joe biden volodymyr zelensky bombe a grappolo

LE BOMBE A GRAPPOLO SONO UN’ARMA A DOPPIO TAGLIO – GLI ORDIGNI, CHE GLI STATI UNITI SI APPRESTANO A FORNIRE A KIEV, NON SOLO SONO VIETATI DA UNA CONVENZIONE INTERNAZIONALE, MA RISCHIANO DI RIMANERE INESPLOSE SUI TERRITORI, TRASFORMANDO L’UCRAINA IN UN CAMPO MINATO – MA PER ZELENSKY NON CI SONO ALTERNATIVE: I RUSSI SI SONO TRINCERATI NEI BOSCHI, E NON RIESCONO A TROVARE PUNTI DEBOLI NELLO SCHIERAMENTO AVVERSARIO. UN FALLIMENTO DELL’OFFENSIVA PER KIEV SAREBBE DISASTROSO…

Estratto dell’articolo di Gianluca Di Feo per “la Repubblica”

 

VOLODYMYR ZELENSKY JOE BIDEN

Le cluster bomb, ipocritamente definite con l’acronimo Dpicm che indica le “munizioni a doppio uso”, sono l’ultima risorsa per cercare di rinvigorire la controffensiva ucraina.

Oltre un mese di combattimenti non hanno spostato in modo significativo la linea del fronte e non ci sono segni di logoramento delle forze di Mosca: i russi continuano a rispondere agli attacchi con determinazione.

 

Molti analisti collegano questi risultati limitati alla debolezza dell’artiglieria di Kiev, che ha pochi proiettili e non riesce ad avere ragione delle difese. I tecnici del Cremlino hanno costruito postazioni molto efficaci, trasformando in fortezze i tratti di bosco che dividono la pianura un tempo coltivata a grano. […]

 

bombe a grappolo 6

Le manovre dei generali di Zelensky dovevano individuare i punti deboli dello schieramento russo ma finora non ne hanno trovati. […] E neppure le teste di ponte gettate al di là del fiume Dnepr […]  hanno migliorato la situazione, visto che i raid dell’aviazione finora sono riusciti a impedire che venissero trasformate in una minaccia per i russi.

 

Un fallimento dell’offensiva sarebbe disastroso, non solo dal punto di vista militare ma anche da quello politico: permetterebbe a Putin di ottenere il tempo per puntellare le falle nel suo sistema di potere, […] mentre le sue industrie stanno lavorando a pieno ritmo per sostenere i reparti al fronte.

 

valery gerasimov vladimir putin 4

[…] Il vero problema […] resta la carenza di colpi per l’artiglieria pesante. Gli alleati stanno cercando quelli per i cannoni d’origine sovietica ovunque, dal Pakistan alla Libia: sono arrivati persino proiettili cinesi prodotti nel 1988 e acquistati dall’Iran, probabilmente sequestrati dagli americani sulle navi dei Guardiani della Rivoluzione dirette in Yemen o in Libano.

 

Nei magazzini occidentali le scorte di proiettili da 155 millimetri sono sotto il livello minimo previsto per la sicurezza nazionale e la produzione fatica a crescere: in tutta Europa se ne confezionano circa 50 mila l’anno. Ed ecco che l’unico modo per sostenere rapidamente la spinta ucraina è attingere alle riserve statunitensi di “cluster”, con ogive che sganciano una pioggia di granate.

 

bombe a grappolo 4

Nel 2007 si stimava che l’Us Army avesse accumulato 730 milioni di queste submunizioni, destinate all’impiego con cannoni, razzi e missili: ordigni proibiti dai trattati internazionali che Washington, Mosca e Kiev non hanno mai ratificato.

 

Tra pochi giorni, quindi, le batterie della controffensiva potranno aumentare il numero di tiri. E molti analisti credono che i grappoli di granate saranno particolarmente efficaci nel distruggere i “boschi-caposaldo”: ogni proiettile lancia tra 40 e 60 bombe di varia potenza in un raggio che va da 200 a 400 metri. Molte di queste mini-testate inoltre riescono a penetrare le blindature dei cingolati e dei semoventi. I manuali lo definiscono “fuoco di saturazione”: in pratica, sui fanti russi si scaraventerà un inferno di esplosioni a cui è difficile sopravvivere fisicamente e resistere psicologicamente.

bombe a grappolo 8

 

Basterà per scardinare la barriera dell’esercito di Mosca? Finora i generali del Cremlino sono riusciti a reagire a qualsiasi innovazione e in quanto a cluster bomb hanno un’esperienza antica: sono stati i primi a usarle pure nell’invasione, tirando migliaia di razzi soprattutto nell’assedio di Karkhiv.

 

Una cosa è certa: queste sub-munizioni mineranno il futuro dei territori. Nei conflitti del passato recente - ad esempio l’attacco israeliano in Libano nel 2006 - circa un quinto sono rimaste inesplose per difetti tecnici: trappole seminate nei campi. Il Pentagono adesso si è affrettato a precisare che consegnerà a Kiev solo modelli moderni, con un margine di difetti inferiore al tre per cento. Gli ucraini non sembrano preoccuparsene: già 180 mila chilometri quadrati del Paese sono coperti di ordigni.

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