niel renzi costamagna bollore

TELECOM DE FRANCE - PER EVITARE LE NOZZE FORZATE CON ORANGE, IL MATRIMONIO DI CONVENIENZA CON NIEL? - L'INCONTRO RENZI-PADOAN-CDP, SPAVENTATI DALL'ATTIVISMO DELL'OPERATORE PUBBLICO FRANCESE - PER TIM L'ALTERNATIVA È COMPRARE PICCOLI OPERATORI EUROPEI E DIVENTARE TROPPO GRANDE PER ESSERE PAPPATA DAI FRANCESI - VIVENDI: ''NON AGIAMO PER CONTO TERZI, E NON SIAMO IL PUNTO DI ACCESSO DI ORANGE''

RECCHI ARNAUD DE PUYFONTAINERECCHI ARNAUD DE PUYFONTAINE

1.TELECOM: DE PUYOFNTAINE,NON SIAMO PUNTO ACCESSO ORANGE

 (ANSA) - "Con Telecom Italia adesso diventiamo un punto di accesso per Orange? No". Questa la telegrafica risposta dell'ad di Vivendi, Arnaud De Puyfontaine, in merito a un possibile sbarco di Orange in Telecom, in audizione al Senato.

 

 

2.TELECOM:DE PUYFONTAINE,NON CI MUOVIAMO PER CONTO TERZI

 (ANSA) - Vivendi in Telecom Italia è "investitore a lungo termine, vogliamo sviluppare un piano industriale strategico, non ci muoviamo per conto di terze parti, vogliamo costruire una storia di successo per l'Italia, per Telecom Italia, per la capacità di creare un altro collegamento forte tra Francia e Italia". Lo ha ribadito l'ad di Vivendi Arnaud De Puyfontaine in audizione al Senato.

 

3.TELECOM:DE PUYFONTAINE,ORA NIENTE CON MEDIASET,DOMANI CHISSÀ

ARNAUD PUYFONTAINE AD VIVENDIARNAUD PUYFONTAINE AD VIVENDI

 (ANSA) -  "Attualmente non abbiamo progetti di collaborazione con Mediaset, ma Telecom potrà cogliere le opportunità che si presenteranno: adesso non c'è nulla da dire, ma chissà sul futuro". Così l'ad di Vivendi, in audizione davanti alle Commissioni Industria e Comunicazioni del Senato, ha risposto ai senatori che chiedevano di possibili collaborazioni con Mediaset.

 

 

4.VERTICE RENZI-PADOAN-CDP SUL FUTURO DI TELECOM ITALIA - IERI IL PRESIDENTE COSTAMAGNA E L’AD GALLIA A PALAZZO CHIGI SPAVENTA L’ATTIVISMO DI ORANGE

BOLLOREBOLLORE

Anais Ginori e Giovanni Pons per “la Repubblica

 

La pentola delle telecomunicazioni italiane ed europee continua a bollire. Il processo di consolidamento ormai è iniziato e bisogna capire quale sarà il futuro di Tim, tema che riguarda il management della società ma che, secondo indiscrezioni attendibili, è stato al centro di un colloquio ieri a palazzo Chigi tra il premier Matteo Renzi, il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, Claudio Costamagna e Fabio Gallia, rispettivamente presidente e ad della Cassa Depositi e Prestiti.

 

costamagnacostamagna

Difficile carpire i termini della discussione ma al centro del dibattito di questi giorni c’è sicuramente il grande attivismo di Orange, il gruppo di tlc d’Oltralpe controllato dallo stato francese con una quota pari al 23%. Orange si sta velocemente avvicinando a un matrimonio con Bouygues Telecom, operazione che permetterà di ridurre da 4 a 3 gli operatori di tlc in Francia, lasciando comunque allo stato francese la quota di riferimento del nuovo gruppo, intorno al 19%, ben davanti agli azionisti di Bouygues che entrerebbero nella compagine con il 15% circa.

 

fabio gallia e signorafabio gallia e signora

E perchè tutto ciò spaventerebbe il governo italiano e i vertici della Cdp? Pochi giorni fa Stephane Richard, pdg di Orange, ha fatto dichiarazioni impegnative: «Orange può diventare a medio termine uno dei campioni europei delle telecom e a prendere parte al consolidamento, il che può passare anche da Telecom Italia». Precisando che al momento «non discutiamo nè con Vincent Bollorè, nè con Xavier Niel» quanto al gruppo italiano.

 

stephane richard stephane richard

E’ un dato di fatto, poi, che la Vivendi presieduta da Bollorè sta progressivamente stringendo la presa del controllo su Tim. Con l’assemblea del 15 dicembre scorso il gruppo guidato da Arnaud de Puyfontaine ha infatti ottenuto due risultati importanti: entrare in forze nel cda della società italiana (con quattro suoi esponenti) e stoppare l’operazione di conversione delle azioni di risparmio che avrebbe diluito Vivendi dal 20 al 14%. Poi, nei giorni appena successivi all’assemblea, Vivendi è tornata ad acquistare titoli Tim sul mercato arrotondando la propria partecipazione al 21,39%, a un passo dalla soglia Opa del 25%.

 

xavier  niel  xavier niel

Tuttavia è vero anche che in un incontro a palazzo Chigi dell’agosto scorso Bollorè aveva assicurato a Renzi e al suo consigliere Andrea Guerra di non avere intenzione di portare Tim in dote a Orange e quindi allo stato francese. Questa è l’ipotesi che il governo italiano teme di più in quanto si tratterebbe di consegnare una società infrastrutturale e strategica per il paese nelle mani di un altro governo, sebbene europeo e confinante. Ma la domanda è: ci si può fidare delle parole di Bollorè?

 

bouygesbouyges

A sentire le voci che circolano nell’establishment parigino non tanto. Bollorè è un industriale con fama di raider e se trovasse la combinazione a lui più conveniente non si farebbe scrupolo nell’apportare Tim nella più grande Orange-Bouygues per diventarne azionista importante a fianco dello stato francese e di Martin Bouygues. Anzi, è proprio in base a questo scenario che sarebbe sceso in campo l’altro pretendente transalpino, Niel, fondatore del gruppo di telecomunicazioni Iliad, che a fine ottobre ha acquistato opzioni su azioni Tim che una volta esercitate lo farebbero salire al 15%.

 

Niel ha poi avuto incontri sia con il premier Renzi sia con Costamagna esponendogli la sua strategia di crescita per Tim e la possibilità di intervenire anche a difesa dell’”italianità” di quest’ultima. La strategia è quella di crescere facendo acquisizioni in Europa di aziende di tlc di piccole e medie dimensioni, svincolandosi dalla morsa degli incumbent come Orange o Deutsche Telekom.

GIUSEPPE RECCHI MARCO PATUANOGIUSEPPE RECCHI MARCO PATUANO

 

Lo stesso Niel potrebbe apportare dei pezzi a questo collage, dal momento che ha acquisito la Orange Suisse e la società di tlc del principato di Monaco. Questo modello di crescita è stato inoltre richiamato dall’ad di Tim Marco Patuano nell’intervista di domenica scorsa a Repubblica. Ora però si tratta di capire come intendono muoversi Renzi e la Cdp per evitare a Tim l’abbraccio mortale di Orange e facilitare il matrimonio con Niel.

 

 

Ultimi Dagoreport

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...