vincent bollore arnaud de puyfontaine pietro labriola salvatore rossi tim

TIM, BUM, BAM: SI È UFFICIALMENTE APERTO IL PERCORSO CHE PORTERÀ AL NUOVO CDA DI TELECOM – L’AD, PIETRO LABRIOLA, HA DETTO OGGI DI ESSERE DISPONIBILE A UN NUOVO MANDATO (“È UN DOVERE MORALE COMPLETARE UN PROGETTO”): VORREBBE RIPROPORRE UNA NUOVA LISTA DEL CDA. MA SENZA L’APPOGGIO DEL PRIMO AZIONISTA, VIVENDI, SARÀ DIFFICILE TROVARE IL CONSENSO, ANCHE PERCHÉ IL PRESIDENTE, SALVATORE ROSSI, SI È CHIAMATO FUORI

I PRINCIPALI AZIONISTI DI TIM - PIETRO LABRIOLA

1. LABRIOLA, DISPONIBILE A NUOVO MANDATO IN TIM, UN DOVERE MORALE

(ANSA) - Sulla possibilità di un nuovo mandato alla guida di Tim, l'amministratore delegato, Pietro Labriola, dice: "non sono io a decidere, siamo un'azienda quotata in borsa, siamo un'azienda listata, gli azionisti faranno le loro valutazioni nel momento in cui ci fosse la disponibilità ritengo che abbia un dovere morale per completare un progetto".

 

Mi sento moralmente responsabile per portare l'azienda avanti con un progetto che è stato approvato dal Cda e su cui stiamo andando avanti", aggiunge rispondendo a una domanda sulla non disponibilità del presidente Salvatore Rossi a ricandidarsi. "Il progetto comunque va avanti", aggiunge Labriola, anche se dovesse esserci un ricorso di Vivendi sulla separazione della società della rete.

 

salvatore rossi foto di bacco (6)

2. LABRIOLA, 'CONSOB VIGILI SULLE INDISCREZIONI SU TIM'

(ANSA) - "Abbiamo fatto tutto quanto secondo la normativa vigente quindi andiamo avanti e vediamo. Quello a cui fare attenzione, su cui invito anche la Consob a fare attenzione è che Tim stranamente è un titolo che subisce fluttuazioni sulla base di indiscrezioni".

 

Risponde così l'amministratore delegato di Tim, Pietro Labriola, a una domanda sulle notizie di un possibile ricorso di Vivendi. "È fondamentale - dice - a tutela del mercato italiano e della credibilità del mercato borsistico. Quindi chiedo di fare attenzione a presidiare questo tipo di informazioni che portano il titolo a avere delle valutazioni che non rispecchiano la realtà".

 

VINCENT BOLLORE

"Oramai siamo sui giornali su componenti che non sono legati all'andamento del business mentre è quasi passato inosservato che noi sono due trimestri consecutivi che stiamo rilasciando numeri positivi, quindi l'azienda è sul track per il progetto che abbiamo lanciato di ristrutturare l'azienda", sottolinea Labriola.

 

3. TIM LA BATTAGLIA PER IL NUOVO CDA

Estratto dell’articolo di Manuel Follis per “la Stampa”

 

Con il consiglio d'amministrazione previsto per oggi prenderà ufficiosamente il via il percorso per la nomina dei nuovi consiglieri di Tim. Il board attualmente in carica è espressione di una "lista del cda", nata quando alla guida del gruppo c'erano Luigi Gubitosi e Salvatore Rossi.

 

pietro labriola a Italian Tech Week

L'idea dell'amministratore delegato Pietro Labriola sarebbe quella di riproporre lo stesso modello quindi una "lista del cda" anche per il futuro, che evidentemente dovrebbe portare alla sua riconferma alla guida del gruppo, e per questo oggi i consiglieri dovrebbero prendere atto dell'aggiornamento del regolamento necessario alla compilazione di tale lista.

 

[…] Le prime decisioni in merito saranno rimandate al primo cda che si terrà nel 2024 e che potrebbe essere convocato per il prossimo 18 gennaio. Di sicuro la strada di una lista del cda parte in salita, visto che la prassi vuole che le liste del consiglio nascano con un ampio consenso da parte dei grandi azionisti delle società. Consenso che nel caso di Tim sarà un problema visto il clima di conflitto con Vivendi, socio di maggioranza relativa con il 24%.

 

PIETRO LABRIOLA TIM

Certo, più fonti sostengono che, anche alla luce dell'impegno del Mef a partecipare alla cordata per l'acquisto della rete di Tim, un'eventuale lista del cda potrebbe godere dell'appoggio di Cdp, socio di Tim con quasi il 10%, ma senza accordi all'orizzonte (le diplomazie avranno tempo per fare il loro lavoro nei prossimi mesi) un'eventuale assemblea di Tim potrebbe trasformarsi in una battaglia come è stata quella per il rinnovo del cda di Mediobanca.

 

Altro tema sul tavolo riguarderà la presidenza. In carica al momento c'è Salvatore Rossi che però ieri ha confermato che non sarà disponibile per un nuovo incarico. Ci sarà quindi da trovare un nuovo presidente (ieri il numero uno di Fondazione Crt, Fabrizio Palenzona, ha ufficialmente smentito di essere in corsa per la carica), con il problema annesso che normalmente l'iter […] viene promosso e seguito proprio dal presidente.

 

37 fabrizio palenzona

[…] Una delle opzioni potrebbe essere quella di affidare comunque a Rossi la supervisione della formazione della nuova lista del cda, in quanto figura ancora più super partes, ma non si può escludere che questa circostanza fornisca un nuovo elemento di scontro con Vivendi e di attrito all'interno del consiglio.

 

Parlando di consiglio, tra le ipotesi allo studio c'è quella che il numero di componenti del nuovo board scenda dagli attuali 15. Potenzialmente, il numero di componenti potrebbe arrivare fino a nove.

 

In ogni caso è evidente che il primo e principale problema da risolvere riguarda i rapporti con Vivendi. Il gruppo francese salvo sorprese dovrebbe presentare domani il ricorso contro la decisione del board di dare il via alla cessione della rete Tim (Netco) a Kkr.

 

Nello specifico, […] le contestazioni riguarderebbero due punti: il fatto che l'operazione non sia passata al vaglio del comitato parti correlate di Tim e il fatto che la cessione sia stata approvata direttamente dal consiglio senza convocare un'assemblea straordinaria.

 

PIETRO LABRIOLA

Sempre secondo indiscrezioni, i legali di Vivendi non sarebbero orientati a depositare un ricorso d'urgenza (articolo 700) ma uno nel merito. Se così fosse, spetterebbe poi al giudice decidere sulla vicenda, ma con tempi sicuramente più lunghi rispetto a quelli di un ricorso di urgenza. Nel frattempo, si sarebbe interrotto consensualmente il rapporto di lavoro tra Rothschild e Vivendi. La società di consulenza guidata da Alessandro Daffina è stata a lungo partner privilegiato del gruppo francese e aveva stilato la valutazione di 31 miliardi di Netco, che aveva portato Vivendi a ritenere troppo bassa l'offerta per la rete fatta da Kkr.

salvatore rossi foto di bacco (5)salvatore rossi foto di bacco (4)

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....