leggi razziali fascismo

“È TEMPO CHE GLI ITALIANI SI PROCLAMINO FRANCAMENTE RAZZISTI” – 80 ANNI FA IL "GIORNALE D’ITALIA" PUBBLICÒ IL “MANIFESTO DELLA RAZZA”, PRIMO PASSO VERSO L’ESCLUSIONE TOTALE DEGLI EBREI DALLA SOCIETÀ ITALIANA – LA CONNIVENZA DEI MIGLIORI SCIENZIATI ITALIANI, CHE “CERTIFICARONO” L’ESISTENZA DI UNA PURA RAZZA ITALIANA – IL RUOLO DI VIRGINIO GAYDA CHE  PUBBLICÒ IL "MANIFESTO" SOTTO DETTATURA DEL DUCE...

1 – OTTANT' ANNI FA LE LEGGI RAZZIALI

Amedeo Osti Guerrazzi per “la Stampa”

 

il fascismo e la razza

«È tempo che gli italiani si proclamino francamente razzisti». È il 14 luglio del 1938, e sul Giornale d' Italia appare un articolo anonimo intitolato «Il fascismo e il problema della razza», meglio conosciuto come «Manifesto della razza». Il «Manifesto», poi ripreso da tutta la stampa italiana, è un «decalogo» che, al primo punto afferma che «le razze umane esistono».

 

I punti successivi dichiarano che esiste una gerarchia tra le razze (concetto, quest' ultimo, «puramente biologico»), che esiste una «pura razza italiana», e che «è tempo che gli italiani si dichiarino francamente razzisti».

leggi razziali

 

Al punto 9 gli ebrei vengono descritti come «non appartenenti alla razza italiana» e si conclude con il decimo e ultimo punto secondo il quale «I caratteri fisici e psicologici puramente europei degli italiani non devono essere alterati in alcun modo».

 

Tra i firmatari vi sono alcuni dei migliori scienziati italiani, tra i quali Guido Landra, Nicola Pende e Sabato Visco. Anche se sembra che solo Landra sia stato l' autore del testo, nessuno degli altri firmatari si oppone a questa serie di orrori scientifici. Con il loro prestigio, questi docenti universitari «certificano» una serie di affermazioni che nulla hanno a che vedere con la scienza.

mussolini hitler

 

Scienza opportunistica

È il primo passo degli scienziati italiani in favore del razzismo, voluto da Mussolini per suscitare odio nei confronti di una minoranza e per ottenere consenso attorno a una serie di provvedimenti che, nei mesi e negli anni successivi, escluderanno i cittadini ebrei di religione ebraica dalla società.

 

I motivi che hanno spinto il dittatore a scatenare la campagna antiebraica sono noti: creare un nemico interno contro il quale mobilitare la società, a suo parere ormai troppo «imborghesita», e avvicinarsi ancora di più alla Germania nazista.

leggi razziali 3

 

Una politica caratterizzata da uno straordinario cinismo voluta da Mussolini in persona, senza alcuna pressione dall' esterno. Il «Manifesto» ha un effetto molto forte sull' opinione pubblica.

 

Il Regime fascista esprime apertamente per la prima volta la sua vocazione apertamente razzista e, soprattutto, dichiara che una minoranza è un corpo estraneo alla comunità nazionale.

 

Sconcerto

In un primissimo momento, gli italiani osservano queste leggi con un certo scetticismo.

leggi razziali del fascismo

Un forte e radicato sentimento antiebraico in Italia non c' è.

 

La comunità ebraica è piccola, perfettamente inserita nella società e nelle istituzioni. Come tutti, gli ebrei hanno partecipato alle guerre, hanno dato il loro contributo alla società, alla cultura e all' economia italiane, e molti hanno anche aderito al fascismo. Si tratta dunque di una trovata propagandistica che non avrà conseguenze?

 

E invece alle parole seguono, con ritmo incalzante, i fatti. In agosto gli ebrei sono costretti a dichiarare la propria «appartenenza razziale», cioè censiti.

 

LE LEGGI RAZZIALI DEL FASCISMO

È una operazione che viene giustificata con la necessità di capire le esatte dimensioni del «problema ebraico», per analizzare «l' influenza» degli ebrei sulla società.

 

È un modo per far capire all' opinione pubblica che gli ebrei sono troppi, e che il loro «potere» deve essere limitato.

 

Zelanti esecutori

A settembre segue l' esclusione degli ebrei dalle scuole e dalle università. A novembre le leggi razziali vere e proprie, con la cacciata dagli impieghi pubblici, dalle professioni, dal partito fascista, dall' esercito.

 

leggi razziali 1

Agli ebrei è anche vietato di sposarsi con gli «ariani», come gli italiani stanno scoprendo di essere. Una serie di leggi, seguite da una propaganda incessante e pervasiva che, passo dopo passo, deve convincere gli italiani che gli ebrei sono una «razza» e che rappresentano un pericolo per la propria società.

 

Le parole dell' odio, mascherate da argomenti razionali e oggettivi convincono una parte, forse neanche piccola, dell' opinione pubblica che è necessario difendersi contro una minoranza diversa, infida e mai realmente leale nei confronti del paese che li ha accolti.

benito mussolini 2

 

Mussolini ha buon gioco nel resuscitare gli antichi pregiudizi della tradizione cattolica, mentre una parte degli italiani è immediatamente pronta ad approfittare dei posti di lavoro lasciati liberi dai perseguitati.

 

La politica antiebraica iniziata nel 1938 non è senza conseguenze, e non soltanto per le vittime. Sono molti, troppi gli italiani che, per far carriera, per mettersi in mostra davanti ai gerarchi in camicia nera si dichiarano razzisti, pubblicano articoli antiebraici, rompono i rapporti con amici e colleghi ebrei.

LE LEGGI RAZZIALI DEL FASCISMO

 

Sono tanti, troppi, quelli che fanno il vuoto attorno ai conoscenti e ai vicini di casa ebrei. Ma soprattutto sono tanti, troppi quelli che, durante l' occupazione tedesca, nel 1943-1945, collaborano con i nazisti nella caccia all' ebreo, caccia che si conclude, sempre, ad Auschwitz.

 

Una politica nata nel 1938, per volontà di un dittatore, apparentemente innocua, apparentemente «giusta» e «necessaria» per «difendere gli italiani», si trasforma, nel corso degli anni, nell' armamentario politico e ideologico che porta allo sterminio.

 

2 - UN DOCUMENTO SCRITTO SOTTO DETTATURA DEL DUCE

Mirella Serri per "la Stampa"

 

virginio gayda

Maledette donne! Soprattutto se di colore: dopo la conquista dell' Etiopia, Mussolini era impaziente di ostacolare il «madamato». L' 11 maggio 1936 emanò un decreto legge per colpire i soldati italiani che convivevano more uxorio con le signorine etiopi.

 

Contro i meticci

Chi fu l' intellettuale che più applaudì il provvedimento sostenendo che metteva gli italiani al riparo dalla nascita dei meticci, di quei «bastardi che sono una spaventosa peste per la civiltà spirituale e politica, economica e sociale»?

LE LEGGI RAZZIALI DEL FASCISMO

 

Fu uno dei più noti giornalisti del Duce, Virginio Gayda: era così convinto delle ragioni della campagna razziale che ne sosteneva l' utilità per «inoculare» nei nostri militari un «fiero senso della superiorità della loro razza che non deve essere contaminata e avvilita».

 

Laureatosi all' Università di Torino, Gayda fu un brillante corrispondente di guerra de La Stampa. Era un vero asso della politica estera. Mussolini a metà degli anni Venti lo chiamò al timone de Il Giornale d' Italia e lui lo trasformò in un organo così autorevole che all' estero era considerato il portavoce ufficioso del regime.

 

la difesa della razza

Proprio su quel quotidiano, il 14 luglio 1938 Mussolini fece pubblicare «Il fascismo e i problemi della razza», ovvero il terribile «Manifesto degli scienziati razzisti». Ma come mai con tanti periodici a disposizione il capo del governo scelse la testata diretta da Gayda per lastricare la via italiana al razzismo?

 

«L' autorevolezza della fonte garantiva che il messaggio mussoliniano avrebbe fatto il giro del mondo», osserva lo storico Mauro Canali che ha dedicato a Gayda e al razzismo importanti studi.

 

«Mussolini non volle esporsi in prima persona ma accreditare la convinzione che il messaggio razzista elaborato dai maggiori scienziati venisse dalla pancia della nazione, che fosse un' esigenza del popolo italiano». Però fin da subito si cominciò a parlare della paternità di quel vergognoso manifesto.

 

L' intervento decisivo

benito mussolini 1

Galeazzo Ciano annotò: «Mi dice che in realtà l' ha quasi completamente redatto lui». Giuseppe Bottai, a proposito della seduta del Gran Consiglio del 6 ottobre, in cui si stava discutendo della questione razziale, riportò che Mussolini aveva affermato: «Sono io, che praticamente l' ho dettato».

 

Anche Gayda riconosceva l' intervento del Duce nella definizione di quel testo razzista che segnò tragicamente il destino degli ebrei italiani.

 

Il giornalista morì nel 1944, a 58 anni, a Roma sotto un bombardamento mentre stava prendendo lezioni d' inglese da un' anziana signora.

 

Forse, temendo le conseguenze di quanto aveva fatto, sperava di potersi riciclare.

Come fecero poi gli scienziati firmatari del manifesto pesantemente rimaneggiato dal dittatore.

 

Ultimi Dagoreport

tommaso inzaghi

DAGOREPORT - IL TRASFERIMENTO DI SIMONE INZAGHI IN ARABIA? UN AFFARE DI FAMIGLIA. L’ARTEFICE DELL’OPERAZIONE CHE HA PORTATO L’EX ALLENATORE DELL’INTER ALLA CORTE DELL’AL-HILAL È STATO TOMMASO INZAGHI, IL FIGLIO DI SIMONE E DI ALESSIA MARCUZZI, PROCURATORE CHE FA PARTE DELL'AGENZIA DI FEDERICO PASTORELLO, LA P&P SPORT MANAGEMENT – LE LAUTE COMMISSIONI, LA TRATTATIVA CHE ANDAVA AVANTI DA TEMPO (GIÀ PRIMA DEL RITORNO CON IL BARCELLONA SIMONE INZAGHI AVEVA PROPOSTE DALL’ARABIA), LO STRANO MESSAGGIO SOCIAL DI TOMMASO INZAGHI E LE VOCI SU UNO SPOGLIATOIO IN TENSIONE PRIMA DELLA FINALE DI CHAMPIONS PER...

francesco gaetano caltagirone alberto nagel francesco milleri

DAGOREPORT - GONG! ALLE ORE 10 DI LUNEDÌ 16 GIUGNO SI APRE L’ASSEMBLEA DI MEDIOBANCA; ALL’ORA DI PRANZO SAPREMO L’ESITO DELLA GUERRA DICHIARATA DAL GOVERNO MELONI PER ESPUGNARE IL POTERE ECONOMICO-FINANZIARIO DI MILANO - LO SCONTRO SI DECIDERÀ SUL FILO DI UNO ZERO VIRGOLA - I SUDORI FREDDI DI CALTARICCONE DI FINIRE CON IL CULO A TERRA NON TROVANDO PIÙ A SOSTENERLO LA SEDIA DI MILLERI SAREBBERO FINITI – L’ATTIVISMO GIORGETTI, DALL’ALTO DELL’11% CHE IL MEF POSSIEDE DI MPS – L’INDAGINE DELLA PROCURA DI MILANO SU UNA PRESUNTA CONVERGENZA DI INTERESSI TRA MILLERI E CALTAGIRONE, SOCI DI MEDIOBANCA, MPS E DI GENERALI - ALTRO GIALLO SUL PACCHETTO DI AZIONI MEDIOBANCA (2%?) CHE AVREBBE IN TASCA UNICREDIT: NEL CASO CHE SIA VERO, ORCEL FARÀ FELICE LA MILANO DI MEDIOBANCA O LA ROMA DI CALTA-MELONI? AH, SAPERLO….

iran israele attacco netanyahu trump khamenei

DAGOREPORT - STANOTTE L'IRAN ATTACCHERÀ ISRAELE: RISCHIO DI GUERRA TOTALE - È ATTESO UN VIOLENTISSIMO ATTACCO MISSILISTICO CON DRONI, RISPOSTA DI TEHERAN ALL'"OPERAZIONE LEONE NASCENTE" DI NETANYAHU, CHE QUESTA MATTINA HA COLPITO IL PRINCIPALE IMPIANTO DI ARRICCHIMENTO IRANIANO, UCCIDENDO L'INTERO COMANDO DELL'ESERCITO E DELLE GUARDIE RIVOLUZIONARIE. LA MAGGIOR PARTE DI LORO È STATA FATTA FUORI NELLE PROPRIE CASE GRAZIE AI DRONI DECOLLATI DALLE QUATTRO BASI SOTTO COPERTURA DEL MOSSAD A TEHERAN - ISRAELE HA DICHIARATO LO STATO DI EMERGENZA: GLI OSPEDALI SPOSTANO LE OPERAZIONI IN STRUTTURE SOTTERRANEE FORTIFICATE - TRUMP HA AVVERTITO OGGI L'IRAN DI ACCETTARE UN ACCORDO SUL NUCLEARE "PRIMA CHE NON RIMANGA NULLA", SUGGERENDO CHE I PROSSIMI ATTACCHI DI ISRAELE CONTRO IL PAESE POTREBBERO ESSERE "ANCORA PIÙ BRUTALI" - VIDEO

lauren sanchez jeff bezos venezia

FLASH! – I VENEZIANI HANNO LA DIGA DEL MOSE PURE NEL CERVELLO? IL MATRIMONIO DI JEFF BEZOS È UNA FESTICCIOLA PER 250 INVITATI DISTRIBUITI TRA QUATTRO HOTEL: GRITTI, AMAN, CIPRIANI E DANIELI - NIENTE CHE LA SERENISSIMA NON POSSA SERENAMENTE SOSTENERE, E NULLA A CHE VEDERE CON LE NOZZE MONSTRE DELL'INDIANO AMBANI, CHE BLOCCARONO MEZZA ITALIA SOLO PER IL PRE-TOUR MATRIMONIALE – DITE AI MANIFESTANTI IN CORTEO "VENEZIA NON E' IN VENDITA" CHE I 10 MILIONI DI EURO SPESI DA MR.AMAZON SI RIVERSERANNO A CASCATA SU RISTORATORI, COMMERCIANTI, ALBERGATORI, GONDOLIERI E PUSHER DELLA CITTÀ…

tajani urso vattani peronaci azzoni antonio adolfo mario marco alessandro

DAGOREPORT - MAI SUCCESSO CHE LA LISTA DEI NUOVI AMBASCIATORI, SCODELLATA DA TAJANI, VENISSE SOSPESA PER L’OPPOSIZIONE DI UN MINISTRO (URSO) IRATO PERCHÉ IL SUO CONSIGLIERE DIPLOMATICO È FINITO A NAIROBI ANZICHÉ A BUCAREST - DAL CDM SONO USCITI SOLO GLI AMBASCIATORI STRETTAMENTE URGENTI. ALLA NATO SBARCA AZZONI, MENTRE PERONACI VOLA A WASHINGTON. E’ LA PRIMA VOLTA CHE LA PIÙ IMPORTANTE SEDE DIPLOMATICA VIENE OCCUPATA DA UN MINISTRO PLENIPOTENZIARIO ANZICHÉ DA UN AMBASCIATORE DI GRADO (FRA DUE ANNI È GIA’ PRONTO IL FIDO CONSIGLIERE DIPLOMATICO DI LADY GIORGIA, FABRIZIO SAGGIO) – IL MALDESTRO MARIO VATTANI IN GIAPPONE, ANCHE SE ERA WASHINGTON LA SCELTA IDEALE DELLA FIAMMA MAGICA (MATTARELLA AVREBBE SBARRATO IL PASSO) – LA LISTA DI TUTTI GLI AMBASCIATORI SOSPESI….

giorgia meloni antonio tajani matteo salvini giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - A SINISTRA SI LITIGA MA A DESTRA VOLANO GLI STRACCI! - LA MAGGIORANZA SI SPACCA SU ROTTAMAZIONE E TAGLIO ALL'IRPEF - GIORGIA MELONI DAVANTI AI COMMERCIALISTI PARLA DI SFORBICIATA AL CUNEO E LODA MAURIZIO LEO, "DIMENTICANDOSI" DI GIORGETTI. CHE ALZA I TACCHI E SE NE VA SENZA PARLARE - LA LEGA PRETENDE UN'ALTRA ROTTAMAZIONE, FORZA ITALIA E FDI CHIEDONO PRIMA DI TAGLIARE LE TASSE AL CETO MEDIO - PECCATO CHE I SOLDI PER ENTRAMBI I PROVVEDIMENTI, NON CI SIANO - LA LISTA DEGLI SCAZZI SI ALLUNGA: RISIKO BANCARIO, CITTADINANZA, POLITICA ESTERA, FISCO E TERZO MANDATO - VANNACCI METTE NEL MIRINO I GOVERNATORI LEGHISTI ZAIA E FEDRIGA CON UNA SPARATA, A TREVISO, CONTRO IL TERZO MANDATO: IL GENERALE, NOMINATO VICESEGRETARIO DA SALVINI, È LA MINA CHE PUÒ FAR SALTARE IN ARIA LA FRAGILE TREGUA NEL CARROCCIO (E DUNQUE NEL CENTRODESTRA)