SULLA NEONATA MORTA A CATANIA PERCHÉ NON C’ERA POSTO IN OSPEDALE INIZIA IL SOLITO SCARICABARILE – FORSE L’OPERATORE DEL 118 NON HA CHIARITO L’EMERGENZA AGLI OSPEDALI – L’INUTILE VIAGGIO VERSO RAGUSA

F.C. per il “Corriere della Sera

 

Magari non sarebbe cambiato nulla, ma a rispondere al telefono e a coordinare lo smistamento delle ambulanze del 118 a Catania non c’è un medico, come a Palermo. Solo un operatore, un tecnico, un impiegato che all’alba di ieri forse non ha capito il dramma consumato in una casa di cura privata, la Gibiino, dove era appena nata una bimba con una grave insufficienza respiratoria, già ai limiti della sopravvivenza, da trasferire immediatamente nell’incubatrice di un reparto di terapia intensiva per neonati. E a Catania ce ne sono tre. In tre ospedali.

ambulanzaambulanza

 

Un totale di 35 posti. Tutti occupati, come l’operatore del 118 s’è sentito rispondere e ha ripetuto richiamando i medici affannati della clinica privata. Dicendo loro che un posto lo aveva trovato solo a Ragusa, cento chilometri, un’ora e mezzo di viaggio. 
 

È morta così la piccola Nicole, quando mancavano solo 10 minuti alle porte di Ragusa, mentre il medico a bordo tentava tutte le manovre possibili per tenerla in vita. Come avevano cominciato a fare, affannati, in sala parto quando cercavano le cannule da infilare in gola alla piccola per aspirarle il liquido amniotico e non le trovavano «perché non ne ce n’erano», stando al racconto del padre della bimba, Andrea Di Pietro, un barista di trent’anni, emozionato e felice nella notte entrando in sala parto con la moglie, Tania Egitto, sua coetanea, casalinga. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha espresso tutta la sua «incredulità» in una telefonata con il presidente della Regione Sicilia, Rosario Crocetta. 
 

È un misto di incompetenze, di malasanità e cattiva organizzazione questa drammatica storia segnata già da un odioso scaricabarile fra medici della clinica, operatori del 118, manager dei tre ospedale catanesi e rispettivi direttori dei reparti di neonatologia. Tutti convocati per stamane da Lucia Borsellino, la figlia del giudice ucciso nel ’92, assessore alla Salute del governo regionale. Decisa ad aprire una sua inchiesta, parallela a quella degli ispettori già inviati dal ministro Beatrice Lorenzin e soprattutto a quelle delle due procure della Repubblica interessate, Catania e Ragusa.

ospedale garibaldi cataniaospedale garibaldi catania

 

Raggiunte già ieri sera da un primo rapporto del capo della Mobile di Ragusa Nino Ciavola, lo stesso funzionario impegnato da due mesi sul caso del piccolo Loris, il bimbo forse ucciso dalla madre, adesso chiamato a coordinare i periti per un’altra autopsia sul corpicino di un innocente. 
 

Stavolta si spegne l’esistenza di un esserino che avrebbe fatto la felicità della mamma e del papà, i due ragazzi che si pentono di essere finiti alla Gibiino, Andrea e Tania, increduli, un dolore infinito, come la loro rabbia. La pensa in modo opposto Danilo Audibert, il direttore sanitario della Gibiino: «Non c’era alcun allarme. La bambina era stabilizzata, come mi assicurano il nostro neonatologo e l’anestesista rianimatore. Non so dire che cosa è successo... Il vertice disposto dall’assessore Borsellino? Ben venga per risolvere il problema della carenza di posti disponibili». 
 

Attraversa trafelata i corridoi di questa elegante clinica con le vetrate sulla circonvallazione di Catania, cinque minuti dall’ospedale Garibaldi, la nonna paterna di Nicole, la signora Giusi, esterrefatta: «Inconcepibile quello che è successo. Inconcepibile. All’alba è scattata l’emergenza, ma non hanno accelerato, non hanno capito e io voglio sapere di chi è stata la negligenza». 

casa di cura gibiino cataniacasa di cura gibiino catania


Non si rassegna davanti alle giustificazioni di medici ed amministratori della clinica, irritata dallo scaricabarile rimbalzato dagli ospedali. È il caso della direttrice del reparto di terapia intensiva del Garibaldi, Agata Motta: «L’operatore del 118 ha fatto una chiamata impersonale, senza specificare l’urgenza del caso e io un bambino non lo faccio morire anche se ho tutti i dieci lettini di “intensiva” occupati. Anche perché abbiamo le culle termiche da trasporto. Dovevano dirlo, dovevano spiegare, dovevano essere più chiari...». 
 

È tema di discussione per stamane all’assessorato di Lucia Borsellino con il manager del Garibaldi Giorgio Santonocito e con i suoi colleghi degli altri ospedali «occupati», il Santo Bambino e il Cannizzaro. Tutti già indicati ai magistrati come «persone informate dei fatti» dalla Mobile di Ragusa che affida alla Scientifica i controlli sull’ambulanza utilizzata per trasportare la piccola Nicole, protagonista del dramma che inquieta il sociologo Antonio Marziale, presidente dell’Osservatorio sui diritti dei minori («Una neonata non può morire perché non c’è posto in ospedale») e fa commuovere la Borsellino: «Vergognoso quello che è accaduto a Catania». 

 

Ultimi Dagoreport

sigfrido ranucci giovambattista fazzolari

DAGOREPORT - UCCI UCCI, TUTTO SUL CASO RANUCCI: DAI PRESUNTI CONTATTI DI SIGFRIDO CON I SERVIZI SEGRETI PER L'INCHIESTA DI "REPORT" SUL PADRE DI GIORGIA MELONI AL PEDINAMENTO DI SIGFRIDO, CHE COINVOLGEREBBE FAZZOLARI, IL BRACCIO DESTRO (E TESO) DI LADY GIORGIA – RANUCCI, OSPITE IERI SERA DI BIANCA BERLINGUER, HA PRECISATO, MA CON SCARSA CHIAREZZA, COSA E' ACCADUTO NELLE DUE VICENDE: “NON SONO STATO SPIATO DA FAZZOLARI. SO CHE È STATO ATTIVATO UN MECCANISMO PER CAPIRE CHI FOSSE IL NOSTRO INFORMATORE. SI TEMEVA FOSSE QUALCUNO DEI SERVIZI, MA NON È ACCADUTO” - SULL'ALTRA VICENDA DEL PEDINAMENTO: "NON SO SE SONO STATO SEGUITO MATERIALMENTE" – RIGUARDO L'ATTENTATO: "NON HO MAI PENSATO CHE DIETRO CI FOSSE UNA MANO POLITICA" - DAGOSPIA CERCA DI FAR LUCE SUI FATTI E I FATTACCI... - VIDEO

giorgia meloni marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT – IL DESIDERIO DI FARSI INCORONARE REGINA D'ITALIA, PER IL MOMENTO, LA MELONA LO DEVE RIPORRE NEL CASSETTO DEI SOGNI - L’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, BOCCIATA DA TUTTI I PARTITI CHE NON INTENDONO FINIRE CANNIBALIZZATI DALLA MELONI, STA MANDANDO IN PEZZI FORZA ITALIA - TAJANI FA IL POSSIBILISTA E GLI AZZURRI ESPLODONO. LASCIAMO POI PERDERE LA FAMIGLIA DI ARCORE CHE VEDREBBE SPARIRE IL NOME BERLUSCONI DAL SIMBOLO DEL PARTITO - A MILANO SI VOCIFERA DI UN TERRIBILE SCAZZO AL CALOR BIANCO TRA UN TAJANI IN MODALITA' RIBELLE E CRISTINA ROSSELLO, VICINISSIMA A MARINA - L'IDEONA DI FARSI INCORONARE "SUA MAESTA' GIORGIA I" FA STORCERE IL NASO ANCHE AI VARI POTENTATI SOTTERRANEI DEI FRATELLINI D’ITALIA (LOLLOBRIGIDA-LA RUSSA-RAMPELLI)...

zaia stefani salvini meloni fico schlein de luca

DAGOREPORT – L'ESITO DELLE REGIONALI IN VENETO, CAMPANIA E PUGLIA E' GIA’ SCRITTO MA SARA' IMPORTANTISSIMO PER “PESARE” OGNI PARTITO IN VISTA DELLE STRATEGIE PER LE POLITICHE DEL 2027 – I VOTI DELLE VARIE LISTE POTREBBERO CAMBIARE GLI EQUILIBRI INTERNI ALLE COALIZIONI: SE IN CAMPANIA E PUGLIA LE LISTE DI DECARO E DI DE LUCA FARANNO IL BOTTO, PER L'EX ROTTAMATRICE DI ''CACICCHI'' ELLY SCHLEIN SAREBBE UNO SMACCO CHE GALVANIZZEREBBE LA FRONDA RIFORMISTA DEL PD - ANCHE PER CONTE, UN FLOP DEL SUO CANDIDATO ALLA REGIONE CAMPANIA, ROBERTO FICO, SCATENEREBBE LA GUERRIGLIA DEI GRILLINI CHE DETESTANO L'ALLEANZA COL PD - LADY GIORGIA TIENE D’OCCHIO LA LEGA: SE PRECIPITA NEI CONSENSI IN VENETO, DOVE E' STATA FATTA FUORI LA LISTA ZAIA, PROVEREBBE A SOSTITUIRE IL MALCONCIO CARROCCIO CON AZIONE DI CARLETTO CALENDA...

villa casa giorgia meloni antonio tajani matteo salvini

DAGOREPORT - AH, CHE STREGONERIA È IL POTERE: TRAFIGGE TUTTI. SOPRATTUTTO I PARVENU. E COSÌ, DA PALAZZO GRAZIOLI, CHE FU LA SEDE INFORMALE DI GOVERNO E DI BUNGA-BUNGA DI BERLUSCONI PREMIER, SIAMO PASSATI A "VILLA GRAZIOLI" CON LA NUOVA DOVIZIOSA DIMORA DELL’EX ABITANTE DELLA GARBATELLA, DOVE OCCUPAVA CON MADRE E SORELLA DUE DISGRAZIATE CAMERE E CUCINA - UN IMMOBILE CHE STA SOLLEVANDO UN POLVERONE DI POLEMICHE: VILLA O VILLINO? COL SOLITO AGOSTINO GHIGLIA CHE AVREBBE SOLLECITATO GLI UFFICI DELLA PRIVACY DI TROVARE UN MODO PER LIMITARE LE INFORMAZIONI DA RENDERE PUBBLICHE ALLA CAMERA, IN RISPOSTA A UN’INTERROGAZIONE DELLA BOSCHI SULLA RISTRUTTURAZIONE DELLA VILLA – LA SINDROME DI "IO SO' GIORGIA E NUN ME FIDO DE NESSUNO!" HA POI TRASFORMATO LA MAGIONE NEL SUO BUNKER PERSONALE, LONTANO DAGLI SGUARDI E ORECCHIE INDISCRETE CHE INFESTANO PALAZZO CHIGI - TUTTO BENE QUANDO VENGONO CHIAMATI A RAPPORTO I SUOI FEDELISSIMI, MOLTO MENO BENE QUANDO TOCCA AGLI ALTRI, AGLI “ESTRANEI” DELLA CONVENTICOLA MELONIANA. DAL CENTRO DI ROMA PER RAGGIUNGERE “VILLA GRAZIOLI” CI VOGLIONO, IN LINEA D’ARIA, BEN 40 MINUTI DI MACCHINA. ANCHE DOTATI DI SIRENE E LAMPEGGIANTI, È “UN VIAGGIO”…. - VIDEO

simone canettieri giorgia arianna meloni

DAGOREPORT - MASSÌ, CON I NEURONI SPROFONDATI NELLA IRRITABILITÀ PIÙ SCOSSA, ARIANNA MELONI AVEVA URGENTE BISOGNO, A MO’ DI SOLLIEVO, DELL’ARTICOLO DI DEBUTTO SUL “CORRIERONE” DI SIMONE CANETTIERI - MESSA DALLA SORELLA GIORGIA A CAPO DELLA SEGRETERIA DI FDI, ARIANNA NON NE HA AZZECCATA UNA - ALLA PARI DI QUALSIASI ALTRO PARTITO DI MASSA, OGGI FDI SI RITROVA ATTRAVERSATO DA UNA GUERRIGLIA INTESTINA FATTA DI COLPI BASSI, RIPICCHE E SPUTTANAMENTI, INTRIGHI E COMPLOTTI – DALLA SICILIA (CASINO CANNATA-MESSINA) A MILANO (AFFAIRE MASSARI-LA RUSSA), FINO AL CASO GHIGLIA-RANUCCI, DOVE IL FILO DI ARIANNA SI È ATTORCIGLIATO PERICOLOSAMENTE INTORNO AL COLLO - CHE LA SORELLINA NON POSSIEDA LA ‘’CAZZIMMA’’ DEL POTERE, FATTA DI SCALTREZZA E ESPERIENZA, SE N'E' AMARAMENTE ACCORTA ANCHE LA PREMIER. E PUR AMANDOLA PIÙ DI SE STESSA, GIORGIA L’AVREBBE CHIAMATA A RAPPORTO PER LE SCELTE SBAGLIATE: SE IL PARTITO VA AVANTI COSÌ, RISCHIA DI IMPLODERE… - VIDEO