preti gay carmelitani

CARMELITANI-ANI-ANI - SCONTRO IN VATICANO, IL CARDINALE DE PAOLIS CONTRO VALLINI: “NON BASTA ALLONTANARE I SACERDOTI, SERVE UN PROCESSO CANONICO” - IL GIGOLO’ RACCONTA I SUOI INCONTRI CON IL SUPERIORE DELL’ORDINE: “MI FACEVA SNIFFARE ANCHE IL POPPER”

SANTA TERESA PARROCCHIASANTA TERESA PARROCCHIA

1. CARMELITANI E GIGOLÒ SCONTRO IN VATICANO “ALLA SBARRA I RELIGIOSI”

Lorenzo D’Albergo e Orazio La Rocca per “la Repubblica”

 

Prima gli incontri gay negli anfratti di Villa Borghese, poi quelli entro le mura della curia dei Carmelitani scalzi. Giorno dopo giorno lo scandalo dei rapporti omosessuali che ha sconvolto l’Ordine si arricchisce di dettagli.

 

Tutti elencati nel dossier che inquieta il Vaticano e certificati dalle deposizioni di Sergio, un “marchettaro” che si concedeva ai preti per 50 euro, e di Sebastiano, che prima di essere allontanato dalla parrocchia di Santa Teresa d’Avila ha avuto una relazione di un anno con un alto esponenti della congregazione.

 

Una liaison a dir poco travagliata: superalcolici, sniffate di popper (la droga che prolunga il piacere) e un misterioso pestaggio, dopo le prime denunce datate 2006.

 

DE PAOLISDE PAOLIS

Il report, inviato a metà luglio al cardinale vicario Agostino Vallini, al segretario di Stato Paolo Parolin e a Papa Bergoglio, rischia di stravolgere gli equilibri della curia generalizia dei Carmelitani nel cinquecentenario della fondazione. E, ne sono sicuri i fedeli, è il documento che ha spinto il Santo Padre a esporsi il 14 ottobre, all’udienza del mercoledì: «Chiedo perdono a tutti per gli scandali di Roma e del Vaticano ».

 

Immoralità su cui il preposito generale dell’Ordine dei Carmelitani, Saverio Cannistrà, avrebbe preferito chiudere un occhio, mettendo a sopire le chiacchiere dei fedeli con il trasferimento di quattro padri della curia e tre religiosi della parrocchia. Mandando lontano da Roma “rei” e innocenti (padre Angelo, il parroco, don Alessandro, vice e favorito dai parrocchiani, e l’ausiliario Ferdinando).

 

Ma ora interviene il cardinale Velasio De Paolis. Presidente emerito della Prefettura per gli affari economici e, prima, segretario del Tribunale della Signatura Apostolica, la Cassazione della Santa Sede, il giurista accende il dibattito e detta la linea al Vicariato su un caso da affrontare «senza perdite di tempo.

 

CARDINALE VALLINICARDINALE VALLINI

Non basta aver inviato al preposito generale dei Carmelitani il dossier sui frati accusati di aver partecipato a incontri gay a pagamento. Non è nemmeno sufficiente che i religiosi incriminati siano stati allontanati. Se le accuse sono vere occorre sanzionare i colpevoli, anche con l’espulsione dall’Ordine e la riduzione allo stato laicale».

 

Una possibile sentenza neanche ipotizzabile senza la mobilitazione dei parrocchiani. Quando i fedeli hanno capito che il dossier rischiava di finire nel dimenticatoio, in 110 hanno preso carta e penna e spedito una lettera a Francesco per difendere i religiosi innocenti finiti loro malgrado nel repulisti.

 

I primi rapporti omosessuali riportati nel dossier risalgono al 2002. È invece di pochi giorni fa una scoperta che ha fatto inorridire i parrocchiani. Indagando, i fedeli hanno individuato l’entrata secondaria di via Aniene da cui sarebbero stati fatti entrare i “marchettari” che venivano invitati nelle stanze dell’edificio sacro di corso Italia per soddisfare i preti alla ricerca di una compagnia notturna.

 

«È una vicenda dolorosa, complicata, nonché vergognosa — commenta De Paolis — e Vallini ha fatto bene a coinvolgere subito i responsabili della Curia generalizia. Ma non basta. Se le accuse sono vere, è bene agire con tempestività per punire i colpevoli dopo un processo canonico».

preti gaypreti gay

 

Un iter a cui di sicuro non sarà sottoposto il giovane parroco che quattro anni fa ha deciso di rinunciare all’Ordine e a 30 si è ritrovato a fare il gelataio. Qualcuno tra i fedeli assicura abbia subito violenze in parrocchia. Voci, mormorii. «Chi ha tradito a Roma la promessa di castità — conclude il cardinale De Paolis — potrebbe farlo altrove. Per questo serve il processo».

 

2. “I MIEI INCONTRI DI SESSO E DROGA CON IL SUPERIORE DELL’ORDINE”

Lorenzo D’Albergo per “la Repubblica”

 

«Ho fatto la strada, sono uno intelligente io». Sebastiano F. è uno degli uomini con cui almeno un alto esponente della curia dei Carmelitani Scalzi avrebbe avuto rapporti sessuali. In stazione, sta per salire su un treno che lo porterà lontano da Roma e dalla parrocchia di corso Italia in cui ora non è più il benvenuto. «Lavoravo con un monsignore, andavo a benedire le case dei fedeli, e ora ho perso tutto. Sono costretto ad andarmene in Austria. Nessuno mi ha aiutato e Vallini ha torto».

PRETI GAY PRETI GAY

 

Sebastiano, a cosa si riferisce?

«Il 18 giugno sono andato in Vicariato per presentare al cardinale Vallini e al vescovo Di Tora la mia deposizione. Ma al loro posto è venuto don Nicola, il segretario. Con me c’era anche padre Alessandro. Eravamo stati convocati alle 10.30 del mattino».

 

A quel punto cosa ha fatto?

«Ero lì per firmare il documento, una deposizione molto importante, esclusivamente davanti al cardinale. Allora, quando è arrivato il segretario, mi sono opposto. Ho detto che avrei atteso Vallini. Ma dopo due ore mi hanno detto che non mi avrebbe ricevuto. Perché? Me lo sono chiesto tante volte.

 

Ma lui quella volta non si è fatto proprio vedere. E io mica stavo lì a vendere i peperoni. Me ne sono andato e poi ho mandato la lettera a tutti, anche al Santo Padre. Altrimenti quella deposizione firmata sarebbe finita nel cassetto e dimenticata».

 

Cosa c’era scritto in quella deposizione?

PRETI BACIO GAY PRETI BACIO GAY

«Tutto quello che avevo da denunciare su quegli incontri. Dall’inizio alla fine, dal 2005 in poi».

 

Perché? Cosa succede nel 2005?

«Ho conosciuto il superiore dei Carmelitani, fumava una sigaretta a Villa Borghese e me ne offrì una. L’ho conosciuto così. Poi ci sono stati dei rapporti, la maggior parte erano a pagamento ».

 

La storia poi è nota. Don Alessandro le chiese se conoscesse il superiore. Lei come rispose?

«Che lo conoscevo. Me ne sono accorto quando l’ho visto con i paramenti sacri a un funerale dell’Ordine. Prima non sapevo fosse un prete. Ora, dopo dieci anni, è venuto tutto a galla e io sono costretto ad andarmene e a perdere tutto. Pensi che mi hanno contattato anche diverse tv, ma mi hanno solo preso in giro».

 

Ma torniamo a Roma, in corso Italia. Frequentava la parrocchia?

«Per un periodo ho vissuto in una piccola stanza in parrocchia. Vivevo con i Carmelitani. Facevo il servizio per i poveri, servivo i pasti alla mensa della Caritas».

Preti gayPreti gay

 

E i rapporti sessuali? Avvenivano anche in chiesa?

«No, non con me. Non voglio che mi siano attribuite parole che non ho detto. Non mi fido più di nessuno. Io ho avuto degli incontri, ma solo a Villa Borghese. Quel prete, don Silvano, mi faceva sniffare anche il popper. Gli incontri si sono interrotti dopo un anno, dopo che mi sono confidato con padre Alessandro. Ma non sono un “marchettaro”. Nessuno mi ha mai pagato. E quando ho saputo che era un prete mi è venuto il vomito».

 

Qualcuno in curia sapeva?

«Don Agostino lo sapeva, a quei tempi era il parroco. A padre Gabriele mi sono confidato in confessionale. Lo sapeva anche don Giuseppe, allora parroco di San Nicola di Bari, una parrocchia in via dei Prefetti. Andavamo a fare il ritiro spirituale a Palestrina.

 

preti gay jpegpreti gay jpeg

Poi mi hanno messo fuori dalla parrocchia, dicendo che ero un poco di buono. Ero andato a vivere a Villa Borghese. Lì mi hanno pestato: era l’11 settembre del 2006. Non racconto frottole: anche padre Alessandro ha visto il religioso con cui avevo rapporti uscire nel cuore della notte. E lì si è convinto anche lui».

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni vox ursula von der leyen santiago abascal

DAGOREPORT - SE I MEDIA DI CASA NOSTRA, DEL VIDEO-MESSAGGIO DI GIORGIA MELONI ALL'EVENTO MADRILENO DI VOX, HANNO RIPRESO SOLO LA PARTE DEL DISCORSO RIGUARDANTE L’ASSASSINIO DI CHARLIE KIRK, SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO COME MARTIRE DELL’ODIO E DELLA VIOLENZA DELLA SINISTRA, I CAPOCCIONI DI BRUXELLES HANNO SBARRATO GLI OCCHI PER UN ALTRO MOTIVO - CHE CI FACEVA LA MELONI, EX PRESIDENTE DEL GRUPPO DEI CONSERVATORI EUROPEI ALL’EVENTO “EUROPA VIVA 2025” DI VOX, IL PARTITO DI ESTREMA DESTRA SPAGNOLO CHE DAL 2023 È STATO ARRUOLATO DA “PATRIOTI PER L’EUROPA”, L’EUROGRUPPO ANTI-UE CREATO DAL DUCETTO UNGHERESE E FILO-PUTINIANO, VIKTOR ORBAN, DI CUI FA PARTE ANCHE LA LEGA DI SALVINI? - ALLA FACCIA DEL CAMALEONTISMO DELLA “GIORGIA DEI DUE MONDI”, BASCULANTE TRA UN VIAGGETTO E UN ABBRACCIO CON I DEMOCRISTIANI TEDESCHI URSULA VON DER LEYEN E FEDRICH MERZ, A CATALIZZARE L’IRRITAZIONE DEI VERTICI DELL’UNIONE È STATO IL TEMA DELL'EVENTO DI VOX CHE, TRA DIBATTITI SU IMMIGRAZIONE ILLEGALE, LAVORO, CASA E SICUREZZA, SPUTAVA IN FACCIA AI POTERI FORTI DI BRUXELLES - LA MANIFESTAZIONE DI VOX HA DIMOSTRATO, PER L’ENNESIMA VOLTA, L’ISTRIONICA PERSONALITÀ DI COMUNICATRICE DELLA PREMIER ALLA FIAMMA. TALENTO LATITANTE TRA I NUMEROSI GALLI DEL  CENTROSINISTRA... - VIDEO

FLASH! – MENTRE SVANISCE LA MILANO DEI ‘’POTERI FORTI’’ E DEI “SALOTTI BUONI”, FINITI SOTTO IL TALLONE DEI “BARBARI ROMANI”, SI ALZA LA VOCE DEL 92ENNE GIOVANNI BAZOLI - IL GRANDE VECCHIO, CHE INSIEME A GUZZETTI HA RIDISEGNATO IL SISTEMA BANCARIO, HA CONSEGNATO ALLA FELTRINELLI LA SUA AUTOBIOGRAFIA (LA FIGLIA CHIARA, NONCHÉ COMPAGNA DEL SINDACO DI MILANO BEPPE SALA, LAVORA ALLA FONDAZIONE FELTRINELLI) – IL LIBRO PARTE DALLA GUERRA AI NAZIFASCISMO E LA PASSIONE PER ALESSANDRO MANZONI, CONTINUA CON LA CELEBRAZIONE DI NINO ANDREATTA, LE VICENDE DEL BANCO AMBROSIANO, FINO ALLA CREAZIONE DI INTESA SANPAOLO…

giorgia meloni kirk renzi salvini tajani

DAGOREPORT - LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE DI GIORGIA MELONI: PER LA DESTRA DE’ NOANTRI, IL DELITTO KIRK NON È UNA STORIA AMERICANA DEFLAGRATA ALL’INTERNO DEL MONDO DEI “MAGA” TRUMPIANI. NO, È ROBA DA BRIGATE ROSSE IN VIAGGIO PREMIO NEGLI USA - ECCO: IL CADAVERE DI UN ATTIVISTA DI UN PAESE DOVE LE ARMI LE COMPRI DAL TABACCAIO È GIUNTO AL MOMENTO GIUSTO PER ESSERE SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO AD ARTE DALLA PROPAGANDA DI PALAZZO CHIGI, COPRENDO CON DICHIARAZIONI FUORI DI SENNO LE PROPRIE DIFFICOLTÀ - CHE LA DESTRA DI GOVERNO SIA IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE, INQUIETA (EUFEMISMO) PER L’ESITO DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, IL CUI VOTO SARÀ DIRIMENTE IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, ALLE PRESE CON UN PAESE CHE SENZA LA FORTUNA DEI 200 MILIARDI DEL PNRR SAREBBE IN RECESSIONE COME LA FRANCIA E LA GERMANIA, NE È CONSAPEVOLE LO STESSO ESECUTIVO, IN PIENO AFFANNO PER TROVARE LE RISORSE NECESSARIE ALLA FINANZIARIA DI FINE D’ANNO - RENZI: “LA PREMIER SEMINA ZIZZANIA E CREA TENSIONE PER EVITARE DI PARLARE DI STIPENDI E SICUREZZA. MA SOPRATTUTTO PER EVITARE CHE NASCA UN VERO MOVIMENTO A DESTRA. OCCHIO: SE VANNACCI FA COME FARAGE, LA MELONI VA A CASA. LA POLITICA È PIÙ SEMPLICE DI QUELLO CHE SI CREDA. GIORGIA MELONI ALIMENTA LA PAURA PERCHÉ LEI HA PAURA…” - VIDEO

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...