TELEFONICA IN PANNE - IL TIRANNOSAURO REX SPAGNOLO DELLE TELECOMUNICAZIONI, CROLLA DALL'ALTO DEI SUOI 63 MLD € DI CAPITALIZZAZIONE E VIENE SORPASSATO DA ZARA A 42 MLD € - DEBITO, RECESSIONE E CONCORRENZA AGGUERRITA SONO RIUSCITI AD AFFOSSARE UN'AZIENDA INTERNAZIONALIZZATA CHE NEL 2007 PESAVA 100 MLD € SUL LISTINO DI MADRID, CON PARTECIPAZIONE IN TELECOM ITALIA...

Andrea Nicastro per "Corriere Economia - Corriere della Sera"

A raccontarlo anche solo un anno fa, non ci avrebbe creduto nessuno eppure è storia vera di poche settimane fa. Era fine maggio, lunedì 28 per gli annali, e sul tabellone della Borsa valori di Madrid la capofila del gruppo Zara, azienda di un settore ipertradizionale come il tessile, superava per capitalizzazione un colosso tech come Telefonica.

Il sorpasso avveniva a quota 43 miliardi. Ibetex (Zara) nuotava contro la corrente ribassista che nel solo 2012 ha affossato l'indice spagnolo di almeno il 20%, riuscendo a crescere dai 39 miliardi di fine 2011. Telefonica invece precipitava dai 63 miliardi di 5 mesi prima pur senza essere stata preda di scandali o fallimenti. La buona stella dell'uno incrociava il destino dell'altro.

METAMORFOSI
A guardare i numeri però le ragioni non sono immediatamente intuibili. L'anno scorso, in un anno difficile dal punto di vista macroeconomico, l'ex monopolista spagnolo delle telecomunicazioni aveva esibito conti in regola incassando 62 miliardi, quasi 5 volte più del gruppo tessile, per un utile netto di 5 miliardi, meno in proporzione, ma comunque il doppio di Ibetex. Telefonica è una società internazionalizzata con il 70% delle vendite che viene da fuori Spagna.

E' leader in Argentina, Brasile, Cile e Perù. Forte in Gran Bretagna. Presente con partecipazioni in Germania, Italia (Telecom), Portogallo e molti altri Paesi ancora. Con César Alierta sul ponte di comando Telefonica è passata dall'essere polverosa impresa statale a quarta multinazionale delle telecomunicazioni dietro solo a China Mobile, AT&T e Vodafone. Nel 2007 pesava 100 miliardi sul listino di Madrid e sembrava pronta a sbranare il mondo, Telecom Italia inclusa.

Cos'è successo dunque al «Tirannosauro Rex» delle telecomunicazioni?
Il soprannome è del Financial Times come l'ispirazione per questo indovinello paleo-biblico-finanziario: riuscirà il vecchio predatore globale a raggiungere l'Arca prima d'essere sommerso dal diluvio provocato dalla crisi dello spread? Si salverà nonostante un debito da 57 miliardi che si vede fin dal Monte Ararat?

I NODI
Parte della responsabilità del sorpasso è sicuramente del debito, ma non è la sola ragione. La recessione ci mette del suo. Così come la concorrenza sempre più agguerrita, la rigidità di un business model riproposto identico in contesti diversi e persino l'evoluzione tecnologica. Vediamo con ordine. Con i rubinetti bancari serrati dalla crisi, l'ambiziosa marcia di espansione internazionale di Telefonica soffre.

Troppe acquisizioni, poche sinergie, troppa esposizione bancaria in un momento in cui le agenzie di rating declassano Stati e società alzando i costi del rifinanziamento. Standard & Poors', per dirne una, ha ribassato il rating a BBB con outlook negativo. Non c'è emergenza, l'azienda ha 5 miliardi liquidi in cassa, ma Alierta non sta certo a guardare e fa cassa vendendo pezzetti d'impero dal Portogallo alla Germania. Altri seguiranno.

La recessione ha colpito duro in Spagna. E' calato il volume di traffico telefonico come la richiesta di nuove linee. La riduzione incentivata di 6.500 posti di lavoro, un quinto del personale, pesa per il momento sui conti invece di alleggerirli. In più ci sono i concorrenti. Le norme europee hanno consentito anche a piccoli operatori discount di competere nelle linee fisse e nell'Adsl una volta terreno di caccia dell'ex monopolista.

Ma ci sono anche gli altri grandi predatori, Vodafone su tutti, che in piena frenesia concorrenziale hanno continuato ad offrire smart phone gratis quando Telefonica avrebbe preferito fermare le promozioni. Gli investimenti verso la fibra ottica stentano.

IL FRONTE STRANIERO
All'estero, soprattutto in America Latina, Telefonica sente il fiato sul collo dell'uomo più ricco del mondo, Carlos Slim, che dal Messico scende agguerrito nel continente con 25 miliardi di investimenti da qui al 2014. A Rio de Janeiro, poi, Telefonica è insidiata nella banda larga da una filiale della sua partecipata Telecom. Alierta ha dovuto impoverire il proprio bilancio a causa della svalutazione della sua partecipazione in Telecom Italia, ma nel frattempo la Tim gli ruba clienti in Brasile. Paradossi del mercato.

Infine c'è il trend globale che soffia contro le utilities tradizionali delle comunicazioni. La convergenza dei media sui medesimi strumenti, il film sull'iPad e Google sulla tv, tolgono centralità alle compagnie di telecomunicazioni. Secondo un'indagine della società di consulenze Oliver Wyman, gli stessi manager del settore ritengono «irreversibile» un calo di crescita del loro settore. Le azioni spesso valgono per le prospettive che offrono non per lo status quo. Zara sembra poter vendere sempre più moda a basso costo nei mercati emergenti, i vecchi sovrani della savana di Borsa, no.

 

cesar alierta telefonicaTelefonicaZara gruppoCarlos Slim

Ultimi Dagoreport

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER? 

wang

DAGOREPORT - CICLONE WANG SUL FESTIVAL DI RAVELLO! - PERCHÉ NEGARLO? E' COME VEDERE GIORGIA MELONI COL FAZZOLETTO ROSSO AL COLLO E ISCRITTA ALL’ASSOCIAZIONE DEI PARTIGIANI - YUJA WANG, LA STELLA PIU' LUMINOSA DEL PIANISMO CLASSICO, ENTRA IN SCENA STRIZZATA IN UN VESTITINO DI PAILLETTES CHE SCOPRE LE COSCE FINO ALL'INGUINE, TACCHI “ASSASSINI” E LA SCHIENA NUDA FINO ALL’OSSO SACRO. MA NON STIAMO ASSISTENDO ALLE SCIOCCHEZZE DA DISCOTECA DI CERTE “ZOCCOLETTE” DEL POP IN PREDA A SFOGHI DI TETTE, SCARICHI DI SEDERONI, SCONCEZZE DA VESPASIANO; NO, SIAMO NEL MONDO AUSTERO E SEVERO DEI CONCERTI DI “CLASSICA”: RACHMANINOFF, PROKOFIEV, MOZART, CHOPIN, CAJKOVSKIJ. MA ALLA WANG BASTA UN MINUTO PER FAR “SUONARE” LE COSCE DESNUDE METTENDOLE AL SERVIZIO DELLE EMOZIONI E DELL’INTERPRETAZIONE MUSICALE, CONFERMANDO IN PIENO LE PAROLE DI LUDWIG VON BEETHOVEN: “LA MUSICA È LA MEDIATRICE TRA LA VITA SPIRITUALE E LA VITA SENSUALE” - VIDEO