julian assange

ASSANGE, ORA SONO CAZZI - DOPO CHE UN TRIBUNALE BRITANNICO HA AUTORIZZATO LA CONSEGNA DEL FONDATORE DI WIKILEAKS AGLI STATI UNITI MANCA SOLO IL VIA LIBERA DELLA MINISTRA PRITI PATEL: SE ARRIVERÀ, RISCHIA FINO A 175 ANNI DI CARCERE - GLI AMERICANI LO RICERCANO DA QUANDO NEL 2010 DIFFUSE MIGLIAIA DI DOCUMENTI SECRETATI SU IRAQ E AFGHANISTAN - L'EX LEADER LABURISTA CORBYN: "PRATEL DEVE DECIDERE SE DIFENDERE IL GIORNALISMO E LA DEMOCRAZIA O CONDANNARE UN UOMO ALL'ERGASTOLO PER AVER DETTO LA VERITÀ SULLA GUERRA AL TERRORISMO"

Alberto Simoni per “La Stampa

 

proteste a londra contro l'estradizione di julian assange 3

L'America è più vicina, ma per Assange più che un sogno sarà un incubo se la ministra degli Interni britannica Priti Patel apporrà il timbro sulla sua estradizione dopo che ieri il Tribunale di Westminster Magistrates ha deciso che il 50enne fondatore di WikiLeaks può essere consegnato agli Stati Uniti.

 

JULIAN ASSANGE

Gli americani lo ricercano da oltre dieci anni, da quando nel 2010 Assange diffuse tramite il suo sito migliaia di documenti secretati e cablo diplomatici sulla guerra in Iraq e in Afghanistan grazie alla «talpa», un ex analista militare dell'Esercito Chelsea Manning.

 

julian assange, sotto accusa dal 2010

Per questo è stata condannata nel 2013 a 35 anni di reclusione. Il 17 gennaio del 2017, pochi giorni prima di terminare il suo mandato, Barack Obama ha commutato la sentenza in sette anni. Ma partendo il conteggio degli anni di detenzione dal 2010, Manning è stata rilasciata.

 

JULIAN ASSANGE PORTATO VIA DI PESO DALL AMBASCIATA DELL ECUADOR

Pubblicando il materiale sensibile, Assange ha messo a rischio la sicurezza degli Stati Uniti e dei suoi soldati e funzionari secondo gli americani. Per questo sarà processato in base all'Espionage Act. Sulla sua testa pendono 18 accuse e rischia 175 anni di carcere.

 

julian assange

Assange ha ascoltato il verdetto collegato in video dalla prigione di Belmarsh a Londra dove è detenuto dal 2019 dopo aver trascorso oltre sette anni nell'ambasciata ecuadoregna a Londra - che gli aveva dato rifugio e asilo - nel tentativo di evitare l'arresto e l'estradizione in Svezia dove era accusato di molestie sessuali e stupro. Entrambe - una nel 2015, l'altra nel 2019 - sono state archiviate dalla procura di Stoccolma.

 

wikileaks julian assange

L'11 aprile del 2019 la polizia britannica ha arrestato Assange accusandolo di aver violato i termini della cauzione del 2012 per non essersi presentato allora dal giudice ed essersi invece rifugiato nell'ambasciata di Quito.

 

assange anderson

La sentenza di ieri è un passo decisivo, tuttavia la parola fine alla vicenda non è ancora scritta anche se da un punto di vista giuridico il 50enne australiano ha esaurito gli appelli.

 

ASSANGE E WIKILEAKS

Nel gennaio del 2021 un magistrato aveva dapprima sentenziato che Assange non poteva essere estradato poiché la detenzione negli Stati Uniti sarebbe stata «dannosa» per il suo «precario stato mentale».

 

Decisione che era stata rovesciata nel dicembre scorso: la Corte suprema aveva motivato il via libera all'estradizione sostenendo la necessità di aver garanzie che Assange non sarebbe stato oggetto di «trattamenti amministrativi speciali» e «non sarebbe stato detenuto in un carcere di massima sicurezza prima e dopo il processo» americano. Quindi aveva rimandato il caso a una corte minore che ieri appunto si è espressa.

 

priti patel

La ministra Priti Patel ha due mesi di tempo per decidere. Entro il 18 maggio, gli avvocati di Assange potranno fare appello direttamente a lei e solo dopo il suo pronunciamento chiamare in causa l'Alta Corte inglese. «Presenteremo al ministro nuovi sviluppi», ha promesso alla fine dell'udienza l'avvocato Mark Summers.

 

Il Ministero dell'Interno britannico ha detto che Patel può bloccare l'estradizione solo in limitati casi e molto specifici: se il condannato rischia la pena di morte o il trasferimento in un Paese terzo che la applica; oppure se dovessero spuntare nuove accuse. In mancanza di queste condizioni, il ministro è obbligato a controfirmare la richiesta.

I difensori del fondatore di WikiLeaks hanno sempre tentato di presentare il suo caso come una questione legata alla libertà di stampa.

 

corbyn

Secondo alcuni esperti la sua probabile estradizione negli States potrebbe sollevare questioni sul Primo Emendamento della Costituzione. Il segretario generale di Amnesty International, Agnés Callamard, ha detto che la consegna di Assange agli Stati Uniti «sarebbe devastante per la libertà di stampa e per il pubblico che ha il diritto di sapere cosa i governi fanno in loro nome».

 

Jeremy Corbyn, ex leader laburista, è schierato con Assange: «Deve essere ringraziato per aver rivelato gli orrori della guerra». Quindi ha rivolto un monito a Patel: «Dovrà decidere se difendere il giornalismo e la democrazia o condannare un uomo all'ergastolo per aver detto la verità sulla guerra al terrorismo». Per Mosca invece il verdetto è «una farsa della giustizia britannica». A Washington invece bocche cucite.

Ultimi Dagoreport

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA?