
PARIGI SULL’ORLO DEL BARATRO – IL TASSO DI INTERESSE SUL DEBITO FRANCESE A 30 ANNI HA SUPERATO IL 4,5% PER LA PRIMA VOLTA DAL 2011 – UN DATO CHE ARRIVA NEL PIENO DELLA CRISI POLITICA, A POCHI GIORNI DAL VOTO DI FIDUCIA AL GOVERNO BAYROU E AL SUO PIANO DI TAGLI AL BILANCIO PER 44 MILIARDI DI EURO – LA FRANCIA TREMA PER IL RATING: IL 12 SETTEMBRE L’AGGIORNAMENTO DELLE VALUTAZIONI DI FITCH, CHE POTREBBE DECLASSARE IL GIUDIZIO SUL PAESE – LA PRESIDENTE DELLA BCE, CHRISTINE LAGARDE, EVOCA L'INTERVENTO DEL FMI...
1. FRANCIA: TASSO DI INTERESSE SUL DEBITO SOPRA 4,5%, È PRIMA VOLTA DA 2011
(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Il tasso di interesse sul debito francese a 30 anni ha superato oggi il 4,50%, in un contesto di crescente incertezza sulla situazione politica e di bilancio in Francia. Si attende, infatti, il voto di fiducia l'8 settembre all'Assemblea nazionale.
A meta' mattinata questo tasso, considerato il barometro della fiducia degli investitori a lungo termine, ha raggiunto il 4,50%, contro il 4,45% della chiusura del giorno precedente. L'ultima volta che aveva superato questa soglia durante la seduta era stato nel novembre 2011, nel pieno della crisi del debito sovrano nell'Eurozona.
2. LA FRANCIA TREMA PER IL RATING
Estratto dell’articolo di Francesca Gerosa per “MF”
Francois Bayrou emmanuel macron
L’8 settembre la Francia è chiamata a esprimersi sul piano fiscale del primo ministro Francois Bayrou, che prevede tagli di bilancio per 44 miliardi di euro. Il premier ha dato il via ieri a una serie di colloqui con i partiti politici per evitare il crollo del suo governo che, secondo i leader dell'opposizione, è destinato a fallire. In caso di bocciatura, Bayrou ha annunciato le dimissioni e le ripercussioni sui mercati potrebbero essere immediate con un possibile aumento della volatilità.
La stessa presidente della Bce, Christine Lagarde, ieri ha osservato che Parigi non si trova attualmente in una situazione tale da richiedere l'intervento del Fmi (il settore manifatturiero francese è cresciuto ad agosto per la prima volta da gennaio 2023 a 50,4 punti), ma ha avvertito che il rischio della caduta di un governo nella zona euro è preoccupante.
CHRISTINE LAGARDE - FOTO LAPRESSE.
Parlando a Radio Classique, Lagarde ha detto che la disciplina fiscale rimane un imperativo in Francia e che sta osservando con molta attenzione la situazione degli spread francesi con Parigi ora più vicina a Roma che a Berlino.
In termini di bilancio, ha aggiunto, l'Italia «fa sforzi molto seri e probabilmente arriverà presto all'obiettivo del 3% di deficit (Francia al 5,6% nel primo trimestre, oltre il target del 5,4% per l’intero 2025, ndr). Quindi faremmo bene a ispirarci a questo».
Il rendimento dei titoli di Stato francesi (Oat) a 10 anni è salito al 3,53%, restando a ridosso dei massimi di metà marzo, con lo spread con il Bund a 79 punti base, e quello del Btp 10 anni al 3,6%, il top dal 23 maggio, con il differenziale con la Germania a 89. Lo spread tra i governativi d’Oltralpe e quelli italiani è, quindi, a 7 punti base.
[…] una bocciatura del governo Bayrou […] porterebbe il presidente, Emmanuel Macron, di fronte a tre opzioni: nominare un nuovo governo incaricato di approvare il bilancio (la via più probabile, ma complessa, dato che il deficit dovrà scendere dal 5,4% nel 2025 al 4,6% nel 2026, come promesso alla Commissione Europea), indire nuove elezioni parlamentari anticipate o, in alternativa, dimettersi.
Questa via, estrema e poco probabile, rappresenterebbe lo scenario peggiore per gli asset francesi. Per Taylor ci sono altri elementi che potrebbero creare più di qualche grattacapo a Parigi: due giorni dopo l’8 settembre è previsto uno sciopero nazionale che potrebbe generare nuove turbolenze.
In più sono in arrivo gli aggiornamenti delle valutazioni delle agenzie di rating, a partire da Fitch il 12 settembre (AA-), che potrebbero rivedere al ribasso il giudizio sulla Francia, con una concreta possibilità di un declassamento ad A. Il 19 settembre Fitch si esprimerà sull’Italia su cui ha un rating BBB (outlook positivo).
FRANCOIS BAYROU EMMANUEL MACRON
Senza contare che settembre coincide tradizionalmente con un aumento dell’offerta di titoli sovrani, un fattore che tende a pesare sugli spread europei. Questo avviene, inoltre, in un contesto di quantitative tightening che richiede al mercato una capacità di assorbimento delle emissioni ancora più sostenuta. […]