vittorio malacalza banca carige

TUTTA CARIGE VALE COME UN ANNO DI FATTURATO DI CHIARA FERRAGNI (55 MILIONI), OGGI È IL GIORNO DEL GIUDIZIO: IN APERTURA DI ASSEMBLEA NON SI PRESENTANO I PRIMI AZIONISTI, I FIGLI DI MALACALZA, MENTRE IL PADRE È IN SALA ''COME PICCOLO SOCIO'' - I MANAGER PUNTANO SU CCB, SE NON SI TROVA SOLUZIONE LE STRADE SONO LIQUIDAZIONE, RISOLUZIONE O RICAPITALIZZAZIONE DI STATO. L' OPZIONE PIÙ PRATICABILE PARE LA LIQUIDAZIONE, AMMESSO CHE IL SISTEMA BANCARIO ABBIA VOGLIA DI PAGARE ANCORA UNA VOLTA IL CONTO (8-9 MILIARDI)

 

  1. TUTTA CARIGE OGGI VALE 55 MILIONI

Dall'articolo di Luca Davi per il ''Sole 24 Ore'' del 12 settembre 2019

 

Quanto può valere il bonus per i piccoli azionisti di Carige? È questa la domanda che si stanno facendo molti dei piccoli soci della banca ligure, la cui assemblea è fissata per il prossimo 20 settembre. Il meccanismo d’incentivazione messo a punto dai Commissari straordinari prevede l’assegnazione da parte dello Schema volontario di 10 milioni di euro di azioni gratuite agli attuali piccoli azionisti della banca, a patto che partecipino all’assemblea (anche per delega), indipendentemente dal loro voto.

vittorio malacalza

 

 Briciole, se si pensa che la banca è al quarto aumento di capitale in sette anni, e l’operazione che si profila all’orizzonte è iper-diluitiva. Moltissimo, invece, se si considera che tutta Carige è valutata, come segnala la relazione dei Commissari appena depositata, circa 55 milioni di euro. Il prezzo di emissione delle nuove azioni - anche a valle del confronto con le controparti garanti dell’operazione di rafforzamento patrimoniale -, è stato infatti definito dai Commissari straordinari in un prezzo tecnico pari a 0,001 euro per azione, corrispondente ad una valutazione implicita pre money pari a circa 55,2 milioni di euro.

 

  1. CARIGE: MALACALZA IN ASSEMBLEA, 'QUI COME PICCOLO SOCIO'

 (ANSA) - Vittorio Malacalza è arrivato all'assemblea Carige sull'aumento di capitale da 700 milioni. "Sono qui come piccolo azionista" ha chiarito riferendosi alle quote frazionali che possiede direttamente. Nesusna indicazione sulla presenza della Malacalza Investimenti, socia al 27,5% e controllata dai due figli."Non so cosa fa - ha detto -.Decide autonomamente".

 

  1. CARIGE: AL VIA ASSEMBLEA, NON PRESENTE QUOTA MALACALZA

 (ANSA) - E' iniziata a Genova l'assemblea degli azionisti Carige chiamata ad approvare l'aumento di capitale da 700 milioni di euro. Sono presenti 20.289 azionisti in proprio e per delega con il 47,6% del capitale. Al momento non risulta registrata la quota della Malacalza Investimenti, il primo azionista con il 27,55% della banca e in grado di bloccare la delibera in caso di astensione o voto contrario.

 

famiglia malacalza

Nessuna novità nell'azionariato letto dal commissario straordinario Raffaele Lener, che presiede l'assemblea. Il titolo è del resto sospeso dalle contrattazioni di Borsa da inizio anno. Risultano ancora soci rilevanti la Malacalza Investimenti, appunto, e il finanziere Gabriele Volpi, con il 9,08%. Prima dell'avvio dei lavori era arrivato Vittorio Malacalza, titolare direttamente di una quota che mesi fa risultava dello 0,3%. L'imprenditore ha però chiarito appunto di essere in assemblea "come piccolo azionista", senza svelare le intenzioni della finanziaria di famiglia. "Aspettate. Sapete che siamo gente misteriosa", ha anche scherzato con chi chiedeva che cosa farà in giornata la Malacalza Investimenti. "Forse stanno arrivando" ha poi glissato sull'assenza dei figli Davide e Mattia.

 

In sala anche l'imprenditore Aldo Spinelli, socio con l'1% circa. "Sono qui per votare sì e salvare la banca - ha detto -. Il mio investimento oramai l'ho perso, ma la perdita della banca sarebbe una tragedia per la città. Malacalza? Ho parlato con Vittorio, non con i figli. Non so cosa faranno. Spero davvero che decidano pensando al bene di Carige e di chi ci lavora". I due imprenditori quando si sono incontrati si sono salutati calorosamente. A seguire i lavori in sala anche il presidente del Fondo interbancario Salvatore Maccarone e il direttore generale Giuseppe Boccuzzi, alla regia del riassetto Carige assieme a Cassa centrale banca.

vittorio malacalza

 

  1. CARIGE: MODIANO, QUI PER FUTURO BANCA,CCB SOLUZIONE MIGLIORE

 (ANSA) - Oggi "stiamo parlando del futuro" di Carige. Lo ha detto il commissario straordinario dell'istituto Pietro Modiano, già presidente, in avvio dei lavori dell'assemblea della banca. Ricordando del piano che arriva in assemblea che "non c'era la fila fuori e dalle nostre stanze per investire in Carige". Il piano, ha sottolineato, "consegna una prospettiva imprenditoriale seria" all'istituto e "se e quando Ccb eserciterà l'opzione, Carige entrerà in un gruppo che rappresenta probabilmente la soluzione migliore per i clienti e per la banca".

 

"Se il risultato dell'assemblea è quello che noi auspichiamo, ringrazio gli azionisti - ha detto Modiano -. Perché degli anni di difficoltà c'è traccia pesante nei bilanci familiare di tutti voi. Nella scelta di ridare un futuro a questa banca c'è anche una generosità di cui siamo grati in anticipo, essendo consapevoli del peso che ha avuto un investimento che sarà recuperato solo in parte - ha concluso Modiano -. Ma sarà recuperato la dignità e il futuro della banca".

carige 9

 

 

  1. CARIGE: INNOCENZI, CON CCB PERFETTA COMPLEMENTARIETÀ

 (ANSA) - "Cassa centrale banca ha una perfetta complementarietà geografica con Carige" offrendo "sinergie di ricavi, con servizi alla clientela e grande vocazione al territorio". Lo ha detto il commissario straordinario dell'istituto ligure Fabio Innocenzi durante l'assemblea degli azionisti. Innocenzi parlava del riassetto legato all'aumento di capitale al vaglio dei soci e che dopo l'intervento del Fondo interbancario, anche con lo Schema volontario, porterà la holding trentina del credito cooperativo al controllo di Carige.

 

 

carige 8

  1. CARIGE, IL GIORNO PIÙ LUNGO DI SOCI E CLIENTI BATTAGLIA IN ASSEMBLEA PER EVITARE IL CRAC

Gilda Ferrari per “la Stampa

 

Sarà la giornata più lunga della storia della Cassa di Risparmio di Genova. L' assemblea degli azionisti più affollata e complicata, ma forse stasera i quattromila dipendenti dell' istituto potranno voltare pagina e ricominciare a intravvedere un futuro oltre il commissariamento.

 

Il giorno della verità è arrivato. Forse non sarà il giorno di tutte le verità, ma questa mattina la presenza o meno al Tower Hotel Airport della famiglia Malacalza permetterà di intuire se il primo azionista, rimasto silente e si narra piuttosto critico rispetto al piano dei commissari, intenda giocare da protagonista o lasciare il palco agli altri attori. «Chi conosce Vittorio, Mattia e Davide sa che dopo aver tanto investito in Carige difficilmente non parteciperanno a un appuntamento cruciale per la banca».

 

A Sestri Ponente è attesa un' affluenza record di azionisti, grandi e piccoli. Oltre quindicimila le persone che hanno certificato le quote: ne basterebbero tremila a creare forti disagi logistici all' assemblea, considerando la sede scelta. Gabriele Volpi (9%), Raffaele Mincione (7% con i fondi), Aldo Spinelli (1%), la Sga e Coop Liguria parteciperanno a sostegno del piano. Il quorum costitutivo del 20% sarà quasi certamente raggiunto, vista la corsa del retail, incentivato a partecipare alle decisioni della banca del territorio un po' per principio e un po' per l' incentivo delle azioni gratuite.

cassa centrale banca 3

 

Malacalza farà la differenza, nel bene e nel male. Con la sua quota pari al 27,6% il primo azionista determinerà l' esito della delibera che chiede ai soci di approvare una manovra di rafforzamento patrimoniale che vale 900 milioni di cui 700 in aumento di capitale e 200 di bond. In molti attendono un intervento in aula critico, quasi nessuno confida che la famiglia voti sì al piano. Per i commissari sarebbe già un successo che i Malacanza abbandonassero l' aula prima del voto, così da lasciare ai restanti soci la libertà di scegliere se approvare (serve una maggioranza dei due terzi dei votanti) o bocciare.

cassa centrale banca 2

 

Ma se il primo azionista voterà, anche la semplice astensione provocherà quasi certamente la bocciatura dell' operazione e a quel punto la palla tornerà nelle mani delle autorità di vigilanza europee ed italiane, e probabilmente anche del governo.

 

Nessun pronostico del giorno prima. Solo indiscrezioni che raccontavano come, sino alla fine, le diplomazie abbiano lavorato per cercare un dialogo tra due fronti apparentemente divisi da un muro invalicabile. Ieri si diceva che l' assemblea di stamattina potrebbe essere presieduta da un commissario, Raffaele Lener, nome scelto non a caso visto che a differenza di Pietro Modiano e Fabio Innocenzi non fa parte del tandem di manager che Malacalza scelse come presidente e ad salvo poi sfiduciarli in occasione dell' assemblea del 22 dicembre 2018, quando astenendosi bocciò l' aumento di capitale da 400 milioni aprendo la strada al commissariamento.

cassa centrale banca 1

 

I dettagli Il piano di salvataggio al voto dell' assemblea di oggi prevede un aumento di capitale in gran parte coperto dal Fondo Interbancario e dallo Schema Volontario. Cassa Centrale Banca è scelta come partner industriale per entrare al 9% versando 63 milioni e poi salire all' 80% entro il 2021 acquistando (a sconto) le quote che il Fitd cederà.

 

Agli attuali azionisti è stata riservata una fetta di aumento pari a 85 milioni, senza diritto di opzione: tale scelta comporta una forte diluizione degli attuali soci, lo stesso Malacalza, che nella banca ha investito 423 milioni, anche se approvasse il piano e sottoscrivesse in quota parte si ritroverebbe drasticamente diluito. Ieri l' ad di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, ha detto di augurarsi che l' assemblea approvi quella che lui giudica «la migliore soluzione possibile per Carige». Se questo non accadrà, il rischio paventato dai commissari si ramifica in: liquidazione, risoluzione o ricapitalizzazione di Stato. L' opzione più praticabile pare la liquidazione, ammesso che il sistema bancario italiano abbia voglia di pagare ancora una volta il conto (8-9 miliardi).

PIETRO MODIANO

Ultimi Dagoreport

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA? 

vincent bollore john elkann andrea pignataro

CHE NELLA TESTA DI JOHN ELKANN FRULLI L’IDEA DI VENDERE “LA REPUBBLICA”, NON È UN MISTERO. GIÀ UN ANNO FA SI SPETTEGOLÒ DI TRATTATIVE A TORINO CON UNA CORDATA DI IMPRENDITORI E BANCHE MILANESI - ELKANN, COSÌ CHIC E COSÌ SNOB, AVREBBE GRADITO LA PRESENZA NELLA CORDATA DI UN NOME INTERNAZIONALE. ED ECCO SPUNTARE L’IMPOSSIBILE: VINCENT BOLLORÉ, PATRON DI VIVENDI E DELLA DESTRA OLTRANZISTA FRANCESE – L’ULTIMA INDISCREZIONE ACCREDITA UNA VOGLIA DI CARTA AL BOLOGNESE ANDREA PIGNATARO, SECONDO MILIARDARIO D’ITALIA - VERO, FALSO, INVEROSIMILE? QUELLO CHE È CERTO È CHE LA CRISI MONDIALE DELL’INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA STA DIVENTANDO UN ‘’DRAMMA ECONOMICO’’, CON MINACCIA DI CHIUDERE LE FABBRICHE STELLANTIS, E LA LINEA ANTI-GOVERNATIVA DI “REPUBBLICA” È UNA FONTE DI GUAI, NON ESSENDO PER NULLA GRADITA (EUFEMISMO) DAI “VENDI-CATTIVI” DELLA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI….

alessandro giuli lucia borgonzoni manuela cacciamani mazzi rampelli giulio base film albatross 2025albatross angelo mellone perla tortora paolo petrecca alma manera

DAGO-CAFONAL! - DAI FRATELLI WARNER DI HOLLYWOOD AI FRATELLI D’ITALIA DI CINECITTÀ, IL CIAK È A DESTRA! - E VOILÀ! DOMANI SUGLI SCHERMI DEL BELPAESE ARRIVA "ALBATROSS", IL NUOVO IMMAGINARIO CAPOLAVORO DI GIULIO BASE, MARITATO TIZIANA ROCCA - ALL’ANTEPRIMA ROMANA, GOVERNO IN PRIMA FILA: TAPPETO ROSSO PER IL MINISTRO GIULI-VO DEL “PENSIERO SOLARE”; AVANTI I DIOSCURI RAI, ROSSI E MELLONE, FATE LARGO AL “GABBIANO SUPREMO” DI COLLE OPPIO, FABIO RAMPELLI, CON MOLLICONE DI SCORTA - NEL FOYER DEL CINEMA SI SBACIUCCHIANO PAOLO PETRECCA, DIRETTORE DI RAI SPORT, E L’AMATA ALMA MANERA - SE LUCIA BORGONZONI TIMBRA IL CARTELLINO PER LA LEGA, A TENERE ALTO IL PENNONE DI FORZA ITALIA C’È MAURIZIO GASPARRI, NEL '70 SEGRETARIO PROVINCIALE DEL FRONTE DELLA GIOVENTÙ – PER I DUE PRODUTTORI, PAOLO DEL BROCCO (RAI CINEMA) E GENNARO COPPOLA (COMPAGNO DI MANUELA CACCIAMANI, PRESIDENTE DI CINECITTA'), ‘STO “ALBATROSS” DI GIULIO BASE DEVE SUSCITARE VERAMENTE “GRANDE ATTENZIONE” VISTO CHE IL 18 GIUGNO SCORSO SAREBBE AVVENUTA UNA PROIEZIONE PRIVATA DEL FILM ALLA PRESENZA DI IGNAZIO LA RUSSA E DI SISTER ARIANNA MELONI…

cetrioloni per l italia - meme by edoardo baraldi giorgia meloni economia crisi soldi

DAGOREPORT - GIORGIA MELONI PUÒ FARE TUTTE LE SMORFIETTE CHE VUOLE MA A NATALE RISCHIA DI TROVARE SOTTO L'ALBERO UN'ITALIA IN GRANDE DIFFICOLTA' ECONOMICA. E SE I CITTADINI TROVERANNO LE TASCHE VUOTE, ANCHE IL PIU' INCROLLABILE CONSENSO PUO' SGRETOLARSI - IL POTERE D'ACQUISTO AUMENTA DELLO 0,9% ORA, MA NEGLI ULTIMI ANNI È CROLLATO DEL 20% - DA UN LATO L'INFLAZIONE TORNA A CRESCERE, DALL'ALTRO IL PIL CALA. E DAL 2026, CON LA FINE DEL PNRR, CHE HA "DROGATO" IL PRODOTTO INTERNO LORDO, LA SITUAZIONE NON POTRÀ CHE PEGGIORARE. SENZA CONSIDERARE L'EFFETTO TSUNAMI DEI DAZI DI TRUMP SU OCCUPAZIONE ED EXPORT - SE CI FOSSE UN'OPPOSIZIONE DECENTE, MARTELLEREBBE OGNI GIORNO SU QUESTI TEMI: SALARI DA FAME, TASSE CHE CONTINUANO A SALIRE, ECONOMIA CHE RISTAGNA. MA LA PRIORITÀ DI SCHLEIN SONO I GAY UNGHERESI E QUELLE DI CONTE E' FARE IL CANDIDATO PREMIER DEL CAMPO LARGO...