GIALLO INFINITO: AMANDA E SOLLECITO CONDANNATI! – IL RUOLO DI ‘CONCORRENTI’ PER I 2 AMANTI, LA CONFESSIONE E IL MEMORIALE DELLA KNOX ALLA BASE DEL NUOVO VERDETTO – MA LA PARTITA NON È ANCORA CHIUSA

1. MEREDITH, CONDANNATI KNOX E SOLLECITO
Al. Cap. per ‘Il Corriere della Sera'

Amanda Knox, 28 anni e sei mesi; Raffaele Sollecito, 25 anni. Assassini entrambi di Meredith Kercher. Arriva alle 22 la sentenza della Corte d'assise d'appello di Firenze che accoglie i «rilievi» della Cassazione e spazza via le assoluzioni che altri giudici, a Perugia, avevano decretato il 4 ottobre 2011. Arriva dopo dodici ore di camera di Consiglio e riapre un giallo che appare ormai senza fine. «Torneremo in Cassazione», annunciano le difese confermando come la storia non sia affatto chiusa.

Amanda è negli Stati Uniti, Raffaele rimane libero anche se con divieto di espatrio. Secondo la Corte «ha evidenziato la disponibilità di supporti logistici in Paesi in relazione ai quali lo Stato italiano non risulta legato da accordi di assistenza giudiziaria». Per lui, secondo i giudici fiorentini, «sussiste concreto e attuale pericolo di fuga». Nessuna misura è stata stabilita invece per Amanda perché, dopo l'assoluzione in appello a Perugia, si trova ora «legittimamente nel suo Paese di origine» e «non sussiste pericolo di fuga da territorio nazionale».

Pur se visibilmente soddisfatto, il procuratore generale Alessandro Crini si limita, dopo la sentenza, a poche parole: «È stato riconosciuto il nostro impianto accusatorio».
Le difese, adesso, reagiscono: annunciano ricorso in Cassazione. «Amanda e Raffaele - dice uno dei legali di Raffaele, Giulia Bongiorno - sono stati da sempre indicati come assassini ma io non parlerò di accanimento quando c'è una sentenza perché rispetto la giustizia».

Bongiorno è convinta che la storia non sia finita qui: «Anche gli errori giudiziari fanno la storia della giustizia, ma li correggeremo questi errori». Per lei «questo è un processo in cui ci sono prove a favore degli imputati. Non dimentichiamo che esiste una perizia che esclude l'attribuibilità del Dna trovato nella stanza a Raffaele». Il difensore di Amanda, Luciano Ghirga, non nasconde la delusione: «È stata una bella botta, sì, ma Amanda è innocente e faremo ricorso».

Chi sorride è Patrick Lumumba, finito in carcere nel 2007 dopo la calunnia di Amanda: «Ero convinto che la condanna sarebbe stata confermata, Amanda sa cosa è successo quella notte». Era il 2007, e il secondo giorno di novembre fu ritrovato il cadavere di Meredith Kercher, studentessa inglese poco più che ventenne. In meno di una settimana scattarono gli arresti: Amanda Knox e Raffaele Sollecito in prigione, e poche settimane più tardi in Germania viene fermato Rudy Guede, incastrato da prove scientifiche inoppugnabili. È l'unico, lui, che è stato già condannato in via definitiva: sedici anni, e tra poco, fanno sapere gli avvocati, comincerà a usufruire dei benefici, a uscire.
Adesso ad Amanda e Raffaele rimane l"ultima possibilità, la Cassazione, probabilmente nel 2015.

2. IL MEMORIALE, LE PERIZIE, IL MOVENTE: ECCO LE RAGIONI DEL NUOVO VERDETTO
Fiorenza Sarzanini per ‘Il Corriere della Sera'

Hanno seguito le indicazioni della Corte di Cassazione e «hanno posto rimedio» come era stato sollecitato il 26 marzo scorso proprio dai supremi giudici. Perché la sentenza d'appello che assolveva Amanda Knox e Raffaele Sollecito, era stata annullata ritenendo fosse «segnata da molteplici profili di manchevolezza, contraddittorietà ed illogicità». E ieri sera il nuovo collegio presieduto da Alessandro Nencini è addirittura andato oltre le aspettative, aggravando la pena inflitta in primo grado ad Amanda Knox e confermando quella per Raffaele Sollecito. I 28 anni e sei mesi per lei e i 25 per lui dicono che entrambi erano sulla scena del delitto, entrambi hanno partecipato all'omicidio di Meredith Kercher.

I «concorrenti»
La linea tracciata dalla Cassazione ordinando un nuovo processo d'appello era chiara: «Delineare la posizione soggettiva dei concorrenti di Rudy Guede, a fronte del ventaglio di situazioni ipotizzabili, che vanno dall'accordo genetico sull'opzione di morte, alla modifica di un programma che contemplava inizialmente solo il coinvolgimento della giovane inglese in un gioco sessuale non condiviso, alla esclusiva forzatura ad un gioco erotico spinto di gruppo, che andò deflagrando, sfuggendo al controllo».

«Concorrenti»: è questa la parola chiave. E infatti il verdetto emesso ieri sera conferma la posizione dominante di Amanda, ma assegna a Raffaele un ruolo da protagonista. Non passa la linea degli avvocati Giulia Bongiorno e Luca Maori che avevano chiesto di «separare» i due ragazzi. Non passa la linea di chi ipotizzava per lui una condanna per favoreggiamento. Raffaele, questo dice la Corte, c'era e partecipò attivamente all'assassinio.

La confessione
Erano 14 i punti controversi evidenziati dai supremi giudici. Testimonianze, prove genetiche, ricostruzioni: ogni aspetto era stato rimesso in discussione. E molti dubbi erano stati espressi sulla valutazione delle dichiarazioni di Amanda Knox, la sua confessione e quel memoriale che - meno di una settimana dopo il delitto, quando le indagini della polizia non avevano ancora imboccato alcuna pista - ricostruì che cosa era accaduto nella villetta di via della Pergola indicando in un giovane di colore l'assassino di Mez.

Davanti ai poliziotti della squadra mobile di Perugia la giovane di Seattle entrò nei dettagli, disse che Patrick Lumumba voleva avere un rapporto sessuale con la sua amica, che si erano chiusi in camera e poi lei si era tappata le orecchie perché non voleva sentire «ma avevo capito che cosa stava accadendo». Decise anche di scriverlo a mano, in bella grafia su alcuni fogli a righe che poi consegnò agli agenti. Non era Patrick, ma Rudy. E proprio lui, unico ad aver ammesso di essere stato quella sera con Mez pur negando di averla uccisa, ha confermato ogni particolare di quella ricostruzione. Avvalorando l'ipotesi che Amanda abbia accusato uno per coprire l'altro, così sperando di salvare anche se stessa.

Il memoriale
Una tesi che la Cassazione aveva in qualche modo confermato affermando: «È vero che si tratta di riflessioni di dubbio significato sostanziale, ma è anche vero che non potevano essere liquidate - come furono - sul presupposto della pressione psicologica a cui fu sottoposta l'autrice e della manipolazione psichica operata, in primis perché lo scritto fu confezionato nella piena solitudine successivamente agli eccessi inquisitori e poi perché proprio quello scritto venne utilizzato dalla stessa corte di secondo grado come base probante del delitto di calunnia, sul presupposto della piena capacità di intendere e volere, tanto da venire la Knox condannata anche sulla base di questo scritto, oltre che sulla base di quanto raccontato ancora una volta in piena autonomia e al riparo da interventi pressanti, alla madre, nel corso di un colloquio con lei».

Quanto bastava per evidenziare «una palese contraddittorietà nella valutazione della stessa prova, che mette in discussione la coerenza strutturale della decisione» e invitare «il giudice di rinvio a formulare nuovo giudizio, con maggiore coerenza argomentativa, trattandosi anche in questo caso di un passaggio significativo del discorso giustificativo, afferente la presenza o meno della giovane presso la sua abitazione al momento del fatto».

La condanna di Rudy
E poi c'è la sentenza che ha condannato Guede a 16 anni di carcere, diventata ormai definitiva, per concorso in omicidio. Su questo la Cassazione era stata lapidaria, specificando come «il dato della presenza di altre persone andava necessariamente correlato con quello sulla disponibilità della casa» dove fu compiuto il delitto e dunque sulla presenza di Amanda.

Dna, testimoni, interrogatori: la partita tra accusa e difesa non è conclusa, si giocherà nuovamente tra qualche mese davanti alla Corte di Cassazione. Ma la sentenza di ieri sera sembra aver segnato inesorabilmente il futuro di Amanda e Raffaele.

 

Sollecito sostenuto dalla sua famiglia Sollecito arriva a Firenze AMANDAarticle AC BC DC x SOLLECITO article D E DC x MEREDITH KERCHERGiulia Bongiorno Tutt altro aspetto fino a settembre quando andava in tv perugia patrick diya lumumbaLook da nerd per la Knox Patrick LumumbaRudy Guede

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....