funivia del mottarone luigi nerini

CI SARANNO ALTRI INDAGATI NELL'INCHIESTA PER LA STRAGE DELLA FUNIVIA DEL MOTTARONE - LE INDAGINI NON RIGUARDERANNO SOLO LA SOCIETÀ CHE GESTIVA LA FUNIVIA IL CUI VERTICE È RAPPRESENTATO DA LUIGI NERINI - I PM VOGLIONO CAPIRE SE CI SIANO STATE RESPONSABILITÀ NEGLI ALTRI DUE ANELLI DELLA CATENA: CHI ERA DEPUTATO AL CONTROLLO DELL'IMPIANTO, LA SOCIETÀ LEITNER, E LA PROPRIETARIA DELLA STRUTTURA, ANCORA NON È CHIARO SE SIA IL COMUNE DI STRESA O LA REGIONE PIEMONTE...

Giuseppe Scarpa per "il Messaggero"

 

FUNIVIA DEL MOTTARONE - LUIGI NERINI

Il perimetro dell' inchiesta sulla strage del Mottarone è destinato ad allargarsi, soprattutto nei confronti di chi era deputato ad eseguire i controlli sull' impianto e non ha imposto, al gestore, il blocco delle macchine. Perciò, i tre arrestati dalla procura di Verbania, Luigi Nerini, proprietario della Ferrovie del Mottarone, il direttore dell' esercizio Enrico Perocchio e il capo servizio Gabriele Tadini, non saranno gli unici nomi a comparire nel registro degli indagati.

 

FUNIVIA DEL MOTTARONE - GABRIELE TADINI

Le parole pronunciate ieri dal procuratore capo Olimpia Bossi tracciano il percorso che seguiranno inquirenti e carabinieri: «Credo che l' impianto, gestito dalla società, abbia plurimi dipendenti. Verificheremo se anche il personale sapeva, il che non significa che fosse una loro decisione» lasciare il forchettone che ha impedito al freno di emergenza di entrare in funzione per bloccare la cabina.

 

FUNIVIA DEL MOTTARONE - ENRICO PEROCCHIO

Le indagini non riguarderanno solo la società che gestiva la funivia, Ferrovie del Mottarone, il cui vertice è rappresentato da Nerini. L' inchiesta punta a comprendere se vi siano state responsabilità anche in chi riveste ruoli di rilievo negli altri due anelli della catena: chi era deputato al controllo dell' impianto, la società Leitner, e la proprietaria della struttura, ancora non è chiaro se sia il comune di Stresa o la regione Piemonte.

 

I due enti si stanno rimbalzando la titolarità dell' impianto. Ad ogni modo, anche per venire a capo di questa controversia, i carabinieri, ieri hanno acquisito documenti nella sede del Comune e della Regione. Per quanto riguarda la società Leitner i carabinieri stanno passando al setaccio il ruolo di Perocchio. Da un lato l' ingegnere risultava essere organico all' azienda deputata ai test sulla funivia Stresa-Mottarone, dall' altra di quegli impianti Perocchio era anche il direttore d' esercizio.

FUNIVIA DEL MOTTARONE - FORCHETTONE

 

GLI ACCERTAMENTI

Sono ancora molti i fronti aperti su cui si muovono i militari dell' Arma, da quello tecnico legato alla manutenzione, che dovrebbe spiegare perché una fune d' acciaio si sia spezzata, a quello amministrativo. L' individuazione dei soggetti potenzialmente coinvolti sta nella mole di documenti che gli investigatori hanno acquisito.

 

«Le indagini proseguiranno perché dobbiamo individuare il motivo per cui il cavo si è spezzato, se sia una seconda anomalia o una coincidenza o sia collegato al malfunzionamento che ha portato alla disabilitazione del freno», ha precisato il comandante provinciale dei carabinieri Alberto Cicognani.

 

FUNIVIA DEL MOTTARONE - SECONDO FORCHETTONE

E il procuratore Bossi è stato chiaro: «In questo momento non abbiamo elementi per ritenere questi due eventi (la rottura del cavo e la disattivazione del freno, ndr) reciprocamente collegati. Siamo sempre in attesa delle verifiche tecniche sulla fune. Ne parlerò con il consulente che dovrebbe arrivare domani».

Il magistrato ha poi spiegato che la decisione di disinstallare l' impianto frenante «non è stato il provvedimento di un singolo, ma è stato condiviso e non limitato a quel giorno. È stata una scelta legata» alla volontà di «superare problemi che avrebbero dovuto essere risolti con interventi più decisivi e radicali invece che con telefonate volanti».

Fiori alla Funivia di Stresa

 

GLI INTERVENTI

Gli interventi tecnici, per rimediare ai disservizi, erano stati «richiesti ed effettuati» - uno il 3 maggio - ma «non erano stati risolutivi e si è pensato di rimediare». Così, «nella convinzione che mai si sarebbe potuto verificare una rottura del cavo, si è corso il rischio che ha purtroppo poi determinato l' esito fatale», ha sottolineato il magistrato.

 

Le indagini non sono finite. E non solo perché, con il supporto dei periti, sarà necessario confermare quanto emerso dai primi accertamenti. La procura di Verbania intende infatti «valutare eventuali posizioni di altre persone».

funivia stresa

 

«Si è tutto accelerato nel corso del pomeriggio e di ieri notte - ha precisato il procuratore lasciando la caserma -. Nelle prossime ore cercheremo di verificare, con riscontri di carattere più specifico, quello che ci è stato riferito». Perciò, filtra da ambienti giudiziari, verrà acquisito materiale in «tutti gli enti che possono avere un coinvolgimento», tra cui l' Ufficio speciale trasporti a impianti fissi Ustif. «L' analisi delle carte servirà per chiarire il quadro e individuare eventuali soggetti rispetto ai quali ipotizzare un eventuale profilo di responsabilità - ha concluso Bossi - per poi svolgere una congrua attività istruttoria».

forchettone funivia stresafilmato della funivia 5filmato della funivia 4FUNIVIA STRESA funivia stresa

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....