FUORI I SOLDI, PERDIO! – MONSIGNOR GALANTINO (CEI): “MA VI RENDETE CONTO DELL’ASSOLUTA DISPERAZIONE DI TANTI PICCOLI IMPRENDITORI CHE NON OTTENGONO DALLO STATO IL DENARO AL QUALE HANNO DIRITTO?”

Paolo Conti per “Il Corriere della Sera”

NUNZIO GALANTINO 3NUNZIO GALANTINO 3

 

Monsignor Nunzio Galantino, segretario della Conferenza episcopale italiana. Un Ferragosto difficile per l’Italia e per il mondo. Oggi la Chiesa chiama i fedeli a pregare per i cristiani perseguitati nel mondo, e quindi anche per la tragedia irachena. Come la vive l’opinione pubblica?

 

«C’è un dolore partecipato. E un forte disagio: il disappunto perché la condanna di certe atroci violenze è arrivata tardi, si è fatta attendere. La gente ora si interroga sul perché di tanto silenzio. Ci sono le esortazioni alla preghiera. Ma evidentemente non bastano. Occorre agire concretamente».

 

Cosa pensa della posizione del governo italiano: no all’intervento militare ma sostegno al Kurdistan iracheno?

NUNZIO GALANTINO NUNZIO GALANTINO

«Il governo italiano sta cercando di posizionarsi tra tante opzioni. Quella di chi dimentica l’insegnamento della storia e preme per combattere una nuova guerra contro il cosiddetto Califfato dell’Isis: ma la democrazia non si esporta con le armi, e bisogna vedere se quel nostro concetto coincide con le aspirazioni locali. C’è la scelta degli Stati Uniti con i bombardamenti selettivi.

 

C’è un tipo di fondamentalismo, ahimè, anche qui in Occidente che vorrebbe cogliere l’occasione per distruggere ogni dialogo col mondo musulmano, quasi che la convivenza fosse impossibile, paventando addirittura un’Europa già conquistata. E c’è chi spinge per un sostegno a Israele, ritenuto l’unico contrappeso nell’area, dimenticando le ragioni palestinesi. Ma se non si sostiene il governo iracheno e l’unità dell’Iraq, se si lascia spazio alla sua frammentazione in tre Stati, davvero i cristiani saranno condannati a sparire dall’area. Invece hanno il diritto di restare dove sono nati e vissuti per secoli».

 

NUNZIO GALANTINO 4NUNZIO GALANTINO 4

Ed eccoci all’Italia. Come vede la stagione delle riforme?

«Le riforme sono l’incontro tra i principi costituzionali e le nuove esigenze della società. Se si prescinde da qui, le riforme si riducono ad accontentare le lobby di turno. La riforma del Senato arriva dopo un dibattito durato trent’anni e indubbiamente riguarda il principio di sussidiarietà verticale. In quanto alla legge elettorale sono in gioco i principi di rappresentanza e partecipazione che devono potersi coniugare con molti elementi di impatto sulla gente: garantire la governabilità allo schieramento vincente, favorire la riduzione dei partiti e insieme garantire le minoranze, ridurre il numero dei parlamentari.

 

NUNZIO GALANTINONUNZIO GALANTINO

Ma le riforme più avvertite dalla popolazione riguardano il lavoro, l’edilizia scolastica, la stessa giustizia, lo scandalo dei mancati pagamenti dei debiti della Pubblica amministrazione: non so se i politici e i governanti si rendano davvero conto del livello di assoluta disperazione di tanti piccoli e medi imprenditori che danno lavoro e pagano le tasse ma non ottengono il denaro al quale hanno diritto. Oltre che guardare agli orizzonti più alti, occorre pensare urgentemente a queste, di riforme».

 

Vi impensierisce un’economia di fatto in recessione?

«Urge una riforma del terzo settore, una svolta culturale oltre che politica. La produzione di beni a destinazione pubblica supera il paradigma economico rivelatosi inadeguato con questa crisi e genera occupazione, ma al servizio dell’uomo. Ripartire di qui sarebbe una sorta di “nuovo battesimo sociale” capace di generare speranza nel Paese».

NUNZIO GALANTINO 5NUNZIO GALANTINO 5

 

Avete maturato un primo giudizio sul governo Renzi?

«Non spetta a noi valutare governi o consacrare formule. A noi, come ad ogni cittadino, spetta porre questioni, chiedere responsabilità, trasparenza, onestà. Ho incontrato esponenti del governo e con amarezza constato che troppe riforme si bloccano per l’ostilità, come ho già detto, di singole lobby.

 

Invece urge, per esempio, una riforma della Pubblica amministrazione e della burocrazia che non sia solo di carta. Bisogna riformare anche la burocrazia della mente e del cuore. Piegarsi acriticamente all’attuale sistema significa nutrire le mafie, l’usura, il riciclaggio, le attività illecite, soffocare l’economia pulita, radicare nella popolazione il motto di mafia e 'ndrangheta: costringere il cittadino a chiedere per favore ciò che invece gli spetta per diritto».

 

Arriviamo alla fecondazione eterologa. A suo avviso di chi sono figli i due gemellini: dei genitori “naturali” o della coppia che ha portato a termine la gestazione?

NUNZIO GALANTINO E BAGNASCO don nunzio NUNZIO GALANTINO E BAGNASCO don nunzio

«Impressiona che si sia dovuti arrivare a questo incidente, probabilmente non il primo, per vedere i rischi che si corrono quando si riduce un uomo a una macchina e quando si scambia il legittimo desiderio di avere un figlio per un diritto assoluto. Mi auguro che questi figli non si debbano mai trovare nella condizione di dover loro stessi scegliere con chi stare. Qui non c’è legge o tribunale che tengano: c’è in gioco la persona umana. E c’è anche una questione squisitamente antropologica. Come si fa a non tenere conto che tra la donna che porta a termine una gestazione, e il figlio che ha in grembo, si creano emozioni comuni, empatie non solo fisiche ...?».

 

Ha fatto bene il ministro Lorenzin a frenare la fecondazione eterologa nei centri pubblici?

«Fa bene soprattutto ad aprire un tavolo di confronto serio e non falsato da ideologismi per chiarire i capisaldi di una legge che si basi su fondamenti antropologici, non riducendo tutto a un meccanismo. Quando l’individualismo diventa l’unico criterio della storia, allora tutto diventa possibile e soprattutto si finisce per giustificare tutto. Anche qui, senza invocare fuorvianti complottismi, ci sono in gioco gruppi di potere.

 

Galantino Nunzio Galantino Nunzio

Faccio un esempio: oggi una famiglia composta da padre, madre e figli deve quasi chiedere scusa di esistere e viene descritta dai media come l’unico luogo dove avvengono solo guai e disastri. Con tutto il rispetto per chi compie quelle scelte, di contro, la rappresentazione delle famiglie omosessuali offre solo felicità. Uno strano ideologico modo di comunicare, mi sembra».

 

Si percepisce oggi un episcopato poco “interventista” rispetto al passato in materia politica e sociale...

«Non c’è alcuna contrapposizione rispetto al passato. Semplicemente cambiano le condizioni sociali e politiche, nella stessa Chiesa stessa cresce una consapevolezza nuova della sua missione: il bello della Chiesa è che non va avanti per schemi ma, appunto, per crescita».

 

Ultimi Dagoreport

giampaolo rossi rai report sigfrido ranucci giovanbattista fazzolari francesco lollobrigida filini

DAGOREPORT – RAI DELLE MIE BRAME: CHIAMATO A RAPPORTO L'AD GIAMPAOLO ROSSI ALLA CAMERA DEI DEPUTATI DOVE SI E' TROVATO DAVANTI, COL DITO ACCUSATORIO, I PLENIPOTENZIARI RAI DEI TRE PARTITI DI MAGGIORANZA: GASPARRI (FI), MORELLI (LEGA) E FILINI (FDI) CHE, IN CORO, GLI HANNO COMANDATO DI TELE-RAFFORZARE LA LINEA DEL GOVERNO - IL PIÙ DURO È STATO IL SOTTOPANZA DI FAZZOLARI. FILINI SPRIZZAVA FIELE PER L’INCHIESTA DI “REPORT” SUI FINANZIAMENTI DI LOLLOBRIGIDA ALLA SAGRA DEL FUNGO PORCINO - ROSSI, DELLE LORO LAMENTELE, SE NE FOTTE: QUANDO VUOLE, IL FILOSOFO CHE SPIEGAVA TOLKIEN A GIORGIA NELLE GROTTE DI COLLE OPPIO, PRENDE IL TELEFONINO E PARLA DIRETTAMENTE CON LA PREMIER MELONI... - VIDEO

giorgia meloni daria perrotta giancarlo giorgetti

FLASH – GIORGIA MELONI HA DETTO A BRUTTO MUSO AL RAGIONERE GENERALE DELLO STATO, DARIA PERROTTA: “QUESTO È UN ESECUTIVO POLITICO E NON TECNICO”. IL CENTRODESTRA HA GIÀ SILURATO IL DG DEL TESORO, ALESSANDRO RIVERA, HA LIQUIDATO L’EX RAGIONIERE BIAGIO MAZZOTTA E HA ACCOMPAGNATO ALL’USCITA IL DIRETTORE DELLE PARTECIPATE, MARCELLO SALA. ORA SE LA PRENDE ANCHE CON LA FEDELISSIMA DI GIANCARLO GIORGETTI, CHE NON È CERTO UNA PERICOLOSA COMUNISTA, NÉ UNA OSTILE “MANDARINA” IN QUOTA “DEEP STATE”. A DESTRA COSA PRETENDONO DA MEF E RAGIONERIA? CHE SIANO USI A OBBEDIR TACENDO? DAVANTI AI TRISTI NUMERI, NON CI SONO IDEOLOGIE O OPINIONI…

sangiuliano gasdia venezi giuli

SULLA SPOLITICA CULTURALE DELLA “DESTRA MALDESTRA” – ALBERTO MATTIOLI: “CI RENDEMMO SUBITO CONTO CHE DA SANGIULIANO C’ERA NULLA DA ASPETTARSI, A PARTE QUALCHE RISATA: E COSÌ È STATO. GIULI AVEVA COMINCIATO BENE, MOSTRANDO UNA CERTA APERTURA E RIVENDICANDO UN PO’ DI AUTONOMIA, MA MI SEMBRA SIA STATO RAPIDAMENTE RICHIAMATO ALL’ORDINE - CHE LA DESTRA ABBIA PIÙ POLTRONE DA DISTRIBUIRE CHE SEDERI PRESENTABILI DA METTERCI SOPRA, È PERÒ UN FATTO, E PER LA VERITÀ NON LIMITATO AL MONDO CULTURALE - IL PROBLEMA NON È TANTO DI DESTRA O SINISTRA, MA DI COMPETENZA. CHE BEATRICE VENEZI NON ABBIA IL CURRICULUM PER POTER FARE IL DIRETTORE MUSICALE DELLA FENICE È PALESE A CHIUNQUE SIA ENTRATO IN QUALSIASI TEATRO D’OPERA - (PERCHE' SULL’ARENA DI VERONA SOVRINTENDE - BENISSIMO - CECILIA GASDIA, DONNA E DI DESTRA, SENZA CHE NESSUNO FACCIA UN PLISSÉ?)’’

alessandro giuli pietrangelo buttafuoco arianna giorgia meloni beatrice venezi nicola colabianchi nazzareno carusi tiziana rocca giulio base

''L’ESSERE STATI A CASA MELONI O DI LA RUSSA NON PUÒ ESSERE L’UNICO O IL PRIMO REQUISITO RICHIESTO PER LE NOMINE CULTURALI’’ - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: “SONO TRA LE ANIME BELLE CHE QUANDO GIORGIA MELONI HA VINTO LE ELEZIONI HA SPERATO CHE, AL POSTO DEL PLURIDECENNALE AMICHETTISMO ROMANO DI SINISTRA SI AVVIASSE UN METODO, DICIAMO SUPER-PARTES, APERTO (MAGARI ANCHE SOLO PER MANCANZA DI CANDIDATI) E TESO A DELINEARE UNA CULTURA LIBERALE LEGATA AL PRIVATO O ALLE CONFINDUSTRIE DEL NORD… POVERO ILLUSO. IL SISTEMA È RIMASTO LO STESSO, APPLICATO CON FEROCE VERIFICA DELL’APPARTENENZA DEL CANDIDATO ALLA DESTRA, MEGLIO SE ROMANA DI COLLE OPPIO, PER GENEALOGIA O PER ADESIONE, MEGLIO SE CON UNA PRESENZA AD ATREJU E CON UN LIBRO DI TOLKIEN SUL COMODINO - LE NOMINE DI GIULI, BUTTAFUOCO, CRESPI, VENEZI, COLABIANCHI, BASE & ROCCA, IL PIANISTA NAZARENO CARUSI E VIA UNA INFINITÀ DI NOMI NEI CDA, NELLE COMMISSIONI (IN QUELLA PER SCEGLIERE I 14 NUOVI DIRETTORI DEI MUSEI C’È SIMONETTA BARTOLINI, NOTA PER AVER SCRITTO "NEL BOSCO DI TOLKIEN, LA FIABA L’EPICA E LA LINGUA") 

salvini calenda meloni vannacci

DAGOREPORT – LA ''SUGGESTIONE'' DI GIORGIA MELONI SI CHIAMA “SALVIN-EXIT”, ORMAI DIVENTATO IL SUO NEMICO PIU' INTIMO A TEMPO PIENO - IN VISTA DELLE POLITICHE DEL 2027, SOGNA DI LIBERARSI DI CIO' CHE E' RIMASTO DI UNA LEGA ANTI-EU E VANNACCIZZATA PER IMBARCARE AL SUO POSTO AZIONE DI CARLO CALENDA, ORMAI STABILE E FEDELE “FIANCHEGGIATORE” DI PALAZZO CHIGI - IL CAMBIO DI PARTNER PERMETTEREBBE DI ''DEMOCRISTIANIZZARE" FINALMENTE IL GOVERNO MELONI A BRUXELLES, ENTRARE NEL PPE E NELLA STANZA DEI BOTTONI DEL POTERE EUROPEO (POSTI E FINANZIAMENTI) - PRIMA DI BUTTARE FUORI SALVINI, I VOTI DELLE REGIONALI IN VENETO SARANNO DIRIMENTI PER MISURARE IL REALE CONSENSO DELLA LEGA - SE SALVINI DIVENTASSE IRRILEVANTE, ENTRA CALENDA E VIA A ELEZIONI ANTICIPATE NEL 2026, PRENDENDO IN CONTROPIEDE, UN'OPPOSIZIONE CHE SARA' ANCORA A FARSI LA GUERRA SUL CAMPOLARGO - LA NUOVA COALIZIONE DI GOVERNO IN MODALITÀ DEMOCRISTIANA DI MELONI SI PORTEREBBE A CASA UN BOTTINO PIENO (NUOVO CAPO DELLO STATO COMPRESO)....