ALIERTA IN SENO – IL PATRON DI TELEFONICA PREPARA L’USCITA DALL’AZIONARIATO DI TELECOM ITALIA – E TELECOM STUDIA COME AVERE VIVENDI PRIMO SOCIO

1 - ALIERTA PREPARA L'ADDIO ALL'ITALIA E STUDIA IL RILANCIO SULL'OFFERTA GVT

Marigia Mangano per il “Sole 24 Ore

 

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«Incompatibile». Negli ambienti di Madrid, dove ha sede il quartier generale di Telefonica, è sintetizzata così la presenza azionaria del gruppo spagnolo in Telecom Italia, dove attraverso Telco (in via di scissione) possiede il 14,8% circa. Questo perché dopo l'offerta su Gvt, che di fatto ha trasformato la vecchia alleanza italo-spagnola in concorrenza, non c'è più motivo di conservare la partecipazione tricolore.

 

alierta esce da palazzo chigi foto ansa alierta esce da palazzo chigi foto ansa

Anzi, c'è fretta di uscire anche perché proprio quella posizione è diventata scomoda alla luce delle ultime mosse in terra brasiliana e una vendita rapida risolverebbe soprattutto la diatriba con il Cade, che aveva imposto dopo la riscrittura degli accordi Telco, il ritorno allo status quo o in alternativa la vendita del 50% di Vivo. Un'accelerazione improvvisa, dunque, che potrebbe portare già entro fine anno, scissione di Telco permettendo, il pacchetto del 14,8% fuori dal perimetro spagnolo. E questo a prescindere dall'esito della partita in corso su Gvt.

 

Telefonica, riferiscono alcune fonti, si starebbe ora muovendo su due fronti: liberarsi della partecipazione in Telecom Italia e puntare tutto sulla conquista di Gvt. Il gruppo di Alierta starebbe studiando una serie di ipotesi per vendere in tempi stretti l'eredità della vecchia Telco. Un percorso che andrebbe di pari passo con il rafforzamento in Brasile.

 

MARCO PATUANOMARCO PATUANO

Tant'è che sulla carta nella stessa offerta presentata al gruppo francese Vivendì per la conquista di Gvt c'è già una possibile via d'uscita, dato che Telefonica ha offerto oltre a cash e azioni per 6,7 miliardi, il suo 8,3% nel gruppo italiano «direttamente o tramite uno strumento convertibile». In pratica gli spagnoli cederebbero la residua quota in Telecom – l'8,3% – non ancora vincolata al convertendo emesso lo scorso luglio che dimezzerà la quota dal 14,8% a una quota diretta compresa tra il 7,4% e l'8,4%.

 

MARCO PATUANO E SIGNORA MARCO PATUANO E SIGNORA

In ogni caso, l'intero pacchetto del 14,8% è da qualche giorno ufficialmente in vendita. E in attesa della risposta del gruppo francese Vivendi sulla proposta di Gvt, che scade agli inizi di settembre (Vivendi dovrà riunire il board il 28 agosto per esaminare l'offerta), Telefonica starebbe studiando l'ipotesi di incrementare l'importo del bond convertendo.

 

MARCO TRONCHETTI PROVERA E ALBERTO NAGEL FOTO BARILLARI MARCO TRONCHETTI PROVERA E ALBERTO NAGEL FOTO BARILLARI

Allo stato attuale l'emissione obbligazionaria da convertire obbligatoriamente in azioni ordinarie Telecom Italia è stata fissata per un importo nominale di 750 milioni con scadenza a tre anni. In realtà gli spagnoli potrebbero ridurre ancora di più la quota in Telecom riaprendo il convertendo. A quanto risulta, infatti, l'operazione sarebbe stata autorizzata dal board di Madrid fino all'importo di un miliardo di euro. In pratica il management di Telefonica avrebbe già immediati poteri per alzare l'asticella. Di quanto?

 

Considerando l'importo di un miliardo di euro autorizzato dal board, al prezzo minimo di conversione, pari a 0,86 euro, il pacchetto a servizio del bond sarebbe pari all'8,6%, mentre al valore massimo di conversione (1,032 euro) lo stesso si attesterebbe a 7,2%. Questo significa che la quota diretta di Telefonica scenderebbe, post conversione, dal 14,8% a una quota compresa tra il 6,2% e il 7,6%.

Alberto Nagel article Alberto Nagel article

 

Senza contare, inoltre, che Madrid potrebbe anche rivedere la vecchia delibera dell'emissione obbligazionaria aumentando l'importo anche oltre la soglia del miliardo in modo tale da coprire l'intera quota detenuta in Telecom Italia. Ma le operazioni allo studio sarebbero diverse e una decisione sarà presa solo dopo aver capito in che direzione si muoverà Vivendi. Quella stessa Vivendi a cui gli spagnoli sono decisi con fermezza a sfilare la controllata Gvt.

 

ALBERTO NAGEL ALBERTO NAGEL

Il Brasile, è cosa nota, è un mercato strategico per Alierta. Tant'è che alla base della vecchia allenza con Telecom Italia c'era l'idea, poi tramontata, di pilotare la cessione di Tim Brasil e procedere, in rapida successione, allo spezzatino della stessa controllata di Telecom Italia. Il tutto con l'obiettivo di rafforzare la presenza di Telefonica in Sud America. Il nuovo tentativo e l'affondo su Gvt, dunque, rappresenta sotto certi aspetti la rivincita di Alierta. E in molti, negli ambienti vicini al gruppo spagnolo, sono convinti che i 6,7 miliardi offerti a Vincent Bolloré per la controllata brasiliana sia solo la base di partenza. L'asticella, se gli sviluppi lo dovessero richiedere, potrebbe essere ancora alzata.

 

2 - PIANO TELECOM CON VIVENDI PRIMO SOCIO

Marigia Mangano e Marco Moussanet per il “Sole 24 Ore

 

L'obiettivo è quello di creare una alleanza media-tlc per poter distribuire contenuti in Europa e in Sud America. E per centrarlo l'amministratore delegato di Telecom Italia Marco Patuano, insieme al numero uno di Mediobanca, Alberto Nagel, hanno illustrato un percorso preciso a Vincent Bolloré, presidente e azionista al 5% di Vivendi: l'ingresso del gruppo francese nel capitale di Telecom Italia come «azionista di riferimento» e l'integrazione delle due controllate brasiliane, Gvt e Tim Brasil.

 

Vincent Bollore e Alberto Nagel foto LaPresse Vincent Bollore e Alberto Nagel foto LaPresse

E' questo, in estrema sintesi, il progetto che è stato presentato ieri a Parigi nel corso dell'incontro tra i vertici di Telecom Italia e di Vivendi organizzato da Nagel, che vanta un rapporto consolidato sia con Bolloré, azionista di piazzetta Cuccia con il 7% e membro del patto di sindacato, sia con Patuano. Nell'ambito della riunione, a cui ha partecipato anche il ceo di Vivendi, Arnaud de Puyfontaine, il numero uno di Telecom Italia avrebbe illustrato a grandi linee il percorso che vorrebbe seguire per dare vita all'alleanza tra Vivendi e Telecom Italia.

 

L'incontro sarebbe stato decisamente amichevole e molto utile per fare il punto sulla situazione e sugli scenari. Anche se alla fine la posizione di Bolloré è stata molto chiara e netta, con l'invito a Telecom Italia - se lo ritiene - di fare una proposta ufficiale entro il 28 agosto. Quando il cda del gruppo francese si riunirà per approvare i conti semestrali e valutare l'offerta degli spagnoli di Telefonica per Gvt. In modo da poter discutere anche l'eventuale progetto italiano, ovviamente alternativo e concorrente rispetto a quello di Telefonica.

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Va detto che al momento il piano degli spagnoli non sembra incontrare alcun consenso all'interno del cda di Vivendi. Il quale non sarebbe invece insensibile alla prospettiva di una partnership industriale forte con Telecom Italia. Anche se non sono poche le voci pronte al alzarsi per esprimersi a favore della situazione attuale, conservando il controllo di Gvt per sviluppare tutte le possibili sinergie interne al gruppo tra media e telecom, tra produzione di contenuti e distribuzione (a partire dalla pay tv) sul promettente mercato brasiliano. Tanto più che Vivendi non ha alcun bisogno di fare cassa e Gvt rimarrà un boccone appetibile anche in futuro, se non addirittura più di quanto non lo sia oggi.

 

Si vedrà. Nell'attesa circolano diverse ipotesi sulle modalità con cui dovrebbe avvenire l'ingresso di Vivendì in Telecom Italia. Stando ad alcune indiscrezioni, il nuovo socio francese, che di fatto andrebbe a sostituire gli spagnoli di Telefonica, oramai in uscita, come partner industriale, rileverebbe in prima battuta i pacchetti azionari in mano ai soci italiani di Telco, Mediobanca, Intesa Sanpaolo e Generali, per un totale di circa il 6%.

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Oltre all'acquisto dei pacchetti Telco, c'è chi non esclude un aumento di capitale di Telecom Italia riservato al rafforzamento del gruppo francese. Altri invece sottolineano che sarebbero utilizzati altri strumenti, come un convertibile. Il piano di Telecom farebbe poi leva in Brasile sull'integrazione di Tim con Gvt mentre in Europa potrebbe entrare in gioco Ti Media. Tra le tecnicalità in discussione ci sarebbe il rafforzamento patrimoniale di Tim Brasil, probabilmente attraverso un aumento di capitale.

 

Insomma poca finanza e tanta industria nella proposta che è stata messa a punto da Patuano sotto la regia di Mediobanca. A questo punto il piano prima di diventare ufficiale dovrà essere esaminata dal consiglio di amministrazione (non ancora convocato) che dovrebbe riunirsi settimana prossima.

 

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Solo allora Vivendi potrà concretamente valutare le due offerte, quella spagnola e l'alternativa italiana, con quest'ultima che va proprio nella direzione «industriale» di Bollorè, interessato a costruire una rete di alleanze con le tlc per diffondere i contenuti di Canal+ e Universal Music. Ma Telefonica sembrerebbe altrettanto decisa a non mollare la presa. E mentre studia una rapida uscita da Telecom Italia, starebbe già pensando a un rilancio su Gvt.

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