cristiana lauro champagne salon

PER QUALCHE VIGNA IN PIÙ - È BATTAGLIA LEGALE TRA LE CANTINE DEL PROSECCO DOC E QUELLE DELLA ZONA STORICA DI CONEGLIANO-VALDOBBIADENE - SI CONTENDONO 1200 ETTARI A UVA GLERA CHE LA REGIONE VENETO CONCEDE AI PRODUTTORI - MA PER OTTENERE I PERMESSI BISOGNA CHE LE IMPRESE SIANO…

Carlo Cambi per “la Verità”

 

prosecco

La nuova corsa al presunto oro liquido schiera eserciti che si contendono i nuovi filoni auriferi - le vigne delle bollicine - con dei cavilli di razza. L'occasione è giusta per riproporre l' attenzione sul fenomeno Prosecco: una sorta di ubriacatura nazionale. Che però potrebbe avere un punto di pericolosa debolezza nella natura speculativa e non enologica di molti investimenti.

 

La redditività delle cantine è a rischio perché se l'uva viene ben pagata, il vino subisce decrementi di prezzo vistosi e rischiosi e le tensioni speculative che si hanno nell'immensa area del Prosecco sono fortissime. Perché riparlare ora delle bionde bollicine del Nordest che sembrano aver conquistato il mondo?

 

La cronaca ci propone una battaglia legale a suon di avvocati tra le cantine storiche che sono insediate nel Trevigiano e cioè che producono Prosecco Docg tra Conegliano e Valdobbiadene (con il sancta sanctorum di Cartizze che per fortuna non è ancora coinvolto nelle tempeste speculative né nelle bagarre giuridiche) e quelle emergenti e rampanti del Vicentino e di parte del Friuli che producono Prosecco doc.

PROSECCO

 

La materia del contendere sono 1.200 ettari in più che la Regione Veneto concede alle aziende che producono Prosecco. Gli impianti sono consentiti a chi pianta Glera (è l' uva da cui si fa il Prosecco sia Doc che Docg) in ragione di 3 ettari per aziende che siano sorte da almeno due anni o siano costituite da giovani viticoltori. Per rispettare le proporzioni 978 ettari in più sono in Veneto e 222 ettari in Friuli Venezia Giulia che portano la superficie complessiva coltivata a Glera a 24.450 ettari.

 

Tutto semplice? Neppure per idea perché per ottenere i permessi bisogna che le imprese siano iscritte al sistema di qualità integrata. Requisito che possiedono tutte le aziende che ricadono nel ristretto areale della Docg di Conegliano e Valdobbiadene, ma che non avrebbero quelle che producono Doc nel Vicentino. E la Coldiretti si è messa alla testa dei rivoltosi del Prosecco che vogliono altra vigna. La Regione Veneto ha fissato la scadenza del bando al 28 febbraio allungando i termini ma di fatto tutto è già bloccato perché si annunciano valanghe di ricorsi al Tar.

prosecco 2

 

Tutto per un po' di vino in più? Eh già, ma il vino da queste parti è diventato una specie di febbre dell' oro. Anche perché nessuno fa bene i conti e tutti - a cominciare dal Consorzio della Doc che è controllato dai vicentini - continuano a pompare il fenomeno Prosecco, avvantaggiando gli speculatori.

 

Ma del resto queste sono le terre di Gianni Zonin che è stato il profeta dell' allargamento a dismisura della zona di produzione. E c' è da domandarsi se concedere ancora vigneto sia saggio. I numeri dell' export dicono che la domanda di Prosecco è in aumento, che il consumo va bene, ma ci sono due elementi da considerare: il primo è che la redditività non è alta in zona Prosecco Doc, il secondo è che comunque il vino si vende a un prezzo al litro molto basso.

 

PROSECCO 1

Andiamo a leggere i numeri del Prosecco per capirci qualcosa di più. Partiamo dalla Doc, che nel 2017 ha totalizzato all' incirca 420 milioni di bottiglie prodotte e ha registrato una crescita dell' export dello spumante del 9% (siamo attorno ai 150 milioni di pezzi) e un crollo della versione frizzante (meno 6,3%) che è un sintomo preoccupante. La redditività al litro del Prosecco Doc resta però inchiodata, anzi ha subito una contrazione del 5% tant' è che mediamente un litro è stato venduto a 1,95 centesimi. E tutto questo però a fronte di forti tensioni sui prezzi delle uve.

 

La paura che mancasse produzione ha fatto sì che le uve siano schizzate in alto nelle quotazioni e che ci sia chi sta tesaurizzando vino non ancora spumantizzato che sta cedendo a 2,65 euro al litro. E questo alimenta e fa diventare feroce la corsa ai nuovi ettari messi a bando dalla Regione Veneto anche se in realtà i numeri dicono che non ce n' è bisogno.

vigna di prosecco

 

Rischiando di impattare ancora una volta pesantemente su una terra dove la coltivazione di uva intensiva ha prodotto uso, e qualcuno dice abuso, di sostanze chimiche e lo stravolgimento del paesaggio con forte penalizzazione di altre colture. La resa a ettaro ammessa per il Prosecco Doc è di 180 quintali d'uva che possono arrivare fino a 216. Anche prevedendo per quest' anno aumenti d' imbottigliamento di oltre 8 punti, la Doc ha vino sufficiente per coprire la domanda per tutto il 2018.

 

Ma la verità vera è che il Prosecco Doc vuole fare guerra commerciale al Prosecco Docg aumentando le produzioni e accontentandosi di contrarre fino al limite della sopravvivenza gli utili sul litro. Ovviamente questo danneggia il Prosecco Docg che però dal punto di vista della produzione e della redditività viaggia ad una velocità assai diversa. I prezzi al litro del Prosecco Classico sono in continua ascesa tant' è che nel 2017 si è avuto un incremento dell'8% che lo ha portato a 2,75 euro al litro. E questo a fronte di un export che tira.

paris hilton prosecco

 

Su 460 milioni di bottiglie prodotte 180 milioni di bottiglie sono stati vendute all' estero (40 milioni in Germania, 33 in Svizzera, 24 in Gran Bretagna, che è invece il primo mercato del Prosecco Doc). Resta l' incognita fin quando questo trend reggerà e se si riuscirà mai ad alzare il prezzo medio del vino.

 

Quelli del Prosecco, per nascondere guerre intestine e qualche problema di redditività, continuano a dire di aver battuto lo Champagne. È vero: Prosecco ha venduto nel mondo quasi 350 milioni di bottiglie, Champagne solo un terzo. Ma mentre le bollicine italiane valgono mediamente poco più di 2 euro al litro quelle francesi ne valgono quasi 30. E questo, forse, fa la differenza.

 

a secco di prosecco

 

Ultimi Dagoreport

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...