rafael ivan zapata cuadros detto rasgao

RASGAO MERAVIGLIAO – LA COLOMBIA NEGA L’ESTRADIZIONE A RAFAEL IVAN ZAPATA CUADROS, DETTO “RASGAO”, IL NARCOS 64ENNE CHE HA AVUTO RAPPORTI CON LA ‘NDRANGHETA E SAREBBE COLLEGATO AI SEQUESTRI DI QUINTALI DI COCAINA IN ITALIA - IL TRIBUNALE DI CATANZARO AVEVA INOLTRATO LA DOMANDA GIÀ NEL 2011. IL NO DEI GIUDICI COLOMBIANI POTREBBE IMPEDIRE AI NOSTRI INQUIRENTI L’ACCESSO A INFORMAZIONI MOLTO IMPORTANTI COME…

 

 

 

Andrea Galli per www.corriere.it

 

 

rafael ivan zapata cuadros detto rasgao 2

«Rasgao» non arriva. Lui e i suoi segreti resteranno forse per l’eternità in Colombia, la terra d’origine dove l’oggi 64enne, al secolo Rafael Ivan Zapata Cuadros, ha compiuto l’educazione criminale, ha combattuto nelle formazioni paramilitari ed è diventato uno dei «nuovi» capi dei narcos. Un comandante moderno, abile stratega, appassionato di tecnologia, legatissimo alla ’ndrangheta, e il cui volo in Italia era atteso fin dal 2011, l’anno nel quale il tribunale di Catanzaro per la prima volta aveva inoltrato in Sudamerica la domanda di estradizione.

 

rafael ivan zapata cuadros detto rasgao 6

Adesso il pronunciamento della Corte suprema di giustizia colombiana, che ha rifiutato di cedere «Rasgao» all’Italia, potrebbe essere definitivo e impedire ai nostri inquirenti l’acquisizione di «pesanti» informazioni. Il colombiano era risultato collegato al sequestro di 225 chili di cocaina nel porto di Amburgo, di 541 in quello di Salerno, di 242 chili nel porto di Gioia Tauro, e in più di altre due tonnellate scoperte a bordo di un motopeschereccio al largo delle Canarie.

 

COCAINA NELLE BANANE - PORTO DI GIOIA TAURO

Questi gli elementi cristallizzati dalle inchieste sui «cartelli» della droga, mentre le successive analisi investigative, da allora non ancora «spente», hanno collocato «Rasgao» nei flussi di droga, sempre cocaina, nel Lodigiano, a Rozzano e a Sesto San Giovanni, zone che hanno registrato la presenza e i movimenti di fedelissimi del colombiano, che era stato trascinato nelle inchieste dalle testimonianze di un ex collaboratore di giustizia, Bruno Fuduli, trovato lo scorso novembre suicida nell’abitazione di Vibo Valentia.

 

rafael ivan zapata cuadros detto rasgao 5

Un suicidio comunque circondato da alcuni misteri. Alexandro Maria Tirelli, il legale di «Rasgao», rivela che si tratta del secondo «no» all’estradizione, e che di conseguenza «l’Italia ha ricevuto due sonori schiaffoni in merito al rispetto degli elementari principi che reggono lo Stato di diritto... L’estradizione non può essere richiesta due volte per gli stessi fatti...».

 

rafael ivan zapata cuadros detto rasgao 3

Il 64enne è stato legato oppure ancora è legato al potente gruppo terroristico delle «Autodefensas unidas de Colombia», un polo di bande paramilitari ufficialmente nato per consolidare e proteggere le condizioni economiche e sociali della Colombia ma considerato da molte nazioni un’organizzazione terroristica.

 

poliziotto cocaina

Contestualmente, «Rasgao» è stato scarcerato e il suo ritorno in libertà quasi azzera le possibilità di un «recupero» in futuro del narcos per fini investigativi. Insomma, l’Italia dovrà dirgli addio. Al netto delle indagini, delle accuse, delle reali responsabilità di Rafael Ivan Zapata Cuadros, come osserva il legale la giustizia colombiana ha poggiato la sua decisione sulle dichiarazioni di un pentito deceduto, quel Fuduli utilizzato anche come infiltrato da parte delle forze dell’ordine.

 

L’inchiesta cardine «Decollo-ter», del Ros dei carabinieri, centrale nella biografia criminale di «Rasgao», aveva dimostrato un traffico internazionale di droga — tonnellate e di nuovo tonnellate — tra il Sudamerica, l’Europa e l’Australia, insieme a episodi di estorsione e riciclaggio di denaro sporco.

 

rafael ivan zapata cuadros detto rasgao 1cocaina 5

Uno dei 27 arrestati, nelle intercettazioni, aveva detto che «in Calabria la guerra non la vince neanche il Papa», in riferimento al fatto che un grosso marchio alimentare aveva provato ad aprirsi un varco nel mercato ma aveva dovuto «obbedire» alle cosche, che per appunto decidono la morte e la vita, gli affari legali e illegali, e non soltanto in Calabria. Una delle tattiche della ’ndrangheta per «pulire» i soldi consisteva nell’acquisto dei biglietti vincenti del Superenalotto e di altre lotterie pagando direttamente i vincitori e incassando i guadagni. Un fiume di denaro, pari al fiume della cocaina, riversato in Sudamerica per pagare i carichi, finanziando le formazioni paramilitari e il loro acquisto di arsenali.

rafael ivan zapata cuadros detto rasgao

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…

giorgia meloni mantovano alfredo giovanbattista fazzolari gian marco chiocci rossi

DAGOREPORT - CHI AVEVA UN OBIETTIVO INTERESSE DI BRUCIARE IL DESIDERIO DI GIORGIA MELONI, PIÙ VOLTE CONFIDATO AI SUOI PIÙ STRETTI COLLABORATORI, DI ARRUOLARE L’INGOMBRANTE GIAN MARCO CHIOCCI COME PORTAVOCE? - IN BARBA ALLA DIFFIDENZA DEI VARI SCURTI, FAZZOLARI E MANTOVANO, FU L’UNDERDOG DE’ NOANTRI A IMPORRE FORTISSIMAMENTE (“DI LUI MI FIDO”) COME DIRETTORE DEL TG1 L’INTRAPRENDENTE CHIOCCI, DOTATO DI UNA RETE RELAZIONALE RADICATA IN TUTTE LE DIREZIONI, DAL MONDO DELLA SINISTRA ALL’INTELLIGENCE DI DESTRA - BEN CONOSCENDO IL CARATTERINO DELL’EX DIRETTORE DE “IL TEMPO” E ADNKRONOS, BEN LONTANO DALLA DISPONIBILITÀ AD ACCETTARE ORDINI E DINIEGHI, OCCORREVA CORRERE AI RIPARI PRIMA CHE LA SGARBATELLA PROCEDESSE ALL’INFELICE NOMINA, FACENDO CIRCOLARE LA VOCE DEL SUO TRASLOCO DALLA DIREZIONE DEL TG1 A BRACCIO MEDIATICO DELLA PREMIER - NEL CASO, SEMPRE PIÙ LONTANO, DI VEDERE CHIOCCI A PALAZZO CHIGI, ALLORA VORRÀ DIRE CHE L’EQUILIBRIO DI POTERI ALL’INTERNO DELLA FIAMMA MAGICA È FINITO DAVVERO IN FRANTUMI...

marcello viola alberto nagel giorgia meloni francesco gaetano caltagirone luigi lovaglio mps mediobanca piazza affari

DAGOREPORT - MEDIOSBANCA! I GIOCHI ANCORA NON SONO FATTI. E LE PREMESSE PER UN FUTURO DISASTRO SONO GIÀ TUTTE SUL TAVOLO - AL DI LÀ DELLE DECISIONI CHE PRENDERÀ LA PROCURA DI MILANO SUL PRESUNTO “CONCERTO” DEL QUARTETTO CALTA-GIORGETTI-LOVAGLIO-MILLERI NELLA PRIVATIZZAZIONE DEL 15% DI MPS, IL PROGETTO TANTO AUSPICATO DA GIORGIA MELONI DI DARE VITA A UN TERZO POLO BANCARIO, INTEGRANDO MPS, BPM E MEDIOBANCA, SI È INCAGLIATO DI BRUTTO: LO VUOLE SOLO FRATELLI D’ITALIA MENTRE FORZA ITALIA SE NE FREGA E LA LEGA E' CONTRO, SAPENDO BENISSIMO CHE L’OBIETTIVO VERO DEL RISIKONE BANCARIO È QUEL 13% DI GENERALI, IN PANCIA A MEDIOBANCA, NECESSARIO PER LA CONQUISTA CALTAGIRONESCA DEL LEONE DI TRIESTE - AL GELO SCESO DA TEMPO TRA CALTA E CASTAGNA (BPM) SI AGGIUNGE IL CONFLITTO DI CALTA CON LOVAGLIO (MPS) CHE RISCHIA DI ESSERE FATTO FUORI PER ‘’INSUBORDINAZIONE’’ - ANCHE LA ROSA DEI PAPABILI PER I NUOVI VERTICI DI MEDIOBANCA PERDE PETALI: MICILLO HA RIFIUTATO E VITTORIO GRILLI NON È INTERESSATO - LA BOCCIATURA DELL’OPERAZIONE DI FITCH, CHE VALUTA MPS CON UN RATING PIÙ BASSO RISPETTO A MEDIOBANCA - LAST BUT NOT LEAST: È SENZA FINE LO SCONTRO TRA GLI 8 EREDI DEL VECCHIO E IL CEO MILLERI, PARTNER DEVOTO DI CALTARICCONE…