alessandro profumo

LA CADUTA DELLO ZAR - ANCHE SULL'EDITORIA DI SETTORE (''AVIONEWS'') SI CHIEDONO LE DIMISISONI DI PROFUMO. E SI DIPINGE L'IMPIETOSA PARABOLA DISCENDENTE DELL'EX REUCCIO DELLA FINANZA MILANESE, DALL'APICE DI CAPITALIA AI PASTICCI CON BANCHE TEDESCHE E MPS, FINO AI RISULTATI SCARSI IN LEONARDO: TITOLO CHE PRECIPITA, RICAVI IN CALO, NESSUNA ACQUISIZIONE. ''L'AZIENDA È ORMAI UN VASO DI COCCIO IN MEZZO A GIGANTI CON CUI NON PUÒ PIÙ COMPETERE''

 

 

Da www.avionews.it

 

E se fosse l'ora della caduta dello zar? La condanna a sei anni di reclusione e una multa di 2,5 milioni di euro dopo il crack di Mps guidata dal 2012 al 2015 mette nei guai anche un intoccabile (finora) come Alessandro Profumo. A chiederne le dimissioni, non è più solo il movimento 5 stelle: tre giorni fa arriva la lettera inviata allo stesso Profumo, ma anche al premier Giuseppe Conte e al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, firmata da Giuseppe Bivona, partner e co-founder del fondo Bluebell partners, azionista privato di Leonardo. Dimissioni, non come obbligo di legge, quanto piuttosto come una “questione di opportunità e dignità, oltre che di senso civico”, scrive Bivona. Uno che lo conosce bene. Lui, Profumo, come al solito starà facendo spallucce, tirando avanti per la sua strada. Come ha sempre fatto. Perché Mr. Arrogance, nomignolo gli è stato affibbiato a causa del carattere un tantinello spigoloso, è fatto così.

ALESSANDRO PROFUMO

 

Nato a Genova il 17 febbraio 1957 (segno zodiacale Acquario, testardo ma affidabile, dice l'oroscopo) figlio di un ingegnere che ha un’azienda in Sicilia, trascorre l’infanzia a Palermo. Trasferito a Milano, frequenta il liceo Manzoni e poi compie un duro percorso di studente lavoratore: lavora al Banco Lariano, a far di conto, e frequenta la Bocconi, dove si laurea con una tesi sulle aziende di credito che viene notata dalla McKinsey. Così, entra a far parte del club: passa da Bain & Cuneo, poi alla Ras e alla tedesca Allianz dove incontra Lucio Rondelli che lo presenta a Enrico Cuccia e lo porta al Credito Italiano, privatizzato nel 1993.

 

Cinque anni dopo, nel 1998, Rondelli lascia il timone a Profumo che ripulisce i conti e la trasforma in un modello di efficienza, orientata al profitto. Nasce Unicredit, ma non è finita qui. Passano alcuni anni e, nel 2007, Profumo è regista della fusione con Capitalia da cui scaturisce fuori un colosso da 100 miliardi di euro, primo istituto in Italia e quinto in Europa, che in totale poteva contare su 9.289 filiali per oltre 160.000 dipendenti. La fusione con Capitalia se da una parte gli frutta un compenso di 9.427.000 euro (oltre ad azioni gratuite per 3,92 milioni) rappresenta l'inizio di un calvario che mette Profumo in cattiva luce.

alessandro profumo foto di bacco

 

I guai arrivano dalla campagna di Germania: la bavarese Hypovereinsbank, conquistata con un blitz che fa storcere il naso a Bankitalia, si rivela piena di titoli marci, derivati e persino mutui subprime americani. Ecco che, quel colosso bancario che era penetrato in Francia, nel Centro Europa ex comunista e perfino in Russia, rischia di crollare. Come Alessandro il Grande, altro soprannome sgradito al banchiere, il colosso ha i pedi d'argilla e crolla. Nel 2008, per salvare la banca lancia un aumento di capitale da 6,6 miliardi (sgradito agli azionisti) e deve anche ammettere di aver fatto indigestione sottovalutando la crisi.

 

ALESSANDRO PROFUMO

Da lì in poi, inizia una specie di parabola discendente. Le dimissioni da Unciredit nel 2010 gli fruttano 38 milioni di euro di liquidazione (due devoluti in beneficenza) e qualcuno inizia a vociferare che, per non sapere bene cosa fare, il banchiere “si butta in politica”. Invece, nell'aprile 2012, il Monte dei Paschi di Siena pensa a lui come nuovo presidente dopo la fine della guida di Giuseppe Mussari. Assume l'incarico, che dura tre anni, nei quali, sottolineano in tanti, non sa bene cosa fare: e comunque non salva la banca senese dal crack, mietendo errori su errori durante la sua gestione (non ultimo un sospetto di tassi da usura praticati dal Mps).

 

ALESSANDRO PROFUMO ROMANO PRODI

Profumo dice addio all'incarico nell’agosto 2015 ma trova ben presto altri lavori: dopo aver presieduto Equita SIM ecco che il governo Gentiloni lo nomina amministratore delegato di Leonardo, ex Finmeccanica. Quando arriva lui, Leonardo è già stata tartassata da Mauro Moretti, un altro bel caratterino, caduto (anche lui) sotto i colpi della sua arroganza e per una sentenza di condanna (a 7 anni per la tragedia di Viareggio). A Leonardo, Profumo cerca di proiettare l'azienda verso l'hi-tech: qualcuno dice che non sa cosa fare e si butta sul tecnologico. Profumo, essendo nel comitato esecutivo dell'Iit di Genova, chiama a sé un genio come Roberto Cingolani (ex deus ex machina proprio dell'Istituto tecnologico degli Erzelli) e paga profumatamente la francese Atos per costruire i supercomputer che andranno nella sede genovese di Leonardo.

ALESSANDRO PROFUMO CON GHIZZONI

 

Intanto, sotto la sua guida (inesperta, sostengono in tanti) i conti dell'azienda non soddisfano più di tanto: rispetto ai 17 miliardi di fatturato di Guarguaglini, per esempio, Profumo mostra un 2018 con conti che si chiudono a 15 miliardi di euro con un cash flow che scivola da 537 a 336 milioni di euro, con gli analisti preoccupati della “fragilità della situazione economica di Leonardo che si manifesta nella aspettativa di possibili operazioni finanziarie sul capitale o sull'emissione di bond, ipotesi peraltro smentita dallo stesso Profumo, senza lasciare tranquillo il mercato, però.

 

buffagni alessandro profumo

Nemmeno la sua politica aziendale soddisfa: nessuna acquisizione, e Leonardo continua a rimanere un vaso di coccio intorno a vasi di ferro internazionali, a competitor giganteschi contro i quali Profumo non mostrerebbe alcun potere men che meno alcuna strategia di espansione.

 

Parlavamo del mercato. Nell'ultima lettera inviata all'azienda pochi giorni fa, dopo il fattaccio della condanna, Profumo ha dichiarato: “il nostro mercato di riferimento ci sta dando fiducia e i risultati ottenuti in un periodo segnato dalle gravi difficoltà della pandemia raccontano di un'azienda solida e di professionisti animati da passione e competenza”. Sarà. Resta il fatto che il titolo in Borsa, da quando c'è lui al timone dell'azienda, cioè dal 2017 è crollato lentamente, passando da 15,9 euro agli attuali 4,7 euro.

 

ALESSANDRO PROFUMO E ROBERTA PINOTTI

Non è tutto. In tanti si chiedono, per esempio, perché lui e la sua Leonardo non vadano in aiuto a un gioiello in difficoltà come Piaggio Aero, attualmente commissariata e in attesa di compratore. Per dirne una: ieri è caduto a Trapani un drone proprio targato Leonardo.

alessandro profumo matteo renzialessandro profumolinda giuva alessandro profumo sabina ratti massimo d alema

Ultimi Dagoreport

elly schlein dario franceschini roberto speranza onorato renzi orlando

DAGOREPORT - ELLY SARÀ ANCHE LA "SEGRETARIA DI TUTTI", COME HA DETTO A MONTEPULCIANO, MA NON INTENDE ASCOLTARE NESSUNO - IL "CORRENTONE" DI FRANCESCHINI-SPERANZA-ORLANDO SI E' ROTTO IL CAZZO DEL "QUI, COMANDO IO!" DELLA DUCETTA DEL NAZARENO: CARA SCHLEIN, HAI UN MESE DI TEMPO PER CAMBIARE MUSICA, CONDIVIDENDO CON NOI LA LINEA DEL PARTITO, O ANDIAMO ALLA GUERRA - IN BALLO C'È SOPRATTUTTO LA COMPOSIZIONE DELLE LISTE ELETTORALI 2027, CHE LA SIGNORINA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA VUOLE RIEMPIRE DI CANDIDATI A SUA IMMAGINE E SOMIGLIANZA, LASCIANDO A TERRA DINOSAURI E CACICCHI D'ANTAN - ANCHE L'ALTRA FRONDA, QUELLA DEI RIFORMISTI GUIDATI DA GUERINI, GORI, SENSI ECC., E' SUL PIEDE DI GUERRA - MENTRE IL NASCENTE PARTITO DI CENTRO, FORMATO DAI CIVICI DI ONORATO-BETTINI E DAI CATTOLICI DI RUFFINI-PRODI, TEME L'ABILITA' MANOVRIERA DI RENZI – LA PROTERVIA DI ELLY, CON L'ASSEMBLEA DEL 14 DICEMBRE PER OTTENERE I "PIENI POTERI", RISCHIA DI FAR SALTARE IN ARIA UN CENTROSINISTRA UNITARIO... 

federica mogherini stefano sannino putin travaglio belpietro

DAGOREPORT – POSSIBILE CHE FEDERICA MOGHERINI E STEFANO SANNINO, SPECCHIATI ESPONENTI ITALIANI A BRUXELLES, SIANO DIVENTATI DI COLPO DUE MASCALZONI DA ARRESTARE PER "FRODE IN APPALTI PUBBLICI"? - VALE LA PENA SOTTOLINEARE LE PAROLE DELL'EURODEPUTATO DEL PD, DARIO NARDELLA: “NON VORREI CHE SI TRASFORMASSE IN UN FUOCO DI PAGLIA CON L'UNICO EFFETTO DI DANNEGGIARE ANCORA UNA VOLTA L'IMMAGINE DELL'ITALIA” - DEL RESTO, A CHI GIOVA SPUTTANARE L'EUROPA, IN UN MOMENTO IN CUI SI ERGE COME UNICO ARGINE ALLA RESA DELL’UCRAINA CHE STANNO APPARECCHIANDO TRUMP & PUTIN? - A GODERE SONO INFATTI "MAD VLAD" E I SUOI TROMBETTIERI, CHE HANNO ASSOCIATO LO “SCANDALO DI BRUXELLES'' AI CESSI D’ORO DI KIEV DELL'AMICO DI ZELENSKY - BASTA GUARDARE COSA SCRIVONO OGGI BELPIETRO SU "LA VERITA'" (''UE CORROTTA COME L'UCRAINA. FERMATA LA BIONDINA DEL PD") E TRAVAGLIO SU "IL FATTO QUOTIDIANO" ("BASSI RAPPRESENTATI... CI FACCIAMO SEMPRE RICONOSCERE")...

procuratore milano viola procura milano luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

FLASH! – MA GUARDA UN PO’... “EMERGE CHE IN AMBIENTI GIUDIZIARI SI È VALUTATO DI ESEGUIRE LE PERQUISIZIONI SOLO LA SCORSA SETTIMANA E NON A SETTEMBRE PER NON CONDIZIONARE L'ESITO DELL'OPS SU MEDIOBANCA ANCHE PERCHÉ LE INDAGINI NON SONO CHIUSE. ABBASTANZA PER IPOTIZZARE CHE IL RUOLO DELLA PROCURA POSSA DIVENTARE CRUCIALE NELLA FORMAZIONE DELLE LISTE PER IL RINNOVO DEI PROSSIMI CDA. IN PRIMAVERA TOCCHERÀ AI VERTICI DI BPM E DI MPS…” (BALESTRERI E SIRAVO PER “LA STAMPA”)

ignazio la russa matteo salvini giorgia meloni maurizio lupi

DAGOREPORT: HOMO HOMINI “LUPI” - DIVENTATO UN BRAVO SOLDATINO DELLA FIAMMA, PER LA SERIE "IN POLITICA NON SI SA MAI...", IL MODERATISSIMO CIELLINO MAURIZIO LUPI SI BARCAMENA TRA I FRATELLI LA RUSSA E I FRATELLI D'ITALIA - ALLE LUSINGHE DI CANDIDARLO NEL 2027 A SINDACO DI MILANO DI 'GNAZIO, ORA AGGIUNGONO LE COCCOLE DELLA DUCETTA CHE SI E' SCAPICOLLATA ALL’ASSEMBLEA DEL NANO-PARTITO FONDATO DAL SOSIA DELLA FIGLIA DI FANTOZZI - ESSI': SE PASSA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, CON SOGLIA DEL 40%, ANCHE L’1% DI “NOI MODERATI” POTREBBE SERVIRE ALLA MELONA PER DE-SALVINIZZARE LA MAGGIORANZA... - VIDEO

antonio tajani pier silvio berlusconi marina roberto occhiuto deborah bergamini pietro labriola alessandro cattaneo

DAGOREPORT – QUALCOSA DI GROSSO SI STA MUOVENDO IN FORZA ITALIA: STUFA DI ESSERE PRESA PER I FONDELLI DAL PARACULISMO POLITICO DI TAJANI E DEI SUOI COMPARI SETTANTENNI GASPARRI E BARELLI, MARINA BERLUSCONI DA' IL VIA LIBERA AL CAMBIO DI LEADERSHIP IN FORZA ITALIA: IL PRESCELTO E' ROBERTO OCCHIUTO, REDUCE DA UNA TRIONFALE RICONFERMA ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE CALABRIA - IL PROSSIMO 17 DICEMBRE IL 56ENNE GOVERNATORE LANCERÀ LA SUA CORRENTONA NAZIONALE IN UN LUOGO SIMBOLO DEL BERLUSCONISMO, PALAZZO GRAZIOLI, CONTORNATO DAI FEDELISSIMI DELLA CAVALIERA DI ARCORE, i "NORDISTI" DEBORAH BERGAMINI E ALESSANDRO CATTANEO - CHE C'AZZECCA ALL'EVENTO DI OCCHIUTO, LA PRESENZA DELL'AD DI TIM, PIETRO LABRIOLA? C'ENTRA LO SMANTELLAMENTO DEL SERVIZIO CLIENTI "TELECONTACT" DI TIM...