ARIDATECE “LE ORE” – DAL 12 NOVEMBRE, FARSI UNA PIPPETTA CON I PORNO ONLINE DIVENTERÀ COMPLICATISSIMO E FARÀ RIMPIANGERE LE RIVISTE EROTICHE DEGLI ANNI '70: IN ITALIA BISOGNERÀ DIMOSTRARE DI ESSERE MAGGIORENNI. MA COME FARLO? IN ATTESA CHE IL GOVERNO VARI LA SUA APP BASATA SUL PORTAFOGLIO DIGITALE, C’È MOLTA CONFUSIONE: CI SONO VARI SOFTWARE DI “VERIFICA DELL’ETÀ”, MA SONO SICURI? I CASI DI TRUFFA E “DOPPIO ANONIMATO” GIÀ SI SPRECANO…
Estratto dell’articolo di Mila Fiordalisi per www.editorialedomani.it
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Il 12 novembre in Italia scattano le nuove regole per l’accesso ai contenuti pornografici online: bisognerà dimostrare di essere maggiorenni. La misura è frutto della delibera dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) dello scorso aprile in attuazione del Decreto Caivano […], nonché dell’articolo 28 della Legge europea sui servizi digitali (Digital Services Act) che impone alle piattaforme digitali di adottare adeguate misure a garanzia della privacy e della sicurezza dei bambini.
«L’age verification e altre iniziative come il parental control, il codice degli influencer e il patentino digitale sono a tutela dei minori e non a controllo degli adulti» ci tiene a sottolineare il commissario Agcom Massimiliano Capitanio.
[…] Come funziona la “age verification”, la verifica dell’età? C’è il rischio di accesso a informazioni sensibili come i dati personali degli utenti da parte delle piattaforme? Come e dove vengono conservati i dati?
Per cominciare Agcom ha pubblicato una prima lista di piattaforme (48 in tutto, tra cui PornHub, YouPorn e OnlyFans) soggette ai nuovi obblighi. Le piattaforme sono obbligate a dotarsi di sistemi di verifica dell’età ma non potranno né accettare documenti di identità (Cie o scansioni di carte di identità cartacea, passaporti e patenti) né tantomeno rendere possibile l’utilizzo di Spid.
Il principio alla base della verifica dell’età […] è quello del “doppio anonimato”: l’accesso ai siti avviene dunque attraverso codici anonimi (numerici) e dovrà essere un soggetto “terzo” a fornire il codice sul modello di quanto avviene con i “token” bancari che generano codici differenti per approvare operazioni o con gli sms che si ricevono sullo smartphone per approvare cambi password o attivazione di servizi.
[…] Ma chi sarebbe il soggetto terzo? Come fanno gli utenti ad essere certi che il soggetto in questione non faccia un uso improprio dei documenti e dei dati necessari a comprovare l’età? La questione non è da poco.
Stando a quanto risulta a Domani bisognerà aspettare almeno fine anno, quindi oltre il 12 novembre, per la app “certificata” di Stato, quella a cui sta lavorando l’Agcom insieme con PagoPA, il Dipartimento per la trasformazione digitale e la Zecca dello Stato e che ha già ottenuto il disco verde da parte del Garante Privacy.
Sempre secondo quanto risulta a Domani a partire dalla primavera del 2026 dovrebbe essere disponibile nell’IT-Wallet, il portafoglio digitale italiano integrato nell'app IO. […]
Nel frattempo come si fa a dimostrare la maggiore età per accedere ai siti pornografici? Ci sono due vie: affidarsi ai sistemi integrati nei siti pornografici […] oppure scaricare un’applicazione di “age verification” attraverso il play store di Google o l’app store di Apple.
Il problema è che ce ne sono a decine e che dunque si naviga a vista. Fra le più usate e accreditate (con oltre 5 milioni di download) c’è Yoti ma per usarla bisogna scansionare il proprio documento di identità (si accettano anche patenti e passaporti) o procedere attraverso riconoscimento facciale.
La piattaforma garantisce la crittografia dei dati attraverso un pin o impronta digitale nonché la tutela della privacy. Garanzie che vengono fornite anche dalle molte altre app presenti negli store online. E che ovviamente sono tenute al rispetto delle normative europei e nazionali sulla privacy penano sanzioni o provvedimenti incluso il blocco delle piattaforme.
Ma ci sono già casi di “doppio anonimato” a dir poco borderline: secondo quanto emerso da un rapporto pubblicato da AI Forensics, nell’ambito della legge francese che impone la verifica dell’età come quella al via in Italia, l’azienda AgeGo [..] avrebbe raccolto dati come ad esempio le e-mail degli utenti (che non riguardano quindi la verifica) e sarebbe stata in grado anche di rintracciare gli indirizzi Ip da cui proveniva la connessione da parte dell’utente. Dati che sarebbero stati smistati a soggetti interessati a ottenere queste informazioni a fini non ben specificati (e comunque non leciti).





