venezia canal grande

COME E’ TRISTE VENEZIA AL TEMPO DEL CORONAVIRUS – I TURISTI GIRANO ALLA LARGA, GLI ALBERGHI SONO VUOTI. SUL CANAL GRANDE HOTEL A 60 EURO (L’ANNO SCORSO SI PARTIVA DA 230 EURO) - RIBASSI OLTRE IL 50 %. ALCUNI ALBERGATORI PARLANO DI “MOSSA NECESSARIA”.  C’È PERÒ ANCHE CHI MANTIENE I PREZZI, COME 'DANIELI' E 'GRITTI'. LE ASSOCIAZIONI: “NON È SERIO ABBATTERE I PREZZI E LAVORARE SOTTOCOSTO”. ECCO PERCHE’

Andrea Pasqualetto per corriere.it

venezia canal grande

L’eco dei passi nelle calli deserte, le grandi navi lontane dalla laguna, le chiese e i musei aperti, i vaporetti vuoti e leggeri, nessuna coda, nessun trambusto. E’ la Venezia di un tempo, quella del coronavirus. Silenziosa, spopolata, quasi sospesa in una ritrovata malinconia che è stata a lungo il suo fascino. Sembra passato davvero un secolo dalle orde turistiche degli anni scorsi, dai tornelli per regolarle, dalla città Luna park contro la quale urlavano in molti.

 

E sembra passato un secolo anche dai prezzi, diventati di colpo sorprendenti in senso buono: 50, 70, 90 euro per una camera doppia in centro storico. “Inclusa colazione, visita a Murano, entrata gratuita al Casinò, convenzione con il garage di piazzale Roma…”, cerca di piazzarla con generosità la signora che risponde al centralino dell’hotel Canal Grande, un quattrostelle che si affaccia sul canale più famoso del mondo e che aveva sempre registrato il tutto esaurito.

venezia danieli

 

«Le posso dare la Prestige a 85 euro. Lo scorso anno era a 230»

“Abbiamo deciso così per questi giorni tristi - spiega -. Le posso dare la Prestige a 85 euro. Pensi che lo scorso anno, in questo periodo, si partiva da 230 euro”. Due scossoni hanno fatto vacillare ogni certezza. Il primo è stato l’acqua alta eccezionale di settembre. “Ma da quella c’eravamo quasi ripresi, questo è più duro”, sospira. Ad abbattere i prezzi non è solo il suo hotel. Per rimanere ai quattrostelle, ci sono il Pesaro Palace, 58 euro (“l’anno scorso in questo periodo erano 170”, ricordano alla reception), il Palazzetto Pisani, 80 euro, il Principe, 63, il Carlton, 90.

 

Tutti sul Canal Grande. Ma la lista è lunga e variegata e comprende alberghi a un passo da San Marco, l’inarrivabile cuore della città che ora è accessibile a molte tasche fino a ieri costrette al mordi e fuggi di giornata. C’è pure qualche cinquestelle, come l’esclusivo Hilton Molino Stukcy che non sarà sul Canal Grande ma è comunque un hotel di gran lusso alla Giudecca: “114 euro una doppia prepagata”, risponde da Sofia una signorina della catena alberghiera. L’anno scorso? “Dai 300 in su”.

 

 

Il virus, la paura, la psicosi

venezia alberghi 1

Certo, c’è di mezzo il virus, la paura, la psicosi. Ma per chi non ha quella paura e ascolta i consigli prudenziali che arrivano dalle autorità sanitarie, l’occasione è servita. Dal punto di vista di chi sconta, dicono, non ci sono alternative. Una mezza conferma arriva dai numeri sfornati dall’Associazione veneziana albergatori (Ava, circa 400 hotel), praticamente un bollettino di guerra: “Una decina di strutture hanno fatto le pratiche per chiudere, moltissimi hotel sono totalmente vuoti, alcuni hanno qualche stanza occupata.

venezia, disinfestazione vaporetti per il coronavirus 2

 

Le presenze in questi giorni sono fra lo 0 e il 10%”. Il direttore dell’Ava Claudio Scarpa la vede così: “In questo momento le zone gialle come la nostra, pur non essendo a rischio, stanno subendo gli stessi danni, in termini di disdette e di presenze turistiche, di quelle rosse. Abbiamo chiesto al governo l’estensione a Venezia dei decreti di emergenza che affrontano il coronavirus e la sospensione della tassa di soggiorno. Voglio ricordare che la nostra clientela è per il 90 per cento estera e che il 20 per cento è statunitense e vale il 30 per cenmto del fatturato. Gli Stati Uniti ci hanno tradito, sconsigliando di venire da noi. Abbassare i prezzi, dunque, non serve visto che i turisti non arrivano”.

 

«Nessun tipo di offerta, la camera costa 480 euro»

venezia, disinfestazione vaporetti per il coronavirus

Non tutti, fra gli albergatori, concordano con la politica del ribasso. “Nessun tipo di offerta, la camera costa 480 euro con colazione”, taglia corto Linda che risponde dagli uffici Marriott per conto del Danieli, il luxury sulla riva degli Schiavoni dove sono passati personaggi del calibro di Goethe, Proust, Balzac, Wagner, Kissinger... Stessa fermezza al Gritti, l’altro gioiello veneziano del gruppo, questo caro a Hemingway e Woody Allen e pure a Tom Cruise, costretto a interrompere le riprese italiane di “Mission Impossible 7” per evitare il contagio: tariffa regolare, 694 a notte.

 

E pure il Ca’ Sagredo, albergo sul Canal Grande dal passato glorioso, conosciuto anche per ospitare alcune opere di Giambattista Tiepolo. “Teniamo le stesse tariffe – fa sapere la direttrice Lorenza Lain – E’ sbagliato abbassarle perché i clienti non verrebbero comunque. Chi ha paura non cambia idea davanti a un prezzo migliore. E poi il problema è a monte, visto che la gente non può nemmeno volare e quindi arrivare. Sono subentrati confini fisici, governativi, piscologici, fobie. Un caos. Il prezzo comunque non fa il mercato”.

 

coronavirus venezia

Dall’altra parte, i ribassisti sostengono invece che conviene cambiare per intercettare il flusso di chi può comunque andare a Venezia e non teme troppo il virus. Nel disorientamento provocato dall’improvvisa crisi, le politiche sono varie e non manca dunque lo scontro sotterraneo fra i due partiti, con quello dei resistenti che guarda in cagnesco gli scontisti, colpevoli ai loro occhi di mettere in ginocchio l’offerta di lungo periodo, la qualità, il prestigio.

 

«Non è serio abbattere i prezzi»

Marco Michielli, presidente di Federalberghi e Confturismo Veneto e vicepresidente nazionale di entrambe, sta con chi non molla: “Non è serio abbattere i prezzi e lavorare sottocosto. Così si fa passare l’idea che chi li mantiene ruba. Fra una settimana conteremo comunque molte chiusure: significa personale lasciato a casa, in ferie, e poi, se non non c’è cassa integrazione straordinaria, licenziamenti. Sia chiaro che capisco chi cerca di salvarsi come può dal crollo e magari deve pagare affitti importanti, però la svendita non porterà nulla di buono.

 

coronavirus venezia

Questa è una crisi dieci volte peggiore di quella generata dall’11 settembre”. Fra i due gruppi estremi, c’è quello dei moderati, cioè coloro che ribassano ma non troppo. E’ il caso dell’hotel Carlton di Paola Cori, quattrostelle sul Canal Grande, guidato da un navigato direttore come Gian Luigi Benelli: “Ci siamo riposizionati si prezzi più allettanti ma lo sconto non supera il 30%, 90 euro una doppia con colazione. Sotto questi livelli non vogliamo scendere perché poi diventa difficile recuperare il terreno perso. Il 2007, che precedette il grande calo, insegna. Io ero a Roma e si svendettero gli alberghi. Ebbene, siamo riusciti a recuperare solo il 30% dei ribassi fatti in quel momento”. Insomma, Venezia a 50 euro fa molto discutere. La città è preoccupata, sospesa, semideserta ma anche accessibile e per qualcuno irresistibilmente malinconica, come una gondola a fine corsa.

persone vestite come i medici della peste a venezia

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO