
DAVID NIVEN, UN DIVO IN TRINCEA – MARCO TULLIO GIORDANA RACCONTA L’ASPETTO AVVENTUROSO E MENO CONOSCIUTO DELLA VITA DELL’ATTORE BRITANNICO, CHE NEL 1939 SI ARRUOLO’ PER COMBATTERE LA GERMANIA NAZISTA: “NIVEN DIVENTERÀ COMANDANTE DELLO SQUADRONE DI UN’UNITÀ SPECIALE DI RICOGNIZIONE, IL ‘PHANTOM REGIMENT’, CHE OPERAVA DIETRO LE LINEE TEDESCHE. LAVORÒ ANCHE CON L’ARMY FILM AND PHOTOGRAPHIC UNIT, PERFEZIONÒ UNA CAMPAGNA INGANNATRICE IN STRETTO CONTATTO CON IL SERVIZIO SEGRETO BRITANNICO M15 E PRESE PARTE ALLO SBARCO ALLEATO IN NORMANDIA” – IL RITORNO A HOLLYWOOD DA EROE E LA PASSIONE PER LE BENTLEY… – VIDEO
Articolo di Marco Tullio Giordana per www.carandfriends.it
david niven con il premio oscar - 1959
A proposito dell’eleganza di Cary Grant l’amico Marco Risi, bravissimo regista e bravissimo scrittore (il suo Forte respiro rapido dedicato al padre Dino è un gioiello!), mi fa giustamente notare che se ho citato a pari merito Fred Astaire e Gary Cooper non avrei dovuto sorvolare sull’altro inglese che tutti volevano vestire: il sopraffino David Niven, che ebbe a Hollywood una lunga gloriosissima carriera benedetta da un Oscar come miglior interprete per Tavole separate (Separate Tables, di Delbert Mann), Oscar che praticamente consegnò a sé stesso visto che era lui a presentare la serata del 1959 dove l’incoronarono.
Cercherò di fare ammenda e raccontare qualcosa di questo grande attore che ebbe vita e carriera assai movimentate.
James David Graham Niven (Londra, 1° marzo 1910 – Château-d’Œx,29 luglio 1983), nato in una famiglia di tradizioni militari, rimase precocemente orfano di padre ed ebbe vita scolastica tormentata, tanto da essere espulso dalla scuola di Heatherdown all’età di 10 anni, cosa che gli impedì potè di frequentare il Collegio di Eton.
Non passò l’esame d’ammissione per la scuola di marina e ripiegò sulla Stowe School finché non fu ammesso alla Reale Accademia militare di Sandhurst da dove uscì col grado di sottotenente. Promosso tenente nel 1933, si rese presto conto che la sua carriera non avrebbe avuto molte prospettive per via di una certa insofferenza alla disciplina che lo spinse a dimettersi e partire per l’altro emisfero in cerca di fortuna.
Dopo un periodo alle Bermuda, a Cuba e in Messico facendo vari improbabili mestieri, giunse a Hollywood nel 1934 e lì tutto cambiò perché, dopo alcune apparizioni secondarie, gli vennero presto affidati ruoli da comprimario o protagonista, come in Palm Spring di Aubrey Scotto (Paramount 1936), Infedeltà (Dodsworth) diretto da William Wyler (1936, Samuel Goldwin Productions) o La carica dei 600 (The Charge of the Light Brigade) diretto da Michael Curtiz (1936, Warner Bros), dove nacque e si cementò l’amicizia con Errol Flynn.
Da quel momento fu un crescendo di partecipazioni e ruoli importanti con produttori e registi di prima grandezza come David O. Selznick, Ernst Lubitsch, John Ford. È il periodo in cui fa parte del cosiddetto “Hollywood Raj”, il gruppo che riuniva gli attori britannici espatriati a Hollywood come C. Aubrey Smith, Ronald Colman, Rex Harrison, Leslie Howard, Stan Laurel, Boris Karloff, Basil Rathbone, Leslie Howard e, naturalmente Cary Grant, tutti presenti nelle grandi produzioni e tutti baciati a vario titolo dal successo, un parterre-de-rois da far tremar le vene e i polsi.
Oggi molti di questi nomi non dicono più nulla alle giovani generazioni, ma si tratta di una compagine davvero straordinaria, nerbo del grande cinema americano avventuroso degli anni Trenta.
Per tornare a Niven, è curioso che fosse riluttante a ritrovare Merle Oberon – con la quale aveva avuto un flirt ai tempi di Il nemico amato (The Enemy beloved, di Henry C. Potter, 1936 Samuel Goldwin Productions -) per La voce nella tempesta (Wuthering Heights,1939, diretto da William Wyler e ancora prodotto da Samuel Goldwin), un successo stratosferico che lo proietterà ai vertici del box office.
Clark Gable, Cary Grant Bob Hope David Niven
Sono però tempi terribili, con Hitler sempre più rapace e la guerra alle porte. Quando nel 1939 il Regno Unito dichiarò guerra alla Germania, nonostante l’Ambasciata britannica a Washington gli suggerisse di rimanere, David Niven fece ritorno in patria per arruolarsi e va detto che fu l’unico fra le star inglesi a sentire questo richiamo.
Comincia qui una parte avventurosa e poco conosciuta dell’impegno di Niven sui teatri di guerra europei. Rimesso in servizio come tenente nella Brigata dei Fucilieri, chiese subito e ottenne il trasferimento nei Commandos, ove fu assegnato a una base di addestramento nelle Highlands occidentali. Con il grado di maggiore, Niven diventerà comandante dello squadrone A di un’unità speciale di ricognizione, il GHO Liaison Regiment, conosciuto anche come “Phantom” Regiment, che operava dietro le linee tedesche.
Niven lavorò anche con l’Army Film and Photographic Unit (AFPU). Lì perfezionò una campagna ingannatrice in stretto contatto con il servizio segreto britannico M15 che utilizzò l’attore M. E. Clifton James come sosia del maresciallo Bernard Montgomery e, con questa unità, prese parte allo sbarco alleato in Normandia del giugno 1944.
Niven fu congedato con il grado di tenente colonnello; al suo ritorno a Hollywood dopo la guerra ricevette la Legion d’Onore francese e la Stella al Merito americana. Lo stesso futuro presidente degli Stati Uniti Dwight D. Eisenhower, all’epoca comandante supremo delle forze USA, glorificò il lavoro di Niven con la creazione del BBC Allied Expeditionary Forces Programme, una stazione radiofonica per le forze alleate di cui Niven fu l’animatore.
Niven riprese la sua carriera cinematografica in Inghilterra, interpretando il ruolo principale in Scala al Paradiso (A Matter of Life and Death, aka Stairway to Heaven, 1946) diretto da Michael Powell ed Emeric Pressburger, un capolavoro di messinscena fin delle inquadrature che aprono il film dopo i titoli.
riprese di Bonjour Tristesse – David Niven fra Deborah Kerr e Jean Seberg - 1958
Tale l’importanza dell’immagine per questi due cineasti visionari e irregolari, che non possiamo non citare almeno il direttore della fotografia, il geniale Jack Cardiff, e Natalie Kalmus, la consulente per la Technicolor.
Il ritorno a Hollywood con l’aura dell’eroe (cosa di cui evitò sempre di vantarsi avendo in sprezzo la retorica e il reducismo) gli aprì porte ormai per lui spalancate, anche se non tutti i film funzionarono come sperava Comunque la lista delle sue presenze al cinema è interminabile, e non mancarono successi come La vergine sotto il tetto (The Moon is Blue, 1953, diretto e prodotto da Otto Preminger ), ricordato per lo scandalo suscitato da riferimenti erotici e sottintesi considerati all’epoca troppo audaci.
Nel 1956 ridiventa il beniamino del pubblico con Il giro del mondo in 80 giorni (Around the World in 80 Days, diretto da Michael Anderson e prodotto da Mike Todd), film di cui ricordo con emozione la prima milanese (avevo sei anni!) soprattutto per la sconcertante scoperta che le vedove indiane dovessero essere bruciate vive all’orrendo foco della pira su cui ardeva il coniuge defunto.
Il superkolossal sbancò in tutto il mondo, raccolse una messe di premi (8 Oscar e 4 Golden Globe) e riportò in auge come non mai la popolarità dell’attore inglese.
Tantissimi furono in film degni di nota, da Bonjour Tristesse del 1958 diretto ancora una volta da Otto Preminger, a I cannoni di Navarone del 1961 diretto da J. Lee Thompson, a 55 giorni a Pechino del 1962 diretto da Nicholas Ray.
Ci piace ricordarlo anche in un film che ci fece impazzire da ragazzini, quel I due nemici diretto da Guy Hamilton (e in parte anche da Alessandro Blasetti) nel 1961 dove formava una “strana coppia”, efficacissima e molto divertente, con il nostro Alberto Sordi. Non si potevano immaginare personalità e stile di recitazione più divergenti, eppure la combustione della loro miscela risultò irresistibile. Magnifiche le musiche di Nino Rota.
Niven tornò al genere brillante con La Pantera Rosa (The Pink Panther, 1963 diretto da Blake Edwards) e con Lady L del 1961 diretto dal suo vecchio commilitone Peter Ustinov (avevano lavorato assieme nel “Phantom” Regiment) e nella parodia James Bond 007 – Casino Royale del 1967 diretto dal veterano John Huston. È noto che lo scrittore Ian Fleming aveva creato il personaggio di James Bond (poi interpretato da Sean Connery) ispirandosi proprio a David Niven.
Fu anche prolifico e fortunato scrittore: il romanzo Round of the Rughe Rocks del 1951, l’autobiografia La luna è un pallone del 1971, il memoir Bring of the Empty Horses del 1975 e il romanzo Va’ piano, torna presto del 1981, furono grandi successi commerciali.
Non abbiamo parlato dell’intensa attività televisiva come produttore ed entertainer e nemmeno delle sue automobili, tiranneggiati dallo spazio e dall’interminabile feconda operosità del nostro beniamino.
C era una volta Hollywood di di David Niven
Notiamo solo di sfuggita che la sua auto preferita fu una bellissima Bentley Continental S1 bicolore del 1956 carrozzata da Park Ward mentre sulla Costa Azzurra, dove d’estate risiedeva volentieri amava andarsene in giro con la bella tumultuosa moglie svedese Hjördis Tersmeden a bordo della loro Alfa Romeo 2000 spider carrozzata Touring.
La sua fragranza preferita era Knize Ten, creata nel 1925 dalla celebre omonima sartoria viennese di cui era cliente affezionato (il nome viene dal più alto handicap nel polo, dove 10 è il massimo grado che un giocatore possa raggiungere). Per il resto ordinava i suoi abiti a Londra in Savile Row come quasi tutti i gentiluomini della sua era.
david niven a venezia
ljuba rizzoli e david niven
david niven 2
david niven
david niven
david niven 3
LA LUNA E UN PALLONE DI DAVID NIVEN - PRIMA EDIZIONE 1973