retata contro le mafie in lombardia

ANDATECI PIANO PRIMA DI PARLARE DI “PATTO” TRA MAFIE - È SCATTATA UN’OPERAZIONE CONTRO IL SISTEMA MAFIOSO LOMBARDO TRA MILANO, VARESE E PROVINCIA: NEL MIRINO SOGGETTI LEGATI A COSA NOSTRA, ‘NDRANGHETA E CAMORRA. 11 ARRESTI, 153 INDAGATI E SEQUESTRO DI BENI PER UN VALORE COMPLESSIVO DI OLTRE 225 MILIONI DI EURO – MA IL GIP DI MILANO, TOMMASO PERNA, RESPINGE OLTRE 140 RICHIESTE DI ARRESTI E “SMONTA” L’INCHIESTA DELLA DDA: NON C’È NESSUN ACCORDO TRA COSA NOSTRA, ’NDRANGHETA E CAMORRA PER “SPARTIRSI” LA LOMBARDIA

MILANO: COSA NOSTRA, 'NDRANGHETA E CAMORRA, 153 INDAGATI, 11 ARRESTI E SEQUESTRO PER 225 MLN

Da adnkronos.com

 

retata contro le mafie in lombardia

E' in corso dalle prime ore della mattinata odierna una operazione dei Carabinieri dei Comandi Provinciali di Milano e Varese che sta portando alla esecuzione di 11 ordinanze di custodia cautelare in carcere, al sequestro di beni per un valore complessivo di oltre 225 milioni di euro ed alla notifica dell’avviso di conclusione indagini nei confronti di 153 indagati.

 

Si tratta di una complessa attività di indagine coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Milano che ha riguardato un contesto criminale operante prevalentemente nel territorio lombardo, in particolare, tra la città di Milano e la sua provincia, la città di Varese e la sua provincia, formato da soggetti legati alle tre diverse organizzazioni di stampo mafioso cosa nostra, ‘ndrangheta e camorra, cd. sistema mafioso lombardo, che gestisce risorse finanziare, relazionali ed operative, attraverso un vincolo stabile tra loro caratterizzato dalla gestione ed ottimizzazione dei rilevanti profitti derivanti da sofisticate operazioni finanziarie realizzate mettendo in comune società, capitali e liquidità.

retata contro le mafie in lombardia

 

Nelle operazioni, comprensive anche di 60 perquisizioni, sono impegnati più di 600 Carabinieri sull’intero territorio nazionale.

 

GIP BOCCIA OLTRE 140 RICHIESTE ARRESTI, NESSUN PATTO MAFIE

 (ANSA) - MILANO, 25 OTT - Nessun "patto" tra le tre mafie, Cosa Nostra, 'ndrangheta e camorra in Lombardia, così come viene contestato nella nuova inchiesta della Dda milanese, smontata, invece, dal gip di Milano Tommaso Perna che ha respinto oltre 140 richieste di arresti per altrettanti indagati. Il giudice, infatti, ha disposto il carcere solo per 11 persone, ma non per associazione mafiosa e solo per altri reati. La Dda, dunque, ha deciso, comunque, di chiudere le indagini, contestando sempre "l'alleanza" tra le tre mafie e di fare ricorso al Riesame per le richieste di custodia cautelare respinte.

 

AGENTI DDA

Della "alleanza" tra le mafie in Lombardia aveva parlato, lo scorso agosto, anche il procuratore di Milano Marcello Viola durante un'audizione alla commissione antimafia. Recenti inchieste, aveva detto, "hanno evidenziato accordi stabili e duraturi tra 'ndrangheta, criminalità siciliana e quella di stampo camorristico", fenomeno questo "particolarmente allarmante in quanto" dà solidità a "una rete trasversale" che opera soprattutto nel "settore del riciclaggio".

 

Dinamiche mafiose che, aveva spiegato Viola, "definiscono un network che si salda su interessi concreti". La nuova inchiesta, condotta dai carabinieri e coordinata dal pm della Dda Alessandra Cerreti, verte proprio su questo presunto "patto" tra mafie, ma le accuse di associazione mafiosa sono state tutte smontate nell'ordinanza del gip Perna. La Dda milanese ora punta tutto sul Riesame e proverà a portare a processo gli oltre 150 indagati, dopo aver chiuso le indagini con atti notificati oggi, contestualmente all'esecuzione degli 11 arresti.

 

marcello viola si insedia come procuratore di milano 6

L'ordinanza del gip era stata depositata nelle scorse settimane e gli inquirenti, però, hanno deciso di ricorrere prima al Riesame e di chiudere le indagini contestualmente all'esecuzione dei pochi arresti accolti dal giudice. Nell'ultima relazione semestrale la Direzione investigativa antimafia aveva scritto, tra l'altro, che in Lombardia i "sodalizi mafiosi sarebbero 'scesi a patti' per assicurare alle aziende affiliate una sorta di rotazione nell'assegnazione dei contratti pubblici, pilotando le offerte da presentare e contenendo anche le offerte al ribasso degli oneri connessi"

 

 

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