finti autovelox

PREVENIRE È MEGLIO CHE MULTARE – IL BOOM DEI FINTI AUTOVELOX, COLONNINE VUOTE CHE SEMBRANO MISURATORI DI VELOCITÀ – NON SONO PREVISTI DAL CODICE DELLA STRADA MA FUNZIONANO COME SPAVENTAPASSERI – IL MINISTERO NE SCONSIGLIA L’UTILIZZO MA I COMUNI CONTINUANO A INSTALLARLI – POSSONO ESSERE UTILIZZATI PER IL CONTROLLO DELLA VELOCITÀ SOLO SE...

Nicola Pinna per la Stampa

 

finti autovelox

La spiegazione ufficiale è sempre la tanto sbandierata prevenzione. Ma la verità, a ben vedere, è un po' diversa. E anche stavolta nasconde il solito tentativo dei Comuni italiani di ingrassare le casse con le multe. Il metodo è quello dei finti autovelox: gli automobilisti non hanno il tempo di rendersene conto, ma ai lati di moltissime strade spuntano strani e colorati dispositivi. Totem di forma diversa che a prima vista assomigliano tanto ai classici misuratori di velocità.

 

In realtà, c'è un inganno: la colonnina piazzata dai vigili urbani è una specie di spaventapasseri. All' interno, infatti, l'autovelox non c'è quasi mai e anche chi non rispetta i limiti non rischia la multa. All'apparenza è tutto regolare: c'è il cartello che segnala il misuratore e la colonnina colorata è ben visibile. Ma c'è un dettaglio: «Questi totem non sono omologati. Anzi - specificano dal dipartimento Trasporti del ministero delle Infrastrutture - non potranno mai essere omologati. Per una ragione semplice: non sono previsti dal Codice della strada».

finti autovelox 3

 

Questo, comunque, non vuol dire che siano illegali ed è proprio questo l'inghippo che consente ai vigili urbani di tanti comuni di piazzare i finti autovelox lungo le strade. Della serie: non sono autorizzati, ma neppure vietati.

 

«Le colonnine di questo genere possono essere utilizzate per il controllo della velocità a precise condizioni - spiega Domenico Protospataro, vicequestore della polizia stradale - All' interno deve essere piazzato un dispositivo che sia stato omologato e accanto al totem deve essere presente una pattuglia. In modo che ogni automobilista possa rendersi conto del fatto che è in corso un controllo. Non solo: è necessario essere sicuri che il contenitore non alteri la funzionalità del vero autovelox».

 

finti autovelox 4

Questo, insomma, è il grande equivoco: a rigor di legge, le colonnine svolgono, né più né meno, la stessa funzione di un cartello stradale che invita a ridurre la velocità. Con una differenza non secondaria: «Queste segnalazioni non rientrano tra quelle previste dalla legge - ribadiscono al Ministero delle Infrastrutture - Per questo motivo già più volte ne abbiamo sconsigliato l'utilizzo». Le note ufficiali del ministero sono due: la prima risale al 2014, in risposta a una richiesta di chiarimenti del sindaco di Torino, l'ultima è di febbraio scorso. Ma ai Comuni italiani continuano a piacere.

 

finti autovelox 2

E la spiegazione ufficiale, quella che danno tutti i sindaci, è sempre uguale: «L' obiettivo è indurre gli automobilisti a ridurre la velocità. D' altronde il totem risulta ben segnalato».

Ma c'è il rovescio della medaglia: la segnalazione costante di un sistema di controllo che funziona solo di rado rischia di sortire l'effetto contrario. E cioè che nessuno si renda conto quando è attivo per davvero.

 

Questa, dunque, sembra la perfetta contraddizione a tutto ciò che impone la famosa «Direttiva Minniti» sui controlli della velocità lungo le strade italiane. Il cuore della disposizione, d' altronde, era abbastanza chiaro: gli accertamenti devono essere svolti in modo che gli automobilisti siano informati.

 

finti autovelox 1

E non è un caso che a pagina 17 della direttiva si parli proprio dei finti autovelox: «La maggior parte delle postazioni è normalmente vuota. Ma affinché il sistema sia mantenuto credibile nella percezione degli utenti, e che resti inalterata nel tempo la sua efficacia deterrente, è necessario che le colonnine vengano utilizzate con sistematicità». Tradotto: piazzare i totem è consentito solo se vengono utilizzati per davvero e costantemente. Gli inganni nelle strade non sono consentite.

 

Ma il ministero della Infrastrutture ha a cuore anche un altro problema: «Le colonnine - si legge nelle note - rischiano di provocare pericoli alla circolazione».

 

Ultimi Dagoreport

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…