raoul casadei

CASADEI, UN LISCIO E UN MARCHIO - LUZZATTO FEGIZ: “TRAGHETTÒ UNO STILE DAL MONDO DELLA MUSICA A QUELLO DEL COSTUME. NON È MAI CAMBIATA L'ATMOSFERA CHE SI RESPIRAVA IN QUELLA FAMIGLIA: SERENITÀ, SOLIDARIETÀ, TAVOLE IMBANDITE, MUSICA E SANGIOVESE” - GUCCINI: “RAOUL E, PRIMA ANCORA, SUO ZIO SECONDO HANNO SAPUTO INTERCETTARE L'ANSIA DI SPENSIERATEZZA CHE C'ERA NELL'ITALIA DEL DOPOGUERRA, UNA VOGLIA DI BALLARE CHE "FACEVA LUCE". E POI I ROMAGNOLI SONO SIMPATICI, ESTROSI, BEN PIÙ "SBORDELLONI" DI NOI EMILIANI, PIUTTOSTO LUNARI”

1 - RAOUL CASADEI, RE DEL LISCIO INVENTORE DI UN BRAND

Mario Luzzatto Fegiz per il “Corriere della Sera”

 

raoul casadei

La dinastia del liscio ha perso il suo re. È morto ieri, colpito dal Covid, Raoul Casadei. Aveva 83 anni. Il musicista - per anni volto e guida dell' orchestra-spettacolo fondata da suo zio, Secondo Casadei - prima ancora che cantante e chitarrista, aveva il marketing nel sangue. Sfruttò il suo cognome facendolo diventare un marchio e partendo dai successi di Secondo creò un suo repertorio originale di hit come Simpatia , Musica Solare , Simpatici italiani .

 

Il «re del liscio», di fatto, traghettò uno stile dal mondo della musica a quello del costume. Per il suo liscio - destinato a uscire dal ghetto regionale romagnolo - reclutò ottimi musicisti e cantanti di talento, tra cui Luana Babini e Mara Venezia. Conscio della vocazione manieristica del liscio, Raoul cercò di contaminarlo per renderlo più vario, creando collaborazioni con altri artisti, come i Pitura Freska e Elio e le Storie tese.

 

raoul casadei 2

L'estate era il suo momento e ogni anno, per celebrarla, lanciava uno slogan. Questa nuova forma di liscio - portata avanti poi anche con l'aiuto dei suoi figli, Carolina (amministratrice) e Mirko (cantante) -, non piacque però a Riccarda Casadei, discendente diretta di Secondo. Pur abitando a pochi passi l'uno dall' altro, in quel di Gatteo a Mare, i rapporti erano sempre stati freddi. La ragione? La scelta del musicista di proporre ai suoi concerti brani di sua composizione, che però riecheggiavano le armonie di Secondo. Di fatto, Raoul divenne presto un brand di grande popolarità, specie negli anni 70 e 80. La formula di «Orchestra spettacolo Casadei» si rivelò vincente.

 

MIRKO E RAOUL CASADEI

Molto amico di Vittorio Salvetti, fu spesso protagonista del Festivalbar. Presto si iniziò a parlare del «clan Casadei», una vera e propria impresa a conduzione familiare che proponeva con la musica i valori della Romagna. Nel 2000 Mirko Casadei, che oggi ha 48 anni, è entrato nell' orchestra da cui suo padre Raoul si era ritirato qualche anno prima, almeno per quanto riguardava il capitolo delle performance dal vivo.

 

L'uscita dalla band del «re del liscio», infatti, fu graduale ma l'impegno nella gestione dell'orchestra e nel comporre brani di successo non era mai venuto meno, anche se sul palco era stato «sostituito» da Moreno Conficconi. Questa nuova formazione vide l'Orchestra protagonista anche al carnevale di Rio De Janeiro.

 

RAOUL CASADEI

Nel passaggio alla terza generazione dell' orchestra Casadei, a non cambiare era stata l'atmosfera che si respirava in quella famiglia: serenità, solidarietà, tavole imbandite, musica e sangiovese. «Papà era un ottimista - lo ricorda ora Mirko -. Chi lo incontrava era sempre colpito dalla sua faccia sorridente. Lui credeva nella famiglia, nell' amicizia. Con le sue canzoni trasmetteva buon umore».

 

Oggi però, a piangerlo sono in moltissimi: dai politici ( in primis il presidente dell' Emilia-Romagna, Bonaccini) a Claudio Cecchetto («Perdiamo un re»). «Le sue erano canzoni semplici, popolari, che continueranno a tenerlo vivo - prosegue il figlio -. Una musica che coinvolge anche i bambini. Dalla Romagna alla Sicilia, la sua "musica solare" è l' eredità preziosa che ci lascia. Sono sicuro che ora lui ci direbbe di far festa. Niente funerali. E allora viva Raoul, sempre. Sarai immortale».

 

2 - «IL SUO BALLO ERA LUCE HA SAPUTO INTERCETTARE L'ANSIA DI SPENSIERATEZZA DEL DOPOGUERRA». GUCCINI: NEGLI ANNI D'ORO RIUSCIVA A SUONARE OGNI SERA

MATTEO SALVINI RAOUL CASADEI

Matteo Cruccu per il “Corriere della Sera”

 

Lassù nel suo borgo, dove si è ritirato ormai da vent' anni, «dall' altra parte» della barricata regionale, ovvero Pavana, sull'Appennino modenese, saluta con profondo dispiacere un suo (quasi) coetaneo che se ne va: «Aveva tre anni più di me, Raoul. E mi fa male ancora di più sapere che sia morto di Covid: io mi sono appena fatto il vaccino, lo Pfizer. Non dovrebbe succedere, dovrebbero vaccinarsi tutti...», sussurra, non trattenendo un certo affanno, Francesco Guccini, 80 anni.

 

Già, l' emiliano Guccini, a occhio, sembrerebbe distantissimo dal romagnolo Casadei, il cantautore consacrato all' impegno e il direttore d' orchestra sempre pronto a divertirsi. Il primo non ha mai conosciuto il secondo di persona, ma l' ha sempre osservato con interesse: «No, non ci siamo mai incrociati nelle nostre carriere - dice il Maestrone - però Casadei era un bel personaggio, uno che si appassionava a quel che faceva, era decisamente bravo».

RAOUL CASADEI

 

Guccini, del resto, ha sempre provato un po' di invidia per questi romagnoli: «Simpatici, estrosi, ben più "sbordelloni" di noi emiliani, piuttosto lunari». E non tutti sanno che, anche un modenese di montagna come lui, in gioventù, al cosiddetto «liscio» si è dedicato assai. Il cantautore la prende alla lontana: «Casadei l' ha sicuramente consacrato a genere autonomo, però "il liscio" in fin dei conti, nelle nostre lande, in Emilia come in Romagna, è sempre esistito. Dai tempi delle bande austriache dell' 800 che qui declinammo coi soli strumenti che avevamo a disposizione, il clarinetto e la fisarmonica».

 

bonaccini casadei

Ed ecco i ricordi, prima di diventare il profeta dell' Avvelenata e della Locomotiva , anche Guccini suonava in un' orchestra, negli anni Sessanta, con nomi bizzarri come i Marinos e i Gatti: «Cantavo e strimpellavo la chitarra: tra un Nico Fidenco e un Peppino di Capri, arrivava il fatidico momento degli "obbligatori": valzer , mazurka, tango, polka. Non si poteva scappare».

 

Come per l' orchestra Casadei, era la sfida italiana agli americani e ai loro «balli staccati», il boogie woogie su tutti. Che alla fine si rivelò vincente. «Raoul e, prima ancora, suo zio Secondo hanno saputo intercettare l' ansia di spensieratezza che c' era nell' Italia del Dopoguerra, una voglia di ballare che "faceva luce"».

 

mirko casadei 2

Ed è proprio lo zio Secondo ad aver dipinto l' inno dell'«altra parte», quella Romagna mia che, a differenza di quanto narra la leggenda, Guccini non ha mai suonato in concerto: «Ma ne ho sempre compreso la forza, i riferimenti sicuri, la famiglia della "mamma" e il territorio del "casolare"».

 

Anche se per il Maestrone il folk romagnolo non è esattamente il «liscio», appunto di derivazione straniera: «Il folk è piuttosto "il canto a batocco", la "stornella", dove uno risponde all' altro, quella di Casadei era autentica musica popolare» . Dei Casadei Guccini ammirava anche «l' instancabile impegno»: «Erano capaci di suonare tutte le sere negli anni d' oro, io non ci sarei mai riuscito».

 

renzi casadei poletti

Uno stakanovismo che in Romagna si fondava su un humus favorevole alla diffusione del «verbo del liscio», legato anche all'associazionismo romagnolo, al Pci, apparentemente distante dalla visione di Raoul e famiglia: «Senza l' appoggio dei circoli Arci e delle Feste dell' Unità, difficilmente avrebbero preso il volo». Ma, finite le Feste (e le ideologie), sul territorio la leggenda sopravviverà anche alla morte del suo più celebre cantore? «Certo, il legame è inscindibile - conclude Guccini -, qualunque romagnolo al suo funerale vorrà sempre Romagna mia...».

RAOUL CASADEI E IL FIGLIO MIRKORAOUL CASADEI IN RAIORCHESTRA SPETTACOLO CASADEI

Ultimi Dagoreport

donald trump vladimir putin giorgia meloni

DAGOREPORT - IL VERTICE DELLA CASA BIANCA È STATO IL PIÙ  SURREALE E “MALATO” DELLA STORIA POLITICA INTERNAZIONALE, CON I LEADER EUROPEI E ZELENSKY IN GINOCCHIO DA TRUMP PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L’UCRAINA – LA REGIA TRUMPIANA: MELONI ALLA SINISTRA DEL "PADRINO", NEL RUOLO DI “PON-PON GIRL”, E MACRON, NEMICO NUMERO UNO, A DESTRA. MERZ, STARMER E URSULA, SBATTUTI AI MARGINI – IL COLMO?QUANDO TRUMP È SCOMPARSO PER 40-MINUTI-40 PER “AGGIORNARE” PUTIN ED È TORNATO RIMANGIANDOSI IL CESSATE IL FUOCO (MEJO LA TRATTATIVA PER LA PACE, COSÌ I RUSSI CONTINUANO A BOMBARDARE E AVANZARE) – QUANDO MERZ HA PROVATO A INSISTERE SULLA TREGUA, CI HA PENSATO LA TRUMPISTA DELLA GARBATELLA A “COMMENTARE” CON OCCHI SPACCANTI E ROTEANTI: MA COME SI PERMETTE ST'IMBECILLE DI CONTRADDIRE "THE GREAT DONALD"? - CILIEGINA SULLA TORTA MARCIA DELLA CASA BIANCA: È STATA PROPRIO LA TRUMPETTA, CHE SE NE FOTTE DELLE REGOLE DEMOCRATICHE, A SUGGERIRE ALL'IDIOTA IN CHIEF DI EVITARE LE DOMANDE DEI GIORNALISTI... - VIDEO

francesco milleri gaetano caltagrino christine lagarde alberto nagel mediobanca

TRA FRANCO E FRANCO(FORTE), C'E' DI MEZZO MPS - SECONDO "LA STAMPA", SULLE AMBIZIONI DI CALTAGIRONE E MILLERI DI CONTROLLARE BANCHE E ASSICURAZIONI PESA L’INCOGNITA DELLA BANCA CENTRALE EUROPEA - CERTO, PUR AVENDO IL 30% DI MEDIOBANCA, I DUE IMPRENDITORI NON POSSONO DECIDERE LA GOVERNANCE PERCHÉ NON HANNO REQUISITI DETTATI DALLA BCE (UNO FA OCCHIALI, L'ALTRO CEMENTO) - "LA STAMPA"  DIMENTICA, AHINOI!, LA PRESENZA DELLA BANCA SENESE, CHE I REQUISITI BCE LI HA TUTTI (E IL CEO DI MPS, LOVAGLIO, E' NELLE MANI DELLA COMPAGNIA CALTA-MELONI) - COSA SUCCEDERÀ IN CASO DI CONQUISTA DI MEDIOBANCA E DI GENERALI? LOR SIGNORI INDICHERANNO A LOVAGLIO DI NOMINARE SUBITO IL SOSTITUTO DI NAGEL (FABRIZIO PALERMO?), MENTRE TERRANNO DONNET FINO ALL'ASSEMBLEA DI GENERALI...

donald trump grandi della terra differenza mandati

FLASH! - FA MALE AMMETTERLO, MA HA VINTO DONALD TRUMP: NEL 2018, AL G7 IN CANADA, IL TYCOON FU FOTOGRAFATO SEDUTO, COME UNO SCOLARO CIUCCIO, MENTRE VENIVA REDARGUITO DALLA MAESTRINA ANGELA MERKEL E DAGLI ALTRI LEADER DEL G7. IERI, A WASHINGTON, ERA LUI A DOMINARE LA SCENA, SEDUTO COME DON VITO CORLEONE ALLA CASA BIANCA. I CAPI DI STATO E DI GOVERNO EUROPEI, ACCORSI A BACIARGLI LA PANTOFOLA PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L'UCRAINA, NON HANNO MAI OSATO CONTRADDIRLO, E GLI HANNO LECCATO VERGOGNOSAMENTE IL CULO, RIEMPIENDOLO DI LODI E SALAMELECCHI...

pietrangelo buttafuoco alessandro giuli beatrice venezi

DAGOREPORT – PIÙ CHE DELL’EGEMONIA CULTURALE DELLA SINISTRA, GIULI E CAMERATI DOVREBBERO PARLARCI DELLA SEMPLICE E PERENNE EGEMONIA DELL’AMICHETTISMO E DELLA BUROCRAZIA – PIAZZATI I FEDELISSIMI E GLI AMICHETTISSIMI (LA PROSSIMA SARÀ LA DIRETTRICE DEL LATO B VENEZI, CHE VOCI INSISTENTI DANNO IN ARRIVO ALLA FENICE), LA DESTRA MELONIANA NON È RIUSCITA A INTACCARE NÉ LO STRAPOTERE BARONALE DELLE UNIVERSITÀ NÉ LE NOMINE DIRIGENZIALI DEL MIC. E I GIORNALI NON NE PARLANO PERCHÉ VA BENE SIA ALLA DESTRA (CHE NON SA CERCARE I MERITEVOLI) CHE ALLA SINISTRA (I BUROCRATI SONO PER LO PIÙ SUOI)

donald trump giorgia meloni zelensky macron tusk starmer

DAGOREPORT - DOVE DIAVOLO È FINITO L’ATTEGGIAMENTO CRITICO FINO AL DISPREZZO DI GIORGIA MELONI SULLA ‘’COALIZIONE DEI VOLENTEROSI”? - OGGI LA RITROVIAMO VISPA E QUERULA POSIZIONATA SULL'ASSE FRANCO-TEDESCO-BRITANNICO, SEMPRE PRECISANDO DI “CONTINUARE A LAVORARE AL FIANCO DEGLI USA” - CHE IL CAMALEONTISMO SIA UNA MALATTIA INFANTILE DEL MELONISMO SONO PIENE LE CRONACHE: IERI ANDAVA DA BIDEN E FACEVA L’ANTI TRUMP, POI VOLA DA MACRON E FA L’ANTI LE PEN, ARRIVA A BRUXELLES E FA L’ANTI ORBÁN, INCONTRA CON MERZ E FA L’ANTI AFD, VA A TUNISI E FA L’ANTI SALVINI. UNA, NESSUNA, CENTOMILA - A MANTENERE OGNI GIORNO IL VOLUME ALTO DELLA GRANCASSA DELLA “NARRAZIONE MULTI-TASKING” DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA, OLTRE AI FOGLI DI DESTRA, CORRONO IN SOCCORSO LE PAGINE DI POLITICA INTERNA DEL “CORRIERE DELLA SERA”: ‘’PARE CHE IERI MACRON SI SIA INALBERATO DI FRONTE ALL’IPOTESI DI UN SUMMIT A ROMA, PROPONENDO SEMMAI GINEVRA. MELONI CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO” - SÌ, C’È SCRITTO PROPRIO COSÌ: “CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO”, MANCO AVESSE DAVANTI UN LOLLOBRIGIDA QUALSIASI ANZICHÉ IL PRESIDENTE DELL’UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E MEMBRO PERMANENTE DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU (CINA, FRANCIA, RUSSIA, REGNO UNITO E USA) - RIUSCIRÀ STASERA L’EROINA DAI MILLE VOLTI A COMPIERE IL MIRACOLO DELLA ‘’SIRINGA PIENA E MOGLIE DROGATA’’, FACENDO FELICI TRUMP E MACRON?