
“RIVOLGERSI A LUI, ANCHE CON IL FORMALE ‘SIGNOR ARMANI’, COMPORTAVA UNA SORTA DI TREPIDAZIONE” - ANNA WINTOUR SCRIVE SU “VOGUE” UN RICORDO INTIMO DELLO STILISTA SCOMPARSO A 91 ANNI E RIVELA COME AVESSE UNA SORTA DI TIMORE: “CI FU UN MOMENTO, NEI MIEI MOLTI DECENNI DI CONOSCENZA DI GIORGIO ARMANI, IN CUI MI SENTII FINALMENTE ABBASTANZA A MIO AGIO DA CHIAMARLO GIORGIO INVECE DI ‘SIGNOR ARMANI’, MA CI VOLLE TEMPO. ERA UN PO’ TIMIDO, TI TENEVA A DEBITA DISTANZA FINO A QUANDO NON AVEVI DIMOSTRATO DI MERITARE LA SUA FIDUCIA E LA SUA AMICIZIA…”
Estratto dell’articolo di Massimo Basile per “la Repubblica”
L’elegia in prosa di Giorgio Armani da parte della donna più potente della moda. In un ricordo intimo pubblicato su Vogue, di cui è stata leggendaria direttrice, Anna Wintour mostra il lato umano dietro lo stilista, scomparso a 91 anni: la timidezza, la disciplina, la durezza come corazza, la conquista della fiducia.
Ma allo stesso tempo, quello scritto dalla donna considerata il terrore del jet set è un elogio professionale, che colloca Armani nella storia della moda accanto a nomi come Chanel o Balenciaga, e sottolinea la sua capacità di dare un’impronta indelebile al costume e alla cultura visiva.
Il ricordo si conclude con l’aneddoto di un ultimo incontro mancato. “Senza dubbio - scrive - ci fu un momento, nei miei molti decenni di conoscenza di Giorgio Armani, in cui mi sentii finalmente abbastanza a mio agio da chiamarlo Giorgio invece di ‘signor Armani’, ma ci volle tempo”.
“Giorgio - continua - ispirava un’immensa ammirazione per i suoi successi, e anche per il suo modo incrollabile di vedere il mondo e di immaginare come noi potessimo apparire e viverci dentro.
Poiché tutto ciò che faceva era alimentato da un’etica del lavoro feroce e instancabile, rivolgersi a lui - anche con il formale “signor” - comportava una sorta di trepidazione. Poteva essere severo, duro, e inflessibilmente diretto quando lo desiderava. Ma questa era la sua persona, la sua corazza”.
Wintour ricorda […]“un po’ timido “. “Ti teneva a distanza - scrive - fino a quando non avevi dimostrato di meritare la sua fiducia e la sua amicizia. Molti di noi desideravano ardentemente raggiungere quel traguardo. Col tempo, lui ed io siamo arrivati a una calda comprensione reciproca. Dovevi aspettare quel luccichio nei suoi occhi per sapere di essere finalmente accettato”.
[…]
“Il mese scorso avevo sentito dire che Giorgio non fosse in ottima salute - rivela la regina della moda - e, trovandomi a Milano, chiesi se potevo vederlo.
Com’è noto, e io l’ho sempre trovato adorabile, viveva “sopra il negozio”, cioè nel suo vasto ed elegante appartamento milanese situato direttamente sopra l’atelier principale di Armani.
Avevamo programmato di incontrarci lì, ma mentre stavo andando ricevetti la telefonata in cui mi venne detto che non sarebbe stato possibile”. “Posso quindi dirlo qui - conclude - ciò che gli avrei detto quel pomeriggio: che la moda è stata per sempre cambiata in meglio da lui, e molti di noi gli devono tanto”.
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