luciano benetton ponte morandi

PONTI D’ORO - BELPIETRO: “PER RICOMPRARSI AUTOSTRADE LO STATO SPENDE UN OCCHIO E I BENETTON, CHE HANNO SFRUTTATO PER ANNI LA GALLINA DALLE UOVA D' ORO, INCASSANDO MILIARDI IN DIVIDENDI, RICEVERANNO 2,4 MILIARDI CASH. UN AFFARE SÌ, MA PER LA FAMIGLIA DI PONZANO VENETO, CHE SI RITROVERÀ IN MANO UN PACCO DI DENARO CON CUI POTRÀ FARE SHOPPING IN EUROPA, RIFACENDOSI DEI DISPIACERI ITALIANI” 

Maurizio Belpietro per "la Verità"

maurizio belpietro sulla terrazza dell atlante star hotel (2)

 

L' Italia non è un Paese per persone normali. E non lo dico in quanto affetto da cronico pessimismo, ma - ahimè - da un sano realismo. Per convincervi che il mio sia semplice disincanto, provo a mettere in fila alcuni fatti registrati nella sola giornata di ieri.

 

FABIO E NICOLA RIVA

Comincio dalla sentenza Ilva, quella con cui sono stati condannati gli ex azionisti dell' acciaieria di Taranto. Sul capo della famiglia Riva sono fioccate condanne per 42 anni, mentre un' altra trentina da trascorrere nelle patrie galere è stata comminata a ex manager del gruppo.

 

incendio all'ilva di taranto 5

A sommare le pene inferte a imprenditori e politici, con accuse che vanno dall' associazione a delinquere finalizzata al disastro ambientale all' omissione dolosa di cautele sui luoghi di lavoro, si sfiora il secolo.

 

Fin qui però siamo ancora nell' alveo  della normalità, sebbene qualcuno avrebbe motivo di interrogarsi se sia giusto condannare i nuovi padroni, che hanno comprato gli altiforni anni fa, e non i vecchi, che quegli impianti li hanno costruiti e che, come è noto, non sono privati, ma pubblici.

l'italsider di taranto 3

 

Già, perché l' Ilva un tempo si chiamava Italsider e dietro questa sigla c' era l' Iri, ovvero l' Istituto per la ricostruzione industriale, vale a dire il braccio statale nel mondo dell' impresa. È normale mandare in galera chi è accusato di aver inquinato per vent' anni e non chi lo ha fatto per quasi cento?

 

una torta a forma di ponte morandi giuseppe conte

Se le ciminiere emettevano fumi avvelenati e le polveri d' acciaio intossicavano i polmoni, si può credere che sia accaduto solo quando la fabbrica è stata privatizzata e che prima le emissioni fossero al profumo di violetta? Ma anche lasciando perdere questa piccola contraddizione, a cui la sentenza della Corte d' assise di Taranto non ha posto rimedio, i giudici, oltre a infliggere condanne esemplari, hanno disposto la confisca degli impianti.

 

ruspe al lavoro per spezzare i blocchi del ponte morandi

Cioè la magistratura, che è un ordine dello Stato, sequestra una fabbrica dello Stato (perché nel frattempo, grazie all' inchiesta, i legittimi proprietari sono stati espropriati delle loro azioni e dopo vari tentativi per trovare un compratore la proprietà dell' azienda è tornata nelle mani pubbliche). Tutto normale? A me pare di no, ma è niente rispetto a quello che sto per raccontarvi.

 

camion basko ponte morandi

Sempre ieri, Cassa depositi e prestiti, che è il braccio finanziario dello Stato, ha ottenuto il via libera per comprare la quota di maggioranza di Autostrade. In totale, sborserà 7,9 miliardi di soldi pubblici. L' operazione arriva a tre anni dal crollo del ponte Morandi, in cui morirono 43 persone.

 

Ricordate? A cadaveri ancora caldi, Giuseppe Conte annunciò l' inizio della procedura per la «caducazione della concessione», aggiungendo che il governo non avrebbe potuto attendere i tempi della giustizia penale. Che il presidente del Consiglio, per di più avvocato di professione, dica che l' esecutivo non può aspettare i comodi dei giudici è già di per sé paradossale, anche perché sottintende che un comune cittadino invece può pazientare.

luciano benetton

 

Ma l' anormalità non si limita a questo: c' è di più. Perché, non potendo indugiare, Conte e compagni hanno atteso circa tre anni e, dopo aver minacciato revoche e azioni giudiziarie, alla fine la faccenda si conclude con un esborso da parte dello Stato. Ancora un anno fa, l' avvocato del popolo minacciava azioni sorprendenti: «O arriva una proposta della controparte che è vantaggiosa per lo Stato oppure procediamo alla revoca».

 

Al posto dell' offerta è però arrivato lo sfratto per lo stesso Conte e così, a distanza di dieci mesi, eccoci qui, a una buonuscita che al Paese costerà svariati miliardi. Dei quasi 8 per l' acquisto della quota di maggioranza ho già detto, ma a questa si aggiungeranno i soldi necessari per mettere in sicurezza la rete, un investimento stimato in circa 12 miliardi.

 

una veduta del moncone del ponte morandi da una finestra di via fillak

Insomma, per ricomprarsi Autostrade lo Stato spende un occhio e i Benetton, che hanno sfruttato per anni la gallina dalle uova d' oro, incassando miliardi in dividendi, riceveranno 2,4 miliardi cash. Un affare sì, ma per la famiglia di Ponzano Veneto, che si ritroverà in mano un pacco di denaro con cui potrà fare shopping in Europa, rifacendosi dei dispiaceri italiani. Tuttavia, non c' è di che preoccuparsi del salasso per le casse pubbliche, perché a rimediare provvederanno gli italiani con l' aumento dei pedaggi, che grazie all' uscita dei Benetton ora si può fare.

 

ATLANTIA AUTOSTRADE

Dell' elenco delle cose poco normali che accadono in questo Paese fa parte anche l' intervista di Pier Carlo Padoan, indimenticato ministro dell' Economia ai tempi di Matteo Renzi e Paolo Gentiloni, ora presidente di Unicredit. Dall' alto del grattacielo che ospita la banca lombarda, l' uomo che a nome del governo con una telefonata licenziò i vertici del Monte dei Paschi di Siena, ora si rallegra per l' indipendenza mostrata da Mario Draghi a proposito delle nomine pubbliche.

 

PIERCARLO PADOAN CON ELKETTE DI UNICREDIT

Cioè, uno che gli incarichi li ha distribuiti sulla base delle comande di partito, oggi dice che quegli stessi incarichi non devono essere soggetti alla spartizione fra i partiti.

No, il nostro non è proprio un Paese normale. Soprattutto non è un Paese dove esistano ancora un po' di decenza e di vergogna.

il crollo del ponte morandi

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - LA CAPITALE DEGLI AFFARI A MISURA DUOMO, A CUI IL GOVERNO MELONI HA LANCIATO L’ANATEMA “BASTA CON I BANCHIERI DEL PD”, È IN TREPIDA ATTESA DI COSA DELIBERERÀ UNICREDIT DOMENICA PROSSIMA, A MERCATI CHIUSI - SI RINCORRONO VOCI SULLA POSSIBILITÀ CHE ANDREA ORCEL ANNUNCI L’ADDIO NON SOLO ALL’OPS SU BPM MA ANCHE ALLA SCALATA DI COMMERZBANK, PER PUNTARE TUTTA LA POTENZA DI FUOCO DI UNICREDIT LANCIANDO UN’OPS SU GENERALI - DOPO LE GOLDEN MANGANELLATE PRESE SU BPM, ORCEL AVRÀ DI CERTO COMPRESO CHE SENZA IL SEMAFORO VERDE DI PALAZZO CHIGI UN’OPERAZIONE DI TALE PORTATA NON VA DA NESSUNA PARTE, E UN’ALLEANZA CON I FILO-GOVERNATIVI ALL’INTERNO DI GENERALI COME MILLERI (10%) E CALTAGIRONE (7%) È A DIR POCO FONDAMENTALE PER AVVOLGERLA DI “ITALIANITÀ” - CHISSÀ CHE COSA ARCHITETTERÀ IL CEO DI BANCA INTESA-SANPAOLO, CARLO MESSINA, QUANDO DOMENICA IL SUO COMPETITOR ORCEL ANNUNCERÀ IL SUO RISIKO DI RIVINCITA…

parolin prevost

PAROLIN È ENTRATO PAPA ED È USCITO CARDINALE - IN MOLTI SI SONO SBILANCIATI DANDO PER CERTO CHE IL SEGRETARIO DI STATO DI BERGOGLIO SAREBBE STATO ELETTO AL POSTO DI PAPA FRANCESCO – GLI “AUGURI DOPPI” DI GIOVANNI BATTISTA RE, IL TITOLO FLASH DEL “SOLE 24 ORE” (“PAROLIN IN ARRIVO”) E LE ANALISI PREDITTIVE DI ALCUNI SITI - PERCHÉ I CARDINALI HANNO IMPALLINATO PAROLIN? UN SUO EVENTUALE PAPATO NON SAREBBE STATO TROPPO IN CONTINUITÀ CON BERGOGLIO, VISTO IL PROFILO PIU' MODERATO - HA PESATO IL SUO “SBILANCIAMENTO” VERSO LA CINA? È STATO IL FAUTORE DELL’ACCORDO CON PECHINO SUI VESCOVI...

matteo renzi sergio mattarella elly schlein maurizio landini

DAGOREPORT – IL REFERENDUM ANTI JOBS-ACT PROMOSSO DALLA CGIL DI LANDINI, OLTRE A NON ENTUSIASMARE MATTARELLA, STA SPACCANDO IL PD DI ELLY SCHLEIN - NEL CASO CHE UNA DECINA DI MILIONI DI ITALIANI SI ESPRIMESSERO A FAVORE DELL’ABOLIZIONE DEL JOBS-ACT, PUR NON RIUSCENDO A RAGGIUNGERE IL QUORUM, LANDINI ASSUMEREBBE INEVITABILMENTE UN'INVESTITURA POLITICA DA LEADER DELL'OPPOSIZIONE ANTI-MELONI, EMARGINANDO SIA SCHLEIN CHE CONTE - E COME POTRANNO I RIFORMISTI DEM, I RENZIANI E AZIONE DI CALENDA VALUTARE ANCORA UN PATTO ELETTORALE CON UN PD "LANDINIZZATO", ALLEATO DEL POPULISMO 5STELLE DI CONTE E DE SINISTRISMO AVS DI BONELLI E FRATOIANNI? - A MILANO LA SCISSIONE DEL PD È GIÀ REALTÀ: I RIFORMISTI DEM HANNO APERTO UN CIRCOLO IN CITTÀ INSIEME A ITALIA VIVA E AZIONE. MA BONACCINI DIFENDE ELLY SCHLEIN

sergio mattarella giorgia meloni

DAGOREPORT - L'ARDUO COMPITO DI MATTARELLA: FARE DA ARBITRO ALLA POLITICA ITALIANA IN ASSENZA DI UN’OPPOSIZIONE - IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NON VUOLE SOSTITUIRSI A QUEGLI SCAPPATI DI CASA DI SCHLEIN E CONTE, NÉ INTENDE SCONTRARSI CON GIORGIA MELONI. ANZI, IL SUO OBIETTIVO È TENERE IL GOVERNO ITALIANO DALLA PARTE GIUSTA DELLA STORIA: SALDO IN EUROPA E CONTRO LE AUTOCRAZIE – IL PIANO DI SERGIONE PER SPINGERE LA PREMIER VERSO UNA DESTRA POPOLARE E LIBERALE, AGGANCIATA UN'EUROPA GUIDATA DA FRANCIA, GERMANIA E POLONIA E LONTANA DAL TRUMPISMO - LE APERTURE DI ''IO SONO GIORGIA" SUL 25 APRILE E AFD. MA IL SUO PERCORSO VERSO IL CENTRO E' TURBATO DALLL'ESTREMISMO DI SALVINI E DALLO ZOCCOLO DURO DI FDI GUIDATO DA FAZZOLARI...

francesco micheli

DAGOREPORT - IN UNA MILANO ASSEDIATA DAI BARBARI DI ROMA, SI CELEBRA LA FAVOLOSA CAPITALE DEGLI AFFARI CHE FU: IL CAPITALISMO CON IL CUORE A SINISTRA E IL PORTAFOGLIO GONFIO A DESTRA - A 87 ANNI, FRANCESCO MICHELI APRE, SIA PURE CON MANO VELLUTATA E SENZA LASCIARE IMPRONTE VISTOSE, IL CASSETTO DEI RICORDI: “IL CAPITALISTA RILUTTANTE” È IL DIARIO DI BORDO DELL’EX BUCANIERE DELLA FINANZA CHE, SALITO SULL’ALBERO PIÙ ALTO DEL VASCELLO, HA OSSERVATO I FONDALI OSCURI INCONTRATI NEL MARE MAGNUM INSIDIOSO DELL’ECONOMIA, SOMMERSA E SPESSO AFFONDATA - “IO E LEI APPARTENIAMO A ZOO DIVERSI”, FU IL VATICINIO DI CUCCIA – LUI, UNICO TESTIMOME A RACCOGLIERE LO SFOGO DI EUGENIO CEFIS SU QUEL “MATTO” DI CUCCIA CHE NEL GIORNO DELLE SUE CLAMOROSE DIMISSIONI DA MONTEDISON L’AVEVA ACCOLTO CON UN BEFFARDO: “DOTTORE, PENSAVO VOLESSE FARE UN COLPO DI STATO…”