strage di civili a beit lahia a gaza

COME SI MANTIENE LA PACE A GAZA? E’ IN ARRIVO UN CONTINGENTE AMERICANO DI 200 SOLDATI – POI PARTECIPERANNO ALLA TASK FORCE ANCHE EGITTO, QATAR, TURCHIA E FORSE EMIRATI - LE PRIME UNITÀ ARABE AVRANNO UN COMPITO PRIORITARIO: COLLABORARE AL RECUPERO DEI CORPI DEGLI OSTAGGI ISRAELIANI, RIMUOVENDO LE MACERIE DI PALAZZI E TUNNEL BOMBARDATI CHE IMPEDISCONO DI RAGGIUNGERE LE LORO PRIGIONI. MA SI DOVRANNO OCCUPARE ANCHE DI PROTEGGERE LA DISTRIBUZIONE DEGLI AIUTI - POI VANNO STABILITE LE REGOLE DI INGAGGIO: IN QUALI CONDIZIONI SARÀ PREVISTO L'USO DELLE ARMI? E COME SI POTRÀ RISPONDERE ALLE EVENTUALI VIOLAZIONI DELLA TREGUA DA PARTE ISRAELIANA? – BISOGNERA’ INVENTARE L'AUTORITÀ PALESTINESE CHE AMMINISTRERÀ LA STRISCIA E DI CONSEGUENZA I SUOI APPARATI DI SICUREZZA…

1 - IN ARRIVO CONTINGENTE AMERICANO PER LA FORZA MISTA CON GLI ARABI

Estratto dell’articolo di Gianluca Di Feo per “la Repubblica”

 

strage di civili a gaza

Subito una task force, composta da pochissimi Paesi: Egitto, Qatar, Turchia e forse Emirati. Poi nel giro di 6 settimane scenderà in campo una forza di stabilizzazione più corposa. Con un'unica certezza: il coordinamento dell'operazione per tutelare la pace a Gaza verrà gestito dagli americani […]

 

Il Pentagono sta allestendo un comando centrale fuori dalla Striscia […] con duecento militari a cui si aggregheranno ufficiali egiziani, turchi e qatarioti. Il resto è tutto da definire e va fatto di corsa […]

 

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Le prime unità arabe avranno un compito prioritario: collaborare al recupero dei corpi degli ostaggi israeliani, rimuovendo le macerie di palazzi e tunnel bombardati che impediscono di raggiungere le loro prigioni. Ma si dovranno occupare anche di proteggere la distribuzione degli aiuti, un elemento determinante per restituire la speranza ai palestinesi.

 

La seconda fase della missione – che potrebbe partire entro metà novembre – sarà una

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sfida senza precedenti: a Gaza è stato distrutto tutto e ci sono ordigni seminati ovunque. Vanno ricostruite la rete idrica, elettrica, telefonica, stradale e almeno inizialmente toccherà ai reparti di genieri farsene carico. Bisogna tornare a dare assistenza medica, ricorrendo ad ospedali da campo. E riportare la sicurezza, bloccando il riarmo dei miliziani e le irruzioni dell'esercito israeliano.

 

L'articolo 6 dell'intesa prevede che le nazioni del grande contingente dovranno essere accettate da Hamas e dallo Stato ebraico. Si sta cercando di coinvolgere Paesi arabi o comunque musulmani come Marocco, Giordania, Azerbaijan, Indonesia, Bangladesh. Soltanto l'Egitto può però schierare forze qualificate ed esperte, con il vantaggio di essere confinante.

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Una presenza significativa di Ankara potrebbe invece subire il veto del governo Netanyahu, limitando l'intervento a gruppi di supporto e personale sanitario. Lo stesso discorso vale per i pakistani. […] Mettere insieme una compagine eterogenea ne complica inevitabilmente l'efficienza, mentre a Gaza ne servirà tanta. La missione ha un'altra serie di incognite da risolvere in fretta. Anzitutto la catena di comando: chi deciderà cosa fare?

 

Poi vanno stabilite le regole di ingaggio: in quali condizioni sarà previsto l'uso delle armi? E come si potrà rispondere alle eventuali violazioni della tregua da parte israeliana? […] Infine ci sarà da inventare l'autorità palestinese che amministrerà la Striscia e di conseguenza i suoi apparati di sicurezza: per quest'ultimo incarico si conta sulla competenza dei carabinieri per guidare un pool di istruttori europei e arabi […]

 

2 – SOLDATI, REGOLE: DUELLO SULLA FORZA DI PACE

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Estratto dell’articolo di Guido Olimpio per il “Corriere della Sera”

 

Il Pentagono ha ordinato lo schieramento in Israele di 200 soldati, l’avanguardia della forza di stabilizzazione internazionale (Isf). […] La task force dovrà garantire la sicurezza una volta completato il ritiro israeliano, sorvegliare il perimetro esterno, contrastare eventuali minacce, offrire protezione ai civili, addestrare la polizia, creare condizioni che agevolino la transizione politica, punto sul quale però c’è ancora tanto da discutere.

 

Ostico il disarmo di Hamas. Sarà l’Isf a raccogliere Kalashnikov e lanciagranate? Se ne occuperanno gli egiziani, come suggerito da alcune fonti? E i tunnel saranno neutralizzati (ma prima devono trovarli)? Regole di ingaggio e dettagli sono centro di colloqui, serviranno ricognizioni e molta abilità vista la propensione dei due contendenti a mettere dei paletti. […]

 

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La Casa Bianca, per attuare il piano Trump, avrebbe ottenuto l’assenso di alcuni Stati-chiave, pronti a fornire i loro soldati. Egitto: ha partecipato alla trattativa, confina con la Striscia, la sua intelligence ha entrature; ricopre un ruolo storico (per antichi legami con Gaza) e per l’importanza strategica.

 

Qatar: il grande mediatore, ospita i capi di Hamas, ha in mano le chiavi della cassa e della propaganda, partner cruciale di The Donald e protettore della fazione.

 

Turchia: Erdogan è l’altra sponda per il movimento palestinese, ambisce ad estendere la sua influenza dalla Siria alla Libia, è stato importante nelle ultime fasi della trattativa, i suoi 007 «sanno».

 

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Emirati Arabi: è stata ipotizzata una loro presenza, hanno fondi a disposizione, hanno coltivato personaggi palestinesi (come Mohammed Dahlan e forse qualche clan beduino), possono servire per la ricostruzione, cercano di bilanciare il peso dei rivali qatarini. In questo «pacchetto» potrebbe entrare anche un attore non locale: l’Indonesia. […]

 

La Francia, molto attiva al fianco del Cairo, ha formulato proposte su come prendere in carico gli equipaggiamenti bellici dei mujaheddin […] L’Italia, invece, si è dichiarata disponibile ad una missione sotto l’egida Onu: pronti circa 200 carabinieri, membri di reparti preparati a scenari come quello di Gaza. […] La Difesa italiana ha un rapporto speciale con il teatro mediorientale e la realtà palestinese.

 

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Nell’82 prima i bersaglieri e poi i parà, seguiti da altre unità, vennero inviati a tutelare i campi profughi in Libano. Una prima esperienza che, nel corso degli anni, si è sviluppata in questa regione come in altri punti di conflitto. […] La composizione finale potrebbe mutare a causa di veti — Hamas ha già bocciato Tony Blair come gestore politico — oppure risentire di inevitabili difficoltà del piano elaborato da Donald Trump. […] Infine, è presumibile che l’Isf si avvalga come retrovia logistica anche di Cipro. […]

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