big carminati buzzi de cataldo

ROMANZO TRIBUNALE - OGGI IL CSM DECIDE SE ARCHIVIARE L’INDAGINE SU GIANCARLO DE CATALDO, IL GIUDICE-SCRITTORE FINITO NELLA BUFERA PER 13 CONTATTI CON SALVATORE BUZZI, TRA TELEFONATE E SMS, INTERCETTATI IN 20 MESI. DE CATALDO, OGGI IN SERVIZIO ALLA CORTE D’ASSISE D’APPELLO, E’ AUTORE DI “ROMANZO CRIMINALE” E “SUBURRA”

Giovanni Bianconi per il “Corriere della Sera

 

giancarlo de cataldogiancarlo de cataldo

Dieci mesi di accertamenti non hanno portato a nulla, il presidente della Corte d' appello di Roma, Luciano Panzani, ha spiegato che «tutta questa vicenda non mi sembra che abbia in nessun modo influito sul prestigio di cui gode il dottor Giancarlo De Cataldo, un magistrato la cui competenza e la cui capacità non è mai stata oggetto di discussione». Eppure c' è chi vorrebbe processare il giudice-scrittore per una presunta «incompatibilità ambientale», e dunque non è affatto scontato che il plenum del Consiglio superiore della magistratura decida, probabilmente già oggi, di archiviare la pratica. Anzi.

 

giancarlo de cataldo intervistatogiancarlo de cataldo intervistato

A proporre di mettere la parola fine all' indagine è il togato Piergiorgio Morosini (rappresentante di Area, a cui aderisce anche De Cataldo), mentre la scorsa settimana la relatrice Maria Rosaria San Giorgio, della corrente centrista Unità per la costituzione, aveva chiesto in commissione l' apertura formale del fascicolo per l' eventuale trasferimento d' ufficio. Proposta respinta per un soffio: tre voti a favore (San Giorgio, il consigliere di Magistratura indipendente e il laico di centrodestra Zanettin) e tre contro (il laico di centro Balduzzi e i due togati di Area); ecco perché è possibile che nell' assemblea plenaria i giochi si riaprano.

 

giancarlo de cataldo  carlo boninigiancarlo de cataldo carlo bonini

Oggetto del contendere sono tredici contatti, tra telefonate e sms, intercettati in 20 mesi tra il giudice del processo alla banda della Magliana, oggi in servizio alla Corte d' assise d' appello, nonché autore di Romanzo criminale e Suburra, e Salvatore Buzzi, uno dei principali imputati di Mafia Capitale. Un ex detenuto conosciuto ai tempi in cui De Cataldo frequentava le carceri in qualità di magistrato di sorveglianza.

 

«Non si trattava più, agli occhi dell' intera collettività, di un pregiudicato, semmai di un individuo completamente riabilitato, e per giunta di notevole fama a Roma», ha precisato il giudice davanti al Csm. Colloqui comunque sporadici, superficiali e a volte dai toni scherzosi, «senza il minimo sospetto che Buzzi avesse subito l' involuzione poi sfociata nel procedimento di Mafia Capitale».

 

buzzi carminatibuzzi carminati

Nell' ultima telefonata del 6 novembre 2014, un mese prima del nuovo arresto, Buzzi rivelò di aver ingaggiato nella sua cooperativa anche Massimo Carminati, condannato da De Cataldo nel processo alla Magliana, e da allora il giudice non rispose più nemmeno agli sms: «Non ho niente da rimproverarmi». Ma la relatrice della pratica aveva ugualmente chiesto approfondimenti per valutare ipotetiche inopportunità del comportamento del giudice e conseguenti lesioni all' immagine della magistratura. La questione era stata posta al Csm dal rappresentante togato di Autonomia e indipendenza Aldo Morgigni, insospettito dalla «elevata confidenzialità» dei contatti tra Buzzi e De Cataldo.

 

BUZZI CARMINATIBUZZI CARMINATI

Recentemente riesumati dalle voci critiche nei confronti del processo di Mafia Capitale, per denunciarne un presunto corto circuito. Ma il presidente della Corte d' appello ha ribadito che «mai nessuno s' è lamentato di una possibile situazione di incompatibilità. De Cataldo è criticato e invidiato per la sua attività di scrittore, cioè c' è chi dice che fa altro, non il suo mestiere di magistrato eccetera, però se io vado a guardare i dati non trovo nulla dal punto di vista della produttività». È anche su questa difesa che dovrà pronunciarsi il Csm in seduta plenaria .

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…

giorgia meloni mantovano alfredo giovanbattista fazzolari gian marco chiocci rossi

DAGOREPORT - CHI AVEVA UN OBIETTIVO INTERESSE DI BRUCIARE IL DESIDERIO DI GIORGIA MELONI, PIÙ VOLTE CONFIDATO AI SUOI PIÙ STRETTI COLLABORATORI, DI ARRUOLARE L’INGOMBRANTE GIAN MARCO CHIOCCI COME PORTAVOCE? - IN BARBA ALLA DIFFIDENZA DEI VARI SCURTI, FAZZOLARI E MANTOVANO, FU L’UNDERDOG DE’ NOANTRI A IMPORRE FORTISSIMAMENTE (“DI LUI MI FIDO”) COME DIRETTORE DEL TG1 L’INTRAPRENDENTE CHIOCCI, DOTATO DI UNA RETE RELAZIONALE RADICATA IN TUTTE LE DIREZIONI, DAL MONDO DELLA SINISTRA ALL’INTELLIGENCE DI DESTRA - BEN CONOSCENDO IL CARATTERINO DELL’EX DIRETTORE DE “IL TEMPO” E ADNKRONOS, BEN LONTANO DALLA DISPONIBILITÀ AD ACCETTARE ORDINI E DINIEGHI, OCCORREVA CORRERE AI RIPARI PRIMA CHE LA SGARBATELLA PROCEDESSE ALL’INFELICE NOMINA, FACENDO CIRCOLARE LA VOCE DEL SUO TRASLOCO DALLA DIREZIONE DEL TG1 A BRACCIO MEDIATICO DELLA PREMIER - NEL CASO, SEMPRE PIÙ LONTANO, DI VEDERE CHIOCCI A PALAZZO CHIGI, ALLORA VORRÀ DIRE CHE L’EQUILIBRIO DI POTERI ALL’INTERNO DELLA FIAMMA MAGICA È FINITO DAVVERO IN FRANTUMI...

marcello viola alberto nagel giorgia meloni francesco gaetano caltagirone luigi lovaglio mps mediobanca piazza affari

DAGOREPORT - MEDIOSBANCA! I GIOCHI ANCORA NON SONO FATTI. E LE PREMESSE PER UN FUTURO DISASTRO SONO GIÀ TUTTE SUL TAVOLO - AL DI LÀ DELLE DECISIONI CHE PRENDERÀ LA PROCURA DI MILANO SUL PRESUNTO “CONCERTO” DEL QUARTETTO CALTA-GIORGETTI-LOVAGLIO-MILLERI NELLA PRIVATIZZAZIONE DEL 15% DI MPS, IL PROGETTO TANTO AUSPICATO DA GIORGIA MELONI DI DARE VITA A UN TERZO POLO BANCARIO, INTEGRANDO MPS, BPM E MEDIOBANCA, SI È INCAGLIATO DI BRUTTO: LO VUOLE SOLO FRATELLI D’ITALIA MENTRE FORZA ITALIA SE NE FREGA E LA LEGA E' CONTRO, SAPENDO BENISSIMO CHE L’OBIETTIVO VERO DEL RISIKONE BANCARIO È QUEL 13% DI GENERALI, IN PANCIA A MEDIOBANCA, NECESSARIO PER LA CONQUISTA CALTAGIRONESCA DEL LEONE DI TRIESTE - AL GELO SCESO DA TEMPO TRA CALTA E CASTAGNA (BPM) SI AGGIUNGE IL CONFLITTO DI CALTA CON LOVAGLIO (MPS) CHE RISCHIA DI ESSERE FATTO FUORI PER ‘’INSUBORDINAZIONE’’ - ANCHE LA ROSA DEI PAPABILI PER I NUOVI VERTICI DI MEDIOBANCA PERDE PETALI: MICILLO HA RIFIUTATO E VITTORIO GRILLI NON È INTERESSATO - LA BOCCIATURA DELL’OPERAZIONE DI FITCH, CHE VALUTA MPS CON UN RATING PIÙ BASSO RISPETTO A MEDIOBANCA - LAST BUT NOT LEAST: È SENZA FINE LO SCONTRO TRA GLI 8 EREDI DEL VECCHIO E IL CEO MILLERI, PARTNER DEVOTO DI CALTARICCONE…