vissani barbieri

“TRA BOTTURA E MARCHESI SCELGO SEMPRE VISSANI” - BRUNO BARBIERI: “QUANDO QUALCUNO PARLA MALE DI LUI, MI INCAZZO. E' STATO UNO DEI TRE CUOCHI PIÙ IMPORTANTI DEL '900. È UN GENIO, UN PALATO ASSOLUTO. FACEVA DEI TORTELLI RIPIENI DI STINCO DI VITELLO CON UNA SALSA AL CAFFÈ PROFUMATA ALL'ARANCIA, DICEVI QUESTO È SCEMO, POI ANDAVI A MANGIARE IL PIATTO E DICEVI: PUTTANA EVA. POI CERTO, LAVORARE CON LUI ERA..."

Andrea Cuomo per “il Giornale”

bruno barbieri

 

Metti un pranzo in un ristorante aperto solo per te. Metti dei tortellini alla fonduta di Parmigiano-Reggiano 24 mesi e noce moscata che vorresti che domenica fosse sempre domenica anche se è martedì. Metti uno degli chef più famosi d' Italia, Bruno Barbieri, che di quel posto, Fourghetti, a Bologna, è patròn e anima, che all' inizio ti bacchetta perché in un tuo articolo lo hai definito «mingherlino» e hai fatto dispiacere a sua mamma di 86 anni, che è una tua lettrice («ma lo sai che qui a Bologna è una parola offensiva, vuol dire una persona da poco.

 

Mia madre mi ha detto: vorrei vedere in faccia chi ha scritto questa roba»); e che poi per due ore ti spiega la sua passione, la sua idea di ristorazione e di cucina, i suoi colleghi, i piatti realizzati dal giovane chef Erik Lavacchielli e che lui non mangia, perché «guarda che sette mesi di Masterchef sono devastanti, a volte mangi della roba buona ma anche della merda. Così mi sono messo in regola».

Barbieri, partiamo da Fourghetti.

BRUNO BARBIERI

 

Intanto: che significa?

«Il nome? Quattro spaghetti. È una roba che abbiamo buttato lì e ci piaceva. Poi richiama anche il verbo inglese forget, dimentica. Ma nel senso di: dimentica tutto quel che è là fuori».

 

Non pare un posto da stelle, lei che nella sua carriera ne ha conquistate sette in quattro locali diversi...

«Abbiamo voluto alleggerire un mondo che era diventato troppo importante. Per dire: abbiamo un solo bicchiere progettato per noi. Ci puoi bere vino rosso, vino bianco e Champagne. Non abbiamo tovaglie, solo un bel tovagliolo di lino. In questo modo rendi un locale sostenibile. Perché se questo locale non rende si va tutti a casa. Qui noi abbiamo fatto un investimento pazzesco, due milioni e mezzo».

 

Il progetto Fourghetti è destinato a espandersi?

igles corelli e la sua brigata con bruno barbieri

«Sì, intanto stiamo per aprire in un' altra città italiana».

 

Che è?

«Che è una bellissima città».

 

L'Italia è piena di bellissime città...

«Appunto».

 

Non ce lo vuol dire. E all' estero?

«Apriremo a Miami. E poi sono storie che non puoi programmare, magari un giorno andremo in Indonesia».

 

Quello che mi colpisce di Fourghetti è il bellissimo bancone.

«La gente fa la fila per andarci, lo preferisce al tavolo. Se vai a mangiare da solo smanetti con l' iPhone. Qui invece vedi le cose fatte live, puoi parlare con lo chef e chiedergli che cosa sta facendo o dialogare con il bartender (il bravissimo Salvatore Castiglione, ndr).

Nel prossimo locale voglio un bancone grande tre volte questo».

bruno barbieri (2)

 

Perché Bologna?

«Milano? Chiaro, è più figo. Ma io sono bolognese, quindi ci siamo detti, facciamolo a Bologna».

 

Che città è Bologna?

«Una città complessa, che si sta svegliando adesso da un lungo letargo, e per noi è stato un impatto difficile».

 

Perché?

«Intanto per la mia scelta di non fare l'ennesimo ristorante supertop. Il mondo della ristorazione è cambiato, è cambiato tutto il mondo, oggi la gente ha voglia di andare a mangiare senza essere laureata in scienze dell' alimentazione, puoi venire qui senza sapere che cos'è un rombo chiodato e non ti arresta nessuno, al massimo te lo spiega lo chef.

 

VISSANI

E poi perché pensavano, guarda questo che è venuto a fare il fenomeno. Il problema dell' Italia è che quando vedi qualcosa che funziona gli devi mettere un palo. Se pensi che qui i Nas in un anno sono venuti sei volti mi scappa da ridere. Questo posto era un cimitero, se ti appoggiavi a una parete crollava. Ora è tutto nuovo di pacca».

 

Cambiamo argomento: che cosa pensa di chi fotografa i piatti?

«Se penso che Gualtiero Marchesi era geloso pure delle ricette... Quando un cuoco, un cliente rifà una mia ricetta vuol dire che sono entrato nella sua anima con la mia anima. Lo stesso con le foto: se uno fa una foto del piatto e la pubblica, vuol dire che è stato colpito da un mio piatto. Certo se poi sotto ci scrive: bella schifezza...».

 

Un «mappazzone». Parliamo di tv. Non le rode di essere diventato famoso con Masterchef dopo trent' anni di onorata carriera?

BRUNO BARBIERI

«Io sono grato alla tv, sono stato chiuso 30-40 anni in una cucina e non ero sono accorto che fuori c' era un mondo. Esiste un altro Bruno Barbieri. Io so come si fa la salsa bernese, non è che se non la faccio per un mese poi non la so più fare. La tv certamente mi ha cambiato, probabilmente in meglio, ma io sono sempre lo stesso».

 

E come avete cambiato gli italiani?

«La gente che incontra me, Antonino, Joe, Carlo, Antonia per strada ci riconosce come persone che hanno lanciato un messaggio positivo. E questo era quello che volevo. Anche se quando registro per Masterchef non torno a casa per mesi».

 

La vita raminga dello chef...

«Quando ho deciso di fare il cuoco avevo due cose che mi piacevano: viaggiare e cucinare. E quando ho scoperto che le due cose si potevano fare assieme me ne sono andato. E devo ancora tornare a casa».

BRUNO BARBIERI

 

Come ha iniziato?

«Ho iniziato sulle navi da crociera».

 

Conosciamo qualcun altro di famoso che lo ha fatto...

«Eh, bisogna essere al posto giusto, al momento giusto. Lavoravo da Zi' Teresa a Milano Marittima, pulivo 15 chili di calamaretti spillo al giorno. Poi arriva un amico del padrone, chef di una nave, e intuisce che io avrei potuto avere la mano buona. Mi sono imbarcato che avevo 17 anni, mio padre non voleva, io mi sono incazzato e infatti con lui non mi sono fatto vivo per un anno. Io ero il terzo cuoco in brigata e comandavo 110 cuochi che avevano tre volte i miei anni. Sono robe che non puoi dimenticare. Ho capito il potere dello chef. E ho capito che è facile fare bene da mangiare per venti persone, ma prova a farlo per 250, devi avere le palle».

 

BRUNO BARBIERI

Parliamo di grandi chef. Chi sono i suoi maestri?

«Igles Corelli, con cui ho fondato il Trigabolo di Argenta, che è stata un' esperienza irripetibile, che ha segnato il passaggio storico dalla cucina della zia a quella moderna. E Gianfranco Vissani».

 

Vissani. Ma non è fuori moda?

«Vede, ora tutti si dicono marchesiani. Io mi ritengo vissaniano. Quando qualcuno me ne parla male mi incazzo. Io penso che Vissani sia stato uno dei tre cuochi più importanti del Novecento. È un genio, grande conoscitore di ingredienti, palato assoluto. Faceva dei tortelli ripieni di stinco di vitello con una salsa al caffè profumata all' arancia, dicevi questo è scemo, poi andavi a mangiare il piatto e dicevi: puttana eva. Poi certo, lavorare con lui era un inferno, lui trattava i suoi collaboratori come schiavi».

 

E Marchesi?

«Lo guardavo qualche anno fa e pensavo: ma non ti sei stancato? Non hai voglia di portare tua moglie al mare? Poi certo, ha portato la Francia in Italia, ha finalmente tolto la roba i piatti e non messa, Marchesi faceva un piatto con tre ingredienti, Vissani con 85».

 

BRUNO BARBIERI

Ancora Vissani...

«Gianfranco ha lavorato davvero sulla storia della cucina italiana. Se vai a rileggere i suoi scritti sono di una bellezza incredibile. Se vado a leggere una cosa di Bottura, che è un amico, non me ne frega un cazzo, perché racconta una storia non sua. La sua cucina non mi prende. Se devo prendere l' auto e andare a mangiare da lui o da Vittorio a Brusaporto io vado da Vittorio».

 

E meno male che è un amico.

BRUNO BARBIERI E ENRICO MENTANA

«Senta. Io nel 1989 ho mangiato da Robuchon, e mi ricordo ancora tutti i piatti a uno a uno perché mi stava trasmettendo la sua anima. Io mica sono come Andy Warhol, che pensava che il cibo entra da un buco ed esce dall' altra, e poi ha fatto fortuna con le scatolette di zuppa Campbell's».

 

Ma esiste una cucina italiana?

«Esiste una cucina italiana perché c'è una materia prima come non ce n' è al mondo. Semmai l' errore è stato negli anni Novanta e Duemila copiare modelli arrivati da fuori, dalla Spagna, senza modernizzare la nostra tradizione. Oggi non posso più mangiare le tagliatelle fatte da mia nonna con il ragù che cuoce cinque ore, perché dopo devo andare in ufficio e non posso avere una panza così. Ma ora i nostri grandi chef stanno ricominciando a partire da quella roba lì, raccontando la nostra storia con una visione diversa».

gianfranco vissani

 

La cucina italiana è davvero tra le migliori al mondo?

«Per me ci sono tre grandi cucine al mondo: l'italiana per la materia prima, la francese per la tecnica e il rigore, la libanese che fonde la parte francese a quelle del mondo arabo, il basso Mediterraneo, un connubio che ingloba un intero mondo. Non è mai andata di moda ma se ci vai a morire dentro è una cosa pazzesca».

 

Da Fourghetti ci sono insetti dipinti dappertutto. Ama il novel food?

«Ho mangiato le formiche culones colombiane, che sanno di miele perché mangiano solo quello. A me gli insetti piacciono, sono parte della sopravvivenza di tanta gente. E poi da bambino mi chiamavano Bruco...».

 

bottura

Ha una perversione gastronomica?

«Vado pazzo per i noodles liofilizzati. Una volta ero in un supermercato in zona Lodi, a Milano, e ne avevo preso sette o otto barattoli, senza pensare che la gente poi guarda nel carrello di Barbieri, e un tizio dietro di me alla cassa mi fa: ah beh, questo non me lo sarei mai aspettato... Guardi, gli dico, sono per il mio gatto. Ma mi fanno impazzire, cosa vuole che le dica».

 

E i suoi locali preferiti?

«A me piacciono anche i pustàz, i postacci. A Parigi in un locale orribile in rue Saint-Anne grande come un ascensore e gestito da mamma, papà e da una figlia secondo me nemmeno tanto a posto con la testa, ho mangiato il migliore sushi della mia vita».

 

Che rapporto ha con la sua brigata?

«Io sono uno spaccamaroni. Ma mi sono sempre circondato di gente che faceva quello che io penso in modo che potessi andarmene in giro per il mondo senza nemmeno telefonare per sapere che tutto andasse bene».

Alain Ducasse

 

Quindi lei è uno chef che il cliente non trova in cucina?

«Ma questo è un problema solo in Italia. Lei pensa che Alain Ducasse che ha 85 locali nel mondo possa cucinare in tutti? Il lavoro dello chef è cambiato, non puoi più chiuderlo nella cucina e buttare via la chiave, deve girare per il mondo, guardare cosa fanno gli altri colleghi, provare i nuovi prodotti. Sennò che cosa mette poi nel piatto?».

Ultimi Dagoreport

vladimir putin roberto vannacci matteo salvini

DAGOREPORT: ALLARME VANNACCI! SE L’AMBIZIONE DETERMINATISSIMA PORTASSE IL GENERALISSIMO A FAR SUO IL MALCONCIO CARROCCIO, PER SALVINI SAREBBE LA FINE - E IL "VANNACCISMO ALLA VODKA", CIOE' FILO-RUSSO, ALLARMA NON POCO ANCHE GIORGIA MELONI – CON LA CONQUISTA DI CIRCA UN TERZO DEL CONSENSO ALLE EUROPEE, VANNACCI POTREBBE FAR DIVENTARE LA "PREVALENZA DEL CREMLINO" GIA PRESENTE NELLA LEGA DI “SALVINOVSKIJ” DEFINITIVAMENTE DOMINANTE - L’EX PARÀ SI BAGNA PARLANDO DI PUTIN: “NEGLI ULTIMI VENT’ANNI, HA FATTO RIFIORIRE LA RUSSIA’’ - SE RIUSCISSE A ESPUGNARE LA LEGA, IL GENERALISSIMO CHE FARÀ? MOLLERÀ LA "CAMALEONTE DELLA SGARBATELLA", CHE ABBRACCIA ZELENSKY E ELOGIA GLI UCRAINI PER LA LORO “RESISTENZA EROICA”, DECISO A SFIDARE I FRATELLINI SMIDOLLATI D’ITALIA CHE HANNO MESSO IN SOFFITTA IL BUSTO DEL DUCE E I SILURI DELLA DECIMA MAS? - I VOTI DELLA LEGA SONO IMPRESCINDIBILI PER VINCERE LE POLITICHE DEL 2027, DOVE L’ARMATA BRANCA-MELONI DUELLERA' CON UN INEDITO CENTROSINISTRA UNITO NELLA LOTTA...

2025mellone

CAFONAL! - DIMENTICATE I GRANDI MATTATORI, ANGELO MELLONE È CAPACE DI SPETALARE FIORELLO IN 15 SECONDI - ATTORE, CANTANTE, SCRITTORE, POETA, SHOWMAN MA SOPRATTUTTO GRAN CAPO DELL'INTRATTENIMENTO DAYTIME DELLA RAI, IL BEL TENEBROSO DI TELE-MELONI, IN ATTESA DI VOLARE A SAN VITO LO CAPO (TRAPANI), PRESIDENTE DI GIURIA DELL'IRRINUNCIABILE CAMPIONATO DEL MONDO DI COUS COUS, ANZICHÉ SBATTERSI COME UN MOULINEX PER METTER SU TRASMISSIONI DECENTI PER RICONQUISTARE LA SUPREMAZIA DELLA RAI SU MEDIASET, LO RITROVIAMO COL SUO OUTFIT DA CHANSONNIER MAUDIT, ESIBIRE IL SUO STRAZIANTE RECITAR CANTANDO AL “JAZZ&IMAGE LIVE COLOSSEO FESTIVAL 2025” AL PARCO DEL CELIO, ACCOLTO DA UN FOLTO PARTERRE DI INVITATI CON L’APPLAUSO INCORPORATO (MATANO, CERNO, DESARIO, RONCONE, STRABIOLI, GINO CASTALDO, DARIO SALVATORI E TANTE RAI-GIRLS CAPITANATE DALLE PANTERONE-MILF, ANNA FALCHI ED ELEONORA DANIELE) - DEL RESTO, DITEMI VOI COME SI FA A FREGARSENE DELL’INVITO DEL DIRIGENTE RESPONSABILE DI UNA PLETORA DI PROGRAMMI, RISPONDENDO AL TARANTOLATO TARANTINO: “GRAZIE, MA NEMMENO SOTTO ANESTESIA”? - VIDEO

gaza giorgia meloni donald trumpm benjamin netanyahu

QUANTO A LUNGO PUÒ ANDARE AVANTI IL TRASFORMISMO CHIAGNE E FOTTI DI GIORGIA MELONI DECLINATO IN SALSA ISRAELO-PALESTINESE? - L’ITALIA HA DATO IL SUO VOTO FAVOREVOLE AL RICONOSCIMENTO DI "DUE POPOLI, DUE STATI" ALL'ASSEMBLEA DELL'ONU DEL 22 SETTEMBRE - MA, FRA UNA SETTIMANA, SU INIZIATIVA DI FRANCIA E ARABIA SAUDITA, IL CONSIGLIO DELL'ONU E' CHIAMATO A VOTARE IL RICONOSCIMENTO DELLO STATO PALESTINESE: CHE FARA' LA "GIORGIA DEI DUE MONDI"? - FRANCIA, AUSTRALIA, BELGIO, CANADA, FINLANDIA, MALTA, PORTOGALLO E REGNO UNITO ENTRERANNO A FAR PARTE DEI 147 STATI DEI 193 MEMBRI DELL’ONU CHE RICONOSCONO LA PALESTINA - DIMENTICANDO PER UN MOMENTO LE STRAGI DI GAZA, LA PREMIER VOTERA' CONTRO O SI ASTERRA' PER COMPIACERE TRUMP E L’AMICO NETANYAHU? TROVERA' IL CORAGGIO DI UNIRSI AL RESTO DEL MONDO, VATICANO COMPRESO? AH, SAPERLO...

giorgia meloni vox ursula von der leyen santiago abascal

DAGOREPORT - SE I MEDIA DI CASA NOSTRA, DEL VIDEO-MESSAGGIO DI GIORGIA MELONI ALL'EVENTO MADRILENO DI VOX, HANNO RIPRESO SOLO LA PARTE DEL DISCORSO RIGUARDANTE L’ASSASSINIO DI CHARLIE KIRK, SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO COME MARTIRE DELL’ODIO E DELLA VIOLENZA DELLA SINISTRA, I CAPOCCIONI DI BRUXELLES HANNO SBARRATO GLI OCCHI PER UN ALTRO MOTIVO - CHE CI FACEVA LA MELONI, EX PRESIDENTE DEL GRUPPO DEI CONSERVATORI EUROPEI ALL’EVENTO “EUROPA VIVA 2025” DI VOX, IL PARTITO DI ESTREMA DESTRA SPAGNOLO CHE DAL 2023 È STATO ARRUOLATO DA “PATRIOTI PER L’EUROPA”, L’EUROGRUPPO ANTI-UE CREATO DAL DUCETTO UNGHERESE E FILO-PUTINIANO, VIKTOR ORBAN, DI CUI FA PARTE ANCHE LA LEGA DI SALVINI? - ALLA FACCIA DEL CAMALEONTISMO DELLA “GIORGIA DEI DUE MONDI”, BASCULANTE TRA UN VIAGGETTO E UN ABBRACCIO CON I DEMOCRISTIANI TEDESCHI URSULA VON DER LEYEN E FEDRICH MERZ, A CATALIZZARE L’IRRITAZIONE DEI VERTICI DELL’UNIONE È STATO IL TEMA DELL'EVENTO DI VOX CHE, TRA DIBATTITI SU IMMIGRAZIONE ILLEGALE, LAVORO, CASA E SICUREZZA, SPUTAVA IN FACCIA AI POTERI FORTI DI BRUXELLES - LA MANIFESTAZIONE DI VOX HA DIMOSTRATO, PER L’ENNESIMA VOLTA, L’ISTRIONICA PERSONALITÀ DI COMUNICATRICE DELLA PREMIER ALLA FIAMMA. TALENTO LATITANTE TRA I NUMEROSI GALLI DEL  CENTROSINISTRA... - VIDEO

FLASH! – MENTRE SVANISCE LA MILANO DEI ‘’POTERI FORTI’’ E DEI “SALOTTI BUONI”, FINITI SOTTO IL TALLONE DEI “BARBARI ROMANI”, SI ALZA LA VOCE DEL 92ENNE GIOVANNI BAZOLI - IL GRANDE VECCHIO, CHE INSIEME A GUZZETTI HA RIDISEGNATO IL SISTEMA BANCARIO, HA CONSEGNATO ALLA FELTRINELLI LA SUA AUTOBIOGRAFIA (LA FIGLIA CHIARA, NONCHÉ COMPAGNA DEL SINDACO DI MILANO BEPPE SALA, LAVORA ALLA FONDAZIONE FELTRINELLI) – IL LIBRO PARTE DALLA GUERRA AI NAZIFASCISMO E LA PASSIONE PER ALESSANDRO MANZONI, CONTINUA CON LA CELEBRAZIONE DI NINO ANDREATTA, LE VICENDE DEL BANCO AMBROSIANO, FINO ALLA CREAZIONE DI INTESA SANPAOLO…

giorgia meloni kirk renzi salvini tajani

DAGOREPORT - LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE DI GIORGIA MELONI: PER LA DESTRA DE’ NOANTRI, IL DELITTO KIRK NON È UNA STORIA AMERICANA DEFLAGRATA ALL’INTERNO DEL MONDO DEI “MAGA” TRUMPIANI. NO, È ROBA DA BRIGATE ROSSE IN VIAGGIO PREMIO NEGLI USA - ECCO: IL CADAVERE DI UN ATTIVISTA DI UN PAESE DOVE LE ARMI LE COMPRI DAL TABACCAIO È GIUNTO AL MOMENTO GIUSTO PER ESSERE SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO AD ARTE DALLA PROPAGANDA DI PALAZZO CHIGI, COPRENDO CON DICHIARAZIONI FUORI DI SENNO LE PROPRIE DIFFICOLTÀ - CHE LA DESTRA DI GOVERNO SIA IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE, INQUIETA (EUFEMISMO) PER L’ESITO DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, IL CUI VOTO SARÀ DIRIMENTE IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, ALLE PRESE CON UN PAESE CHE SENZA LA FORTUNA DEI 200 MILIARDI DEL PNRR SAREBBE IN RECESSIONE COME LA FRANCIA E LA GERMANIA, NE È CONSAPEVOLE LO STESSO ESECUTIVO, IN PIENO AFFANNO PER TROVARE LE RISORSE NECESSARIE ALLA FINANZIARIA DI FINE D’ANNO - RENZI: “LA PREMIER SEMINA ZIZZANIA E CREA TENSIONE PER EVITARE DI PARLARE DI STIPENDI E SICUREZZA. MA SOPRATTUTTO PER EVITARE CHE NASCA UN VERO MOVIMENTO A DESTRA. OCCHIO: SE VANNACCI FA COME FARAGE, LA MELONI VA A CASA. LA POLITICA È PIÙ SEMPLICE DI QUELLO CHE SI CREDA. GIORGIA MELONI ALIMENTA LA PAURA PERCHÉ LEI HA PAURA…” - VIDEO