TELECOM-MEDIA - GENERALI E MEDIOBANCA SI PREPARANO ALLA SCISSIONE -BERNABÈ CI PROVA CON CATRICALÀ E BASSANINI: “SE LA RETE È REDDITIZIA, ARRIVERANNO ANCHE I FONDI STRANIERI”

1 - BORSA: TELECOM CONTINUA A SCIVOLARE, -20% DA FINE MAGGIO
(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Telecom Italia continua a perdere colpi a Piazza Affari e scivola ai minimi dell'anno. Con il ribasso del 2,8% di oggi (passano di mano a 0,51 euro), i titoli hanno perso il 20% del proprio valore dallo scorso 28 maggio. Ieri il presidente della societa', Franco Bernabe', ha illustrato in Senato l'operazione di scorporo della rete.

Operazione che creera' valore per la societa' e che rafforzera' il controllo sulla "non discriminazione", sempre che vengano assicurate la redditivita' degli investimenti e la stabilita' delle condizioni regolatorie. Il mercato, pero', non ama la mancanza di dettagli sull'operazione e anche la tempistica allungata. Gli investitori, inoltre, si interrogano sull'eventuale aggregazione con 3 Italia, che verra' esaminata durante il consiglio di amministrazione di inizio luglio.

2 - BERNABÈ: "SCORPORO RETE ENTRO L'ANNO CON METÀ DEI DIPENDENTI TELECOM"
Sara Bennewitz per "la Repubblica"

Metà dei dipendenti di Telecom Italia, vale a dire 22mila sui 44.606 addetti che operano a livello nazionale, è destinata a confluire nella società della rete di accesso che il gruppo conta di scorporare entro fine anno. Nel corso di un'audizione al Senato il presidente esecutivo di Telecom, Franco Bernabè ha illustrato i contorni dell'operazione, che creerà valore per il gli azionisti, ma non risolverà né il problema del debito, né quello del merito di credito del gruppo.

«Non chiediamo né soldi pubblici né sconti sulle regole come taluno dei nostri concorrenti ha maliziosamente e immotivatamente argomentato - ha precisato Bernabè -. Al contrario lo scorporo assicura la fornitura di prodotti e servizi pienamente equivalenti, così da incentivare le dinamiche concorrenziali a beneficio dei consumatori in termini di scelta, qualità e prezzi».

La separazione e successiva vendita di una parte della rete non ridurrà i debiti, perché i proventi incassati saranno utilizzati per accelerare gli investimenti. A questo proposito la nuova società avrà «una quota del debito organico sostenibile». Secondo gli analisti questo significa che Telecom non potrà scaricherà sulla rete più di 6-7 miliardi di passività, perché il costo di un alto debito frenerebbe gli investimenti sulla fibra.

Con la separazione Telecom vuole invece accelerare il processo di ammodernamento arrivando nel 2015 a coprire il 35% della popolazione (125 città e 26 comuni) con l'obiettivo al 2020 di coprire con una rete a 30 megabit al secondo tutta l'Italia, portando 100 megabit al 50% delle famiglie.

Secondo Bernabè, salvo intoppi, lo scorporo della rete d'accesso potrebbe essere operativo «entro fine anno» e per allora il gruppo dovrebbe riuscire a trovare un accordo per la vendita di una quota alla Cassa Depositi e Prestiti.

Ma Telecom è pronta ad andare avanti anche senza la Cdp: «Se ci sono le condizioni di redditività - ha proseguito Bernabè - qualsiasi fondo è interessato, soprattutto infrastrutturale, anche perché la liquidità in giro c'è. Ma ci vogliono redditività e stabilità delle condizioni regolatorie, perché i fondi non vogliono incertezza». Per il presidente di Telecom lo scorporo segnerà una trasformazione epocale che «se avrà successo, concluderà una fase di consolidamento del gruppo e avvierà il rilancio che ci porterà a mantenere un ruolo di leadership nell'innovazione a livello internazionale».

Ma separare la rete dalla Telecom, potrebbe indebolire anche la golden share che incombe sul gruppo e aprire le porte verso un consolidamento. Il colosso Usa At&t si era avvicinato a Telecom nel 2007 insieme al magnate di America Movil Carlos Slim, ma poi sotto la moral suasion delle istituzioni, era prevalsa l'opzione di una cordata italiana insieme a Telefonica.

Una volta separate la rete d'accesso e dopo aver dato all'infrastruttura di una governance indipendente, sarebbe più facile per la Telecom prendere parte al consolidamento che è in atto in tutto il mondo della telefonia. Nell'attesa ieri il titolo ha perso ancora il 2,7% scivolando a 0,53 euro, sotto il valore nominale delle azioni.

3 - I SOCI DI TELCO GENERALI E MEDIOBANCA SI PREPARANO ALLA SCISSIONE
Antonella Olivieri per il "Sole 24 Ore"

Mentre Telecom è impegnata in un complesso progetto che segnerà il corso del suo futuro, anche i piani alti dell'azionariato sono in movimento. Tra il 1° e il 28 settembre si aprirà infatti la finestra che consente lo svincolo anticipato dalla compagine Telco e che almeno Generali (30,58% della holding) e Mediobanca (11,62%) sono determinate a sfruttare chiedendo la scissione, ritirando perciò la propria quota di azioni Telecom - rispettivamente il 6,85% e il 2,6% - e il relativo debito connesso.

Era stato lo stesso ceo di Generali, Mario Greco, in un recente forum con la redazione del Sole-24Ore a far capire che la compagnia intende avere mani libere nella gestione della partecipazione, svincolandosi perciò dagli impegni al primo momento utile, in coerenza con la linea adottata nei confronti di tutti gli altri investimenti che non rientrano nel core business assicurativo. Analogamente Mediobanca, che oggi riunisce il consiglio per il varo del piano industriale, ha sposato la stessa filosofia.

Niente più partecipazioni strategiche e settembre offrirà l'occasione per mettere in pratica il principio su Telco, un investimento finora poco fortunato le cui minusvalenze hanno più volte eroso l'ultima riga del conto economico dell'istituto. Intesa Sanpaolo, invece, che in Telco ha la stessa quota di Mediobanca, non ha ancora chiarito le sue intenzioni, anche se difficilmente i soci italiani che affiancano Telefonica (cui in trasparenza fa capo il 10,3% di Telecom) si muoveranno in ordine sparso.

Da qui a settembre - almeno per quanto riguarda Telco - non è previsto però succeda nulla. Le avances di Hutchinson Whampoa, che si è proposta come nuovo azionista di riferimento di Telecom, sono destinate a cadere se non si troverà un accordo sulla valutazione di 3 per l'ipotizzata integrazione.

Il prossimo cda Telecom, in calendario giovedì 4 luglio, dovrebbe fare il punto sull'opzione. Nelle ultime settimane il management è stato "distratto" dal più ambizioso progetto di scorporo della rete d'accesso che sta tuttora occupando lo staff in intensi contatti con gli uffici dell'Agcom. Per questo il dossier 3 Italia, che avrebbe dovuto essere esaminato entro un mese, è invece slittato, ma a questo punto i consiglieri vorrebbero arrivare a una conclusione.

Se non si concretizzerà la profferta cinese ai piani alti, l'interlocutore naturale dei soci italiani di Telco resterebbe ancora per qualche mese Telefonica, anche se quest'ultima ha la prelazione sulle azioni che fossero eventualmente richieste in acquisto da terzi, ma non su quelle che i soci ritirerebbero mediante scissione.

 

 

antonio catricala Bernabe e marco patuano FRANCO BASSANINI GORNO TEMPINI TELECOM ITALIA jpegAlberto Nagel e Roberta MARIO GRECO mario greco generali

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