benetton ponte

BENETTOFF! – NUOVE BORDATE DALLE CARTE SEQUESTRATE AL POLITECNICO DI MILANO DALLA FINANZA: IL SISTEMA DI SENSORI DI CONTROLLO DELLA STABILITÀ DI PONTE MORANDI PROGETTATO DALL’UNIVERSITÀ MILANESE FU RIFIUTATO DAI BENETTON, CHE NE PREFERIRONO UNO PIÙ SEMPLICE (E MENO EFFICACE) E RIMANDARONO L’INSTALLAZIONE A…

Giacomo Amadori per “la Verità”

 

QUEL CHE RESTA DEL PONTE MORANDI VISTO DAL QUARTIERE DEL CAMPASSO A GENOVA

Nelle carte sequestrate al Politecnico di Milano dagli uomini del Primo gruppo della Guardia di finanza di Genova arriva un' altra bordata per la società Autostrade per l' Italia.

 

Nell' autunno 2017 Aspi non commissionò all' università meneghina solo uno studio sullo stato dei tiranti del ponte Morandi, ma anche la progettazione di un sistema di sensori per controllarne la stabilità.

 

il crollo del ponte morandi a genova

L' università propose un congegno sofisticato che tra strumentazione e gestione sarebbe costato circa 800.000 euro e disse ad Autostrade che andava installato prima, e non solo durante, i lavori di miglioria, previsti per settembre-ottobre 2018.

 

Ma, secondo quanto sta emergendo dalle indagini, Aspi non solo decise di puntare su un apparato meno complesso di quello proposto dal Politecnico (su commissione di Autostrade), ma rimandò l' installazione al momento dell' inizio degli interventi, con il risultato che tutti conoscono.

il ponte morandi a genova

 

Una scoperta, quella della Procura di Genova guidata da Francesco Cozzi, che rende ancora più complicata la posizione dei manager di Aspi.

 

Ma se i sequestri documentali stanno dando i primi risultati, altri se ne attendono. Le Fiamme gialle stanno cercando mail e carte in cui qualcuno, chiunque esso sia, proponga un' interruzione del traffico sul ponte Morandi o la sua riduzione, magari in vista degli interventi di ristrutturazione dei tiranti che hanno ceduto il 14 agosto.

 

i meme sui benetton e il crollo del ponte di genova

Ma per ora di segnalazioni in tal senso non c' è traccia. Dunque nessuno sembra aver vaticinato nei mesi scorsi, per iscritto, il crollo, né aver suggerito soluzioni drastiche come il blocco della circolazione. Qualcuno, quasi per provare ad «assolvere» Autostrade, nei giorni scorsi ha estratto una mail del dirigente di Aspi Michele Donferri, il quale, nel febbraio 2018, scriveva al Mit per sollecitare il decreto di approvazione dei lavori, paventando lo slittamento dell' esecuzione delle opere nella seconda metà del 2019 o l' inizio del 2020 e ripercussioni sull'«incremento di sicurezza necessario sul viadotto Polcevera».

 

Frasi che hanno fatto evidenziare a diversi cronisti la lentezza del Mit. Ma la rappresentazione dei giornali di un dicastero che sapeva e che ha nicchiato, mentre Autostrade segnalava il pericolo, non sembra combaciare con il quadro investigativo che sta emergendo, in particolare dal carteggio tra Aspi e Mit sequestrato dai finanzieri guidati dal colonnello Ivan Bixio.

fratelli benetton

 

Infatti secondo chi indaga questa lettera di sollecito si inserisce in un iter amministrativo normale, rientra nella dialettica abituale tra Stato e privato. In definitiva il classico gioco delle parti.

 

E quindi? La verità è che se Autostrade aveva la percezione di un concreto pericolo, di fronte a un problema di sicurezza, poteva adottare, oltre ai solleciti, misure urgenti immediate.

genova ponte morandi

 

«Non erano obbligati ad aspettare il decreto di autorizzazione se pensavano di avere questo tipo di problemi» è il ragionamento degli inquirenti. In quest' ottica il carteggio tra Aspi e Mit, viene definito da qualcuno «mascherato», nel senso che i dirigenti di Aspi sembrano aver contezza di una situazione critica e quindi dell' urgenza dell' intervento, ma non lo dicono o non lo possono dire esplicitamente.

genova ponte morandi

 

Aspi avrebbe cercato solamente di forzare i tempi burocratici, rimanendo all' interno della regolare procedura, quando in realtà avrebbero potuto, a fronte di una situazione di criticità, comunque avviare tutta una serie di lavori così come ha indetto la preselezione per la gara senza attendere l' autorizzazione del ministero.

 

A proposito di questo c' è una lettera, datata 26 marzo 2018, considerata dagli inquirenti molto importante e firmata nuovamente da Donferri. Richiama i pregressi solleciti e ricorda la strategicità dell' opera, ma soprattutto comunica al ministero che Autostrade, al fine di contrarre i tempi, in attesa della conclusione dell' iter approvativo, avrebbe provveduto, a partire dal 16 aprile, all' avvio delle attività preliminari di prequalifica per la gara.

 

la lettera di febbraio accusa Autostrade e Ministero

E in effetti il 28 aprile il bando è stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale, con l' annuncio di un concorso a procedura ristretta (in cui possono presentare un' offerta solo le imprese invitate dalla stazione appaltante) per accelerare ulteriormente i tempi.

 

Insomma Autostrade, quando ha voluto, ha preso l' iniziativa, senza che il ministero ponesse veti o paletti. Non è finita. Nel bando del 28 aprile, Autostrade aveva previsto una durata dei lavori di 784 giorni a partire dall' aggiudicazione dell' appalto. In sostanza ipotizzava 2 anni di interventi per sistemare la campata che è crollata, mentre oggi si parla di 8 mesi per la ricostruzione dell' intero ponte collassato.

 

autostrade benetton

Dunque sembra che, quattro mesi fa, la fretta e gli allarmi fossero solo sulla carta e servissero probabilmente a snellire le endemiche lungaggini burocratiche. Un' ipotesi che sembrerebbe avvalorata dalla decisione di non installare con urgenza il sistema di sensori proposto dal Politecnico. La settimana prossima sono attese le prime iscrizioni sul registro degli indagati e allora i magistrati potranno chiedere ai manager di Aspi il perché di quella tragica scelta.

Crolla il ponte Morandi a Genova la lettera di febbraio accusa Autostrade e MinisteroCROLLO DEL PONTE MORANDI A GENOVACrolla il ponte Morandi a GenovaVigili del fuoco al lavoro sulle macerie del ponte Morandi crollato a Genovaponte morandi genovaCROLLO DEL PONTE MORANDI A GENOVAponte morandi spinoza genovaautostrade benetton

 

Ultimi Dagoreport

simone canettieri giorgia arianna meloni

DAGOREPORT - MASSÌ, CON I NEURONI SPROFONDATI NELLA IRRITABILITÀ PIÙ SCOSSA, ARIANNA MELONI AVEVA URGENTE BISOGNO, A MO’ DI SOLLIEVO, DELL’ARTICOLO DI DEBUTTO SUL “CORRIERONE” DI SIMONE CANETTIERI - MESSA DALLA SORELLA GIORGIA A CAPO DELLA SEGRETERIA DI FDI, ARIANNA NON NE HA AZZECCATA UNA - ALLA PARI DI QUALSIASI ALTRO PARTITO DI MASSA, OGGI FDI SI RITROVA ATTRAVERSATO DA UNA GUERRIGLIA INTESTINA FATTA DI COLPI BASSI, RIPICCHE E SPUTTANAMENTI, INTRIGHI E COMPLOTTI – DALLA SICILIA (CASINO CANNATA-MESSINA) A MILANO (AFFAIRE MASSARI-LA RUSSA), FINO AL CASO GHIGLIA-RANUCCI, DOVE IL FILO DI ARIANNA SI È ATTORCIGLIATO PERICOLOSAMENTE INTORNO AL COLLO - CHE LA SORELLINA NON POSSIEDA LA ‘’CAZZIMMA’’ DEL POTERE, FATTA DI SCALTREZZA E ESPERIENZA, SE N'E' AMARAMENTE ACCORTA ANCHE LA PREMIER. E PUR AMANDOLA PIÙ DI SE STESSA, GIORGIA L’AVREBBE CHIAMATA A RAPPORTO PER LE SCELTE SBAGLIATE: SE IL PARTITO VA AVANTI COSÌ, RISCHIA DI IMPLODERE… - VIDEO

carlotta vagnoli flavia carlini

COME SIAMO POTUTI PASSARE DA ELSA MORANTE E MATILDE SERAO A CARLOTTA VAGNOLI? È POSSIBILE CHE SI SIA FATTO PASSARE PER INTELLETTUALI DELLE FEMMINISTE INVASATE CHE VERGAVANO LISTE DI PROSCRIZIONE ED EVOCAVANO METODI VIOLENTI E LA GOGNA PUBBLICA DIGITALE PER “FARE GIUSTIZIA” DEI PROPRI NEMICI? LA CHIAMATA IN CORREITÀ DEL SISTEMA EDITORIALE CHE HA UTILIZZATO QUESTE “VEDETTE” LETTERARIE SOCIAL DA MILIONI DI FOLLOWER PER VENDERE QUALCHE COPIA IN PIÙ – VAGNOLI PUBBLICA PER EINAUDI, FLAVIA CARLINI HA VERGATO UN ROMANZO INCHIESTA SULL’ITALIA DEL GOLPE INFINITO PER SEM (FELTRINELLI) . MA SULLA BASE DI COSA? BASTA AVERE UN MINIMO SEGUITO SOCIAL PER ESSERE ACCREDITATI COME SCRITTORI O DIVULGATORI?

silvia salis giorgia meloni elly schlein matteo renzi

DAGOREPORT - IN ITALIA, DOPO TANTI OMETTI TORVI O INVASI DI VANITÀ, SI CERCANO DONNE FORTI. DONNE COL PENSIERO. DONNE CHE VINCONO. E, NATURALMENTE, DONNE IN GRADO DI COMANDARE, CAPACI DI TENER TESTA A QUELLA LADY MACBETH DELLA GARBATELLA CHE DA TRE ANNI SPADRONEGGIA L’IMMAGINARIO DEL 30% DEGLI ELETTORI, ALIAS GIORGIA MELONI - IERI SERA ABBIAMO ASSISTITO ATTENTAMENTE ALLA OSPITATA DI SILVIA SALIS A “OTTO E MEZZO”, L’EX LANCIATRICE DI MARTELLO CHE DALLA LEOPOLDA RENZIANA E DAL CONI DELL’ERA MALAGÒ HA SPICCATO IL VOLO NELL’OLIMPO DELLA POLITICA, SINDACO DI GENOVA E SUBITO IN POLE COME LEADER CHE SBARACCHERÀ ELLY SCHEIN E METTERÀ A CUCCIA LA CRUDELIA DE MON DI COLLE OPPIO - DOPO MEZZ’ORA, PUR SOLLECITATA DA GRUBER E GIANNINI, CI SIAMO RITROVATI, ANZICHÉ DAVANTI A UN FUTURO LEADER, DAVANTI A UNA DONNA CHE DAREBBE IL PREMIO NOBEL PER LA LETTERATURA ALL'AUTORE DE "IL MANUALE DELLA PERFETTA GINNASTICATA" - ECCITANTE COME UN BOLLETTINO METEO E LA PUBBLICITÀ DI TECHNO-GYM, MELONI PUO' DORMIRE SONNI TRANQUILLI - VIDEO

john elkann donald trump

DAGOREPORT – ITALIA, BYE BYE! JOHN ELKANN NON NE PUÒ PIÙ DI QUESTO DISGRAZIATO PAESE CHE LO UMILIA SBATTENDOLO PER 10 MESI AI "SERVIZI SOCIALI", COME UN BERLUSCA QUALSIASI, E STUDIA LA FUGA NEGLI STATI UNITI - PRIMA DI SPICCARE IL VOLO TRA LE BRACCIA DEL SUO NUOVO IDOLO, DONALD TRUMP, YAKI DEVE LIBERARSI DELLA “ZAVORRA” TRICOLORE: CANCELLATA LA FIAT, TRASFORMATA IN UN GRUPPO FRANCESE CON SEDE IN OLANDA, GLI RESTANO DUE GIORNALI, LA FERRARI E LA JUVENTUS – PER “LA STAMPA”, ENRICO MARCHI È PRONTO A SUBENTRARE (MA PRIMA VUOLE SPULCIARE I CONTI); PER “REPUBBLICA”, IL GRECO KYRIAKOU È INTERESSATO SOLO ALLE REDDITIZIE RADIO, E NON AL GIORNALE MANGIASOLDI E POLITICAMENTE IMPOSSIBILE DA GOVERNARE) - DOPO IL NO DI CARLO FELTRINELLI, SAREBBERO AL LAVORO PER DAR VITA A UNA CORDATA DI INVESTITORI MARIO ORFEO E MAURIZIO MOLINARI – SE IL CAVALLINO RAMPANTE NON SI TOCCA (MA LA SUA INETTA PRESIDENZA HA SGONFIATO LE RUOTE), PER LA JUVENTUS, ALTRA VITTIMA DELLA SUA INCOMPETENZA, CI SONO DUE OPZIONI IN BALLO…

italo bocchino giorgia arianna meloni

DAGOREPORT – PER QUANTO SI SBATTA COME UN MOULINEX IMPAZZITO, ITALO BOCCHINO NON RIESCE A FARSI AMARE DALLA FIAMMA MAGICA DI GIORGIA MELONI: LUI SI PRODIGA NELL'OSPITATE TELEVISIVE CON LODI E PEANA ALLA STATISTA DELLA SGARBATELLA, MA È TUTTO INUTILE: TROPPO CHIACCHIERATO E CON UN GIRO DI AMICIZIE DISCUTIBILI, L'EX DELFINO DI FINI NON ENTRA A ''PA-FAZZO CHIGI'' – LE SUE DICHIARAZIONI SIBILLINE SUL CASO GHIGLIA NON L’HANNO AIUTATO: HA SPECIFICATO, NON A CASO, CHE IL SUO INCONTRO CON  IL COMPONENTE DEL GARANTE DELLA PRIVACY ALLA SEDE DI FDI È DURATO “VENTI MINUTI AL MASSIMO”, METTENDO IN DIFFICOLTÀ ARIANNA MELONI – SE È TANTO "IMPRESENTABILE", PERCHÉ NON LO CACCIANO DA DIRETTORE EDITORIALE DEL "SECOLO D'ITALIA"? SAREBBE UN GIOCO DA RAGAZZI ESTROMETTERLO. MA QUANTI SEGRETI CONOSCE L’EX SANCHO PANZA DI FINI, APPASSIONATO DI INTELLIGENCE E VICINO A LOBBISTI CONSIDERATI IMPRESENTABILI DALLA FIAMMA MAGICA DELLA MELONA? - VIDEO

giovambattista fazzolari roberto carlo mele

FLASH – I DAGO-LETTORI HANNO FATTO IL LORO DOVERE: HANNO SCOPERTO L'IDENTITÀ DELL’UOMO CHE DUE GIORNI FA ERA ATTOVAGLIATO CON GIOVAMBATTISTA FAZZOLARI DA “VITTI”, A PIAZZA SAN LORENZO IN LUCINA. SI TRATTEREBBE DI ROBERTO CARLO MELE, ESPONENTE DI SPICCO DI FRATELLI D’ITALIA (FIGURA NELL'ESECUTIVO DEL PARTITO COME SEGRETARIO AMMINISTRATIVO). COME “FAZZO”, DEVE AMARE MOLTO LA RISERVATEZZA, VISTO CHE ONLINE NON SI TROVANO SUE FOTO – ANCHE “L’UOMO PIÙ INTELLIGENTE” CHE CONOSCE GIORGIA MELONI (PENSA GLI ALTRI), SEMPRE RESTIO AI SALOTTI, HA FATTO IL SUO INGRESSO UFFICIALE NELLA ROMANELLA POLITICA DEL “FAMOSE DU’ SPAGHI”…