
C’È POCO DA FESTEGGIARE: CHIARA FERRAGNI HA DOVUTO SGANCIARE 6,4 MILIONI DI EURO PER RICAPITALIZZARE LA SUA "FENICE" CHE NAVIGA IN CATTIVE ACQUE DOPO IL PANDORO-GATE – ORA L’INFLUENCER HA OLTRE IL 99% DELLA HOLDING DOPO CHE I SOCI PAOLO BARLETTA E PASQUALE MORGESE SI SONO SFILATI – C’È UNA PICCOLA INSIDIA DIETRO QUELLO 0,2 CHE MORGESE NON HA VOLUTO CEDERE: SI SAREBBE TENUTO LA PICCOLA QUOTA PER PROMUOVERE IN TRIBUNALE UN’AZIONE DI RESPONSABILITÀ CONTRO GLI EX AMMINISTRATORI…
1. FERRAGNI SALE AL 99% DELLA SUA HOLDING NEL FUTURO PIÙ ESTERO
Estratto dell’articolo di Mario Gerevini per il “Corriere della Sera”
Chiara Ferragni torna padrona del suo futuro imprenditoriale.
Quasi del tutto. L’aumento di capitale di Fenice, la società titolare dei marchi e di cui l’influencer aveva il 32,5%, è andato in porto. A sottoscrivere i 6,4 milioni, deliberati a marzo in una burrascosa assemblea e necessari a rimettere in carreggiata l’azienda travolta dal caso Balocco, è stata pressoché interamente la stessa Ferragni.
L’aveva detto: sono disposta a mettere io tutti i soldi per coprire l’importo. E l’annuncio ora con un post su Instagram conferma implicitamente che le cose sono andate proprio così: «Oggi voglio raccontarvi una cosa: sono per la prima volta diventata azionista di maggioranza di Chiara Ferragni Brand. Non è solo una questione di quote o di percentuali, è un inizio (...) la scelta di rimettere le mani sulla mia storia, senza delegare (...) è essere libera per la prima volta nel portare avanti il mio brand e il mio nome». Se ne deduce che si è sfilato del tutto il principale socio di Fenice, la società Alchimia di Paolo Barletta che aveva il 40%. E si deduce anche che l’altro azionista, l’imprenditore Pasquale Morgese (27,5%), assai critico con la gestione Ferragni-Barletta, ha sottoscritto solo poche azioni, riducendo la partecipazione a uno zero virgola.
chiara ferragni sale al 99,8% della sua societa
Ma è in questa piccola quota che si nascondono insidie per Ferragni. L’unica ragione per cui l’imprenditore calzaturiero è rimasto dentro è quella di esercitare determinati diritti del socio: impugnare il bilancio, la ricapitalizzazione e promuovere in tribunale un’azione di responsabilità, contro gli ex amministratori Ferragni, Barletta e Fabio Damato. Ora Fenice è nel pieno controllo di Ferragni e, per la gestione, del super manager Claudio Calabi, alla guida da novembre.
Il perimetro di business si è ridotto drasticamente e quando l’imprenditrice parla di «un inizio» dà l’idea di quanta “retromarcia” sia stata fatta: 14 milioni di fatturato nel 2022, 2 nel 2024 con una perdita cumulata di 10 milioni.
[…] Calabi ha tagliato il tagliabile (posti di lavoro compresi) salvando il salvabile di un gruppo che a giugno 2023 valeva intorno ai 100 milioni. La ricapitalizzazione era indispensabile per Fenice che ha come unico asset il marchio Chiara Ferragni, il quale marchio ha come unico asset la credibilità di Chiara Ferragni.
chiara ferragni sale al 99,8% della sua societa
Adesso si riparte «senza più far finta che tutto vada bene quando non va», scrive lei.
2. “RICOMINCIO DA SOLA” CHIARA COMPRA FERRAGNI
Estratto dell’articolo di Carlotta Scozzari per “la Repubblica”
La società Fenice rinasce con Chiara Ferragni oltre il 99% del capitale. […]
Per capire come si sia arrivati sin qui, occorre fare un passo indietro al 10 marzo. Quel giorno, l’assemblea dei soci di Fenice ha approvato un aumento di capitale da 6,4 milioni, divenuto necessario dopo le perdite da 10,2 milioni cumulate tra il 2023 e i primi undici mesi del 2024. I conti hanno scontato la sanzione dell’Antitrust e le ripercussioni della pratica commerciale legata al pandoro Balocco, in merito alla quale Ferragni a settembre dovrà rispondere in tribunale a Milano.
[…] Fin da subito però Ferragni si era detta disponibile a coprire l’intera operazione di tasca propria se gli altri soci non avessero voluto mettere mano al portafogli.
Così è stato, perché soltanto Morgese, nonostante il voto contrario, ha partecipato all’aumento, per 12.800 euro, mantenendo lo 0,2% di Fenice (si dice perché in questo modo potrà valutare un’eventuale azione di responsabilità).
Ferragni ha fatto quasi tutto da sola, sborsando 6,39 milioni e salendo così al 99,8% del capitale. Ora è al controllo di Fenice in un momento in cui la società, risolto il problema dei costi, si trova ad attraversare ancora una fase di transizione, in attesa di individuare la strada per la ripartenza l’anno prossimo. Ci sarà, in primo luogo, da capire come risollevare i ricavi, identificando la clientela target, tendenzialmente giovani dai 15 ai 28 anni spesso con capacità di spesa limitate.
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Non è un mistero che in Fenice i rapporti tra i soci non siano sempre stati sereni. Gli scontri con Morgese sono stati ripetuti. [...]