alberto cirio giuseppe conte

C’E’ UN CASO PIEMONTE: L’UNICA REGIONE IN ITALIA A TENERE CHIUSI BAR E RISTORANTI NONOSTANTE ‘IL RISCHIO BASSO’ - ALTRI 5 GIORNI DI STOP PER I LOCALI E A GIUGNO RISCHIA DI NON APRIRE I CONFINI - IL MINISTRO SPERANZA: " I NUMERI DEI CONTAGI SONO ANCORA SIGNIFICATIVI, BISOGNA RIAPRIRE CON PRUDENZA, ATTENZIONE E CAUTELA...”

Carlo Bertini e Lidia Catalano per la Stampa

 

 

alberto cirio forza italia piemonte

 Il Piemonte di Alberto Cirio resta solo a proseguire ostinato sulla strada della cautela. Fino a venerdì era affiancato da Lombardia e Toscana nel chiedere al «governo indicazioni sulle riaperture uguali per tutti», per provare a frenare le fughe in avanti di Regioni come Veneto, Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia che premevano per «riaprire tutto e subito», bar e ristoranti compresi.

 

Poi, nel giro di poche ore, gli «alleati» di Cirio si sono defilati. La prima a fare marcia indietro è stata la Regione guidata dal leghista Attilio Fontana, che è sì in difficoltà con i contagi ma è ancora più preoccupato dall' idea di rimanere indietro e di assumere scelte impopolari verso i cittadini e le imprese. Ieri a malincuore ha invertito la rotta anche il dem Enrico Rossi, che alla fine ha scelto di allinearsi alla maggioranza pur restando convinto che sarebbe stato meglio avviare una ripartenza graduale.

 

ospizi piemonte

«La mia opinione era e resta diversa ma non voglio che la Toscana sia penalizzata rispetto a un quadro nazionale, di cui comunque, quando a fine mese la circolazione tra le regioni tornerà libera, finirebbe per risentire annullando gli effetti di eventuali interventi più restrittivi».

E a proposito di spostamenti dal 3 giugno, non è ancora chiaro se si potrà viaggiare tra tutte le regioni.

 

A rendere chiaro che quella siglata con i governatori è solo una pace temporanea del resto, è la battuta di un ministro vicino al premier, «hanno reclamato tanto l' autonomia e quando se la sono trovata davanti hanno avuto paura».. Perché nessuno potrà scaricare la colpa di una nuova impennata di casi sull' esecutivo nazionale. E stando a quanto trapela dal governo, «è possibile che se i dati resteranno quelli attuali ci si possa spostare ovunque tranne che da Lombardia e Piemonte».

 

Questo perché i dati aggiornati a ieri mattina del report settimanale sulla situazione dalla fine del lockdown, segnalano la Lombardia nel gruppo del «rischio medio» e il Piemonte, pur tra le 18 regioni a «rischio basso», figura nella parte alta della classifica, tra le realtà territoriali con una «situazione complessa». Se così fosse, ancora per alcune settimane si avrebbe un Paese a due velocità, con le frontiere aperte ma non per le Regioni chiave del Nord. Sarebbe l' ennesimo colpo per Cirio, che dopo l' ultimo confronto di ieri sera con governo ed enti locali si è trovato solo a scegliere ancora la prudenza.

coronavirus 8

 

Il governatore di Forza Italia deve essere rimasto spiazzato dalla scelta del premier Conte di lasciare agli enti locali la responsabilità di riaprire dal 18 maggio. L' autonomia tanto rivendicata dalle Regioni a guida centrodestra - e ribadita in una lettera di qualche settimana fa al capo dello Stato Mattarella sottoscritta dallo stesso governatore del Piemonte - ora rischia di rivelarsi un boomerang. Non sarà possibile scaricare eventuali colpe di nuove ondate epidemiche su altri. Cirio lo sa. E l' ultima cosa che può permettersi è passare da irresponsabile. Mentre in Veneto Luca Zaia incassava plausi e addirittura veniva consacrato come volto credibile per la leadership del Paese, Cirio era alle prese con i focolai incontrollati nelle Rsa, con la rivolta dei medici di famiglia perché rimasti a lungo inascoltati e sprovvisti di protezioni e con i passi falsi dell' unità di crisi che ha dovuto rattoppare chiamando in aiuto nuovi esperti.

 

ALBERTO CIRIO CON LA MASCHERINA

Ora che le cose stanno finalmente prendendo un' altra piega Cirio, già scivolato agli ultimi posti nell' indice di gradimento dei governatori, non ha intenzione di «vanificare gli sforzi». Lo stesso ministro della Salute Roberto Speranza incita a non abbassare la guardia: «I numeri dei contagi sono ancora significativi, bisogna riaprire con prudenza, attenzione e cautela». Dunque, fari accesi da parte del governo, pronto a richiudere tutto. Non appena si dovesse passare ad una situazione ad alto rischio in alcune zone del paese, scatterebbero i blocchi «Su ogni fattore, da R/0, che rappresenta l' indice di contagio, al numero di terapie intensive, ai casi positivi, si accendono delle spie - spiega un responsabile della Cabina di regia nazionale - e quando il livello da basso passasse a medio, quel territorio verrebbe posto sotto osservazione rigorosa: quando poi si sale fino al livello "alto" allora scattano le restrizioni».

ALBERTO CIRIO CON LA MASCHERINA

Ultimi Dagoreport

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...