amos genish

TRA I DUE LITIGANTI, IL TERZO PIANGE - ELLIOTT E VIVENDI SAREBBERO D'ACCORDO SOLO SU UN PUNTO: MANDARE VIA GENISH. L'AD TIM PENSA SOLO AL BRASILE, TANTO CHE OGGI PORTERÀ SUL TAVOLO L'ACQUISTO DI NEXTEL, PER RAFFORZARE LA SOCIETA' NEL MERCATO CARIOCA - I CONTI TRABALLANO? IL MANAGER ISRAELIANO HA DATO LA COLPA AL DIRETTORE FINANZIARIO SCOTT JOVANE (CHE SE N'È ANDATO DOPO 4 MESI) - I FRANCESI SMENTISCONO: 'VOCI SU GENISH SONO ORRIBILI, CONFERMIAMO LA FIDUCIA'

AMOS GENISH1

  1. TIM: VIVENDI, FIDUCIA IN GENISH, SU LUI RUMOR ORRIBILI

 (ANSA) - Vivendi conferma il suo sostegno all'ad di Tim, Amos Genish, e condanna "i rumor anonimi e orribili" diffusi da "persone con interessi personali" su di lui. "Abbiamo sempre supportato il ceo di Tim, continuiamo a supportarlo, non è cambiato niente" afferma un portavoce di Vivendi all'ANSA, dopo che sulla stampa sono tornate a circolare voci di un'uscita del manager, che non godrebbe più della fiducia dell'azionista francese.

 

"Riteniamo che questi rumor siano molto insidiosi, che ci siano persone con interessi personali che hanno interesse a diffondere rumor anonimi e orribili su Genish, persone che stanno cercando di fare danni e non stanno agendo nell'interesse di Tim e degli azionisti. Condanniamo del tutto questo comportamento. Questi stupidi rumor, anche personali, su Mr Genish sono una cosa orribile. Neghiamo tutti questi rumor", la dura presa di posizione di Vivendi. "Ci chiediamo - ha aggiunto il portavoce - da dove provengano questi rumor, se provengono da anonimi membri del board, se provengono da Singer, cioè da Elliott. Non riusciamo a capire chi e perché sta creando questi rumor".

 

  1. VIVENDI E ELLIOTT, PACE PROVVISORIA PER FAR FUORI GENISH

Estratti dall'articolo di Giorgio Meletti per ''il Fatto Quotidiano''

 

Fulvio Conti col sigaro

Le quotazioni dell' amministratore delegato di Telecom Italia (Tim) Amos Genish sono in drastico calo. Secondo voci insistenti e univoche, i due maggiori azionisti di Tim, i francesi di Vivendi e gli americani del fondo Elliott, avrebbero raggiunto l' avviso comune che sia ora di silurarlo. Genish è stato scelto l' anno scorso dal capo di Vivendi Vincent Bollorè e confermato da Elliott dopo il ribaltone all' assemblea del 4 maggio scorso.

 

Da quel giorno il titolo Tim ha perso in Borsa il 35 per cento. I risultati del manager israeliano sono giudicati sconfortanti. Si teme che a fine anno il margine operativo lordo (Ebitda) sia inferiore all' obiettivo di 5-600 milioni. Genish ha ha dato la colpa (dopo averlo scelto) al direttore commerciale Pietro Jovane (ex ad di Microsoft Italia e Rcs) che se n' è andato dopo soli quattro mesi di vani tentativi di fronteggiare la perdita di clienti provocata dall' arrivo della società francese di telefonia mobile low cost Iliad.

 

Ma il punto davvero dolente è che Genish è giudicato troppo poco interessato ad affrontare i veri temi strategici, per esempio il futuro della rete e i rapporti con il governo italiano (azionista al 5 per cento attraverso la Cassa Depositi e Prestiti): è sul terreno politico che Tim deve discutere lo scorporo della rete e la sua fusione con la Open Fiber di Enel e Cdp.

Genish invece è appassionato al business brasiliano.

(…)

scott jovane

Gli uomini di Vivendi non ne possono più di Genish e avrebbero chiesto al presidente Conti di assumere le principali deleghe operative, anche se qualcuno ritiene che sia stato Conti a offrire la sua disponibilità. Come dimostrerebbe un burrascoso incontro all' inizio di settembre di Conti con Gordon Singer, figlio di Paul, boss del fondo Elliott, l' uomo che ha voluto l' ex ad dell' Enel alla presidenza di Tim.

(…)

 

 

  1. TIM PRONTA ALL' ACQUISTO DI NEXTEL VIVENDI PREME PER IL RIBALTONE

Francesco Spini per “la Stampa

 

Per uscire dall' angolo, ancora una volta, Amos Genish punta sul Brasile. L' ad di Tim nella riunione del consiglio di lunedì proporrà di presentare un' offerta vincolante per acquisire Nextel, un' operazione da circa 100 milioni di euro, allo studio da diverso tempo. Il vantaggio? Rafforzare la posizione di Tim in Brasile e soprattutto portare in dote alla controllata carioca frequenze utili per il business locale, sebbene ci siano numerosi problemi di natura regolatoria.

 

TIM BRASIL

La mossa, inattesa, si inserisce in un consiglio già denso di temi che coinvolgono in maggioranza una serie di cessioni, che vanno da Persidera a Sparkle passando per Inwit che potrebbe essere venduta in toto o per il 20% (come è più probabile), lasciando la maggioranza a Tim. C' è poi chi potrebbe contestare un acquisto che arriva in un momento dispendioso per Tim: l' asta per le frequenze al servizio del 5G, l' ultima frontiera della tecnologia della telefonia mobile, sta alzando considerevolmente la posta.

 

Se infatti il gruppo è riuscito a contenere la spesa sui lotti della banda 700 mhz (aggiudicandosene due lotti per 680 milioni, appena tre milioni oltre la base d' asta), l' ex monopolista sta combattendo una battaglia assai più aspra sulla banda 3700 mhz. Tra quanto già aggiudicato e i rilanci, la spesa prospettica per Tim supera già il miliardo e mezzo. Alla fine potrebbe arrivare a 2 miliardi.

bollore de puyfontaine

 

Per questo i più malevoli leggono la mossa brasiliana di Genish come un modo per mettere alla prova il consiglio e, nel caso, far esacerbare lo scontro. Ma altrove è letta come tesa a mostrare un dinamismo della sua gestione che, almeno nelle critiche di Elliott, è fin qui mancato. Si vedrà. Del resto all' orizzonte, più che una battaglia su Genish, si profila una nuova tenzone sul controllo della stessa Telecom Italia.

 

I francesi di Vivendi, forti del loro 23,9%, hanno fretta di tornare ad avere la maggioranza del cda. Lo hanno confermato, a quanto riferiscono fonti autorevoli, anche in recenti colloqui con esponenti del governo. In tali occasioni avrebbero espressamente chiesto all' esecutivo l' astensione da parte della Cassa depositi e prestiti, senza tuttavia ricevere risposta di sorta.

 

Negli ambienti leghisti e dei 5 stelle resta alto lo scetticismo nei confronti dei francesi, nonostante questi - per rendere meno traumatico un loro ritorno - abbiano prefigurato nei colloqui un presidente italiano nella figura di Franco Bernabè, all' ennesimo ritorno in Tim. Tutto però è ancora in divenire. In consiglio non tira aria di convocare l' assemblea per la nomina della nuova società di revisione, che darebbe modo a Vivendi di passare all' azione. Almeno non a breve.

GORDON E PAUL SINGER

 

Qualcuno parla già di un possibile slittamento in avanti dell' assise, l' anno venturo. Vivendi deve così portare pazienza o richiedere la convocazione di una assise ad hoc.

Nel frattempo anche l' attuale gestione di Tim lancia nuovi segnali di distensione a Open Fiber e dunque al governo che mira a un' unica rete.

 

Non si è opposta all' accordo per cui Inwit metterà a disposizione le sue torri che serviranno alla società partecipata da Enel e Cdp per realizzare la banda ultra larga senza fili che integrerà i collegamenti in fibra in alcune aree del Paese.

Ultimi Dagoreport

giovambattista giovanbattista fazzolari vitti

FLASH – ROMA VINCE SEMPRE: IL SOTTOSEGRETARIO FAZZOLARI, DA SEMPRE RISERVATISSIMO E RESTÌO A FREQUENTARE I SALOTTI, ORA VIENE PIZZICATO DA DAGOSPIA NEL “SALOTTO” DI PIAZZA SAN LORENZO IN LUCINA, SPAPARANZATO AI TAVOLI DI “VITTI”, DOVE POLITICI, GIORNALISTI E POTENTONI AMANO ATTOVAGLIARSI (DENIS VERDINI FACEVA LE RIUNIONI LI' E CLAUDIO LOTITO AMA GOZZOVIGLIARE DA QUELLE PARTI, SPILUCCANDO NEI PIATTI ALTRUI) – ANCHE “FAZZO” È ENTRATO NELLA ROMANELLA POLITICA DE “FAMOSE DU’ SPAGHI”: L’EX DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA DELLA REGIONE LAZIO CHIACCHIERA CON UN CANUTO SIGNORE DI CUI VORREMMO TANTO CONOSCERE L’IDENTITÀ. I DAGO-LETTORI POSSONO SBIZZARIRSI: HANNO QUALCHE SUGGERIMENTO PER NOI?

giampaolo rossi rai report sigfrido ranucci giovanbattista fazzolari francesco lollobrigida filini

DAGOREPORT – RAI DELLE MIE BRAME: CHIAMATO A RAPPORTO L'AD GIAMPAOLO ROSSI ALLA CAMERA DEI DEPUTATI DOVE SI E' TROVATO DAVANTI, COL DITO ACCUSATORIO, I PLENIPOTENZIARI RAI DEI TRE PARTITI DI MAGGIORANZA: GASPARRI (FI), MORELLI (LEGA) E FILINI (FDI) CHE, IN CORO, GLI HANNO COMANDATO DI TELE-RAFFORZARE LA LINEA DEL GOVERNO - IL PIÙ DURO È STATO IL SOTTOPANZA DI FAZZOLARI. FILINI SPRIZZAVA FIELE PER L’INCHIESTA DI “REPORT” SUI FINANZIAMENTI DI LOLLOBRIGIDA ALLA SAGRA DEL FUNGO PORCINO - ROSSI, DELLE LORO LAMENTELE, SE NE FOTTE: QUANDO VUOLE, IL FILOSOFO CHE SPIEGAVA TOLKIEN A GIORGIA NELLE GROTTE DI COLLE OPPIO, PRENDE IL TELEFONINO E PARLA DIRETTAMENTE CON LA PREMIER MELONI... - VIDEO

giorgia meloni daria perrotta giancarlo giorgetti

FLASH – GIORGIA MELONI HA DETTO A BRUTTO MUSO AL RAGIONERE GENERALE DELLO STATO, DARIA PERROTTA: “QUESTO È UN ESECUTIVO POLITICO E NON TECNICO”. IL CENTRODESTRA HA GIÀ SILURATO IL DG DEL TESORO, ALESSANDRO RIVERA, HA LIQUIDATO L’EX RAGIONIERE BIAGIO MAZZOTTA E HA ACCOMPAGNATO ALL’USCITA IL DIRETTORE DELLE PARTECIPATE, MARCELLO SALA. ORA SE LA PRENDE ANCHE CON LA FEDELISSIMA DI GIANCARLO GIORGETTI, CHE NON È CERTO UNA PERICOLOSA COMUNISTA, NÉ UNA OSTILE “MANDARINA” IN QUOTA “DEEP STATE”. A DESTRA COSA PRETENDONO DA MEF E RAGIONERIA? CHE SIANO USI A OBBEDIR TACENDO? DAVANTI AI TRISTI NUMERI, NON CI SONO IDEOLOGIE O OPINIONI…

donald trump volodymyr zelensky donald trump nobel pace

DAGOREPORT – DONALD TRUMP È OSSESSIONATO DAL NOBEL PER LA PACE: LE BOMBE DI NETANYAHU SU GAZA E I MISSILI DI PUTIN SULL’UCRAINA SONO GLI UNICI OSTACOLI CHE HA DI FRONTE – CON “BIBI” È STATO CHIARO: LA PAZIENZA STA FINENDO, LA TREGUA NON SI PUÒ ROMPERE E NON CI SONO PIANI B, COME HA RICORDATO AL PREMIER ISRAELIANO MARCO RUBIO (IN GRANDE ASCESA ALLA CASA BIANCA A DANNO DI VANCE) – DOMANI L’ACCORDO CON XI JINPING SU DAZI, TIKTOK, SOIA E NVIDIA (E STI CAZZI DI TAIWAN). IL PRESIDENTE CINESE SI CONVINCERÀ ANCHE A FARE PRESSIONE SUL SUO BURATTINO PUTIN? SE NON LO FARÀ LUI, CI PENSERÀ L’ECONOMIA RUSSA AL COLLASSO…

sangiuliano gasdia venezi giuli

SULLA SPOLITICA CULTURALE DELLA “DESTRA MALDESTRA” – ALBERTO MATTIOLI: “CI RENDEMMO SUBITO CONTO CHE DA SANGIULIANO C’ERA NULLA DA ASPETTARSI, A PARTE QUALCHE RISATA: E COSÌ È STATO. GIULI AVEVA COMINCIATO BENE, MOSTRANDO UNA CERTA APERTURA E RIVENDICANDO UN PO’ DI AUTONOMIA, MA MI SEMBRA SIA STATO RAPIDAMENTE RICHIAMATO ALL’ORDINE - CHE LA DESTRA ABBIA PIÙ POLTRONE DA DISTRIBUIRE CHE SEDERI PRESENTABILI DA METTERCI SOPRA, È PERÒ UN FATTO, E PER LA VERITÀ NON LIMITATO AL MONDO CULTURALE - IL PROBLEMA NON È TANTO DI DESTRA O SINISTRA, MA DI COMPETENZA. CHE BEATRICE VENEZI NON ABBIA IL CURRICULUM PER POTER FARE IL DIRETTORE MUSICALE DELLA FENICE È PALESE A CHIUNQUE SIA ENTRATO IN QUALSIASI TEATRO D’OPERA - (PERCHE' SULL’ARENA DI VERONA SOVRINTENDE - BENISSIMO - CECILIA GASDIA, DONNA E DI DESTRA, SENZA CHE NESSUNO FACCIA UN PLISSÉ?)’’

alessandro giuli pietrangelo buttafuoco arianna giorgia meloni beatrice venezi nicola colabianchi nazzareno carusi tiziana rocca giulio base

''L’ESSERE STATI A CASA MELONI O DI LA RUSSA NON PUÒ ESSERE L’UNICO O IL PRIMO REQUISITO RICHIESTO PER LE NOMINE CULTURALI’’ - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: “SONO TRA LE ANIME BELLE CHE QUANDO GIORGIA MELONI HA VINTO LE ELEZIONI HA SPERATO CHE, AL POSTO DEL PLURIDECENNALE AMICHETTISMO ROMANO DI SINISTRA SI AVVIASSE UN METODO, DICIAMO SUPER-PARTES, APERTO (MAGARI ANCHE SOLO PER MANCANZA DI CANDIDATI) E TESO A DELINEARE UNA CULTURA LIBERALE LEGATA AL PRIVATO O ALLE CONFINDUSTRIE DEL NORD… POVERO ILLUSO. IL SISTEMA È RIMASTO LO STESSO, APPLICATO CON FEROCE VERIFICA DELL’APPARTENENZA DEL CANDIDATO ALLA DESTRA, MEGLIO SE ROMANA DI COLLE OPPIO, PER GENEALOGIA O PER ADESIONE, MEGLIO SE CON UNA PRESENZA AD ATREJU E CON UN LIBRO DI TOLKIEN SUL COMODINO - LE NOMINE DI GIULI, BUTTAFUOCO, CRESPI, VENEZI, COLABIANCHI, BASE & ROCCA, IL PIANISTA NAZARENO CARUSI E VIA UNA INFINITÀ DI NOMI NEI CDA, NELLE COMMISSIONI (IN QUELLA PER SCEGLIERE I 14 NUOVI DIRETTORI DEI MUSEI C’È SIMONETTA BARTOLINI, NOTA PER AVER SCRITTO "NEL BOSCO DI TOLKIEN, LA FIABA L’EPICA E LA LINGUA")