artem uss carlo nordio giorgia meloni

CHI HA SBAGLIATO PIU’ FORTE? - ARTEM USS HA AVUTO CON SE’, FINO A 9 GIORNI PRIMA DELLE FUGA, I SUOI TELEFONI CHE NON SONO STATI SEQUESTRATI! - STANDO AL MANDATO DI CATTURA INTERNAZIONALE ESEGUITO IL 17 OTTOBRE DOVEVANO ESSERE PRESI IN QUELLA DATA MA COSÌ NON È STATO: SONO STATI RESTITUITI IL 2 DICEMBRE A USS CHE LI HA AVUTI CON SE’ FINO AL 13 MARZO - HA AVUTO PIU’ DI TRE MESI PER ORGANIZZARE IN MODO INDISTURBATO LA SUA FUGA - LA ROGATORIA ARRIVATA AI PM DI MILANO CON DUE MESI DI RITARDO, NESSUNO HA REALIZZATO UNA “COPIA FORENSE” DEI TELEFONI DI USS (BYE BYE CONTATTI, MESSAGGI E MAIL), GLI ALLARMI IGNORATI DEGLI USA SULLA NECESSITA’ DI TENERE IL RUSSO IN CARCERE…

1. USS, LA ROGATORIA USA RIMASE FERMA AL MINISTERO PER 2 MESI

Estratto dell’articolo di Davide Milosa e Valeria Pacelli per “il Fatto quotidiano”

 

ARTEM USS

Sul caso di Artem Uss si apre l’ennesimo scontro sotterraneo tra magistrati e ministero della Giustizia. Dopo l’alert degli Usa, ora la questione si sposta sui due cellulari dell’imprenditore russo, figlio di un governatore della Siberia molto vicino a Putin. Telefonini, che stando al mandato di cattura internazionale eseguito il 17 ottobre dovevano essere sequestrati in quella data. Ma così non è stato.

 

I cellulari saranno sequestrati dalla Procura di Milano solo il 13 marzo scorso, nove giorni prima della sua fuga dalla villa di Basiglio avvenuta dopo il via libera della Corte d’appello alla sua estradizione negli Stati Uniti dove è accusato di traffico di materiale bellico, di petrolio, frode e riciclaggio. Il sequestro tardivo avviene in base a una rogatoria americana, inviata parallelamente a quella più complessa sull’estradizione.

IL BRACCIALETTO - LA FUGA DI ARTEM USS VISTA DA GIANNELLI

 

Secondo quanto risulta al Fatto […] il documento Usa redatto dal Dipartimento di giustizia presso l’Ambasciata di Roma atterra sul tavolo del ministero in dicembre. Rispetto a questo, gli uffici di via Arenula non spiegano che la rogatoria americana fu solo un sollecito rispetto al mancato sequestro di ottobre. Allora il fermo, era il 17 ottobre, fu eseguito dalla Polaria. Come per l’alert americano rispetto al pericolo di fuga, quindi siamo di nuovo nel rimbalzo delle responsabilità.

 

In ogni modo, la rogatoria di dicembre resta ferma al ministero fino al 17 febbraio, quando viene ricevuta dalla Procura di Milano e dall’aggiunto Fabio De Pasquale, che il 20 iscrive il procedimento chiedendo gli atti alla Corte d’appello. La Guardia di finanza dà esecuzione il 27 febbraio, studiando le carte.

 

CASO ARTEM USS - LETTERA DEL DIPARTIMENTO DI GIUSTIZIA USA

Il 13 marzo vi sarà il sequestro. I cellulari al momento sono a Milano, ma gli americani, in un incontro in Procura hanno fatto richiesta di averne una copia. Ma perchè il ministero, consapevole che il sequestro doveva avvenire già a ottobre (cosa che la polizia non fa), invia la rogatoria a Milano solo a febbraio?

 

Il risultato è che dal 2 dicembre, quando va ai domiciliari, Uss ha di nuovo in mano i due cellulari che gli erano stati tolti il 17 ottobre. Per oltre tre mesi potrà disporne (al momento non risultano intercettazioni), così come per oltre tre mesi riceverà le visite autorizzate dalla Corte, come quella dei legali o del console russo a Milano, Alexander Nurizade, visita quest’ultima definita in Procura di routine.

 

ARTEM USS NEL 2011

E che gli americani, dopo il mancato sequestro di ottobre, abbiano agito velocemente nelle comunicazioni con il nostro governo, lo dimostra il fatto che già il 29 novembre, quattro giorni dopo l’ok ai domiciliari, inviano una nota a Nordio in cui si legge: “Dato l’altissimo rischio di fuga che Uss presenta esortiamo le autorità italiane a prendere tutte le misure possibili per disporre nei confronti di Uss la misura della custodia cautelare”.

 

[…]Questa nota arriva alla V sezione della Corte d’Appello di Milano il 19 dicembre (lo dimostra il timbro), 20 giorni dopo l’invio dagli Usa al Dipartimento per gli affari di giustizia. Che risponde il 6 dicembre 2022 spiegando che è l’autorità giudiziaria a decidere sulle misure cautelari e che “nell’ordinamento giuridico italiano la misura cautelare degli arresti domiciliari (...) è in tutto equiparata alla misura cautelare della custodia in carcere”.

 

ARTEM USS

Dal timbro si vede che la Corte d’Appello di Milano riceve questa nota di risposta il 9 dicembre scorso. Ora Giorgia Meloni parla di “anomalie” e punta il dito contro i giudici che hanno deciso per gli arresti domiciliari. Eppure il suo ministro Nordio, tramite gli uffici, nella risposta agli americani non critica questa misura e successivamente non ne chiede una differente, come pure era in suo potere.

 

2. L’ALLARME USA SU USS INVIATO DA NORDIO AI PM CON 20 GIORNI DI RITARDO

Estratto dell’articolo di Sandro De Riccardis, Giuliano Foschini e Fabio Tonacci per “la Repubblica”

LA STRUTTURA DOVE ARTEM USS ERA AI DOMICILIARI

 

Più si va avanti e più la storia della fuga di Artem Uss […] assomiglia […] a un campionario di “italianità”: scaricabarili, ritardi, mezze verità, errori e sottovalutazioni. L’ultima questione ha riguardato la trasmissione della nota americana con la quale gli Stati Uniti chiedevano all’Italia di non mandare ai domiciliari Uss perché sarebbe potuto fuggire, come effettivamente poi è accaduto. Washington l’ha mandata al ministero della Giustizia il 29 novembre, quando la Corte d’Appello di Milano aveva già deciso, ma non depositato, per gli arresti domiciliari.

LA VERA FOTO DI ARTEM USS

 

Il ministro Carlo Nordio aveva detto a Palazzo Chigi di averla trasmessa immediatamente in tribunale a Milano. La Corte di Appello di non averla ricevuta. […] la nota del Dipartimento di giustizia americana è stata infatti inviata alla Corte come dice Nordio. Ma soltanto il 19 e il 23 dicembre: venti giorni dopo la ricezione da Washington, quando i giochi erano chiusi. Ma c’è di più: la trasmissione avviene non autonomamente, ma in seguito a una richiesta degli avvocati di Uss, Vinicio Nardo e Fabio de Matteis.

 

La rogatoria in ritardo a Milano

L’invio differito a Milano della nota americana non è il solo ritardo in questa storia. Un caso è il mancato sequestro dei due cellulari (e delle carte di credito) di Uss. Il perché è da leggersi, secondo i magistrati, nella non tempestiva trasmissione della rogatoria arrivata da Washington da parte del ministero.

 

ROTTA JET MILITARI AMERICANI DECOLLATI DOPO LA FUGA DI ARTEM USS

Nel mirino era finita la Procura, accusata di aver agito in ritardo. Ma, leggendo le date, le cose sarebbero andate diversamente. Una prima richiesta di sequestrare i telefoni arriva, infatti, il 19 ottobre dopo l’arresto […] La questione cambia il 2 dicembre quando va ai domiciliari. Gli Usa chiedono nuovamente all’Italia il sequestro delle carte e del telefono. Che non avviene. Perché nessuno informa la procura della nuova rogatoria. La lettera finisce infatti sul tavolo della procura di Milano due mesi dopo, il 17 febbraio. A quel punto i pm chiedono gli atti alla Corte d’Appello e delegano la Finanza a eseguire il provvedimento. Siamo arrivati al 13 marzo. Troppo tardi.

CASO ARTEM USS - RISPOSTA DEL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA ITALIANO AGLI USA

 

Cellulari liberi

Uss ha così potuto utilizzare liberamente i suoi cellulari per oltre tre mesi senza che mai sia stata estratta quella che tecnicamente si chiama “una copia forense”, cioè un backup da mettere a disposizione degli investigatori. Dopo l’arresto a Malpensa del 17 ottobre, i suoi dispositivi sono stati presi in custodia al momento dell’ingresso in carcere. Sarebbero stati fotografati senza estrarre i numeri Imei che identificano l’apparecchio.

 

ELISABETTA BELLONI ALFREDO MANTOVANO E GIORGIA MELONI IN AUDIZIONE AL COPASIR

Poi gli vengono restituiti e Uss nella casa di Basiglio ha potuto non solo usarli, ma teoricamente anche formattare cancellandone dati, contatti e conversazioni via mail e chat. Nelle settimane ai domiciliari, Uss è stato autorizzato a incontrare […] una dozzina di persone, tra cui il padre e la moglie a Mosca.

 

La procura generale, che […] aveva depositato parere negativo ai domiciliari per le disponibilità economiche e la rete di relazioni di Uss, aveva dato parere contrario anche a un paio di contatti, poi invece autorizzati dalla Corte. E anche il ritardo nell’inoltrare a Milano la rogatoria ha così dato ampio spazio a Uss di organizzare quella che si è rivelata finora una fuga perfetta. Grazie anche al fatto che la sua abitazione non fosse sorvegliata con presidi speciali: da via Arenula c’è che dice che il Viminale fosse a conoscenza degli alert americani su una possibile evasione, ma dagli Interni smentiscono.

 

LA FUGA DI ARTEM USS - VIGNETTA DI ELLEKAPPA

Certo è che il 22 marzo, il giorno dopo la concessione dell’estradizione, Uss spacca il braccialetto elettronico e scompare in un’auto che lo conduce in Slovenia. Alla guida c’è un croato […] Il segnale gps del braccialetto smette di dare segnali alle 13.52 del 22 marzo. Scatta subito l’allarme, con il comandante in servizio della centrale operativa di Milano comunica alla compagnia di Corsico la necessità di un intervento immediato […] I carabinieri corrono sul posto, dove erano stati già due ore prima la fuga per uno dei controlli quotidiani intorno all’abitazione del russo. Ma Uss è già lontano.

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