thomas piketty

RIECCO THOMAS, PER LETTORI SADOMAS - PIKETTY SFORNA ALTRE 1223 PAGINE CHE SARANNO MOLTO COMMENTATE E POCO LETTE: ''CAPITALE E IDEOLOGIA'' PROPONE UN ''SOCIALISMO PARTECIPATIVO PER CORREGGERE LE DISUGUAGLIANZE''. LA RICETTA? PATRIMONIALI A GO-GO SUI RICCHI, COGESTIONE ALLA TEDESCA NELLE AZIENDE, PROPRIETÀ TEMPORANEA. E OPPOSIZIONE ALLE POLITICHE DI MACRON PERCHÉ…

Leonardo Martinelli per ''La Stampa''

 

THOMAS PIKETTY CAPITAL ET IDEOLOGIE

Destinati fatalmente alle ineguaglianze sociali? Rassegnati all' ingiustizia? No, basta. Il nuovo (attesissimo) libro di Thomas Piketty, 48 anni, economista francese superstar, è un antidoto alla rassegnazione: parte dall' analisi dello stato delle cose ma propone pure un «socialismo partecipativo» senza premesse di tipo marxista. «L' ineguaglianza non è economica o tecnologica - scrive Piketty -, ma ideologica e politica». Insomma, si può correggere. E molto con la leva fiscale.

 

Il capitale nel XXI secolo, pubblicato dallo studioso nel 2013, tradotto in 40 lingue, ha totalizzato oltre due milioni e mezzo di copie vendute.

Ecco il seguito, Capitale e ideologia, la bellezza di 1232 pagine. L' altro testo era stato criticato per l' eccessivo centrismo occidentale. In un' intervista appena rilasciata a Le Nouvel Observateur, Piketty ha fatto il suo mea culpa. «Nel nuovo libro ho allargato lo sguardo.

 

Ritorno sul passaggio dalle società «ternarie» (fondate su tre classi: nobilità, clero e lavoratori) a quelle di proprietà, ma studio anche le società schiaviste, coloniali, comuniste, postcomuniste, socialdemocratiche, il caso delle caste in India ma pure in Brasile, Cina, Russia».

PIKETTY ALLA CAMERA DEI DEPUTATI

 

Ha viaggiato e attinto alle fonti più diverse. Ne viene fuori un excursus molto lungo, dove all' economia si mescolano riferimenti storici, di scienza politica, perfino letterari (Honoré de Balzac e Jane Austen utilizzati per spiegare le ineguaglianze sociali). Alla fine dell' introduzione del libro (pubblicato da Seuil in Francia, lo sarà dalla Nave di Teseo in Italia fra qualche mese) invita «ognuno a seguire il suo cammino», dando la libertà a saltare passaggi per arrivare alla parte propositiva.

 

Ma è in quella precedente che si smontano certi luoghi comuni, come quello del modello sociale svedese che sarebbe connaturato al Paese, radicato nell' epoca dei Vichinghi. In realtà nel 1910 un sistema basato sul censo riconosceva ai più ricchi un voto alle elezioni che pesava cento volte più di quello di un cittadino «nomale»: se la Svezia è diventata quella che conosciamo oggi, si deve all' applicazione successiva e volontarista di politiche specifiche.

THOMAS PIKETTY ALLA BOCCONI

 

Niente è impossibile. La patrimoniale è inapplicabile?

Porterebbe a una recessione sicura? Fra gli anni 50 e 60 gli Stati Uniti imposero il salario minimo più alto del mondo. E tra il decennio dei Trenta e gli Ottanta applicavano all' imposta sui redditi aliquote fino al 70-90% per i più benestanti.

 

Ebbene, a quell' epoca la crescita economica era nettamente più rapida di quella che sarebbe diventata in seguito. Piketty se la prende con la «sacralizzazione della proprietà», accelerata dal reaganismo (che «considerava i miliardari i salvatori del mondo») e dal fallimento dell' esperimento sovietico («il postcomunismo ha favorito l' ipercapitalismo»).

Ma allora, oggi che fare? A differenza di un socialismo sovietico gestito da uno Stato potente e onnipresente, bisogna procedere verso un «socialismo partecipativo». Questo si applica innanzitutto grazie a una «proprietà sociale».

Thomas Piketty

 

Occorre sviluppare la cogestione nelle imprese, già sperimentata in Germania e nei Paesi nordici. Nelle grandi aziende, anche il più grosso azionista non potrà disporre più del 10% dei diritti di voto in assemblea, e il 50% andrà in ogni caso ai dipendenti. La proprietà, poi, diventerà temporanea, grazie a un' imposizione davvero progressiva, dallo 0,1% sui piccoli patrimoni (fino a 100 mila euro) al 90% oltre i due miliardi.

 

Dire (come in Francia ha fatto Macron) che i più ricchi debbano essere tassati meno, perché investano e rimettano in circolo la loro ricchezza, è per Piketty un controsenso, come dimostra il fatto che da Reagan in poi gli Usa hanno rallentato la loro corsa. Infine, proprio quell' imposizione fiscale permetterà di creare una «dotazione universale di capitale», una cifra che ogni cittadino riceverà a 25 anni, il 60% (in Francia 120 mila euro) del patrimonio medio: per comprarsi un primo alloggio, ad esempio.

 

piketty

Da sottolineare: la «rivoluzione» di Piketty agisce sulla base di un' ideologia che è autonoma rispetto alla situazione economica. Siamo ormai lontani dalla struttura marxiana e da una sovrastruttura ideologica, meccanicamente prodotta.

 

PIKETTY c bc bc e e f THOMAS PIKETTY

 

Ultimi Dagoreport

il patriarca kirill con vladimir putin alla veglia pasquale

FLASH – QUANDO IL MINISTRO DEGLI ESTERI RUSSO, SERGEI LAVROV, CHIUDE LA PORTA ALNEGOZIATO IN VATICANO SOSTENENDO CHE NON SIA “ELEGANTE CHE PAESI ORTODOSSI (RUSSIA E UCRAINA) DISCUTANO IN UNA SEDE CATTOLICA” DELLA PACE, UTILIZZA UN ARGOMENTO PRETESTUOSO. INNANZITUTTO PERCHÉ L’UNITÀ ORTODOSSA SI È ROTTA CON L’INVASIONE DELL’UCRAINA DEL 2022 (LA CHIESA DI KIEV HA PRESO LE DISTANZE DA QUELLA DI MOSCA). E POI PERCHÉ RIVOLGERSI AL PAPA FAREBBE OMBRA AL PATRIARCA DI MOSCA, KIRILL, CHE HA BENEDETTO PUTIN E LA SUA “OPERAZIONE SPECIALE” PARLANDO DI “GUERRA SANTA…”

de luca schlein guerini decaro

DAGOREPORT: SINISTR-ELLY COLTELLI! LA SCHLEIN PENSA DI IMBRIGLIARE LA MINORANZA RIFORMISTA CON UN CONGRESSO DOPO LE REGIONALI DI AUTUNNO, MA NON FA I CONTI CON LA REALTÀ DEL CORPACCIONE DEM. PIÙ DELLA METÀ DEGLI ISCRITTI AL PD, INFATTI, HA UN ORIENTAMENTO RIFORMISTA, DIVERSO DA QUELLO DELLA ATTUALE SEGRETARIA E MOLTI ESPONENTI DI PESO DEL PARTITO SONO SCHIERATI SU POSIZIONI A LEI AVVERSE, A INIZIARE DA VINCENZO DE LUCA, CHE TUONA: “NON CONSENTIREMO CHE LA CAMPANIA TORNI NELLA PALUDE NELLA QUALE ERA DIECI ANNI FA”. IL CONGRESSO PER ELLY PUÒ DIVENTARE UNA ROULETTE RUSSA IN CUI RISCHIA DI SPACCARE IL PARTITO...

giorgia meloni - matteo salvini - meme by edoardo baraldi

DAGOREPORT - IL DIVORZIO TRA SALVINI E MELONI È SOLO QUESTIONE DI TEMPO: DOPO LE REGIONALI IN AUTUNNO, UNA VOLTA VARATA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, LA ZELIG DELLA GARBATELLA POTREBBE SFANCULARE LA LEGA DAL GOVERNO E COALIZZARSI SOLO CON FORZA ITALIA AL VOTO ANTICIPATO NELLA PRIMAVERA DEL 2026 – LIBERA DALLA ZAVORRA DEL CARROCCIO, MELONI SAREBBE FINALMENTE LIBERA DI AVVICINARSI AL PARTITO POPOLARE EUROPEO – DOPO TIRANA, RIDOTTA ALL'IRRILEVANZA CON I VOLENTEROSI AL TELEFONO CON TRUMP, LA DUCETTA HA CAPITO DI AVER SBAGLIATO E HA CAMBIATO COPIONE - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PERSO PERO' IL VIZIO, PER RITORNARE SULLA RIBALTA INTERNAZIONALE, DI ''STRUMENTALIZZARE'' PERFINO PAPA LEONE XIV CHE FIN DAL PRIMO GIORNO SI E' DETTO PRONTO AD OSPITARE IL NEGOZIATO TRA RUSSIA E UCRAINA (MA FINCHÉ NON PORTERÀ A CASA LA SUA "VITTORIA", PUTIN NON PUÒ FARE ALTRO CHE SABOTARE OGNI TENTATIVO DI PACE...)

giorgia meloni times musk sunak edi rama

COME AL SOLITO, I GIORNALISTI ITALIANI SI FERMANO AI TITOLI: L’ARTICOLONE DEL “TIMES” SUI LEADER INTERNAZIONALI “TUTTI PAZZI PER LA MELONI” NON È PROPRIO UNA CAREZZA SUL FACCINO DELLA SORA GIORGIA, COME CI VOGLIONO FAR CREDERE “CORRIERE”, “LIBERO” E GLI ALTRI MEGAFONI DELLA FIAMMA MAGICA. ANZI, È PIENO DI FRECCIATONE ALLA THATCHER DE’ NOANTRI, TIPO “L’UMILTÀ BEN PREPARATA” DI FRONTE AL PREMIER ALBANESE EDI RAMA. O LA CHIOSA SULL’INCONTRO CON JD VANCE: “IL FLIRT DELLA 48ENNE ERA SOLO NATURALMENTE SIMPATICO O SI È RESA CONTO CHE RIDENDO DELLE BATTUTE DEGLI UOMINI DI POTERE OTTERRÀ L'ACCORDO COMMERCIALE CHE DESIDERA?” – RICORDA I “THREESOME” E IL PACCO DI GIAMBRUNO, SMONTA LE ORIGINI PROLETARIE DELLA DUCETTA E CHIUDE CITANDO BERLUSCONI: “È UNA PERSONA CON CUI NON SI PUÒ ANDARE D'ACCORDO”. VI SEMBRANO COMPLIMENTI?

giampaolo rossi giorgia meloni silvia calandrelli felice ventura matteo salvini gianfranco zinzilli giancarlo giorgetti

C'È UN NUOVO CAPITOLO NELL'ETERNO SCAZZO MELONI-SALVINI E RIGUARDA LA RAI - NEL CDA DI DOMANI FELICE VENTURA, DIRETTORE DELLE RISORSE UMANE, SARÀ NOMINATO PRESIDENTE DI RAI PUBBLICITÀ - SULLA POLTRONA DELLA CASSAFORTE DEL SERVIZIO PUBBLICO SI È CONSUMATO L'ENNESIMO SCAZZO: L'AD, GIAMPAOLO ROSSI, VOLEVA ISSARE SILVIA CALANDRELLI (NONOSTANTE LA VICINANZA AL PD), OSTEGGIATA PERÒ DALLA LEGA CHE VOLEVA GIANFRANCO ZANZILLI - IL MINISTRO GIORGETTI HA CONVOCATO ROSSI AL MEF (AZIONISTA DELLA RAI) PER IMPORRE IL NOME, MA QUELLO, DI FRONTE AL DIKTAT, HA OPPOSTO UN "ME NE FREGO". E ALLA FINE È STATO TIRATO FUORI DAL CILINDRO IL NOME DI VENTURA...