1- UCCELLATO DA PASSERA IN CAMPO POLITICO, LO SMONTEZEMOLATO DEVE INCASSARE UN’ALTRA COCENTE SCONFITTA IN CONFINDUSTRIA: LA VITTORIA DI SQUINZIO SQUINZI SU BOMBARDINO BOMBASSEI PER IL DOPO MARCEGAGLIA (L’AMBIGUITA’ DI BERNABE’) 2- NON SARA’ CALTARICCONE IL RAPPRESENTANTE DEL 3% DEI PICCOLI AZIONISTI PRIVATI IN UNICREDIT, AD AGITARSI DIETRO LE QUINTE PER UN POSTO DA CONSIGLIERE E’ DELLA VALLE 3- DE BORTOLI PRENDE IL TRENO “ITALO” DI MONTEZEMOLO: NELL’ARCO DI UNA SETTIMANA TRE PAGINATE TERRIFICANTI (UNA DELLA TAMARO) SUI VIAGGI DISASTROSI CON TRENITALIA 4- ADESSO L’IRRITAZIONE DENTRO LE FERROVIE È AL MASSIMO E SI DICE ADDIRITTURA CHE MAURO MORETTI ABBIA INTENZIONE DI TAGLIARE LA PUBBLICITÀ AL “CORRIERE DELLA SERA” 5- IL MONDO DELLA PUBBLICITÀ E’ LETTERALMENTE SCONCERTATO DAI RIDICOLI SPOT ISTITUZIONALI CHE OGNI SERA VENGONO TRASMESSI SUI CANALI DELLA RAI

1- NON SARA' CALTARICCONE IL RAPPRESENTANTE DEL 3% DEI PICCOLI AZIONISTI PRIVATI IN UNICREDIT MA DIEGUITO DELLA VALLE
Ieri pomeriggio poco dopo le 18 gli uscieri di Unicredit si sono fatti una grossa risata.
È successo quando una delle principali agenzie di stampa ha messo in rete la notizia che nella corsa aperta per la successione al presidente tedesco Dieter Rampl, sarebbero in pista oltre a Fabrizio Pallenzona anche un altro Fabrizio di cognome Saccomanni, direttore generale della Banca d'Italia.

Come non bastasse l'agenzia ha fatto anche il nome di un'altra candidata "considerata credibile", Lucrezia Reichlin, la bella signora romana di 57 anni (figlia del noto esponente comunista e di Luciana Castellina) che con il suo curriculum conquistato a Parigi, alla Columbia University, all'università di Bruxelles e alla London Business School, ha catturato a suo tempo l'attenzione di Alessandro Profumo e oggi si ritrova tra i consiglieri di amministrazione di Unicredit.

Per gli uscieri si tratta di due nomi che non stanno né in cielo né in terra anche se in favore del trasloco di Saccomanni da Roma a Milano potrebbe giocare il fatto che tra un annetto circa per quest'uomo che aspirava a prendere il posto di Draghi scatterà la pensione. Comunque la battaglia sembra prematura anche se non c'è dubbio che la posizione di Rampl sia indebolita dopo l'aumento di capitale che ha sparigliato le carte e ha aperto una nuova fase in cui il ruolo del banchiere tedesco è nettamente ridimensionato.

Ben più interessante sembra la bagarre tra gli imprenditori privati che con una piccola quota hanno sottoscritto l'aumento di capitale salendo sul pennone simbolico della banca di piazza Cordusio. E qui Dagospia nella sua infinita miseria ha raccolto dalla bocca degli uscieri un'indiscrezione da leccarsi le orecchie perché, contrariamente alle voci che finora hanno indicato in Caltariccone il rappresentante del 3% dei piccoli azionisti privati, sembra che ad agitarsi dietro le quinte per un posto da consigliere sia Dieguito Della Valle.

Lo scarparo marchigiano ha già avuto una carica simile nell'aprile 2006 quando è entrato in BNL come azionista prima di aderire all'Opa che ha aperto la strada ai francesi di BNP Paribas e a lasciato nelle tasche di Dieguito una plusvalenza di 250 milioni. A favore del suo ingresso dentro Unicredit gioca il fatto che nei suoi confronti non scatterebbe l'incompatibilità con le cariche che altri personaggi come Pallenzona e Caltagirone hanno dentro Mediobanca e Generali.

È pur vero che dal 2004 il patron di Tod's siede nel consiglio di Generali, ma tutti sanno che questa presenza non è legata a una partecipazione azionaria, ma alla sponsorizzazione che Cesarone Geronzi (spinto dalla figlia Benedetta su input del genero Bobo Bocca) fece nei confronti dell'uomo che sette anni dopo (aprile 2011) ha capeggiato la congiura per cacciarlo dalla Compagnia di Trieste.

Quindi, a differenza di Pallenzona e Caltariccone, Dieguito potrebbe lasciare quelle Generali dove non possiede un'azione e dove il core business è rappresentato soprattutto dalla gestione dell'immenso patrimonio immobiliare, un ambito dove si muovono a loro agio e d'intesa con l'amministratore delegato Perissirotto altri personaggi come Caltariccone, Pelliccioli e Del Vecchio.


2- DOPO ESSERE STATO UCCELLATO DA PASSERA IN CAMPO POLITICO, LO SMONTEZEMOLATO DEVE INCASSARE UN'ALTRA COCENTE SCONFITTA: LA VITTORIA DI SQUINZIO SQUINZI SU BOMBARDINO BOMBASSEI (L'AMBIGUITA' DI BERNABE')
Oggi pomeriggio circa 60 imprenditori di Confindustria che rappresentano le 9 associazioni territoriali dell'Emilia Romagna si ritrovano a Bologna per ascoltare Alberto Bombassei e Giorgio Squinzi, i due candidati alla successione della Marcegaglia.
Nella sede di via Barberia si giocherà forse l'ultimo capitolo di una sfida che per il momento vede in pole position Squinzi, l'imprenditore che oltre alla chimica è popolare in Emilia perché è proprietario della squadra di calcio Sassuolo.

Dopo gli incontri di ieri in Assolombarda e all'Unione Industriali di Roma, la bilancia pende nettamente a favore di Squinzi perché il pronunciamento milanese e quello romano pesano in misura determinante. Se a questi si aggiunge quello assai probabile dell'Emilia Romagna, ai tre saggi (Bulgheroni, Cangiotti, Attanasio) che entro il 22 marzo dovranno indicare il candidato finale, non resterà che proporre il patron di Mapei per l'incoronazione a viale dell'Astronomia.

Questa volata in discesa di Squinzi era abbastanza scontata, ma c'è qualcuno che fino all'ultimo non ha capito dove tirava il vento e due personaggi sono rimasti spiazzati: il primo è Franchino Bernabè che durante il direttivo che svoltosi ieri in Confindustria Lazio sotto gli occhi inquieti di Aurelio Regina, si è trovato in imbarazzo e ha detto: "avrei preferito Bombassei ma prendo atto del consenso diffuso intorno a Squinzi".

L'ambiguità del capo di Telecom va interpretata con l'intenzione di non compromettere i rapporti personali che lo legano a Luchino di Montezemolo (sponsor principale del "falco" Bombassei), ma resta il fatto che in tutta questa vicenda Franchino si è mosso davvero male con il suo affanno di smarcarsi rispetto agli altri rappresentanti in Confindustria delle imprese pubbliche.

E male si è mosso anche Stefano Parisi, l'uomo che nel 2000 fu nominato direttore generale di Confindustria dal dimenticato presidente Antonio D'Amato. Pur non esponendosi ufficialmente in favore di Bombassei, Parisi ha condotto una sua battaglia sotterranea con l'obiettivo di conquistare una vicepresidenza nel prossimo organigramma di Confindustria.

Per adesso le vicepresidenze sicure sono due, quelle che Squinzi ha promesso ad Aurelio Regina e ad Andrea Tomat che gli ha portato sul piatto 20 voti del Nord-Est e la testa dell'ambizioso Andrea Riello.


3- IL CORRIERE PRENDE IL TRENO "ITALO" DI MONTEZEMOLO: NELL'ARCO DI UNA SETTIMANA TRE PAGINATE TERRIFICANTI SUI VIAGGI DISASTROSI CON TRENITALIA
Nel palazzo-obitorio delle Ferrovie serpeggia il panico.

Nessuno infatti si aspettava che il "Corriere della Sera" scendesse in campo con tanta violenza per denunciare l'inefficienza dei treni e dell'Alta Velocità. Con una sequenza micidiale il giornale di Flebuccio De Bortoli ha sparato nell'arco di una settimana tre paginate terrificanti affidando l'ultima alla penna di Susanna Tamaro.

Ormai è chiaro come il sole che si tratta di un'autentica guerra condotta per mettere alla berlina l'azienda di Moretti in vista della partenza dei treni di Ntv di Luchino di Montezemolo e dei suoi compagni di merenda tra cui spicca IntesaSanpaolo.

Nessuno però pensava che in vista di sabato 18 quando entreranno in funzione le prenotazioni online per i treni di Ntv, venisse ingaggiata anche l'autrice di "Va dove ti porta il cuore" che invece di un viaggio sentimentale ha raccontato con parole impietose una serie di viaggi disastrosi con Trenitalia. Adesso alle Ferrovie qualcuno ricorda che la Tamaro è stata vista con Luchino di Montezemolo alla presentazione di un libro, ma ciò che impressiona è che la 54enne autrice abbia snocciolato con precisione sospetta i quattrini sprecati dallo Stato nel trasporto su rotaia.

Adesso l'irritazione dentro le Ferrovie è al massimo e si dice addirittura che Moretti abbia intenzione di tagliare la pubblicità al "Corriere della Sera".


4- ABETE CORE DI PAPA'
Avviso ai naviganti N.1: "Si avvisano i signori naviganti che lunedì 6 febbraio mentre i romani si nascondevano nella neve per sopravvivere agli editti di Alemanno, Luigino Abete ha compiuto un atto di eccezionale generosità.
Quel giorno infatti l'ex-tipografo ha regalato al figlio Antonio la sua partecipazione pari al 9,86% dentro l'azienda degli occhiali Marcolin dove fino al giorno prima è stato socio insieme all'amico Della Valle.
Secondo il "Corriere della Sera" il valore di questo regalo è di 24 milioni di euro, ma per gli amici di Luigino è un'operazione che onora la memoria del padre Antonio".


5- IL MONDO DELLA PUBBLICITÀ LETTERALMENTE SCONCERTATO DAI RIDICOLI SPOT ISTITUZIONALI CHE OGNI SERA VENGONO TRASMESSI SUI CANALI DELLA RAI
Avviso ai naviganti N.2: "Si avvisano i signori naviganti che il mondo della pubblicità è letteralmente sconcertato dalla qualità scadente degli spot istituzionali che ogni sera vengono trasmessi sui canali della Rai.

L'ultimo è dedicato alla lettura e dura 45 secondi durante i quali una bambina vestita di bianco corre in un prato per raggiungere un bambino (vestito di bianco) che si slancia verso un uomo e una donna (vestiti di bianco) per finire tra le braccia di un'anziana signora (vestita di bianco) con un cappellino ottocentesco (naturalmente bianco) che si volta verso la telecamera e dice: "leggere è il cibo della mente: passaparola!".

A Palazzo Chigi c'è chi pensa di "passare parola" al presidente Monti affinché con un'apposita circolare metta fine a questo spettacolo, e chiarisca il costo di queste ridicole campagne".

 

DIETER RAMPLe FABRIZIO SACCOMANNI Fabrizio Palenzona CV_Lucrezia_ReichlinSERVIZIEVOLE PALENZONA PER CALTAGIRONE DELLA VALLE

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