stupro di gruppo violenza

CARA BOLDRINI TI SCRIVO - LETTERA A “IL TEMPO” DI UNA DONNA STUPRATA A ROMA DA DUE ROM - “DOPO IL FATTO, ASSOCIAZIONI DI SINISTRA DICEVANO A MIO PADRE: NON DIRE CHE E’ STATA VIOLENTATA DAI ROM, ALTRIMENTI C’E’ RAZZISMO” - AL PRESIDENTE DELLA CAMERA CHE TACE SUI FATTI DI RIMINI VORREI DIRE CHE…

 

Da Il Tempo

 

Caro direttore,

 

mi permetta l' intrusione ma a tutto c' è un limite. Le chiedo un po' di spazio e un po' di coraggio che so non mancarle. Ci ho pensato e ripensato ma penso che oggi serva far parlare i fatti per mettere fine a questa follia dello stupro politico-mediatico. Le voglio raccontare in diretta cosa prova una donna, di qualsiasi nazionalità o religione, quando viene violentata. Le racconto cosa significa precipitare all' inferno, sporcarsi l' anima e non rivedere mai più la luce.

 

STUPRO 1STUPRO 1

Non ne posso più dell' ipocrisia della politica che interviene o non interviene a seconda se lo stupratore è un immigrato oppure no (o nel caso della signora Boldrini che ha condannato lo stupro di Rimini a tre giorni dai fatti e solo dopo le polemiche sollevate dai suoi avversari) o perché qualche simpatico ne, tipo quel mediatore culturale della coop, rilancia l' idea che lo stupro è tale solo all' inizio perché poi la donna si calma e gode. Ora le racconto cosa mi è successo ma è come se scrivesse una delle tante donne vittime di esseri umani stranieri che sarebbe meglio chiamare animali.

 

Era la notte tra il 5 e il 6 maggio dell' anno scorso. La sera, intorno alle 21, ero andata da un' amica. Ci siamo trattenute fino a mezzanotte poi mi sono incamminata verso casa, quando a trecento metri di distanza ho preso la strada che delimita il terreno abbandonato per accorciare, strada che allora non era illuminata.

 

laura boldrinilaura boldrini

Mentre chattavo su Facebook al telefono con il mio ex ragazzo ho visto un' ombra nera allungarsi sempre di più. Mi sono fermata per capire cosa fosse ma quando l' ho vista correre verso di me era già troppo tardi. Ho provato a strillare ma l' urlo è tornato in gola rimbalzando sulla mano pigiata sulla bocca.

 

Quell' uomo mi ha colpita e trascinato attraverso oltre la rete fino a chiudermi in una baracca maleodorante. Due belve feroci. Non era solo, quel bastardo. Mi hanno fatto sdraiare su un materasso putrido, strappato, mi hanno bloccato le gambe e a quel punto ho chiuso gli occhi e pregato mentre mi sentivo strappare la pelle, violare nell' intimità, in balia del mostro, privata della mia libertà, carne da macello.

STUPROSTUPRO

 

Come se la mia vita non avesse valore. Piangevo e tremavo mentre quei maiali si divertivano a turno. Sarà politicamente scorretto, sarà non bello a dirsi, sarà che cristianamente bisogna perdonare, ma queste persone, caro direttore, non credo possano vivere in mezzo a noi. Non posso dire cosa gli farei, ma chiunque nelle mie condizioni penserebbe di fargli esattamente le stesse cose.

 

Fatico a considerarli umani. Perversi, infami, vigliacchi, questo sono. Ho ripensato a quel giorno quando ho sentito di Rimini e tutti quei distinguo sulla nazionalità, i veleni sui social. Ci ripenso ogni giorno, più volte al giorno, a quanto ho vissuto. La testa va a quel materasso sudicio nella baracca ogni qual volta sento parlare di stupri. Per quegli schifosi, quell' abuso sessuale era una via di mezzo tra una festa e un sacrificio. Io ero lì, loro fumavano, bevevano, ridevano, si sfogavano sessualmente, parlavano tra loro mentre io ero buttata lì.

 

Poi, forse per eccitarsi, inframezzavano parole in italiano e discutevano ad alta voce se uccidermi o tenermi invita, ovviamente dopo aver fatto un altro giro sguazzando nella mia carne, stuprando la mia anima. E ridevano, quanto ridevano...

 

VIOLENZA SESSUALEVIOLENZA SESSUALE

Il cervello è entrato in modalità di sopravvivenza quand' ero ormai rassegnata alla morte. Nonostante tutto volevo vivere, mi è passata la vita davanti agli occhi, pensavo alla mia infanzia, agli amici, a mio padre. Più passava il tempo e più quei maledetti si ubriacavano, così ho approfittato di un momento in cui erano allontanati credendomi svenuta. Così mi sono fatta forza, trascinandomi fino alla borsetta buttata per terra sono riuscita a prendere il telefonino. Ero felice e terrorizzata, quando digitavo frasi di aiuto tremavo di speranza e di terrore.

 

Sono riuscita a inviare un sms alla mia migliore amica dicendole che ero al campo dietro casa sua, che mi stavano violentando, l' ho supplicata di chiamare subito la polizia. Quello è stato il momento in cui ho rischiato di più. Se mi avessero scoperto, non sarei qui. Purtroppo, però, la mia amica dormiva. Ha letto il messaggio solo alle 11 del mattino. Così tutta la notte l' ho vissuta pensando di crepare, secondo dopo secondo. Sapevo, però, che se una possibilità c' era di uscirne vive era di stare calma davanti a loro perché un pianto o una crisi li avrebbe portati alla follia e a ulteriori violenze sessuali.

 

violenza sessuale violenza sessuale

Così ho provato a interloquire pacatamente col diavolo, con l' uomo che mi aveva sequestrato dalla strada. Era lui il capo. L' ho rassicurato che non l' avrei denunciato, ho finto di capire le sue ragioni, una sorta di sindrome di Stoccolma, insomma, l' ho portato, non so come, a fidarsi di me anche se il compagno di branco, ubriaco marcio, gli diceva di non fidarsi e di farla finita. Più passavano le ore e più l' alcool faceva effetto nei loro corpi, così ho convinto il capo a fare due passi, l' ho pregato perché non sentivo più nulla, le gambe, la testa, le braccia, il respiro. Ha accettato.

 

LAURA BOLDRINI IN MOSCHEALAURA BOLDRINI IN MOSCHEA

Camminando abbiamo sfiorato un viottolo che erano ormai le 6 del mattino. Ho visto una macchina ferma al semaforo con una guardia giurata in divisa al volante. Ho capito che Dio, il mio Dio, c' era. E mi aveva mandato un angelo, che ancora oggi vorrei ringraziare: si chiama Dario (...). L' ho vista, l' auto, e mi ci sono buttata dentro prendendo alla sprovvista il capo del branco. Lui, il bastardo, non se l' aspettava. È rimasto paralizzato mentre io al vigilantes urlavo di correre via, lontano, il più lontano possibile. «Ti prego, scappa, scappa. Sono stata violentata». L' animale ha provato a correre ma Dario ha accelerato e mi ha salvato accompagnandomi dai carabinieri dell' Appia.

 

Non avevo più lacrime, non sapevo che pensare, ero vicina all' infarto e mi sentivo uno zombie. Quando ho varcato il portone della caserma finalmente mi sono sentita la vita riprendersi cura di me, ero sopravvissuta, al sicuro, leggera anche se sporca e acciaccata. Il resto lo hanno raccontato i giornali. Un carceriere è stato arrestato, l' altro preso dopo 25 giorni nel campo rom di via Candoni.

violenza e stupro sulla spiaggia di rimini  4violenza e stupro sulla spiaggia di rimini 4

 

Sa, direttore, tanta era la vergogna che non ho detto nulla a mio papà per 4 giorni, non volevo farlo soffrire. Poi però non ce l' ho fatta e mi sono liberata di tutto. Lui è stato un papà d' oro, si sorprendeva solo del silenzio stampa intorno a questa storia che coinvolgeva dei rom (zingari non si può scrivere, vero?). Ma non si dava pace. Temeva che altre ragazze potessero fare la mia stessa fine. Sa cosa ha fatto? Ha riempito il quartiere di volantini per raccontare cos' era successo, ed è solo a quel punto che i giornali hanno cominciato a scrivere.

 

Non voglio buttarla in politica, non mi interessa. Non sono di destra e nemmeno di sinistra. Ma da allora sono iniziate ad accadere cose assurde. Certe associazioni di sinistra non solo non hanno avuto il minimo rispetto per quanto avevo subìto, ma hanno addirittura detto per telefono a mio padre che non doveva manifestare perché i due violentatori erano dei rom e così si sarebbe alimentato il «razzismo». Quei giorni sono stati terribili, ci chiamavano «fascisti», andavano in giro per il quartiere a mettere voci in giro che io mi ero inventata tutto, che ero una puttana.

 

violenza e stupro sulla spiaggia di rimini  6violenza e stupro sulla spiaggia di rimini 6

Ovviamente, dopo quello che mi era successo, queste parole mi scivolavano addosso perché la politica non mi interessa. Sono solo una ragazza come tante che ha visto l' orrore impadronirsi del suo corpo e che nel suo picco lo, oggi, di fronte a questo balletto ipocrita intorno allo stupro di Rimini, vuol contribuire a dire le cose come stanno. Diciamo che purtroppo parlo da addetta ai lavori. E in questa veste supplico tutti a finirla con questo politichese da schifo, col perbenismo, coi due pesi e le due misure. Perché quel che è capitato a me può capitare stasera a vostra figlia.

 

violenza e stupro sulla spiaggia di rimini  3violenza e stupro sulla spiaggia di rimini 3

Vorrei che la signora Boldrini, che tanto si batte per i diritti delle donne, non avesse remore a parlare di immigrati se immigrati sono gli stupratori, o di italiani se un italiano fa cose del genere. La violenza sessuale non ha colori, ideologie, religioni. È un atto ignobile, che viola la persona nella sua libertà personale, la sua psiche, è una ferita eterna. Perché il senso di impotenza che si prova in quei momenti è orribile. Ecco perché quel mediatore culturale è un essere orribile.

 

Smettetela di addossare la colpa alle donne, perché - sembrerà paradossale - così facendo la violenza è peggiore dell' abuso fisico subìto. Il giorno della sentenza in aula ho sentito pronunciare parole vergognose e immonde. Quello diceva che ero «vestita in maniera provocante», che mi ero inventata tutto, nonostante i riscontri raccolti dai carabinieri e le prove biologiche. Non ce l' ho fatta a sentirlo, sono scappata via, fuori dall' aula. Volevo morire una seconda volta.

 

violenza e stupro sulla spiaggia di rimini  2violenza e stupro sulla spiaggia di rimini 2

Ma la colpa, caro direttore, non è di quell' animale condannato insieme a quell' altra bestia. È delle leggi italiane che fanno pena e che permettono l' impunità. Quando ho visto quel post su Rimini non ci volevo credere, sono rimasta scioccata. Evidentemente la cultura di quel signore considera la donna uno spauracchio colpevole di tutto, e allora mi chiedo: certa gente, evidentemente incompatibile con il modello di vita occidentale, cosa si tiene a fare in Europa?

 

A nome di tante di noi, voglio chiedere l' espulsione immediata del mediatore culturale e approfittare di questa opportunità per dire alle ragazze abusate di denunciare, di non avere paura. Perché la paura deve essere la loro. Solo la loro. Chi non ci difende è complice.

 

(Lettera firmata dalla ragazza violentata da due rom a Roma)

 

violenza e stupro sulla spiaggia di rimini  1violenza e stupro sulla spiaggia di rimini 1

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....