MI AMA O NON MI HAMAS - DOPO IL SEQUESTRO DEI TRE RAGAZZI EBREI, L’ESERCITO ISRAELIANO HA ARRESTATO DUECENTO MEMBRI DI HAMAS - LE RICERCHE DEI TRE ESTESE A TUTTA LA CISGIORDANIA -

1 - MO: RAGAZZI RAPITI, DECINE ARRESTI MEMBRI HAMAS

israele   i tre ragazzi ebrei rapitiisraele i tre ragazzi ebrei rapiti

(ANSA) - Mentre proseguono in Cisgiordania le ricerche di tre ragazzi ebrei rapiti giovedì, l'esercito israeliano ha esteso la scorsa notte l'area delle operazioni dalla città di Hebron a quella di Nablus. Fonti militari israeliane riferiscono che a Nablus sono entrati in azione un migliaio di militari; decine di membri di Hamas sono stati tratti in arresto. Israele, secondo queste fonti, ignora ancora se i tre ragazzi siano ancora in vita.

 

2 - MO: CONTINUA CACCIA A RAGAZZI RAPITI, DA HEBRON A NABLUS

(ANSA) - Si estendono a tutta la Cisgiordania le ricerche dei tre ragazzi che Israele ritiene siano stati rapiti, nel quinto giorno dalla scomparsa: e le forze israeliane sono entrate in azione soprattutto nella città di Nablus. Lo ha detto una fonte dell'esercito secondo la quale gli ''sforzi'' consistono ''in un ripulisti'' di quella che viene bollata come ''la capitale del terrore''.

 

israele   caccia ai rapitori dei tre ragazzi ebreiisraele caccia ai rapitori dei tre ragazzi ebrei

L'ipotesi di lavoro - ha detto la stessa fonte - è che siano stati operativi di Hamas a rapire i tre ragazzi anche se e' incerto se la leadership dell'organizzazione abbia ratificato l'azione. Altra ipotesi, tutta da verificare, e' che il rapimento possa essere stato influenzato da gruppi di Hamas in Turchia, Egitto o Qatar, dove ci sono miliziani rilasciati in cambio della liberta' del soldato Gilad Shalit e poi espulsi.

 

L'esercito nella sua azione parte comunque dalla convinzione che i ragazzi siano ''ancora in vita'', come ha riferito un'altra fonte militare alla Radio. Gli arresti, compresi i 41 di oggi, sono arrivati a circa 200 e hanno riguardato soprattutto membri di Hamas a Hebron. Tra gli arrestati - riferiscono i media - un manager del canale tv, vicino alla fazione islamica, 'Al-Aqsa Tv'. Nel frattempo si e' svolta una nuova riunione del consiglio di sicurezza del governo israeliano ma ancora non si hanno notizie al riguardo.

 

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3 - RAGAZZI RAPITI A HEBRON ISRAELE VUOLE ESPELLERE I LEADER DI HAMAS

Cecilia Zecchinelli per il "Corriere della Sera"

 

Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ieri ha avvertito che «ci vorrà tempo per ritrovare» i tre giovani coloni spariti giovedì notte, «l’operazione è complicata». E intanto in Cisgiordania la mobilitazione militare è già la maggiore dalla seconda Intifada nel 2005. La stretta su Hamas, accusato da Israele del rapimento in base a «fatti» ancora riservati, si è estesa oltre alla zona di Hebron, dove sarebbero stati portati almeno all’inizio gli ostaggi.

 

Sulla Striscia di Gaza, saldamente chiusa, un nuovo raid aereo in risposta a due razzi da lì lanciati. Blocchi e irruzioni intorno a Ramallah, la «capitale» dell’Autorità nazionale palestinese (Anp), dove un 19enne è stato ucciso dai militari, e molti arresti. Tra loro il presidente del Parlamento palestinese e altri deputati: sui 30 facenti capo a Hamas, 19 sono in cella.

 

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Ma questo pare solo l’inizio: il capo delle Forze armate israeliane ha dichiarato che «le operazioni saranno estese, lo scopo è riportare a casa i ragazzi e colpire Hamas il più duramente possibile». Dal governo si preannuncia una «deportazione a Gaza» dei leader del movimento islamista ora in Cisgiordania e perfino, secondo il ministro della Difesa Moshe Yaalon, la «ripresa degli omicidi mirati di capi dell’organizzazione».

 

È in questo clima di escalation che ieri, dopo due anni, Netanyahu ha chiamato Abu Mazen, il presidente dell’Anp colpevole agli occhi di Israele di aver formato il recente governo di unità nazionale con Hamas. Dopo le recenti accuse («Abu Mazen è responsabile della sorte dei ragazzi») ieri il premier dello Stato ebraico gli ha comunicato di «aspettarsi collaborazione nelle indagini e nella cattura dei rapitori».

 

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Il presidente palestinese ha risposto di «condannare gli ultimi eventi, iniziati con il sequestro di tre israeliani e terminati con una serie di violazioni da parte di Israele». Violazioni che anche sui media e in Rete i palestinesi sottolineano con rabbia, comprese quelle nelle carceri israeliane dove decine di palestinesi detenuti senza accuse e processi sono in sciopero della fame e che Israele vorrebbe nutrire forzatamente.

 

Ma se Netanyahu sembra aver riunito intorno ai tre rapiti l’intero Israele, Abu Mazen è nell’angolo. Da tempo «garante» della sicurezza in Cisgiordania in coordinamento con lo Stato ebraico, anche per l’impegno assunto con Usa ed Europa, ora non può difendersi dagli attacchi di Netanyahu sottolineando la collaborazione nelle ricerche e nella repressione di Hamas, iniziata venerdì.

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L’opinione pubblica palestinese è ostile a tale vicinanza, la riconciliazione tra Fatah e Hamas sarebbe a rischio. E Abbas, ha rivelato ieri un leader dell’Anp all’Ap , è ora furioso: con i rapitori che non sa identificare («se fosse Hamas sarebbe inaccettabile»), con Netanyahu che «usa il rapimento per screditare il governo di unità palestinese». Furioso e in seria difficoltà. 

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