napoli, pronto soccorso devastato dai parenti del 15enne-7

TRAGEDIA NELLA TRAGEDIA – UNA DONNA GIUNTA IN FIN DI VITA PER IL PESTAGGIO DEL SUO COMPAGNO MUORE ALL’OSPEDALE PELLEGRINI DI NAPOLI MENTRE I PARENTI E AMICI DEL 15ENNE UCCISO DEVASTANO IL PRONTO SOCCORSO - STRONCATI DAL DOLORE I GENITORI DELLA 39ENNE VENGONO SPINTONATI, BUTTATI PER TERRA. MINUTI DI VIOLENZA INCONTENIBILE DAI MILLE DETTAGLI, TUTTI ORA RACCHIUSI IN UN FASCICOLO DELLA PROCURA. IPOTESI DI REATO: DEVASTAZIONE…

IRENE DE ARCANGELIS per repubblica.it

 

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Spaccano tutto, urlano, distruggono. Rubano, anche. Scompare una barella, una sedia a rotelle viene portata all'esterno e scaraventata contro la saracinesca di un bar. Tra gli sgomenti presenti al raid di massa per la morte del giovane Ugo Russo, quindici anni, ci sono i genitori di Irina, 39 anni, morta in quegli istanti al pronto soccorso dopo essere stata pestata a sangue dal suo compagno. Femminicidio che passa sotto silenzio superato dall'enfasi della folle aggressione.

 

Stroncati dal dolore i genitori di Irina, all'esterno della Rianimazione, vengono spintonati, buttati per terra. Minuti di violenza incontenibile dai mille dettagli, tutti ora racchiusi in un fascicolo della Procura. Ipotesi di reato: devastazione. Perché questo è successo. Il pronto soccorso del Pellegrini è stato devastato, distrutto, derubato.

 

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Con una sola nota positiva dell'intera vergognosa vicenda: c'erano le telecamere al triage e al pronto soccorso. Occhi elettronici che hanno cominciato a funzionare da appena qualche settimana e che hanno ripreso tutto dall'alto. Volti visibili di uomini e donne, molti adulti. "Hanno funzionato eccome, hanno funzionato benissimo. Hanno ripreso molto bene quanto accaduto", spiega il direttore generale della Asl Napoli 1 Ciro Verdoliva.

 

 

Così anche se probabilmente la barella rubata non verrà mai ritrovata, già esistono dei responsabili per quella devastazione, ora da identificare, mentre tuona il ministro della Salute Roberto Speranza: " È inaccettabile la devastazione di un pronto soccorso. Lo è sempre. Ma nei giorni in cui tutte le strutture sanitarie del paese sono chiamate a fronteggiare l'emergenza coronavirus, lo è ancora di più. Ho chiamato il direttore dell'ospedale Pellegrini e il direttore del pronto soccorso per testimoniare la vicinanza del governo e di tutto il Paese e offrire tutto il sostegno necessario a ripristinare la struttura, appena possibile. Dobbiamo prenderci cura di chi si prende cura di noi".

 

Intanto però il pronto soccorso del Pellegrini è risorto in tempi record, grazie all'intervento di tutto il personale sanitario in servizio e quello fuori turno per risistemare le cose e permettere che l'ospedale tornasse a lavorare. Messaggio chiaro: non riuscirete a distruggerci. " Non è stato facile - dice il responsabile del pronto soccorso Emilio Bellinfante - Ma nessuno si è tirato indietro. C'eravamo tutti".

 

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Non prima però di una manifestazione con gli striscioni di solidarietà e il flash mob organizzato dal consigliere regionale dei Verdi Francesco Emilio Borrelli. Sulle scale del pronto soccorso la scritta: "Giù le mani. Il personale del pronto soccorso non si tocca". E ancora: " Basta violenza in pronto soccorso". I partecipanti - medici, infermieri, lo stesso direttore Verdoliva e la direttrice sanitaria Maria Corvino - avevano cartelli con le scritte: "Chi devasta un ospedale devasta la salute di tutti i cittadini".

 

Intanto lo sdegno per quanto accaduto arriva da più parti. A cominciare dal procuratore nazionale Antimafia Federico Cafiero de Raho: " Il nostro sguardo - commenta - deve andare alla devastazione del pronto soccorso, che è un avamposto in favore dei cittadini: intervenire in quel modo, in gruppo, con danneggiamenti e minacce, è certamente una manifestazione criminale.

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Purtroppo non sono espressioni isolate nel territorio napoletano. Come se le istituzioni siano diventate il nemico da abbattere. Forse è questo il profilo che va approfondito " . Cafiero de Raho si sofferma anche sul tema dei presidi di polizia: "Una volta c'erano ma poi, mancando le risorse, la protezione non si è potuta mantenere e c'è stata l'esigenza di sopprimerli. Ma è evidente che di fronte a fatti criminosi di questa gravità, che si ripetono, andrà ripensata la presenza di forze dell'ordine nei presidi sanitari. Quindi ripristiniamo innanzitutto gli organici delle forze dell'ordine".

 

Tema su cui batte anche il senatore Pd Paolo Siani: " Occorre un presidio delle forze dell'ordine nei pronto soccorso degli ospedali. Ho svolto questo lavoro fino a due anni fa e so quanto è pericoloso. Prometto, pertanto, il mio massimo impegno per tutelare chi lavora ogni giorno a contatto con situazioni di emergenza ".

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