1- UNICREDIT DELLE MIE TRAME: CHI HA CONVINTO PALLENZONA A FARE IL PASSO INDIETRO? L'AMICO CALTARICCONE CHE ALLA RICONFERMA DEL TEDESCO RAMPL CALDEGGIA GIAN MARIA GROS PIETRO, L'ECONOMISTA TORINESE CHE HA GUIDATO L'IRI DAL 97' AL 99', UN UOMO MITE CHE PUO' ANDAR BENE A TUTTI E CHE, GUARDA CASO, IERI E' ENTRATO NELLA LISTA PER IL NUOVO CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DI CALTAGIRONE SPA 2- SACCOMANNI NEL SACCO DEI PENSIONATI E ALLORA IL DG IN USCITA DI BANKITALIA SI LASCIA ANDARE CONTRO LA “SPETTACOLARIZZAZIONE” DI BEFERA NELLA CACCIA ALL’EVASORE 3- SARMI? DA CORRADINO PASSERA POTREBBE ARRIVARE UNA SUP-POSTA A TRE PUNTE PER TE! 4- SE I PRIMI 5 CONVOGLI NON PARTIRANNO ENTRO LA FINE DEL PROSSIMO MESE C'E' IL RISCHIO CHE DECADA LA CONCESSIONE A NTV E CHE IL BOSS DELLE FERROVIE, MAURO MORETTI, APRA UNA UNA GARA PER CONCEDERE LA LICENZA AD ALTRI CONCORRENTI (SOPRATUTTO STRANIERI). SAREBBE UN DISASTRO PER I LOS SMONTEZEMOLATOS

1- SACCOMANNI NEL SACCO DEI PENSIONATI E ALLORA SI LASCIA ANDARE CONTRO LA "SPETTACOLARIZZAZIONE" DI BEFERA NELLA CACCIA ALL'EVASORE
Che cosa si puo' fare per tirar su il morale di Fabrizio Saccomanni, il direttore generale della Banca d'Italia?
Da quando ha perso la battaglia per sostituire Draghi a via Nazionale, questo economista romano vicino ai 70 anni non riesce a ritrovare il sorriso e sembra un fiore appassito. Anche sabato scorso al Forex di Parma dove Vincenzo Visco ha bastonato le banche, si guardava intorno con l'aria smarrita mentre Dieter Rampl che sedeva al suo fianco gongolava per l'apprezzamento del Governatore sull'aumento di capitale di Unicredit.

Eppure negli uffici di Bankitalia dove lo conoscono dal 1967 sono in molti a pensare che a novembre, quando dovra' lasciare la poltrona, qualcuno al Tesoro o a Palazzo Chigi trovera' una sistemazione per quest'uomo che ha sempre operato con spirito di servizio senza mai creare problemi e alzare la voce. Il suo stile e' questo e cosi' si e' comportato al Fondo Monetario e alla Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo dove ha lavorato per tre anni prima di ritonare nel 2006 a Palazzo Koch.

Per questa ragione, ispirata a un low profile quasi esagerato, ha destato sorpresa la bombetta che ha fatto scoppiare ieri pomeriggio intorno alle 19 durante un convegno che si e' svolto a Roma nella saletta dell'Ara Pacis.

Dopo aver giudicato l'eventuale default della Grecia ininfluente rispetto alla caduta dell'euro, Saccomanni ha criticato senza mezzi termini i blitz che l'Agenzia delle Entrate sta facendo nelle localita' dove damazze, commercianti e collezionisti di Suv si dimenticano dello scontrino.

"La lunga permanenza in Bankitalia -ha detto Saccomanni- mi porta a una certa riluttanza verso la spettacolarizzazione, che puo' anche essere necessaria, ma solleva piu' che altro domande"; e per chiarire meglio il suo pensiero ha aggiunto: "..e' come se ci fossero ordini di scuderia diversi rispetto al passato, e adesso si voglia rimarcare una discontinuita'".

Sono parole davvero curiose che faranno drizzare i capelli al "gladiatore" Attilio Befera e al suo sponsor di Palazzo Chigi che cerca con azioni simboliche per cambiare il malcostume degli italiani. Ancora piu' curiose perche' a pronunciarle e' un uomo che per il suo ruolo dovrebbe combattere il "sommerso" che in Bankitalia stimano tra 70 e 100 miliardi.
Forse il buon Saccomanni si e' lasciato andare perche' ormai ha capito che non ha piu' nulla da perdere e da guadagnare..

2- CHI HA CONVINTO PALLENZONA A FARE IL PASSO INDIETRO? L'AMICO CALTARICCONE
Agli uscieri di Unicredit ieri sera e' andata di traverso la cena. E' successo alle 19,54 quando sui blackberry che portano attaccati alle mutande e' apparsa la notizia di Radiocor che Fabrizio Palenzona ha rinunciato a candidarsi per la presidenza della Banca.

Qualcosa era nell'aria dal pomeriggio quando si e' capito che il Comitato per la governance era intenzionato a ridurre il numero dei consiglieri che dovranno guidare Piazza Cordusio, ma nessuno pensava che l'ex-camionista di Novi Ligure avrebbe buttato la spugna rinunciando alla poltrona piu' gratificante della sua carriera.

Fino a questo momento gli uscieri non hanno capito le ragioni del gran rifiuto e ritengono poco credibile la motivazione di Pallenzona sulla mole di lavoro che deve affrontare come presidente di Aeroporti di Roma. E non li sfiora nemmeno l'idea che il passo indietro sia dettato dalle preoccupazioni di natura giudiziaria che lo hanno toccato per alcuni conti a Montecarlo intestati a celebri musicisti.

Ai loro occhi sembra piu' probabile che il passo indietro sia stato compiuto dalla difficolta' di far pesare nel nuovo assetto di Unicredit il ruolo delle Fondazioni di cui Pallenzona prima dell'ultimo aumento di capitale e' stato il portabandiera.

Anche questa pero' e' una scusa che vale fino a un certo punto e che si puo' accettare solo di fronte alla tesi che sia venuta meno all'improvviso la possibilita ' di creare una santa alleanza tra le Fondazioni e la pattuglia dei patrioti italiani (Della Valle,Del Veccchio, De Agostini, Caltagirone) che hanno sottoscritto piccole quote pur di sedersi nel nuovo salotto di Piazza Cordusio.

Ecco, qui si possono trovare ragioni piu' serie per la ritirata improvvisa del massiccio banchiere sul quale i bookmakers fino a pochi giorni fa puntavano per riequilibrare in Unicredit la presenza dei numerosi soci stranieri.

Ma una domanda e' d'obbligo: chi ha convinto Pallenzona a fare il passo indietro? proprio lui che era salito perfino al Quirinale per spiegare i rischi di una scalata multietnica?
Ancora una volta il nome che ritorna e' quello dell'amico Caltariccone che dopo aver annusato il vento ha capito che la battaglia sarebbe stata inutile e che forse era meglio giocare un'altra carta.

Secondo gli uscieri la carta c'e' e non porta alla riconferma del tesco Rampl bensi' a un professore: Gian Maria Gros Pietro, l'economista torinese che ha guidato l'Iri dal 97' al 99', e' stato presidente di Atlantia e si e' rivelato un formidabile collezionista di cariche.
Oltre al vezzo delle cravatte rosa Gros Pietro e' un uomo mite che puo' andar bene a tutti e che, guarda caso, ieri e' entrato nella lista per il nuovo consiglio di amministrazione di Caltagirone SpA.
Una semplice coincidenza? Se lo chiedono anche ai piani alti di Unicredit.

3 - SARMI? DA CORRADINO PASSERA POTREBBE ARRIVARE UNA SUP-POSTA PER TE!
C'e' attesa per cio' che dira' oggi Massimo Sarmi alla Commissione Finanze di Montecitorio di cui fa parte anche Giulietto Tremonti, l'ex-ministro dal cervello esagerato che lo ha indotto a buttarsi nell'avventura della Banca per il Mezzogiorno.

Il manager delle Poste dalle orecchie generose non passa un momento felice e oggi cerchera' di capire dai parlamentari qualcosa di piu' del suo destino.

La confusione e' diventata grande con questo Governo che con annunci contraddittori non si e' ancora espresso in modo chiaro sul futuro di BancoPosta, la creatura che Sarmi ha ereditato da Corradino Passera, che lo detesta per come l'ha ridotta. In questa incertezza il povero Sarmi cerca di portare a termine il suo terzo mandato con gli occhi sul bilancio dell'azienda e con alcuni gesti utili a salvare la sua immagine.

Nei giorni scorsi si e' ritirato dal business delle scommesse online, e oggi arriva la notizia (cosi' scrive MF) che mettera' in vendita Mistral Air la piccola compagnia erea comprata anni fa dall'attore Bud Spencer.

Il vero cruccio rimane comunque la Banca del Mezzogiorno che doveva decollare a gennaio ed e' ferma al palo. Sara' imbarazzante per lui parlarne oggi davanti a quel Tremonti che per Sarmi rappresentava l'ultima sponda delle sue acrobazie politiche.

4- SE I PRIMI 5 CONVOGLI NON PARTIRANNO ENTRO LA FINE DEL PROSSIMO MESE C'E' IL RISCHIO CHE DECADA LA CONCESSIONE A NTV E CHE IL BOSS DELLE FERROVIE, MAURO MORETTI, APRA UNA UNA GARA PER CONCEDERE LA LICENZA AD ALTRI CONCORRENTI (SOPRATUTTO STRANIERI).
SAREBBE UN DISASTRO

Avviso ai Naviganti: "Si avvisano i Signori naviganti che dentro NTV, la societa' dei treni di Luchino, la tensione sale di ora in ora.
Manca ancora la data di partenza dei primi 5 convogli,(18, 25 marzo?) e i manager stanno facendo una gara contro il tempo.
Se il decollo non avverra' entro la fine del prossimo mese c'e' il rischio che decada la concessione a NTV e che il boss delle Ferrovie, Mauro Moretti, apra una una gara per concedere la licenza ad altri concorrenti (sopratutto stranieri).
Sarebbe un disastro.

 

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