CAFONALINO - TRAVAGLIO PRESENTA “SCIACALLI”, IL LIBRO DI VAURO, “CHE NON STA AL RICATTO DELL'"ALLORA PREFERIVI BERLUSCONI?" IN BASE AL QUALE MOLTI INTELLETTUALI, GIORNALISTI, POLITICI E VIGNETTISTI CHE PRIMA NON NE PERDONAVANO UNA A BERLUSCONI ORA LE PERDONANO TUTTE A MONTI, ANCHE SE FA QUEL CHE BERLUSCONI TENTÒ DI FARE” - DISEGNI CULT SU NAPOLITANO, FORNERO, MERKEL, CASINI, VELTRONI, DON VERZÈ GIÀ BEATIFICATO CON IL NOME “SAN ARRAFFAELE”…

Foto di Luciano Di Bacco per Dagospia

Prefazione di Marco Travaglio al libro "Sciacalli - Satira per tempi di merda" - editrice PIEMME - Da http://vauro.globalist.it/

Non capisco bene se il titolo di questo libro, Sciacalli, sia autobiografico, a sottolineare la natura sciacallesca del suo autore che ride sempre delle disgrazie altrui e anche delle proprie (per questo fu giustamente sospeso dalla Rai per una vignetta sull'aumento delle cubature dei cimiteri dopo il terremoto dell'Aquila, in omaggio al "piano casa" del governo Berlusconi); o se invece voglia alludere, vergognosamente, alle presunte scelte sciacallesche del governo Monti che invece, com'è noto, sta salvando l'Italia a sua insaputa (dell'Italia, ma anche del governo Monti).

Ma, soprattutto, non riesco a comprendere perché mai Vauro, noto comunista, abbia chiesto a me, noto esponente della peggior destra antipolitica, populista, giacobina e giustizialista, ma anche antigiacobista, giustizialitica e pupulina, di scrivergli la prefazione. Forse per propinarmi un'altra volta le vignette che già mi ha somministrato in dosi da cavallo nelle troppe puntate di Servizio Pubblico, come se non bastassero le cinque stagioni di Annozero che ci siamo vicendevolmente e masochisticamente autoinflitti.

Sia come sia, liquidiamo in fretta questa incombenza introduttiva, poi pensiamo alle cose serie (avendone).

Dunque: il libro Sciacalli di Vauro Senesi in arte Vauro è mezzo scritto e mezzo disegnato. La parte scritta non l'ho letta, se non in diagonale, ci mancherebbe altro. La parte disegnata la conoscevo già perché l'ho vista nascere, vignetta per vignetta, negli studi di Santoro. Posso dire, in sintesi e quasi in conclusione, che si tratta di un'operazione biecamente commerciale, e anche parecchio sciacallesca.

Il Vauro non vuole starci al ricatto dell'"allora preferivi Berlusconi?" in base al quale molti intellettuali, giornalisti, politici e anche vignettisti che prima non ne perdonavano una a Berlusconi ora le perdonano tutte a Monti, anche se fa più o meno quel che Berlusconi tentò di fare ma, avendo altro a cui pensare, non riuscì a fare.

Il Vauro si permette di rinfacciare a Re (e forse San) Giorgio Napolitano, intoccabile, inascoltabile, inintercettabile, invalutabile, irricattabile e soprattutto inguardabile, il plauso all'invasione sovietica dell'Ungheria nel 1956. Il Vauro irride a Veltroni che ha detto «l'articolo 18 non è un tabù» dopo che l'avevano già detto Monti, la Fornero, la Marcegaglia (manca Hitler, ma soltanto perché è morto). Il Vauro, con scarso spirito patriottico, all'espressione "cresci Italia" non scatta sull'attenti, ma si rotola per scompisciarsi.

Il Vauro non riesce a capire che diavolo ce ne facciamo della tav Torino-Lione e perché presidiamo un cantiere che non esiste in Valsusa con centinaia di militari in assetto di guerra, come se non bastasse la guerra in Afghanistan (anzi la "missione di pace" che, en passant, trova pure il modo di criticare). Il Vauro non apprezza il bon ton della Fornero che, ogni volta che incontra Marchionne, calza le pattine per non infastidirlo col rumore dei propri passi e poi decide di non farli nemmeno, i passi, preferendo strisciare sul pavimento. Il Vauro, con scarso spirito garantista e con poco o punto rispetto per la privacy e per la dignità della donna, s'inventa un'intercettazione hard fra Monti e la Fornero, come se non bastassero le intercettazioni vere che escono sui giornali.

Il Vauro - nella parte disegnata - raffigura boia che strizzano le palle a politici, politici che infilano scope nel sedere ai lavoratori, parlamentari che in mancanza del vitalizio fino a sessant'anni devono accontentarsi delle tangenti (Casini, per tenersi le mani pulite, prende le mazzette coi piedi), la Merkel che definisce Monti "secchione inchiavabile", Monti che invita alla coesione nazionale perché "siamo tutti sulla stessa banca", l'appena defunto don Verzé beatificato col nome di "san Arraffaele", elettori spaesati che a furia di sentir parlare di spread rimpiangono i tempi in cui "si parlava di figa", Bersani che perde tutto, anche la testa, tranne le palle (mai avute), Vespa che srotola tanto di lingua al cospetto del premier tecnico sentendosi però rispondere "riarrotoli pure, a me basta una piccola leccatina", Gesù Cristo costretto a pagare l'IMU sulla capanna di Betlemme e la tassa sulla salute a ogni lebbroso guarito e il ticket parking per i tre giorni trascorsi sulla croce.

Non contento, il Vauro si esibisce in vignette populiste, giustizialiste, giacobine e antipolitiche, dunque tipiche della peggior destra a cui appartengo io. Tipo quella in cui invoca un solo taglio ai parlamentari: quello delle mani. E, somma provocazione, si permette addirittura di credere alla trattativa stato-mafia (senza neppure premettere "presunta", come si usa nella nuova sinistra napolitana alleata all'Udc di Cuffaro) e ipotizza perfino che chi la nega sia un mafioso, convinto - comprensibilmente - che la trattativa statomafia sia impossibile perché notoriamente lo stato non esiste.

Ecco, se mi resta quel dubbio sul titolo, in compenso ho finalmente capito perché il comunista Vauro ha chiesto a me di scrivergli la prefazione: perché è diventato irrimediabilmente di destra. La destra antigiacobista, giustizialitica e pupulina: la mia. A sua insaputa.
Marco Travaglio


...O viceversa. Vauro

 

Vauro racconta Pubblico Libro Libro di Vauro Marco Travaglio Spazio Feltrinelli Barbato tra la folla Travaglio e Vauro

Ultimi Dagoreport

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER? 

wang

DAGOREPORT - CICLONE WANG SUL FESTIVAL DI RAVELLO! - PERCHÉ NEGARLO? E' COME VEDERE GIORGIA MELONI COL FAZZOLETTO ROSSO AL COLLO E ISCRITTA ALL’ASSOCIAZIONE DEI PARTIGIANI - YUJA WANG, LA STELLA PIU' LUMINOSA DEL PIANISMO CLASSICO, ENTRA IN SCENA STRIZZATA IN UN VESTITINO DI PAILLETTES CHE SCOPRE LE COSCE FINO ALL'INGUINE, TACCHI “ASSASSINI” E LA SCHIENA NUDA FINO ALL’OSSO SACRO. MA NON STIAMO ASSISTENDO ALLE SCIOCCHEZZE DA DISCOTECA DI CERTE “ZOCCOLETTE” DEL POP IN PREDA A SFOGHI DI TETTE, SCARICHI DI SEDERONI, SCONCEZZE DA VESPASIANO; NO, SIAMO NEL MONDO AUSTERO E SEVERO DEI CONCERTI DI “CLASSICA”: RACHMANINOFF, PROKOFIEV, MOZART, CHOPIN, CAJKOVSKIJ. MA ALLA WANG BASTA UN MINUTO PER FAR “SUONARE” LE COSCE DESNUDE METTENDOLE AL SERVIZIO DELLE EMOZIONI E DELL’INTERPRETAZIONE MUSICALE, CONFERMANDO IN PIENO LE PAROLE DI LUDWIG VON BEETHOVEN: “LA MUSICA È LA MEDIATRICE TRA LA VITA SPIRITUALE E LA VITA SENSUALE” - VIDEO