dago de michelis anni ottanta 80

“MEGLIO I CROLLI FINANZIARI CHE UN TONI NEGRI CON IL PASSAMONTAGNA E LA P38. FANCULO TE E LA P38” – DAGO ON FIRE: “GLI ANNI OTTANTA SONO STATI ANNI DI STRAORDINARIA INNOVAZIONE. SONO STATI ANNI FELICI. SI DICEVA ‘IL PRIVATO È POLITICO’, ‘VOGLIAMO TUTTO’, MA L'EROINA ERA OVUNQUE. UN MONDO CHE TERMINA NEL '78” – “2400 MORTI PER QUESTIONI POLITICHE. MEGLIO IL FRIVOLO, LA DISCOTECA, PERSINO LA COCAINA È MEGLIO DELLA P38. PER PASOLINI AVREMMO AVUTO UN MONDO OMOGENIZZATO, MA DI CHE? LA VERITÀ È CHE AI NOSTRI SOLONI GLI RODEVA IL CULO PERCHÉ NON DAVANO PIÙ LORO LA LINEA POLITICA AL POPOLO BUE. HANNO ROTTO LE SCATOLE A QUEL POVERO DE MICHELIS PERCHÉ VOLEVA BALLARE. ERANO MEGLIO PIPERNO, FARANDA, MORETTI CHE VOLEVANO SOLO AMMAZZARE GLI ALTRI?”

Dago -Edonismo reaganiano - Quelli della notte 1985

Maria Berlinguer per “Specchio – La Stampa”

 

«Ogni sera era capodanno, già alla fine degli anni settanta era cambiato tutto, c'era un mondo che non voleva più credere nella violenza, nelle cariche dei poliziotti e dei katanghesi, negli autonomi, in Pasolini, era quel mondo che aveva alle spalle Lotta Continua, il cantautore stonato, la spranga. E poi ancora l'eschimo, gli Inti-Illimani, i morti dappertutto e la frittatina al topo all'osteria».

 

gianni de michelis craxi

La frittatina al topo mi manca... «Si chiamava così, quella che ci propinava l'osteria alternativa». Roberto D'Agostino, fondatore di "Dagospia", uno dei siti di gossip, economia e politica di maggior successo, è da sempre un fan dei magnifici anni Ottanta, quelli della Milano da bere, degli yuppie , del narcisimo sfrenato per i detrattori.

 

Cosa non va in questa narrazione?

«Tutto. Gli anni Ottanta sono stati anni di straordinaria innovazione e non solo dal punto vista tecnologico. Sono stati anni felici. Si diceva "Il privato è politico", "Vogliamo tutto", ma l'eroina era ovunque.

anni 80 ottanta

 

Un mondo che termina nel '78. Gli anni Settanta si chiudono con l'assassinio di Aldo Moro. Finisce il ciclo della politicizzazione, del privato è pubblico, del vogliamo tutto e subito. La società pubblica termina nel sangue e inizia l'era della felicità privata.

 

Ma bisogna fare un discorso sociologico perché dai soliti capoccioni sono stati considerati gli anni dei socialisti, di Craxi e De Michelis, delle ruberie, come se prima non ci fossero mai state. Le tangenti sono nate con Adamo e Eva, non con i socialisti».

 

E invece?

dago renzo arbore a quelli della notte

«Quello è il decennio fondamentale, vengono messe le basi di tutto quello che abbiamo adesso. Il computer, anzi il personal computer. Il potere personale nasce nell'83 con Steve Job, inizia l'era del cellulare. C'è un cambiamento totale. Prima c'era il fax.

 

Io mi invento l'edonismo reaganiano.  A "Quelli della notte" invece del comunismo parlavo dell'edonismo. Il cambiamento è avvenuto dopo quella guerra civile che abbiamo avuto in Italia negli anni Settanta.

La moda negli anni Ottanta

 

Gli anni Ottanta sono gli anni del post moderno nell'architettura, della transavanguardia, di Bonito Oliva, di Gianni Vattimo e del suo pensiero debole. Non era un pensiero da dementi voleva dire che un pensiero forte, ideologico, che affrontasse la realtà con durezza andava a sbattere a destra. Bisogna fare surf sulla realtà, cavalcare la tavola, non bisogna andare a fondo, bisogna arrivare alla riva. Ecco perché occorre la velocità».

 

La velocità?

«Certo. Il mondo giovanile, il rap, il pop, la disco music, e quel desiderio di prendere per il culo i soloni. E poi chi è l'intellettuale che ha avuto più successo negli anni Ottanta? Umberto Eco, il più elitario di tutti. Il nome della rosa gioca tra sopra e sotto e vende tra milioni di copie Noi oggi abbiamo solo il frutto di quel periodo. Quando cade il muro di Berlino un informatico inglese s' inventa la mail. Nasce il modo del futuro, la rete.

 

gianni de michelis meme

Quando io ho fatto Dagospia nessuno mi dava retta. Lo sai cosa mi disse Paolo Mieli? Intenet è come il borsello, dura una stagione. La scempiaggine di quell'epoca. Per non parlare di Berlusconi che rompe la storia del monopolio televisivo. Noi eravamo un paese nel quale La Malfa non voleva la televisione a colori, io stavo in America, c'era la macchina per il ghiaccio, qui invece c'era la tv in bianco e nero».

 

In che senso era contrario?

«Perché non dovevamo essere consumisti, ma che cazzo state a dì?»

 

toni 190x130

Erano anche gli anni degli yuppie, della Milano che non dorme mai, dei soldi facili edei crolli finanziari...

«Meglio i crolli finanziari che un Toni Negri con il passamontagna e la P38. Fanculo te e la P38. 2400 morti per questioni politiche. Meglio il frivolo, la discoteca, persino la cocaina è meglio della P38.

 

aldo moro

Per Pasolini avremmo avuto un mondo omogenizzato, ma di che? Io ho fatto la look parade perché ognuno aveva una divisa, ognuno è diverso dall'altro. Con l'abito che indossava ciascuno aveva un display e poteva comunicare non chi era ma chi voleva essere. La verità è che ai nostri soloni, gli rodeva il culo perché non davano più loro la linea politica al popolo bue.

 

dago quelli della notte

Hanno rotto le scatole a quel povero De Michelis perché voleva ballare. Erano meglio Piperno, Faranda, Moretti che volevano solo ammazzare gli altri? Pensa solo a quello che è successo nella musica».

 

Le discoteche?

«La video music, il montaggio e lo smontaggio della realtà attraverso i video, un'avanguardia che non era più quella della distruzione ma gioiosa. Chi andava in discoteca a ballare la disco music era considerato di destra, io ho fatto per tre anni il Titan, e i compagni andavano a ballare il rock. La disco music in America era la musica dei neri, invece in Italia era la musica dei neri fasci».

 

Dago ph Porcarelli

 Mai fatto politica?

«Scrivevo su Lotta Continua di musica, andavo alle manifestazioni, ogni sabato pomeriggio, ma in realtà ci andavo solo per scopare. Ho chiuso con la politica quando ci fu un corteo e ci fu davanti a me un assalto a un'armeria. A noi di De Mita, di Craxi, dei preamboli non ce ne fregava niente. Avevamo i fax. Io prima dovevo andare in tram a portare il mio articolo all'Europeo e a Lc. Non c'era niente, che mondo era?».

dago guido mittiga dark portraits dino ignaniquelli della notte - dago, arbore, leonardo mondadori, bracardi, marisa laurito, simona marchini giuliano amato De Michelisgianni de michelisnoleggio film anni ottantaaldo moroScontri con polizia nei primi anni Ottanta Omicidio a fine anni Ottanta Graffitaro anni Ottanta Lower East Side a meta anni Ottanta primo cellulare anni ottantaLa musicassetta anni Ottanta Progetto stereo anni Ottanta In trecentomila a Fort Lauderdale negli anni Ottanta giuseppe, umberto e franco cosimo panini a fine anni ottantaper le strade di la negli anni ottantafanzine anni ottantamiss alternative anni ottantawriters negli anni ottantalavoratrice del sesso negli anni ottantaspaccato di los angeles anni ottantaanni ottanta ricreati a covent gardengli anni ottanta patty pravo negli anni ottantafesta mundial 51985 gruppo dei bolidisti andrea pazienzaanni ottanta toppafesta mundial 9DAGO CON IL LIBRO ULTRA CAFONAL - FOTO LAPRESSE

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....