORCERE; CREDIT AGRICOLE, CHE HA UN CONTRATTO IN SCADENZA PER LA GESTIONE DEL RISPARMIO CHE RACCOGLIE UNICREDIT, HA UN ACCORDO CON BPM, DI CUI E' PRIMO AZIONISTA. E IL CDA DI UNICREDIT NON È PIÙ QUELLA FALANGE UNITA DIETRO AL SUO AZZIMATO CONDOTTIERO. COME USCIRE DAL CUL-DE-SAC? AH, SAPERLO…

orcel giorgetti

DAGOREPORT – GIORGETTI SI CONFERMA UN SUPPLÌ CON LE UNGHIE: ALL’INCONTRO CON I RAPPRESENTANTI DI UNICREDIT PER LA MODIFICA DEL DECRETO GOLDEN POWER CHE BLINDA L'OPS SU BPM, BANCA CARA ALLA LEGA, CHI HA INCARICATO IL MINISTRO DI CAZZAGO? STEFANO DI STEFANO, DIRETTORE GENERALE DELLE PARTECIPAZIONI DEL MEF, MA ANCHE COMPONENTE DEL CDA DI MPS. INSOMMA, LA PERSONA GIUSTA AL POSTO GIUSTO... – CALTA C’È: LA GIRAVOLTA DEL CEO DI MPS, LUIGI LOVAGLIO, SULL'OPERAZIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI…

guzzetti bazoli meloni fazzolari e caltagirone scannapieco giuseppe francesco gaetano dario cdp giorgia

DAGOREPORT - AVVISATE ‘’PA-FAZZO CHIGI’’ CHE IL GRANDE VECCHIO DELLE FONDAZIONI BANCARIE, GIUSEPPE GUZZETTI, HA PRESO IL BAZOOKA - L’INDOMABILE NOVANTENNE NON NE PUÒ PIÙ DI VEDERE CASSA DEPOSITI E PRESTITI (DI CUI LE FONDAZIONI HANNO IL 30%) RIDOTTA A CAGNOLINO SCODINZOLANTE DEI FRATELLI DI FAZZOLARI: AFFONDATA LA NOMINA DI DI CIOMMO ALLA PRESIDENZA DEL CDA DEL FONDO F2I - MA IL CEFFONE PIÙ SONORO AL SOVRANISMO BANCARIO DEL GOVERNO DUCIONI È STATO SFERRATO DAL TERRIBILE VECCHIETTO CON LA VENDITA DELLA QUOTA DELLA FONDAZIONE CARIPLO IN MPS, IL CAVALLO DI TROIA DEL FILO-GOVERNATIVO CALTAGIRONE PER ESPUGNARE, VIA MEDIOBANCA, GENERALI – STRATEGIE DIVERSE SUL RISIKO TRA GUZZETTI E IL SUO STORICO ALLEATO, IL GRANDE VECCHIO Di BANCA INTESA, “ABRAMO” BAZOLI…