cecilia sala a che tempo che fa - 2 mohammad abedini

"VOLEVANO TROVARE QUALCOSA DI ME CHE DIMOSTRASSE CHE NON ERO UNA GIORNALISTA" – CECILIA SALA DA FAZIO OTTIENE LA SUA BEATIFICAZIONE MEDIATICA E RIVELA CHE GLI IRANIANI PENSAVANO FOSSE UNA SPIA: “MI HA INTERROGATO LA STESSA PERSONA CHE CONOSCEVA BENE L'ITALIA. IN UN'OCCASIONE MI HA CHIESTO SE PREFERISSI LA PIZZA CON L'IMPASTO ROMANO O NAPOLETANO" – “NON MI HANNO MAI TOCCATO, MI PORTAVANO CON UN BASTONE NELLA SALA DEGLI INTERROGATORI” - “IL MIO COMPAGNO NON HA MAI PARLATO CON ELON MUSK. HA CONTATTATO IL REFERENTE IN ITALIA DI MUSK, ANDREA STROPPA, PER CHIEDERE SE POTESSE AVERE NOTIZIE, E L'UNICA RISPOSTA CHE HA AVUTO È 'INFORMATO'…” - VIDEO

 

Estratto dell’articolo di Flavia Amabile per “La Stampa”

 

cecilia sala a che tempo che fa 8

Subito dopo la liberazione la giornalista Cecilia Sala aveva raccontato una parte di quello che era accaduto nei 21 giorni di prigionia nel carcere di Evin a Teheran nell'intervista rilasciata ieri sera a Fabio Fazio durante il programma Che tempo che fa sono emersi alcuni dettagli nuovi sugli interrogatori, sulle tecniche utilizzate dai carcerieri per indurre i prigionieri a confessare anche quando non si è commesso alcun reato come è il caso della giornalista italiana.

 

GAME OF DRONES - MEME BY EMILIANO CARLI

«Avvenivano ogni giorno, per 15 giorni, incappucciata – ha raccontato Cecilia Sala –. Sei sempre solo anche quando non sei solo, quando qualcuno ti interroga sei incappucciato, faccia al muro.

 

Nel corso degli interrogatori ci sono momenti in cui ti fanno rilassare, magari con una sigaretta. La mia impressione è stata che loro volessero trovare qualcosa di me che dimostrasse che non ero una giornalista».

 

A interrogarla era sempre la stessa persona. «Il giorno prima della mia liberazione, annunciata alle 9 di mattina dell'8 gennaio, mi hanno interrogata per dieci ore». Chi poneva le domande conosceva bene l'Italia. «In un'occasione mi ha chiesto se preferissi la pizza con l'impasto romano o napoletano, e questa è una cosa che solo chi ha familiarità con l'Italia può chiedere», spiega la giornalista.

 

 

cecilia sala barbour

Nessuno le ha fatto del male durante i 21 giorni in carcere. «Non mi hanno mai toccato, anche perché i maschi non possono neanche sfiorare le femmine, mi portavano con un bastone nella sala degli interrogatori. Ero incappucciata anche per andare alla toilette». Sono molti i modi per rendere le persone psicologicamente più fragili.

 

«C'erano fari al neon sempre accesi e quando non dormi per giorni perdi anche fiducia nella tua testa», ha ricordato la giornalista. E poi i rumori: «Quando si aprivano le porte sentivo una ragazza di una cella vicina che prendeva la rincorsa per sbattere la testa il più forte possibile contro la porta. I rumori che arrivavano dal corridoio erano strazianti, spesso urla o pianti, erano tentativi di farsi del male di detenute in isolamento».

 

fabio fazio cecilia sala che tempo che fa

Cecilia Sala non sapeva nulla di ciò che accadeva fuori ma è riuscita comunque a far trapelare delle informazioni. «Nella prima telefonata potevo dire di essere stata arrestata e di non essere stata ferita. Poi le telefonate sono diventate un po' più lunghe e riuscivo a passare delle informazioni a Daniele (Raineri, il compagno, ndr)». Per esempio che non aveva un materasso e un cuscino. Un giorno, però, i carcerieri le hanno comunicato una notizia.

 

 

 

 

 

cecilia sala a che tempo che fa 1

«Quando mi hanno detto che era morto Jimmy Carter, che era il presidente della presa degli ostaggi nell'ambasciata Usa a Teheran, quella è l'unica notizia che mi hanno dato dall'esterno. Lì ho capito che il messaggio era: sei un ostaggio».

 

[...]  «Questa è stata l'operazione per liberare un ostaggio preso in Iran più rapida dagli anni Ottanta. Seguo l'Iran da giornalista e quindi conoscevo gli altri casi», ha spiegato. Rispondendo a una domanda di Fabio Fazio, Sala ha chiarito anche il coinvolgimento di Elon Musk nella sua liberazione.

 

 

 

CECILIA SALA ABBRACCIA IL COMPAGNO DANIELE RAINERI APPENA ATTERRATA A CIAMPINO

«Nessuno della mia famiglia e neanche Daniele ha mai parlato con Elon Musk. La mia famiglia in quei momenti ha provato a parlare con tutti. Daniele ha contattato il referente in Italia di Musk, Andrea Stroppa, per chiedere se potesse avere notizie, perché Musk in precedenza aveva incontrato l'ambasciatore iraniano all'Onu dopo che dal 1979 non c'erano contatti tra americani e iraniani. L'unica risposta che Daniele ha avuto da Stroppa è che era informato».

 

Cecilia Sala ora sa che non tornerà in Iran, almeno «finché c'è la Repubblica islamica». Non vede l'ora di riprendere a raccontare storie e assicura di stare molto meglio. «Adesso aiutata riesco a dormire».

 

La sua fortuna – ha aggiunto – è di essere rimasta «lì dentro solo 21 giorni» quindi «il recupero è più rapido rispetto a tante altre persone sono rimaste lì centinaia di giorni». A loro è rivolto il suo pensiero, ai tanti che sono ancora in carcere e «non hanno la fortuna che ho avuto io di avere un Paese che ti protegge». Nel frattempo ieri è iniziato il rilascio degli ostaggi israeliani. «Non c'è notizia più importante che potessi sperare di leggere una volta tornata a casa», ha detto Cecilia. 

MEME SULLA LIBERAZIONE DI MOHAMMAD ABEDINI cecilia sala a che tempo che fa 6cecilia sala a che tempo che fa 3Mohammad Abedini najafabadicecilia sala abbraccia il compagno daniele raineri a ciampino cecilia sala Mohammad AbediniCECILIA SALA CON GIORGIA MELONI A CIAMPINO Mohammad Abedini najafabadicecilia sala arriva a casa con il compagno daniele raineri foto lapressel arrivo a casa di cecilia sala foto lapresse 2cecilia sala daniele raineri 2 cecilia sala nel 2018 cecilia sala a che tempo che fa 2cecilia sala 2cecilia sala nel 2015 4 cecilia sala nel 2018 cecilia sala announo MARIO CALABRESI A CASA DI CECILIA SALA CON UN MAZZO DI FIORIfabio fazio cecilia sala che tempo che facecilia sala a che tempo che fa 4

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ursula von der leyen donald trump dazi matteo salvini

DAGOREPORT – LA LETTERINA DELL’AL CAFONE DELLA CASA BIANCA È UNA PISTOLA PUNTATA ALLA TEMPIA DEI LEADER EUROPEI, CUI È RIMASTA UNA SOLA VIA DI USCITA, QUELLA COSIDDETTA “OMEOPATICA”: RISPONDERE AL MALE CON IL MALE. LINEA DURA, DURISSIMA, ALTRIMENTI, ALLE LEGNATE DI TRUMP, DOMANI, ALL’APERTURA DELLE BORSE, SI AGGIUNGERANNO I CALCI IN CULO DEI MERCATI. LA CINA HA DIMOSTRATO CHE, QUANDO RISPONDI CON LA FORZA, TRUMP FA MARCIA INDIETRO - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” ORMAI È RIMASTA L’UNICA A IMPLORARE, SCODINZOLANTE, “IL DIALOGO” COL DAZISTA IN CHIEF, NEMMENO LE CIFRE CATASTROFICHE SULLE RIPERCUSSIONI DELLE TARIFFE USA SULLE  AZIENDE ITALIANE, TANTO CARE ALLA LEGA, HA FERMATO I DEMENZIALI APPLAUSI ALLA LETTERA-RAPINA DA PARTE DI MATTEO SALVINI – ASCOLTATE JOSEPH STIGLITZ, PREMIO NOBEL PER L’ECONOMIA: “TRUMP NON AGISCE SECONDO ALCUN PRINCIPIO ECONOMICO, NON CONOSCE LO STATO DI DIRITTO, È SEMPLICEMENTE UN BULLO CHE USA IL POTERE ECONOMICO COME UNICA LEVA. SE POTESSE, USEREBBE QUELLO MILITARE’’

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...

diletta leotta ilary blasi stefano sala pier silvio berlusconi

FLASH – IL BRUTALE AFFONDO DI PIER SILVIO BERLUSCONI SU ILARY BLASI E DILETTA LEOTTA (“I LORO REALITY TRA I PIÙ BRUTTI MAI VISTI”), COSÌ COME IL SILURAMENTO DI MYRTA MERLINO, NASCE DAI DATI HORROR SULLA PUBBLICITÀ MOSTRATI A “PIER DUDI” DA STEFANO SALA, AD DI PUBLITALIA (LA CONCESSIONARIA DI MEDIASET): UNA DISAMINA SPIETATA CHE HA PORTATO ALLA “DISBOSCATA” DI TRASMISSIONI DEBOLI. UN METODO DA TAGLIATORE DI TESTE BEN DIVERSO DA QUELLO DI BABBO SILVIO, PIÙ INDULGENTE VERSO I SUOI DIPENDENTI – A DARE UNA MANO A MEDIASET NON È LA SCURE DI BERLUSCONI JR, MA LA RAI: NON SI ERA MAI VISTA UNA CONTROPROGRAMMAZIONE PIÙ SCARSA DI QUELLA CHE VIALE MAZZINI, IN VERSIONE TELE-MELONI, HA OFFERTO IN QUESTI TRE ANNI…

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

NULLA SARÀ COME PRIMA: PIER SILVIO BERLUSCONI, VESTITO DI NUOVO, CASSA IL SUO PASSATO DI RAMPOLLO BALBETTANTE E LANCIA IL SUO PREDELLINO – IN UN COLPO SOLO, CON IL COMIZIO DURANTE LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, HA DEMOLITO LA TIMIDA SORELLA MARINA, E MANDATO IN TILT GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI, MINACCIANDO LA DISCESA IN CAMPO. SE SCENDE IN CAMPO LUI, ALTRO CHE 8%: FORZA ITALIA POTREBBE RISALIRE (E MOLTO) NEI SONDAGGI (IL BRAND BERLUSCONI TIRA SEMPRE) – NELLA MILANO CHE CONTA IN MOLTI ORA SCOMMETTONO SUL PASSO INDIETRO DI MARINA DALLA GESTIONE “IN REMOTO” DI FORZA ITALIA: D'ALTRONDE, LA PRIMOGENITA SI È MOSTRATA SEMPRE PIÙ SPESSO INDECISA SULLE DECISIONI DA PRENDERE: DA QUANTO TEMPO STA COGITANDO SUL NOME DI UN SOSTITUTO DI TAJANI?