renzi meloni schlein

LA PINOCCHIEIDE LIBICA, OVVERO COME I NOSTRI POLITICI SONO DIVENTATI DEI VUOTI A PERDERE - RENZI DA’ DELL’OMINO DI BURRO ALLA MELONI E DEL GATTO E LA VOLPE A NORDIO E PIANTEDOSI, SCHLEIN CHIAMA LA PREMIER, "PRESIDENTE DEL CONIGLIO", E FILIPPO CECCARELLI APRE IL FUOCO SULLA "IMMATURITÀ, L’INFANTILIZZAZIONE, IL RIMBAMBINIMENTO REGRESSIVO DEL CETO POLITICO. COME DIRE: PIÙ IN LÀ DELLE FAVOLE NON SI VA. LA GRANDE LEZIONE PUBBLICITARIA DI BERLUSCONI SECONDO CUI “IN TV IL PUBBLICO CHE VI ASCOLTA HA FATTO LA SECONDA MEDIA E MAGARI NEANCHE AL PRIMO BANCO”, HA PRESO IL PIENO POSSESSO DELLA POLITICA E DEL POTERE…” - VIDEO

https://www.open.online/2025/02/05/almasri-matteo-renzi-governo-pinocchio-meloni-video/0/

 

Filippo Ceccarelli per repubblica.it – Estratti

matteo renzi

 

Ai bimbi, come si sa, piacciono le favole e Pinocchio, per via delle bugie, è stato sempre gettonatissimo riferimento della Seconda Repubblica

 

(...)

 

Ma ieri alla Camera, sull’affaraccio libico, l’approfondimento collodiano ha preso un’accelerazione tribunizia e fantasmagorica che come al solito un po’ fa ridere e un altro po’ fa pensare male. Gatti e volpi, paesi dei balocchi, omini di burro, fatine, mangiafuochi e altri spunti su cui qui s’invocherebbe l’oblio. Sennonché, sempre alla Camera, all’abuso di Pinocchio si è allineata un’altra significativa retorica destinata a colpire — come doveva — la fantasia dei più piccini.

 

Per cui, senza qui avvertire nessuna nostalgia per Togliatti che nella polemica si aiutava con alcune rime di Guido Cavalcanti o a Tribuna politica citava Virgilio (“Voi fate il miele, oh api, ma sono altri che lo godono...”),

giorgia meloni in versione ducetta

 

quando ieri la capa dell’opposizione se n’è uscita con “il presidente del Coniglio”, beh, la questione merita forse un pensierino aggiuntivo; e se l’uso di giochi di parole dice qualcosa sul discorso pubblico, pur con tutti gli scrupoli di risultare vecchi babbioni o schizzinosissime macchiette di un giornalismo iper obsoleto, è bene sapere che come pronta risposta a Schlein FdI ha fatto sua l’immagine del Coniglio presidenziale aggiungendo che il Pd era la sua carota.

 

Ingrato mestiere, bisogna ammettere, quello degli spin doctor o addetti alle indispensabili scemenze del presente. Però il sospetto è che l’irruzione massiva della fiaba, della facezia da quarta elementare e dei cartoni animati — tanto più su vicende atroci — sia il frutto di troppe abitudini giunte, più che a maturazione, in prossimità di un’autentica decomposizione.

 

 

 

MATTEO RENZI IN SENATO - FOTO LAPRESSE

L’enfasi, prima di tutto, perché tutti ormai recitano, perdutamente. C’è poi la trentennale, se non definitiva separazione fra la politica e la cultura. Quindi l’idea che ogni concetto, ogni frase, ogni giudizio, ogni racconto, insomma tutto debba essere in teoria semplice e comprensibile, ma in realtà semplificato e deformabile. C’è su questo un’intera biblioteca di studi politici che arrivano fino al tempo dei social, grazie ai quali il processo assume aspetti parossistici con una inquietante ricaduta in termini di radicalizzazione, tribalismo, complottismo, idiotismo e sfinimento.

 

Ma la pinocchieide libica e l’indifferenziato scambio sul coniglio e la carota, cui si unisce l’automatismo con cui fratelli e sorelle d’Italia seguitano a ripetere come robot la citazione unica e tolkieniana (l’altroieri Frodo, ieri Frodo, domani indovina), aprono gli occhi su un ulteriore fenomeno.

ELLY SCHLEIN ALLA CAMERA TRA I CARTELLI DEL PD CONTRO GIORGIA MELONI

 

A essere buoni, si direbbe l’immaturità, a essere realisti l’infantilizzazione, il rimbambinimento regressivo del ceto politico. Come dire: più in là delle favole non si va, né prevedibilmente si riesce e si vuole, in questo pure incoraggiati da dispositivi, furbi e ruffiani, per cui l’odio si nasconde dietro un tono tenero e bamboleggiante, fiabesco appunto.

 

 

Dal che la grande lezione pubblicitaria di Berlusconi — sempre lui, così frainteso e dimenticato! — secondo cui “in tv il pubblico medio che vi ascolta ha fatto la seconda media e magari neanche al primo banco”, ha preso il pieno possesso della politica e del potere; e i suoi protagonisti vivono ormai di smorfie, ripicche, lagne, dispetti, capricci, torte con le candeline e costumi di carnevale; quando non si esaltano, come il vicepresidente del Consiglio, perché nel potente coro africano che apre Musafa il Re Leone sembra di ascoltare “Salviniii!” e poi ancora “Salviniii!”

matteo piantedosi e carlo nordio alla camera foto lapressematteo piantedosi e carlo nordio foto lapresse

applausi dei deputati pd per elly schlein foto lapresse MELINA - PRIMA PAGINA DEL MANIFESTO SU GIORGIA MELONImatteo salvinielly schlein intervento alla camera

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