VIAGGIO NELLA “TANA” DI IGOR VACLAVIC - LE CAMPAGNE TRA MOLINELLA E MARMORTA SONO STATE COVO INESPUGNABILE PER PARTIGIANI, RICERCATI DELLE SS E BRIGATE NERE - ACQUA TORBIDA, ZANZARE, UCCELLI PALUSTRI, NEBBIA, GHIACCIO, AFA A SECONDA DELLA STAGIONE, SONO ZONE IN CUI E’ NATO IL MITO MALIGNO DELLA “BORDA”

Testo di Simona Vinci pubblicato da “la Repubblica”

IGOR VACLAVICIGOR VACLAVIC

 

«Han visto il Lupo, l'hanno visto sparare l'hanno visto sul fiume con due parole han visto la Volpe, l'hanno vista sparire l'hanno vista nell'ombra col suo fucile». Claudio Lolli, Poco di buono Niente, non ce l'ho fatta a resistere, sono dovuta andarci e farmele, le strade con i posti di blocco dei carabinieri a ogni incrocio e guardare, ancora una volta, le campagne distese tra Molinella, Marmorta, Campotto, San Antonio, Medicina, Fiorentina; neanche un cane per strada, o un gatto in un campo, solo i posti di blocco coi carabinieri a coppie e il mitra in mano che ti fermano e guardano dentro il bagagliaio, metti che il fuggitivo ci si sia nascosto dentro.

 

LE CAMPAGNE IN CUI SI NASCONDE IGOR VACLAVICLE CAMPAGNE IN CUI SI NASCONDE IGOR VACLAVIC

Gli agricoltori intanto si facevano gli affari loro ché i campi non aspettano mica che ti torni la voglia. Tra i casolari abbandonati, i canali, gli argini, i fossi, le boscaglie, i canneti: un mondo immobile bagnato dalla luce delle 14.30 che sembrava già estate, quell'estate di pianura che non fa sconti a nessuno, paradiso di uccelli e insetti, innocenti e ignari, fino a prova contraria.

 

Sono passate più di due settimane dall'omicidio di Davide Fabbri al bar della Riccardina di Budrio e una dall'uccisione della guardia forestale volontaria Valerio Verri dalle parti di Portomaggiore da parte di un fuorilegge considerato altamente pericoloso, ormai noto in tutta Italia come Igor il Russo, anche se il suo nome probabilmente non è Igor, e quasi certamente non è russo.

 

IGOR VACLAVICIGOR VACLAVIC

Quando la scrittrice bolognese Renata Viganò scrive L'Agnese va a morire, uno dei capolavori della letteratura neorealista italiana, pubblicato da Einaudi nel 1949, sono ancora freschissimi i ricordi della sua militanza partigiana vissuta nelle valli del comacchiese, insieme al marito, anche lui scrittore, Antonio Meluschi detto "il Dottore". Quelle valli e quei luoghi li conosceva molto bene.

 

L'Italia era divisa in due dalla Linea Gotica: gli alleati che risalivano da sud e i tedeschi che scendevano da nord e, nel 1943, al loro arrivo avevano pensato che il delta del Po fosse il posto perfetto per realizzare una parte della linea difensiva Bologna - Comacchio, la cosiddetta Linea Gengis Khan. Ponti distrutti, muri antisbarco, postazioni fortificate avrebbero fatto il resto, ma i conti li avevano fatti senza gli osti: gli americani, che poi sbarcarono da tutt' altra parte, ad Anzio, e i partigiani che costruirono una rete capillare di resistenza coinvolgendo sempre più la popolazione locale.

LE CAMPAGNE IN CUI SI NASCONDE IGOR VACLAVIC LE CAMPAGNE IN CUI SI NASCONDE IGOR VACLAVIC

 

Il delta del Po è calcolato in settecentottantasei chilometri quadrati e settantacinque, ora ridotti a quaranta, sono invece quelli che circoscrivono il territorio della caccia all' uomo in questi giorni. Sembrano pochi, quaranta chilometri quadrati, ma è difficile far capire a chi non li abbia mai frequentati, cosa siano di preciso quei chilometri di zona umida e valliva incastrati tra tre province: Bologna, Ferrara e Ravenna.

 

igor vaclavic  8igor vaclavic 8

Luoghi perfetti per nascondersi e farsi fantasmi, luoghi che solo gli oriundi conoscono davvero e nei quali sono capaci di sopravvivere (cibandosi di erbe selvatiche, anguille e poco altro) e di muoversi, spostarsi, fuggire, scomparire per poi riapparire un poco più là. Le tracce cancellate dall'acqua che sale e scende. Un terreno perfetto sul quale giocare una strategia complicata, un «deserto senza strade, dove la canna alta e il sentiero stretto danno respiro agli agguati». Nel 44-45 in quelle valli, oltre ai partigiani, si nascondevano anche ricercati delle S.S. e delle brigate nere.

 

È in questo mondo, che così raccontato sembra quasi l'ambientazione di una fiaba nera, un luogo immaginario e fantasmatico, e invece è qui, a due passi da casa, che si sta tessendo da due settimane la narrazione del cosiddetto killer di Budrio. In questi luoghi desolati all' apparenza, eppure ancora abitati e vissuti non soltanto dagli uccelli palustri e dalle api, ma da persone in carne e ossa che qui hanno le loro attività e le loro case e che ora vivono nella paura.

 

IGOR VACLAVIC - RICERCA CON DRONI IGOR VACLAVIC - RICERCA CON DRONI

Questi luoghi che se ci passi in macchina per farti un giro, in qualsiasi stagione, ti sembrano sospesi nel tempo così come sono a metà tra terra e acqua, orizzonte aperto e fitta boscaglia, canneti, strette vie d'acqua navigabili con piccole barche, canali morti, strade che finiscono su dune di sabbia e basta un passo per rendersi invisibili. La Viganò faceva dire al Comandante: «È un luogo magnifico Le canne non fanno verde, non fanno ombra, ma nascondono. Basta stare fermi ad un metro di distanza, e di qui non passa nessuno».

igor vaclavic  6igor vaclavic 6

 

Acqua torbida, zanzare, uccelli palustri, nebbia, ghiaccio, afa a seconda della stagione. È, questa, anche la terra in cui nacque intorno al 1700 la leggenda della Borda (o Bùrda, nel ferrarese, o ancora, francesizzato, Bourda) una creatura mostruosa, mezza umana e mezza strega, col volto mostruoso coperto da una maschera di cartapesta, una creatura malefica che vive nell' acqua dei canali, dei pozzi, degli acquitrini e che appare solo con il buio o nelle giornate di nebbia.

 

La Borda attrae a sé le sue vittime, preferibilmente bambine e bambini, non per cibarsene, come si potrebbe immaginare, ma per pura, maligna, distillata cattiveria, le immobilizza con una corda o un laccio di cuoio, le strangola e poi le affonda nelle acque melmose che sono la sua dimora. Difficile immaginare un luogo più suggestivo di questo per ambientarci una caccia all' uomo senza quartiere.

 

CACCIA A IGOR VACLAVICCACCIA A IGOR VACLAVIC

Non a caso io, che sono di Budrio, più volte ho scelto quegli scenari per alcuni dei miei romanzi. In questi giorni ho ripensato alla prima stagione di una delle serie tv più belle degli ultimi anni, True Detective, ideata e scritta dal romanziere americano Nic Pizzolatto: è ambientata in Louisiana, tra canneti e valli molto simili a quelle di questa zona d' Italia.

 

Un' epica del paesaggio che con i nostri posti di pianura tra terra e acqua sono riusciti a fare nel passato alcuni tra i più grandi registi italiani: Luchino Visconti con Ossessione, Michelangelo Antonioni con Il grido, Roberto Rossellini con l' ultimo episodio di Paisà, che racconta proprio la lotta partigiana nel Delta, e Il Mulino del Po di Alberto Lattuada tratto dal romanzo di Riccardo Bacchelli, sulla cui scena finale scorre la frase: «Così passa e ritorna il bene ed il male degli uomini e il tempo è simile all' andare del fiume».

igor vaclavic  4igor vaclavic 4

 

"La Belva Igor", qualunque sia il suo vero nome e la sua vera storia e qualunque sarà il suo destino, nel giro di due settimane è entrato nella leggenda emiliano-romagnola: tutti quelli che sono oggi bambini, da adulti probabilmente lo ricorderanno. Tornerà forse a visitarli negli incubi questa creatura mezza Rambo, mezza Borda, che striscia sul fango, resiste sott' acqua respirando con una cannuccia, si nutre di galline rubate, gatti e amare radici, carote e zucchine, uova, ha il dono dell' ubiquità ma anche quello dell' invisibilità. In quasi mille tra le varie forze dell' ordine impiegate, carabinieri, polizia, paracadutisti, oltre all' elicottero con gli infrarossi, i droni, i cani molecolari e ora, pare, perfino un sensitivo.

 

CACCIA A IGOR VACLAVIC CACCIA A IGOR VACLAVIC

Una creatura tra l'umano e l' indicibile, una sorta di oscura, feroce divinità che gli umani tentano di placare con offerte di cibo, come si fa con i morti, per tenerlo lontano dalle proprie case. Una narrazione al passo con i tempi, ma con un' aura antica, quasi atemporale (il Male incarnato esiste in tutti i tempi, purtroppo) che per due settimane ha tenuto con il fiato sospeso, oltre che gli abitanti della bassa, anche quelli di mezza Italia, che forse non sanno niente di questi posti, oppure non se lo ricordano e non fanno collegamenti.

igor vaclavic  3igor vaclavic 3

 

Sembra davvero che i luoghi, per la loro conformazione geografica, ma anche per qualcosa di difficilmente spiegabile e assimilabile a una specie di atavica maledizione, attraggano certe storie, forse le generano, ma di sicuro lo sono essi stessi, storie.

 

Quando questa vicenda sarà finita, con la cattura del fuggitivo, con la sua morte o con la sua definitiva sparizione, non potremo più prescindere da questa imperfetta, ma appassionante narrazione che i quotidiani, le testate online e i telegiornali hanno alimentato imbeccandola ogni giorno di qualche dettaglio nuovo, fino a farci quasi dimenticare le vittime, perché il cattivo, la Bestia, è molto più appassionante delle piccole vite di gente perbene che ha avuto la sventura di incrociarne il cammino.

 

 

LE CAMPAGNE IN CUI SI NASCONDE IGOR VACLAVIC  LE CAMPAGNE IN CUI SI NASCONDE IGOR VACLAVIC

 

Ultimi Dagoreport

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...