freccero green pass

AVVISATE FRECCERO E GLI SVALVOLONI CHE PUNTANO SUL REFERENDUM ABROGATIVO DEL GREEN PASS: L’INIZIATIVA RISCHIA DI ARENARSI SUBITO - IL VOTO SI DOVREBBE TENERE FRA IL 15 APRILE E IL 15 GIUGNO. DATA BEN OLTRE LA SCADENZA GIÀ FISSATA DELLE NORME PER L’OBBLIGO DEL GREEN PASS VALIDE SINO AL 31 DICEMBRE…

Paolo Foschi per il "Corriere della Sera"

carlo freccero

 

È partita ieri la campagna per il referendum contro il green pass, incoraggiata dalla possibilità di raccogliere anche online le 500 mila firme necessarie. L'annuncio è arrivato dai promotori dell'iniziativa: il comitato organizzatore è composto da Olga Milanese, avvocata di Salerno, Luca Marini, docente di diritto internazionale alla Sapienza, e Francesco Benozzo, professore di filologia romanza a Bologna. Fra i garanti invece ci sono fra gli altri il giornalista Carlo Freccero e il magistrato Paolo Sceusa.

 

L'operazione però è una corsa contro il tempo: le firme, salvo deroghe di un mese possibili solo in casi specifici, vanno depositate all'Ufficio centrale presso la Cassazione entro il 30 settembre. E anche se l'esperienza del referendum sulla cannabis dimostra che la raccolta online rende tutto più veloce, c'è il rischio che l'iniziativa si areni prima di partire.

no vax e no green pass a milano 9

 

Superato l'esame della Cassazione sugli aspetti formali, in ogni caso ci sarebbe da passare il vaglio di ammissibilità della Corte costituzionale. Ottenuto anche questo via libera, il voto si dovrebbe tenere fra il 15 aprile e il 15 giugno. Ci sarà ancora il green pass per quel periodo? Intanto la raccolta delle firme è partita. Secondo i promotori, come si legge sul sito referendumnogreenpass.it dove è appunto possibile aderire all'iniziativa, «il green pass costituisce un palese strumento di discriminazione, esclude dalla vita economica e sociale della nazione quei cittadini che sostengono convinzioni ed evidenze diverse da quelle imposte dal governo.

Manifestazione No Green Pass a Roma

 

Per questo motivo, la normativa che istituisce il green pass si pone in netto contrasto con l'art. 3 della Costituzione». E, ancora, «spingendo surrettiziamente i cittadini alla vaccinazione, aggira il divieto sancito dall'articolo 32 della Costituzione, secondo cui "Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario obbligatorio se non per disposizione di legge"», mentre «sul piano internazionale si pone in contrasto con alcune dichiarazioni di principio sancite da strumenti giuridici di natura programmatica» a partire dalla «Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo del 1948».

 

no vax e no green pass a milano 8

Carlo Freccero ha aggiunto che «il green pass è destinato a diventare l'embrione della futura tessera di identificazione digitale a cui mira il Grande Reset attualmente in attuazione». Il referendum è articolato in quattro quesiti che chiedono l'abrogazione delle successive leggi che hanno introdotto il lasciapassare sanitario. Sabato scorso, commentando il raggiungimento delle 500 mila firme in una sola settimana per la consultazione sulla cannabis, Matteo Renzi era già intervenuto sulla questione: «Con la firma digitale si apre una nuova fase referendaria. È una svolta foriera di elementi positivi ma anche negativi: non deve passare il principio del referendum sul green pass».

Manifestazione No Green Pass 2

 

2 - GREEN PASS, REFERENDUM MUFFO: SI VOTEREBBE QUANDO IL GREEN PASS NON CI SAREBBE PIÙ

Alessandro Camilli per https://www.blitzquotidiano.it

 

no vax e no green pass a milano 1

La lotta al Green Pass, la resistenza contro la “dittatura sanitaria” prende la via delle urne sotto forma di referendum. La raccolta firme è iniziata, con la facilitazione dell’identità elettronica, ma non c’è nulla di serio. Nulla perché, come anche i promotori non possono non sapere, se anche il percorso referendario fosse netto al voto non si andrebbe prima della prossima primavera. Con le norme sulla certificazione verde che scadranno ben prima, a fine anno. E con la consapevolezza che se a primavera prossima ancora ci fosse bisogno del Green Pass, altri sarebbero i problemi sanitari da risolvere.

 

Il referendum sul Green Pass

Sull’onda del successo dei quesiti su fine vita, giustizia e soprattutto cannabis è iniziata una nuova raccolta di firme. Raccolta per chiedere l’abrogazione delle norme che impongono il Green Pass per lavorare, andare al cinema, allo stadio e al ristorante. Dalle piazze alle urne passando per le petizioni, il popolo dei contrai alla certificazione verde ha scelto questa strada probabilmente anche perché, come già da più parti è stato fatto notare, la raccolta delle firme è diventata troppo semplice, esponendo l’istituzione referendaria a possibili abusi.

no vax e no green pass a milano 2

 

La norma che stabilisce le regole per chiedere un referendum è infatti datata, vecchia, appartenente ad un mondo che non esiste più e risale al 1947. Allora, quando la popolazione italiana era di 45 milioni, il tasso di alfabetizzazione decisamente inferiore e soprattutto non esistevano internet e gli smartphone, si decise che per richiedere un referendum occorreva raccogliere 500mila firme. Limite che all’epoca era complesso raggiungere e che garantiva quindi un reale interesse sul tema da parte del Paese. E scoraggiava avventure e tentativi che quel limite non avrebbero raggiunto.

 

Oggi tutto è diverso, la popolazione rispetto a 70 e passa anni fa è cresciuta di circa un terzo e tutti, ma proprio tutti, hanno in tasca uno smartphone che, insieme allo spid, l’identità digitale, consente di sottoscrivere la richiesta referendaria anche prosaicamente dal bagno.

 

Cambiare la legge sul referendum?

no vax e no green pass a milano 3

“La legge sul referendum deve essere cambiata. Con la raccolta delle firme online, la soglia delle 500 mila adesioni è troppo facile da raggiungere: come diceva Stefano Rodotà, si rischia di trasformare la democrazia rappresentativa nella democrazia dell’immediatezza telematica”, ha detto al Corriere della Sera Gaetano Azzariti, costituzionalista e professore ordinario alla Sapienza di Roma, ultima ma non unica voce pronunciatasi in tal senso.

 

Green pass in azienda 4

Se la raccolta delle firme è un tema generale che riguarda tutti i referendum, il quesito sul Green Pass nasconde, e nemmeno bene, una macroscopica ipocrisia di fondo. E’ irrealizzabile. Irrealizzabile perché una volta raccolte le firme e passati i giudizi tecnici e legali dell’ufficio centrale e della corte Costituzionale, si potrebbe andare al voto a primavera. Tra marzo e aprile. Data ben oltre la scadenza già fissata delle norme per l’obbligo del green pass valide sino al 31 dicembre.

 

Norme che possono, è ovvio, essere prorogate come è accaduto per lo stato d’emergenza o per l’obbligo di mascherina, solo per citarne alcune. Ma come abbiamo a nostre spese imparato, se tra 6/8 mesi dovessimo trovarci ancora in una situazione in cui il green pass è necessario. Cioè ancora in pandemia, le rimostranze di chi vuole la libertà di non vaccinarsi sarebbero verosimilmente l’ultimo dei problemi in tema Covid.

Green pass scuola

Green pass in azienda 3Manifestazione No Green Pass 3Green pass scuola 2Green pass universitaalessandro barbero green passGreen pass universita 2green passno vax e no green pass a milano 6

Ultimi Dagoreport

donald trump vladimir putin giorgia meloni

DAGOREPORT - IL VERTICE DELLA CASA BIANCA È STATO IL PIÙ  SURREALE E “MALATO” DELLA STORIA POLITICA INTERNAZIONALE, CON I LEADER EUROPEI E ZELENSKY IN GINOCCHIO DA TRUMP PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L’UCRAINA – LA REGIA TRUMPIANA: MELONI ALLA SINISTRA DEL "PADRINO", NEL RUOLO DI “PON-PON GIRL”, E MACRON, NEMICO NUMERO UNO, A DESTRA. MERZ, STARMER E URSULA, SBATTUTI AI MARGINI – IL COLMO?QUANDO TRUMP È SCOMPARSO PER 40-MINUTI-40 PER “AGGIORNARE” PUTIN ED È TORNATO RIMANGIANDOSI IL CESSATE IL FUOCO (MEJO LA TRATTATIVA PER LA PACE, COSÌ I RUSSI CONTINUANO A BOMBARDARE E AVANZARE) – QUANDO MERZ HA PROVATO A INSISTERE SULLA TREGUA, CI HA PENSATO LA TRUMPISTA DELLA GARBATELLA A “COMMENTARE” CON OCCHI SPACCANTI E ROTEANTI: MA COME SI PERMETTE ST'IMBECILLE DI CONTRADDIRE "THE GREAT DONALD"? - CILIEGINA SULLA TORTA MARCIA DELLA CASA BIANCA: È STATA PROPRIO LA TRUMPETTA, CHE SE NE FOTTE DELLE REGOLE DEMOCRATICHE, A SUGGERIRE ALL'IDIOTA IN CHIEF DI EVITARE LE DOMANDE DEI GIORNALISTI... - VIDEO

francesco milleri gaetano caltagrino christine lagarde alberto nagel mediobanca

TRA FRANCO E FRANCO(FORTE), C'E' DI MEZZO MPS - SECONDO "LA STAMPA", SULLE AMBIZIONI DI CALTAGIRONE E MILLERI DI CONTROLLARE BANCHE E ASSICURAZIONI PESA L’INCOGNITA DELLA BANCA CENTRALE EUROPEA - CERTO, PUR AVENDO IL 30% DI MEDIOBANCA, I DUE IMPRENDITORI NON POSSONO DECIDERE LA GOVERNANCE PERCHÉ NON HANNO REQUISITI DETTATI DALLA BCE (UNO FA OCCHIALI, L'ALTRO CEMENTO) - "LA STAMPA"  DIMENTICA, AHINOI!, LA PRESENZA DELLA BANCA SENESE, CHE I REQUISITI BCE LI HA TUTTI (E IL CEO DI MPS, LOVAGLIO, E' NELLE MANI DELLA COMPAGNIA CALTA-MELONI) - COSA SUCCEDERÀ IN CASO DI CONQUISTA DI MEDIOBANCA E DI GENERALI? LOR SIGNORI INDICHERANNO A LOVAGLIO DI NOMINARE SUBITO IL SOSTITUTO DI NAGEL (FABRIZIO PALERMO?), MENTRE TERRANNO DONNET FINO ALL'ASSEMBLEA DI GENERALI...

donald trump grandi della terra differenza mandati

FLASH! - FA MALE AMMETTERLO, MA HA VINTO DONALD TRUMP: NEL 2018, AL G7 IN CANADA, IL TYCOON FU FOTOGRAFATO SEDUTO, COME UNO SCOLARO CIUCCIO, MENTRE VENIVA REDARGUITO DALLA MAESTRINA ANGELA MERKEL E DAGLI ALTRI LEADER DEL G7. IERI, A WASHINGTON, ERA LUI A DOMINARE LA SCENA, SEDUTO COME DON VITO CORLEONE ALLA CASA BIANCA. I CAPI DI STATO E DI GOVERNO EUROPEI, ACCORSI A BACIARGLI LA PANTOFOLA PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L'UCRAINA, NON HANNO MAI OSATO CONTRADDIRLO, E GLI HANNO LECCATO VERGOGNOSAMENTE IL CULO, RIEMPIENDOLO DI LODI E SALAMELECCHI...

pietrangelo buttafuoco alessandro giuli beatrice venezi

DAGOREPORT – PIÙ CHE DELL’EGEMONIA CULTURALE DELLA SINISTRA, GIULI E CAMERATI DOVREBBERO PARLARCI DELLA SEMPLICE E PERENNE EGEMONIA DELL’AMICHETTISMO E DELLA BUROCRAZIA – PIAZZATI I FEDELISSIMI E GLI AMICHETTISSIMI (LA PROSSIMA SARÀ LA DIRETTRICE DEL LATO B VENEZI, CHE VOCI INSISTENTI DANNO IN ARRIVO ALLA FENICE), LA DESTRA MELONIANA NON È RIUSCITA A INTACCARE NÉ LO STRAPOTERE BARONALE DELLE UNIVERSITÀ NÉ LE NOMINE DIRIGENZIALI DEL MIC. E I GIORNALI NON NE PARLANO PERCHÉ VA BENE SIA ALLA DESTRA (CHE NON SA CERCARE I MERITEVOLI) CHE ALLA SINISTRA (I BUROCRATI SONO PER LO PIÙ SUOI)

donald trump giorgia meloni zelensky macron tusk starmer

DAGOREPORT - DOVE DIAVOLO È FINITO L’ATTEGGIAMENTO CRITICO FINO AL DISPREZZO DI GIORGIA MELONI SULLA ‘’COALIZIONE DEI VOLENTEROSI”? - OGGI LA RITROVIAMO VISPA E QUERULA POSIZIONATA SULL'ASSE FRANCO-TEDESCO-BRITANNICO, SEMPRE PRECISANDO DI “CONTINUARE A LAVORARE AL FIANCO DEGLI USA” - CHE IL CAMALEONTISMO SIA UNA MALATTIA INFANTILE DEL MELONISMO SONO PIENE LE CRONACHE: IERI ANDAVA DA BIDEN E FACEVA L’ANTI TRUMP, POI VOLA DA MACRON E FA L’ANTI LE PEN, ARRIVA A BRUXELLES E FA L’ANTI ORBÁN, INCONTRA CON MERZ E FA L’ANTI AFD, VA A TUNISI E FA L’ANTI SALVINI. UNA, NESSUNA, CENTOMILA - A MANTENERE OGNI GIORNO IL VOLUME ALTO DELLA GRANCASSA DELLA “NARRAZIONE MULTI-TASKING” DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA, OLTRE AI FOGLI DI DESTRA, CORRONO IN SOCCORSO LE PAGINE DI POLITICA INTERNA DEL “CORRIERE DELLA SERA”: ‘’PARE CHE IERI MACRON SI SIA INALBERATO DI FRONTE ALL’IPOTESI DI UN SUMMIT A ROMA, PROPONENDO SEMMAI GINEVRA. MELONI CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO” - SÌ, C’È SCRITTO PROPRIO COSÌ: “CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO”, MANCO AVESSE DAVANTI UN LOLLOBRIGIDA QUALSIASI ANZICHÉ IL PRESIDENTE DELL’UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E MEMBRO PERMANENTE DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU (CINA, FRANCIA, RUSSIA, REGNO UNITO E USA) - RIUSCIRÀ STASERA L’EROINA DAI MILLE VOLTI A COMPIERE IL MIRACOLO DELLA ‘’SIRINGA PIENA E MOGLIE DROGATA’’, FACENDO FELICI TRUMP E MACRON?