gianni vattimo simone caminada

“MI SENTO UN PO’ BAMBINO. SONO ACCUDITO COME UN BAMBINO” – A CASA DI GIANNI VATTIMO, TRA RICORDI E VUOTI DI MEMORIA, CON LA PRESENZA COSTANTE DI SIMONE CAMINADA, CONDANNATO A DUE ANNI PER ESSERSI FATTO NOMINARE EREDE DEL FILOSOFO – “DEI MIEI SOLDI FACCIO QUELLO CHE VOGLIO. SI SONO CREATE TROPPE ASPETTATIVE ATTORNO A ME. IL PROCESSO CHE MI HA RIGUARDATO È SEMBRATA UNA COSA ARBITRARIA” – “VORREI ESSERE PIÙ AUTONOMO, MA HO BISOGNO DI AIUTO. E SIMONE SVOLGE IL COMPITO EGREGIAMENTE. LO CONSIDERO IL MIO COMPAGNO” – “A VOLTE MI DISPERO, MA SO CHE È INUTILE. E MI RASSEGNO”

Estratto dell’articolo di Antonio Gnoli per “Robinson – la Repubblica”

 

gianni vattimo 3

La vecchiaia di un celebre filosofo, come tutte le vecchiaie verrebbe da aggiungere, andrebbe protetta dalle bagarre mediatiche. Quelle che da alcuni anni hanno visto coinvolto Gianni Vattimo. Era da un po’ che con Gianni non ci si vedeva e quando gli ho telefonato l’ho sentito disponibile all’idea che sarei andato a trovarlo. Ci siamo visti per pranzare nella sua grande e accogliente casa di via Po. Dove tutto è come l’ultima volta.

 

Tranne il gatto fulvo che non c’è più. Ci sono i libri, la grande televisione dove il professore segue a volume piuttosto alto un telegiornale. Le immagini corrono davanti a una specie di indifferenza dello sguardo. Mi riceve Simone Caminada. Presenza per molti ingombrante, per alcuni necessaria. Il giorno dopo la visita, una sentenza giudiziaria lo condanna a due anni di carcere per circonvenzione. In pratica avrebbe approfittato della fragilità del filosofo per mettere le mani sul suo patrimonio. Non entro nella questione che è stata già ampiamente trattata dai giornali.

 

GIANNI VATTIMO E SIMONE CAMINADA

Mi limito a osservare la padronanza con cui Caminada - un adulto di 40 anni di Salvador Bahia - gestisce il rapporto con Vattimo. […]  Non so bene da dove iniziare. Forse dal fatto che l’antico allievo Maurizio Ferraris si sia rappacificato con il maestro.

 

Ho letto l’articolo che Ferraris ha scritto su di te.

«Non credo di averlo capito bene quell’articolo».

 

Cosa hai pensato?

«A una mozione di affetti, e che alla fine si torna un po’ bambini. Senza più l’obbligo di dover capire tutto».

 

Che vuoi dire?

«Non lo so, mi sento un po’ bambino. Sono accudito come un bambino. Lo vedi, di mio faccio poco».

 

Perché non puoi o non vuoi?

«Non posso, è chiaro. Parlo a fatica, a volte sono a un millimetro dalle parole».

 

Gianni Vattimo Il pensiero debole

Dalle parole per esprimerti e spiegarti?

«Avverto il suono e il senso di quelle altrui. Le mie escono strane».

 

[…] Vorrei tornare all’articolo di Ferraris. […] Dice che sei un cattolico, ma io ti vedo poco come cattolico.

«No, no. Lo sono».

 

Sei dentro il cristianesimo.

«Sono cattolico apostolico romano».

 

Non te l’ho mai sentito dire in modo così netto.

«Per me il cristianesimo è il cattolicesimo romano».

 

Il cristianesimo è molto di più.

«Ma sono nato qui. Fossi nato altrove sarei probabilmente un’altra cosa».

 

La Chiesa è tutt’altro che salda.

«Principi e la gerarchia non mi interessano».

 

E cosa ti interessa?

«Vivere la mia condizione periferica».

 

Di Ratzinger che cosa pensi?

«Mi pare sia morto».

Gianni Vattimo_

 

Sì ma che giudizio ne dai?

«Negativo. La sua rinuncia, per quel che si è scritto, è stato un gesto bello. Ma troppa teologia impositiva».

 

Faceva il suo mestiere.

«Fin dall’inizio mi è parso respingente».

 

E di Papa Francesco cosa dici?

«Una grande figura. È la sola che mi interessa. So che ha letto alcuni miei libri. Prima della pandemia ci sentimmo telefonicamente».

 

Cosa vi diceste?

«Non lo ricordo».

 

Posso dirtelo io. Gli era piaciuto il tuo “Essere e dintorni”.

«Un libro che non chiude la mia opera, la lascia aperta».

 

GIANNI VATTIMO E MAURIZIO FERRARIS ALL ISTITUTO ITALIANO DI STUDI FILOSOFICI DI NAPOLI NEL 1995

L’opera aperta mi fa pensare al tuo amico Umberto Eco.

«Come me veniva dal mondo cattolico».

 

[…] Quanto a te?

«Ho sostenuto un cristianesimo senza verità».

 

Un cristianesimo debole, intendi dire?

«Debole, certo. Al punto che dovendo scegliere tra Gesù e la verità sceglierei lui. Era una strepitosa battuta di Dostoevskij».

 

Ma non si dice che Gesù sia la verità?

«Certo, ma quale? Non la verità che abbiamo ereditato dalla tradizione filosofica. Gesù ci ha liberati da quella verità. Ci ha chiesto di aderire al suo messaggio. Che è anche un messaggio profondamente politico».

 

Hai scritto molto di politica.

«È così».

 

Così come?

Gianni Vattimo e il compagno Simone Caminada

«La mia ermeneutica – il modo di interpretare i testi, gli eventi, la vita – si serviva dello sguardo politico. Non puoi limitarti a interpretare il mondo, devi provare a cambiarlo».

 

Pensi di esserci riuscito?

«Ho i miei dubbi. Anzi la certezza di avere fallito».

 

[…] Segui ancora la politica?

«Guardo i telegiornali. La politica non mi interessa più.

Non saprei da che parte collocarmi. Sapevo stare dal lato dei più deboli. Ma chi sono i deboli oggi?».

 

Beh, sfruttati, emarginati, poveri non mancano, il discorso sulle disuguaglianze è più che mai attuale.

«Si sono riempite biblioteche di testi, io stesso vi ho contribuito. Ho spinto perché la sinistra, oltre che ai vecchi diritti pensasse anche ai nuovi. È una sinistra senza contenuti. Dovrebbe occuparsi degli ultimi».

 

simone caminada e gianni vattimo 2

[…] Forse c’è anche molto rumore mediatico.

«Assordante, non c’è dubbio».

 

Tu come lo hai vissuto, come lo vivi?

«Con fastidio. Si sono dette troppe cose. E il processo che mi ha riguardato è sembrata una cosa arbitraria».

 

C’era chi temeva per il tuo patrimonio.

«Dei miei soldi faccio quello che voglio. Si sono create troppe aspettative attorno a me. Non è giusto finire sui giornali per fatti che riguardano la mia vita privata».

 

Ti ha tolto serenità?

simone caminada e gianni vattimo 1

«Un po’ sì, ma neanche tanto. Vorrei essere più autonomo, più libero. Ma sono in queste condizioni di semi immobilità. Ho bisogno di aiuto. E Simone svolge il compito egregiamente».

 

È qualcosa di più di un assistente?

«Lo considero il mio compagno».

 

Simone mi ha detto che il tuo Parkinson è una balla. Un’invenzione.

«Ti ha detto questo? Non lo so. So che mi muovo a fatica e che debbo usare la carrozzina per spostarmi».

 

Ha aggiunto che se mai ci sia stato è regredito.

«Forse un po’ è regredito, chi lo sa».

 

[…] Ormai sei considerato quasi un classico.

«Toglierei il quasi. Lo sono. È il solo diritto di cittadinanza che mi riconosco».

gianni vattimo e simone caminada

 

[…] Ricordi il tuo esordio in pubblico?

«Credo di averne avuti più d’uno».

 

Mi riferisco a te poco più che venticinquenne mentre tieni una lezione all’università di Torino.

«Sinceramente non ricordo, dammi qualche indizio».

 

Era il novembre del 1960 e tu parlavi per la prima volta davanti a una schiera di autorevoli professori torinesi.

«Chi c’era?».

 

Tra gli altri c’erano Guzzo, Abbagnano, Chiodi, Bobbio e il tuo maestro Pareyson.

«Ero fresco della lettura dei seminari di Heidegger su Nietzsche che erano usciti quell’anno. Allora ero un dirigente dell’Azione cattolica e parlare di Nietzsche e Heidegger poteva sembrare una stravaganza».

gianni vattimo e simone caminada

 

Quale dei due è stato più importante per te?

«Oggi ti risponderei Heidegger. Nietzsche ha svolto il ruolo di accompagnatore. Ha funzionato da melodia».

 

Come vivi questa fase finale?

«Provo a non pensarci, le conseguenze sono pesanti».

 

Hai fatto testamento biologico?

«No c’ho pensato. Ne dedurrai che sono un ottimista».

 

E lo sei?

«Lo ero, qualcosa è rimasto di quell’ottimismo».

 

Forse la gentilezza e il saper accogliere gli altri.

«La chiamerei predisposizione cristiana».

 

simone caminada gianni vattimo

Com’è una tua giornata?

«Mi alzo tardi, faccio fisioterapia, la colazione, leggo i giornali e poi l’attesa del pranzo. Guardo le notizie in televisione leggo qualche libro. Sono molto noioso».

 

Che libri leggi?

«Narrativa poliziesca, non vado molto più in là».

 

Ti manca il non poter scrivere come vorresti?

«Moltissimo. Avrei voglia di scrivere, di continuare a lavorare alle mie cose. Ma non ce la faccio».

 

Ti rassegni?

«A volte mi dispero, ma so che è inutile. E mi rassegno».

 

Oltre alla scrittura cos’altro ti manca?

«I compagni che non ci sono più, i miei».

 

gianni vattimo 1

Intendi i tuoi genitori?

«Mio padre praticamente non l’ho conosciuto. Mi manca mia madre. Una figura importante per me».

 

Una volta mi raccontasti del suo lavoro da sarta e che ti insegnò a cucire.

«È vero. Ero un bambino cresciuto con le conseguenze della guerra. La fame e le bombe. Un misto di paura e precarietà. L’aiutavo a confezionare abiti».

 

Hai detto all’inizio di questo nostro incontro che si torna quasi sempre bambini.

«La magia è avere dentro di sé il bambino che eri».

 

Pensi di averlo conservato in te?

«Penso che quello che sono diventato lo devo a quello che fui. E se lo so è perché è ancora dentro di me».

gianni vattimo 4gianni vattimo 2simone caminada e gianni vattimo

Ultimi Dagoreport

alessandro giuli lucia borgonzoni manuela cacciamani mazzi rampelli giulio base film albatross 2025albatross angelo mellone perla tortora paolo petrecca alma manera

DAGO-CAFONAL! - DAI FRATELLI WARNER DI HOLLYWOOD AI FRATELLI D’ITALIA DI CINECITTÀ, IL CIAK È A DESTRA! - E VOILÀ! DOMANI SUGLI SCHERMI DEL BELPAESE ARRIVA "ALBATROSS", IL NUOVO IMMAGINARIO CAPOLAVORO DI GIULIO BASE, MARITATO TIZIANA ROCCA - ALL’ANTEPRIMA ROMANA, GOVERNO IN PRIMA FILA: TAPPETO ROSSO PER IL MINISTRO GIULI-VO DEL “PENSIERO SOLARE”; AVANTI I DIOSCURI RAI, ROSSI E MELLONE, FATE LARGO AL “GABBIANO SUPREMO” DI COLLE OPPIO, FABIO RAMPELLI, CON MOLLICONE DI SCORTA - NEL FOYER DEL CINEMA SI SBACIUCCHIANO PAOLO PETRECCA, DIRETTORE DI RAI SPORT, E L’AMATA ALMA MANERA - SE LUCIA BORGONZONI TIMBRA IL CARTELLINO PER LA LEGA, A TENERE ALTO IL PENNONE DI FORZA ITALIA C’È MAURIZIO GASPARRI, NEL '70 SEGRETARIO PROVINCIALE DEL FRONTE DELLA GIOVENTÙ – PER I DUE PRODUTTORI, PAOLO DEL BROCCO (RAI CINEMA) E GENNARO COPPOLA (COMPAGNO DI MANUELA CACCIAMANI, PRESIDENTE DI CINECITTA'), ‘STO “ALBATROSS” DI GIULIO BASE DEVE SUSCITARE VERAMENTE “GRANDE ATTENZIONE” VISTO CHE IL 18 GIUGNO SCORSO SAREBBE AVVENUTA UNA PROIEZIONE PRIVATA DEL FILM ALLA PRESENZA DI IGNAZIO LA RUSSA E DI SISTER ARIANNA MELONI…

cetrioloni per l italia - meme by edoardo baraldi giorgia meloni economia crisi soldi

DAGOREPORT - GIORGIA MELONI PUÒ FARE TUTTE LE SMORFIETTE CHE VUOLE MA A NATALE RISCHIA DI TROVARE SOTTO L'ALBERO UN'ITALIA IN GRANDE DIFFICOLTA' ECONOMICA. E SE I CITTADINI TROVERANNO LE TASCHE VUOTE, ANCHE IL PIU' INCROLLABILE CONSENSO PUO' SGRETOLARSI - IL POTERE D'ACQUISTO AUMENTA DELLO 0,9% ORA, MA NEGLI ULTIMI ANNI È CROLLATO DEL 20% - DA UN LATO L'INFLAZIONE TORNA A CRESCERE, DALL'ALTRO IL PIL CALA. E DAL 2026, CON LA FINE DEL PNRR, CHE HA "DROGATO" IL PRODOTTO INTERNO LORDO, LA SITUAZIONE NON POTRÀ CHE PEGGIORARE. SENZA CONSIDERARE L'EFFETTO TSUNAMI DEI DAZI DI TRUMP SU OCCUPAZIONE ED EXPORT - SE CI FOSSE UN'OPPOSIZIONE DECENTE, MARTELLEREBBE OGNI GIORNO SU QUESTI TEMI: SALARI DA FAME, TASSE CHE CONTINUANO A SALIRE, ECONOMIA CHE RISTAGNA. MA LA PRIORITÀ DI SCHLEIN SONO I GAY UNGHERESI E QUELLE DI CONTE E' FARE IL CANDIDATO PREMIER DEL CAMPO LARGO...

matteo salvini giorgia meloni antonio tajani

DAGOREPORT - MALGRADO UN’OPPOSIZIONE SINISTRATA E SUPERCAZZOLARA, L’ESTATE DELLA DUCETTA È  MOLESTATA DA BRUTTI PENSIERI - SE IN EUROPA CERCA DI DEMOCRISTIANIZZARSI, IN CASA LA MUSICA CAMBIA. SE PRENDE UNA SBERLA ALLE REGIONALI D’AUTUNNO, LA PREMIER TEME CHE UNA CADUTA POSSA TRASFORMARSI NELL’INIZIO DELLA FINE. COME È ACCADUTO AL PD DI RENZI, ALLA LEGA DI SALVINI, AL M5S DI DI MAIO. DI COLPO, DALL’ALTARE ALLA POLVERE - ECCO IL PESANTE NERVOSISMO PER LE CONTINUE “STONATURE” DEL TROMBONISTA SALVINI, CHE VEDE LA SUA LEADERSHIP MESSA IN PERICOLO DAL GENERALISSIMO VANNACCI. OPPURE QUELLE VOCI DI UN CAMBIO DI LEADERSHIP DI FORZA ITALIA, STANCHI LOS BERLUSCONES DI VEDERE TAJANI COL TOVAGLIOLO SUL BRACCIO AL SERVIZIO DELLA SORA GIORGIA. OCCORRE UN NUOVO MARINAIO AL TIMONE PER CAMBIARE ROTTA: ETTORE PRANDINI, PRESIDENTE DELLA COLDIRETTI? - QUESTA È LA CORNICE IN CUI SI TROVA OGGI IL GOVERNO MELONI: TUTTO È IN MOVIMENTO, NULLA È CERTO…

ferragni city life

CHE CRASH! DA CASA FERRAGNI ALL’INSEGNA DI GENERALI, LA CADUTA DELLA MILANO CITY LIFE - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: ‘’SI È PASSATI DALLA MILANO INDUSTRIALE A QUELLA DEI CREDULONI DEL PANDORO, PER FINIRE ALLA CADENTE MILANO FINANZIARIA ORA CHE MPS VUOL PRENDERSI MEDIOBANCA PER PRENDERSI GENERALI - NEL BANDO PER CITY LIFE L’ACCORDO IMPONEVA CHE “IL 50% DELL’AREA FOSSE DESTINATA A VERDE PUBBLICO”. ECCOME NO! RENZO PIANO PRESENTÒ UN PROGETTO METÀ VERDE E METÀ CON UN GRATTACIELO E QUALCHE CASA. LO BOCCIARONO. SI SPALANCARONO COSÌ LE PORTE AD ALTRI ARCHISTAR: LIBESKIND, HADID E ISOZAKI. E COSÌ CITY LIFE È DIVENTATA UN NON-LUOGO, UN DUBAI SHOPPING MALL DIVENUTO UTILE ALLA COLLETTIVITÀ GRAZIE AL COVID, PERCHÉ LÌ CI FACEVANO LE VACCINAZIONI...

mediobanca mediolanum massimo doris nagel

MEDIOSBANCA! – BANCA MEDIOLANUM ANNUNCIA LA VENDITA DELLA SUA QUOTA DEL 3,5% IN MEDIOBANCA A INVESTITORI ISTITUZIONALI. E A NAGEL, ALLE PRESE CON L’OPS DI MPS, VIENE MENO IL PRIMO SOCIO DELL'ACCORDO DI CONSULTAZIONE TRA AZIONISTI – ERA UNA MOSSA PREVISTA DAL MOMENTO CHE L’EVENTUALE FUSIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI TRASFORMEREBBE IL CORE BUSINESS DI PIAZZETTA CUCCIA NELLA GESTIONE DEL RISPARMIO, ANDANDO A SBATTERE CON L’IDENTICA ATTIVITÀ DELLA BANCA DI DORIS E BERLUSCONI….

mattarella nordio meloni giorgia carlo sergio magistrati toghe giudici

DAGOREPORT - MENTRE ELLY SCHLEIN PENSA DI FARE OPPOSIZIONE VOLANDO A BUDAPEST A SCULACCIARE ORBAN PER I DIRITTI DEI GAY UNGHERESI, GIORGIA MELONI E I SUOI FRATELLI D’ITALIA SI RITROVANO DAVANTI UN SOLO "NEMICO": LA COSTITUZIONE - SE DALLA CORTE DEI CONTI ALLA CASSAZIONE C'E' IL MATTARELLO DI MATTARELLA, LA MUSICA CAMBIA CON LA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA DI NORDIO - UNA VOLTA CHE IL PARLAMENTO APPROVERÀ LA “SEPARAZIONE DELLE CARRIERE” DI GIUDICI E PM, S’AVANZA IL RISCHIO CHE LE PROCURE DIPENDERANNO DAL MINISTERO DI GIUSTIZIA - ULTIMA SPES È IL REFERENDUM CONFERMATIVO CHE PER AFFONDARE UNA LEGGE DI REVISIONE COSTITUZIONALE NON  STABILISCE UN QUORUM: È SUFFICIENTE CHE I VOTI FAVOREVOLI SUPERINO QUELLI SFAVOREVOLI - ECCO PERCHE' IL GOVERNO MELONI HA LA COSTITUZIONE SUL GOZZO...