giusi bartolozzi carlo nordio ministero della giustizia

CHI COMANDA DAVVERO A VIA ARENULA? I FUNZIONARI DEL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA AVEVANO TROVATO UNA SOLUZIONE TECNICA PER RISOLVERE IL GUAIO DELLA SCARCERAZIONE DEL TORTURATORE LIBICO ALMASRI: UN NUOVO MANDATO DI CATTURA DA INVIARE ALLA PROCURA GENERALE. QUEL DOCUMENTO NON È MAI STATO FATTO PARTIRE DA VIA ARENULA. ANZI, SECONDO QUALCUNO NON SAREBBE STATO NEMMENO FATTO VISIONARE A NORDIO DALLA POTENTE CAPO DI GABINETTO, GIUSI BARTOLOZZI – LA CARRIERA DA GIUDICE A GELA, GLI ANNI DA DEPUTATA CON BERLUSCONI E LA SCALATA AL MINISTERO, DOVE SI SONO DIMESSI UNO A UNO TUTTI QUELLI CHE POTEVANO OSTACOLARLA: RITRATTO DELLA "ZARINA"

1 - I TIMORI DELLO STAFF PER LA FUGA DI NOTIZIE CACCIA ALLA TALPA

Estratto dell’articolo di Giuliano Foschini per “la Repubblica

https://www.repubblica.it/politica/2025/07/11/news/bongiorno_difesa_nordio_contro_renzi_spie_ministero-424724030/

 

GIUSI BARTOLOZZI

Giusi Bartolozzi lo aveva chiesto subito: «Massimo riserbo», scriveva, nella ormai famosa mail di domenica 19 gennaio. Sarà per questo che ancora oggi, dopo settimane difficilissime, mentre il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, in pubblico dice di essere tranquillo perché «quello che raccontano i giornali sono tutte balle», negli uffici di via Arenula è partita la caccia a chi quel «riserbo» non lo ha avuto, perché non lo poteva avere: tutta la documentazione su un caso delicato come quello di Almasri doveva essere tracciata e protocollata, com'è stata, a differenza di quello che aveva chiesto la capa di gabinetto.

 

CARLO NORDIO AL SENATO - FOTO LAPRESSE

La vera protagonista di questa vicenda. Per proteggere il suo operato, e quello del ministro, infatti, il governo ha dovuto cambiare quattro versioni come Repubblica oggi è in grado di ricostruire.

 

Dopo aver ricevuto gli avvisi di garanzia con l'avvio del procedimento del tribunale dei ministri, la premier Giorgia Meloni e i ministri coinvolti spiegano infatti la liberazione di Almasri come un atto dovuto e indipendente dalla volontà del governo.

 

Spiegano infatti che è il frutto della mancata interlocuzione preventiva tra la corte penale e il ministero. E attribuiscono quindi tutta la responsabilità della scarcerazione ai giudici della corte di appello di Roma. Tecnicamente non è una bugia: a scarcerare Almasri sono stati i magistrati. Ed è anche vero che sono stati loro a segnalare «la mancata interlocuzione».

 

Osama Njeem Almasri

Quello che non dicono, però, è che a partire dal 19 gennaio, già poche ore dopo l'arresto, sino al 21, quando arriva la scarcerazione, i giudici sollecitano ripetutamente il ministero per "sanare" la situazione. E tenere in carcere Almasri. E che da via Arenula, volutamente, nessuna risponde. «Il ministero della Giustizia avrebbe potuto (e dovuto) sanare tali vizi trasmettendo la documentazione richiesta al procuratore generale», scrive non a caso la Cpi. E invece non lo fa. Perché?

 

CARLO NORDIO CHE CERCA DI IMPEDIRE IL RILASCIO DEL TORTURATORE LIBICO ALMASRI - MEME BY 50 SFUMATURE DI CATTIVERIA

Una risposta — la terza versione — la dà Nordio nella sua informativa alla Camera del 5 febbraio quando, salvando di fatto il lavoro dei suoi uffici, rivendica la scelta. La sua, dice, è una scelta dettata dai «numerosi errori, anche materiali», contenuti nella richiesta di arresto della Cpi.

 

Sorvolando sul fatto che secondo la Corte non tocca al ministero questo tipo di valutazioni, dagli atti acquisiti dal tribunale dei ministri emergono due circostanze che inguaiano però il ministero.

 

La prima: il 18 gennaio, con il mandato d'arresto, la Cpi ha inviato all'ambasciata italiana in Olanda (che poi girò domenica 19 tutto a Roma) una nota con il nome, numero di telefono e mail del funzionario da contattare «qualora le autorità italiane dovessero individuare problemi che possano impedire l'esecuzione della presente richiesta di cooperazione».

 

LA DIFESA DI ALMASRI BY CARLO NORDIO - MEME BY 50 SFUMATURE DI CATTIVERIA

È quello che prevede l'articolo 97 dello Statuto di Roma con cui l'Italia ha aderito alla Cpi. Non lo hanno mai fatto. E ancora: gli stessi uffici di Nordio, quelli a cui la Bartolozzi aveva consigliando di parlare su Signal, avevano trovato una soluzione tecnica per risolvere il problema.

 

Era pronta una bozza di un nuovo mandato di cattura da inviare alla procura generale: avrebbe consentito di non liberare Almasri. E invece quel documento non è mai stato fatto partire da via Arenula. Anzi, secondo qualcuno non sarebbe stato nemmeno fatto visionare a Nordio […].

 

Perché gli uffici non sono stati ascoltati? Una risposta, la quarta versione, è stata inviata alla Cpi dal sottosegretario alla presidenza Alfredo Mantovano nella memoria di difesa: «La presenza di una richiesta concorrente di estradizione da parte delle autorità libiche per i medesimi fatti».

 

GIUSI BARTOLOZZI.

In sostanza, dice Mantovano, non abbiamo consegnato Almasri alla Cpi perché anche la Libia ne aveva chiesto l'arresto. «Ma l'Italia — scrive la Corte internazionale — aveva un obbligo inequivocabile di «notificare alla Corte la ricezione di una richiesta rilevante da parte di qualsiasi altro Stato per l'estradizione di Almasri». Insomma, il ministero della Giustizia avrebbe dovuto avvisare. L'Aja che anche la Libia aveva chiesto il torturatore. Invece di metterlo su un aereo di Stato. […]

 

2 - LA SCALATA A VIA ARENULA DELLA «ZARINA» BARTOLOZZI: «SERENA, VEDRETE LE CARTE»

Estratto dell’articolo di V. Pic. Per il “Corriere della Sera”

 

CARLO NORDIO AL SENATO - FOTO LAPRESSE

[…] sotto i riflettori per il caso Almasri c’è lei: Giusi Bartolozzi. La capo di gabinetto di via Arenula, che in un dicastero scosso da guerre interne ed esterne si è attirata attacchi condensati nel nomignolo «la zarina».

 

Ma si è saputa anche guadagnare la «piena, incondizionata e totale fiducia» del ministro della Giustizia, Carlo Nordio, riconfermata anche dopo le indiscrezioni sulle mail su Almasri nelle quali suggeriva di usare l’app di messaggistica criptata Signal.

 

[…] Cinquantacinque anni, sposata, un figlio, inizia la sua carriera come magistrato nella sua Gela, occupandosi di tutto: dal civile, al penale, al fallimentare, al diritto di famiglia. Sempre da giudice, mai da pm.

 

GIUSI BARTOLOZZI

Poi con suo marito Gaetano Armao, vicepresidente della giunta siciliana presieduta da Nello Musumeci, conosce Silvio Berlusconi che le offre un collegio blindato proprio a Gela. Triplica i consensi (36% delle preferenze) e diventa deputata, segretaria della commissione Giustizia e presidente della commissione Mafia e appalti. Un anno e mezzo dopo lascia Forza Italia, va nel gruppo Misto e non si ricandida.

 

Ma appena Carlo Nordio viene nominato ministro la chiama, come vicecapo di gabinetto. Da lì la sua ascesa. I maligni la descrivono come ministro-ombra. Ma lei ha sempre replicato di essere solo il suo «braccio armato».

 

Le bufere di questi due anni e mezzo di legislatura le ha attraversate a grandi falcate, con un piglio decisionista che ha fatto sentire molti scavalcati, causando addii a raffica.

 

Njeem Osama Almasri Hoabish torna a tripoli

Prima quello del capo di gabinetto Alberto Rizzo, poi della direttrice dell’ispettorato Rosaria Covelli, poi della capo ufficio stampa, infine del capo del Dipartimento Affari Giustizia Luigi Birritteri, al quale a gennaio erano state tolte le deleghe per la cooperazione giudiziaria.

 

 È lui il testimone di accusa più severo nell’inchiesta Almasri. A lui erano destinate le mail con Bartolozzi che fissa alla domenica, anziché al lunedì, la notizia dell’arresto giunta al ministero. E invita a parlarne su Signal. «Ne abbiamo riso assieme di quelle chiacchiere», assicura Nordio, che ieri ha riconfermato alla Camera: «Abbiamo sempre detto la verità».

 

Ma allora le voci di una irritazione della premier Meloni pronta a «tagliare teste» al ministero, a partire da quella bionda di Bartolozzi? Lei ieri si è mostrata «assolutamente tranquilla». […] «Limpida e tranquilla» e pronta a chiarire «in tre minuti» la verità.

GIUSI BARTOLOZZI

 

Quella che Nordio ha dichiarato già nella prima informativa al Parlamento: la notizia dell’arresto del torturatore libico era stata comunicata a lei, e subito girata al ministro, domenica 19, ma le carte erano arrivate solo il giorno dopo. E la valutazione era stata rinviata al momento dell’arrivo dei documenti. Da lì le parole della mail, scritte la domenica: «Lo sapevo». […]

Njeem Osama Almasri Hoabish torna a tripoli Njeem Osama Almasri Hoabish torna a tripoli

Ultimi Dagoreport

pam bondi

DAGOREPORT - COME MAI L’INFORMAZIONE ITALICA SI È TOTALMENTE DISINTERESSATA DELLO SBARCO A ROMA DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, LA FOSFORESCENTE SESSANTENNE PAM BONDI, ARRIVATA CON TANTO DI AEREO DI STATO IL 10 DICEMBRE? - EPPURE LA FEDELISSIMA DI TRUMP NON SI È TENUTA NASCOSTA: HA ALLOGGIATO ALL’HOTEL ST. REGIS, SI E’ ATTOVAGLIATA AL BOLOGNESE DI PIAZZA DEL POPOLO, HA INCONTRATO AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA DI VIA ARENULA CARLETTO NORDIO, HA AVUTO L'INESPRIMIBILE GIOIA DI CONOSCERE IL VICEPREMIER MATTEO SALVINI A UN RICEVIMENTO DELL'AMBASCIATORE USA IN ITALIA, TILMAN J. FERTITTA. E, FORSE, LA BEN DOTATA DALLA NATURA PAMELONA HA PURE INCOCCIATO IL MINISTRO PIANTEDOSI - MA DELLA “VACANZA ROMANA” DELL'ITALOAMERICANA CARISSIMA A TRUMP, NON SI REGISTRA MANCO UNA RIGA SUI GIORNALONI DE' NOANTRI - VABBE', A NATALE BISOGNA ESSERE BUONI: MAGARI ERANO TUTTI TROPPO IMPEGNATI A SEGUIRE LA FESTILENZA DI ATREJU DEI FRATELLINI DI GIORGIA…

john elkann theodore kyriakou leonardo maria del vecchio

DAGOREPORT - L’OSTACOLO PIÙ TOSTO DELLA TRATTATIVA IN CORSO TRA IL MAGNATE GRECO KIRIAKOU E JOHN ELKANN NON E' L'ACQUISIZIONE DEL GRUPPO GEDI BENSÌ COME “RISTRUTTURARE” UN ORGANICO DI 1300 DIPENDENTI, TRA TAGLI ALLE REDAZIONI LOCALI, PREPENSIONAMENTI E “SCIVOLI”, DI CUI CIRCA 280 GIORNALISTI FANNO CAPO A “REPUBBLICA” E ALTRI 170 A “LA STAMPA” - LA PARTITA SUL FUTURO DEL QUOTIDIANO TORINESE, ASSET CHE NON RIENTRA NEL PROGETTO DI KYRIAKOU, NON ACCELERA CON LA CORDATA VENETA MESSA SU DA ENRICO MARCHI - NEL CASO LA TRANSIZIONE ELLENICA NAUFRAGASSE, LEONARDINO DEL VECCHIO HA CONFERMATO DI ESSERE PRONTO: “NOI CI SIAMO” - “NOI” CHI? ESSENDO “QUEL RAGAZZO'' (COPY ELKANN), DEL TUTTO A DIGIUNO DI EDITORIA, I SOSPETTI DILAGANO SU CHI SI NASCONDE DIETRO LA CONTRO-OFFERTA CON RILANCIO DELL’AZIONISTA DELL’IMPERO DEL VECCHIO, IL CUI CEO MILLERI È STATO ISCRITTO NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI CON CALTAGIRONE E LOVAGLIO, PER LA SCALATA DI MPS SU MEDIOBANCA-GENERALI - E DA TORINO, AVVISANO LE REDAZIONI IN RIVOLTA DI ROMA E TORINO DI STARE ATTENTI: DALLA PADELLA GRECA RISCHIANO DI FINIRE NELLA BRACE DI CHISSÀ CHI...

nietzsche e marx si danno la mano venditti meloni veneziani

VIDEO! “ATREJU E’ IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO, COME DIREBBE ANTONELLO VENDITTI” – GIORGIA MELONI CITA “COMPAGNO DI SCUOLA”, IL BRANO DATATO 1975 DEL CANTAUTORE DI SINISTRA. OVVIAMENTE MARX E NIETZSCHE NON SI DIEDERO MAI LA MANO, NÉ AD ATREJU NÉ ALTROVE. CIÒ È STATO ANCHE IMMAGINATO NELL’ULTIMO LIBRO DI MARCELLO VENEZIANI “NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO”. LO SCRITTORE IPOTIZZA COME MISE EN SCÈNE CHE LA SERA DEL 5 MAGGIO 1882 I DUE SI SIANO TROVATI IN UNA LOCANDA DI NIZZA (DOVE ENTRAMBI PASSARONO). NON SI CAPISCE BENE SE LA MELONI CI ABBIA CREDUTO DAVVERO – VIDEO

giorgia meloni balla ad atreju

GIORGIA, ER MEJO TACCO DI ATREJU! - ZOMPETTANDO COME UN MISIRIZZI, LA MELONI CAMALEONTE HA MESSO IN SCENA CIO' CHE SA FARE BENISSIMO: IL BAGAGLINO DI CORBELLERIE (''QUESTO È IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DANNO LA MANO'') E DI SFOTTO' SU ELLY SCHLEIN: "IL CAMPO LARGO L'ABBIAMO RIUNITO NOI... CON IL SUO NANNIMORETTIANO 'MI SI NOTA DI PIÙ SE VENGO O STO IN DISPARTE O SE NON VENGO PER NIENTE' HA FATTO PARLARE DI NOI" -UBRIACA DI SE' E DEI LECCAPIEDI OSPITI DI ATREJU, HA SCODELLATO DUE ORE DI PARACULISSIMA DEMAGOGIA: NULLA HA DETTO SU LAVORO, TASSE, SANITA', ECC - IDEM CON PATATE SULLA GUERRA RUSSIA-UCRAINA, SUL CONFLITTO STATI UNITI-EUROPA, SUL RUOLO DEL GOVERNO SU DIFESA E IL RIARMO EUROPEO - IN COMPENSO, HA STARNAZZATO DI VITTORIE DEL GOVERNO MA  GUARDANDOSI BENE DI CITARE MINISTRI O ALLEATI; SI E' INFERVORATA PER IL PARTITO MA NON RICORDA CHE L’HA FONDATO CON CROSETTO E LA RUSSA ('GNAZIO E' STATO DEL TUTTO OSCURATO AD ATREJU) - "GIORGIA! GIORGIA!", GRIDA LA FOLLA - OK, L'ABBIAMO CAPITO: C’È UNA PERSONA SOLA AL COMANDO. URGE UN BALCONE PER LA NUOVA MARCHESA DEL GRILLO - DAGOREPORT+VIDEO 

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

NAZARENO, ABBIAMO (PIU’ DI) UN PROBLEMA - L’ASSEMBLEA PD DI DOMANI RISCHIA DI TRASFORMARSI IN UN BOOMERANG PER SCHLEIN: I DELEGATI DISERTANO, A RIDOSSO DI NATALE, NESSUNO SPENDE SOLDI E TEMPO PER VENIRE NELLA CAPITALE AD ASCOLTARE UNA RELAZIONE SENZA DIBATTITO – LA MOSSA DEI PRETORIANI DI ELLY PER SCONGIURARE LA SALA VUOTA ED EVITARE IL CONFRONTO IMPIETOSO CON MELONI CHE CONTEMPORANEAMENTE FARA’ IL PIENO A ATREJU – SORGI: “BONACCINI ENTRERA’ IN MAGGIORANZA MA SE I RIFORMISTI NON DOVESSERO RICEVERE RASSICURAZIONI SULLE LISTE ELETTORALI, IL RISCHIO DI UNA EVENTUALE SCISSIONE, SI FAREBBE PIÙ CONCRETO…”

ignazio la russa theodore kyriakou pier silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - LA TRATTATIVA DI ELKANN PER LA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRECO THEO KYRIAKOU STA SCOMBUSSOLANDO IL GOVERNO MELONI E DINTORNI - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” VEDE DI BUON OCCHIO LA TRANSIZIONE ELLENICA E SALVINI HA BEN GRADITO LA PROSPETTIVA CHE IL GRECO ANTENNATO SISTEMI PER LE FESTE I “COMUNISTI” DI ‘REPUBBLICA’ E ‘STAMPA’, PER FORZA ITALIA C’È STATO IL VEEMENTE INTERVENTO DEL ‘’PRESIDENTE IN PECTORE’’ DEL PARTITO, PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE VEDE IN KYRIAKOU UN COMPETITOR PERICOLOSISSIMO, ALFIERE DI QUEL CAPITALISMO DI STAMPO LIBERISTA, PER NULLA “LIBERAL”, CHE PREDICA IL PRIMATO DELL’ECONOMIA SULLA POLITICA - COSI', DIMENTICANDO IL SUO ATTIVISMO IN GERMANIA PER CREARE UN GIGANTE EUROPEO DELLA TV COMMERCIALE, L’EREDE DEL BISCIONE NON HA TROVATO DI MEGLIO CHE RISPOLVERARE LA BANDIERINA DELL’ITALIANITÀ (“CHE UN PEZZO DI STORIA DELL'INFORMAZIONE DEL NOSTRO PAESE VADA IN MANI STRANIERE UN PO' DISPIACE’’) - MA IL COLPO DI SCENA ARRIVA DAL CO-FONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA E SECONDA CARICA DELLO STATO, IGNAZIO LA RUSSA, QUANDO SI È DICHIARATO DISPOSTO A FARE DA INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI “COMUNISTI” DI GEDI E IL GRECO USURPATORE (ULTIMA USCITA DELLA GUERRIGLIA DI ‘GNAZIO IN MODALITÀ ''LA RISSA'' CONTRO LA DITTATURA DELLE SORELLE MELONI...)