talco -koyc-u11004125497346mxh-1024x576@lastampa

TALCO KILLER - CONDANNA DA RECORD PER LA MULTINAZIONALE FARMACEUTICA JOHNSON & JOHNSON: 417 MILIONI DI DOLLARI - SECONDO I GIUDICI DEL TRIBUNALE DI LOS ANGELES, IL CELEBRE TALCO FA VENIRE IL TUMORE DELL'OVAIO - AL MOMENTO LE RICHIESTE DI INDENNIZZO OLTREOCEANO SUPEREREBBERO GIÀ LA QUOTA DI 300 MILIONI

 

Fabio Di Todaro per lastampa.it

DONNA CANCRO OVAIO TALCODONNA CANCRO OVAIO TALCO

 

La cifra è da record: 417 milioni di dollari. A tanto ammonta la condanna al risarcimento inflitta dal tribunale di Los Angeles alla multinazionale farmaceutica Johnson & Johnson. Secondo i giudici, il talco usato per decenni dalla sessantatreenne Eva Echeverria sarebbe responsabile del tumore dell’ovaio di cui la stessa s’è ammalata ormai da tempo. La compagnia è stata giudicata colpevole di non aver informato i consumatori e le autorità di controllo della cancerogenicità dei propri prodotti, pur essendone a conoscenza dal 1980.  

 

 

TALCOTALCO

Non è la prima condanna di questo tipo a essere registrata negli Stati Uniti. Per lo stesso motivo, a maggio, sempre nei confronti della Johnson & Johnson è stata inflitta una richiesta di risarcimento del danno pari a 55 milioni di dollari. Ma il conto potrebbe lievitare ancora, dal momento che sarebbero oltre duemila le cause intentate contro l’azienda. Sul banco degli imputati è finito quasi sempre il talco «Baby Powder» realizzato dalla multinazionale, che al termine di ogni procedimento ha comunque preannunciato la volontà di ricorrere contro le sentenze di primo grado. 

 

Richieste di risarcimento per oltre 300 milioni di dollari  

TALCOTALCO

La notizia ha avuto ampio risalto sui principali media statunitensi e inglesi: dal «New York Times» alla «Bbc». D’altra parte il tema della presunta cancerogenicità del talco ricorre ormai da diversi anni: almeno dall’inizio del 2016, quando la Johnson & Johnson fu condannata al primo risarcimento per una cifra pari a 72 milioni di dollari, da elargire nei confronti della famiglia di una donna deceduta prima della pronuncia della sentenza.  

 

Al momento le richieste di indennizzo oltreoceano supererebbero già la quota di 300 milioni. Molti cittadini si stanno rivolgendo ai giudici dopo aver utilizzato per anni sulla cute dei propri figli il borotalco, allo scopo di impedire le screpolature e rinfrescare la biancheria intima prima di fargliela indossare. Il sospetto è che il prodotto - un minerale naturale composto da magnesio, silicone, ossigeno e idrogeno - possa raggiungere l’ovaio attraverso i genitali esterni e determinare uno stato di costante infiammazione. Ma al momento la comunità scientifica non sembra essere convinta dell’esistenza di questa correlazione.  

TALCO JOHNSONTALCO JOHNSON

 

Cosa dice la scienza?  

Poco più di un anno fa, dopo la pronuncia della prima sentenza di condanna, Carmine Pinto, direttore della struttura complessa di oncologia dell’Irccs Santa Maria Nuova di Reggio Emilia e presidente nazionale dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom), si disse «quasi certo dell’impossibilità di vedere in Italia uno scenario simile a quello che si sta delineando negli Stati Uniti».

 

Una dichiarazione che faceva riferimento sopratutto alla possibile presenza di amianto nei prodotti in vendita. Il problema non sarebbe dunque legato al talco in sé, ma alla possibile presenza di fibre d’asbesto nelle confezioni presenti sul mercato. Un rischio che, stando a quanto dichiarato a più riprese dalle aziende, sarebbe stato ridotto a partire dagli anni ’70: con l’eliminazione dell’amianto dal pannello degli ingredienti. 

 

L’amianto fa sì che l’eventuale inalazione del talco possa aumentare il rischio di insorgenza di mesotelioma pleurico o di un tumore al polmone. «Ma al momento non esistono evidenze che dimostrino la pericolosità del talco», aggiunse Pinto, ricordando come è dal 1994 che in Italia risulta vietato realizzare prodotti contenenti fibre d’amianto. 

 

A puro titolo precauzionale, è la raccomandazione che si legge su una pubblicazione sul tumore ovarico redatta dalla Fondazione Umberto Veronesi , «si consiglia di non usare il talco nelle zone intime: vulva, vagina e zona perianale. Il suo utilizzo in altre parti del corpo non è associato al rischio di sviluppare tumore alle ovaie o in altri distretti dell’organismo». 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…

giorgia meloni mantovano alfredo giovanbattista fazzolari gian marco chiocci rossi

DAGOREPORT - CHI AVEVA UN OBIETTIVO INTERESSE DI BRUCIARE IL DESIDERIO DI GIORGIA MELONI, PIÙ VOLTE CONFIDATO AI SUOI PIÙ STRETTI COLLABORATORI, DI ARRUOLARE L’INGOMBRANTE GIAN MARCO CHIOCCI COME PORTAVOCE? - IN BARBA ALLA DIFFIDENZA DEI VARI SCURTI, FAZZOLARI E MANTOVANO, FU L’UNDERDOG DE’ NOANTRI A IMPORRE FORTISSIMAMENTE (“DI LUI MI FIDO”) COME DIRETTORE DEL TG1 L’INTRAPRENDENTE CHIOCCI, DOTATO DI UNA RETE RELAZIONALE RADICATA IN TUTTE LE DIREZIONI, DAL MONDO DELLA SINISTRA ALL’INTELLIGENCE DI DESTRA - BEN CONOSCENDO IL CARATTERINO DELL’EX DIRETTORE DE “IL TEMPO” E ADNKRONOS, BEN LONTANO DALLA DISPONIBILITÀ AD ACCETTARE ORDINI E DINIEGHI, OCCORREVA CORRERE AI RIPARI PRIMA CHE LA SGARBATELLA PROCEDESSE ALL’INFELICE NOMINA, FACENDO CIRCOLARE LA VOCE DEL SUO TRASLOCO DALLA DIREZIONE DEL TG1 A BRACCIO MEDIATICO DELLA PREMIER - NEL CASO, SEMPRE PIÙ LONTANO, DI VEDERE CHIOCCI A PALAZZO CHIGI, ALLORA VORRÀ DIRE CHE L’EQUILIBRIO DI POTERI ALL’INTERNO DELLA FIAMMA MAGICA È FINITO DAVVERO IN FRANTUMI...

marcello viola alberto nagel giorgia meloni francesco gaetano caltagirone luigi lovaglio mps mediobanca piazza affari

DAGOREPORT - MEDIOSBANCA! I GIOCHI ANCORA NON SONO FATTI. E LE PREMESSE PER UN FUTURO DISASTRO SONO GIÀ TUTTE SUL TAVOLO - AL DI LÀ DELLE DECISIONI CHE PRENDERÀ LA PROCURA DI MILANO SUL PRESUNTO “CONCERTO” DEL QUARTETTO CALTA-GIORGETTI-LOVAGLIO-MILLERI NELLA PRIVATIZZAZIONE DEL 15% DI MPS, IL PROGETTO TANTO AUSPICATO DA GIORGIA MELONI DI DARE VITA A UN TERZO POLO BANCARIO, INTEGRANDO MPS, BPM E MEDIOBANCA, SI È INCAGLIATO DI BRUTTO: LO VUOLE SOLO FRATELLI D’ITALIA MENTRE FORZA ITALIA SE NE FREGA E LA LEGA E' CONTRO, SAPENDO BENISSIMO CHE L’OBIETTIVO VERO DEL RISIKONE BANCARIO È QUEL 13% DI GENERALI, IN PANCIA A MEDIOBANCA, NECESSARIO PER LA CONQUISTA CALTAGIRONESCA DEL LEONE DI TRIESTE - AL GELO SCESO DA TEMPO TRA CALTA E CASTAGNA (BPM) SI AGGIUNGE IL CONFLITTO DI CALTA CON LOVAGLIO (MPS) CHE RISCHIA DI ESSERE FATTO FUORI PER ‘’INSUBORDINAZIONE’’ - ANCHE LA ROSA DEI PAPABILI PER I NUOVI VERTICI DI MEDIOBANCA PERDE PETALI: MICILLO HA RIFIUTATO E VITTORIO GRILLI NON È INTERESSATO - LA BOCCIATURA DELL’OPERAZIONE DI FITCH, CHE VALUTA MPS CON UN RATING PIÙ BASSO RISPETTO A MEDIOBANCA - LAST BUT NOT LEAST: È SENZA FINE LO SCONTRO TRA GLI 8 EREDI DEL VECCHIO E IL CEO MILLERI, PARTNER DEVOTO DI CALTARICCONE…